Anche per il per il 2017 la trade deadline è stata raggiunta. Ci sono stati alcuni cambiamenti importanti. Non si può parlare di rivoluzione o stravolgimenti, ma il panorama è cambiato in maniera importante per almeno 3 squadre. In particolare sono 5 le trade avvenute o mancate che è bene approfondire perché possono avere un significato importante. La più sorprendente è quella che ha mandato Jay Ajayi a Philadelphia, la più importante quella di Garoppolo ai 49ers, la meno sorprendente quelle che vede la dirigenza dei Browns incapace di chiudere gli affari.
Jay Ajayi. Spedito a Philadelphia in cambio di una scelta al 4 giro del draft 2018. Dicevo che questa è la più sorprendente perché se per Philadelphia di tratta di un’ottima aggiunta, faccio fatica a capire i piani di Miami. Forse in vista di una stagione fallimentare han voluto massimizzare ora la cessione e non rischiare di perderlo nella free agency? Evidentemente non c’era nei piani di Miami l’idea di fargli un contrattone o un mezzo contrattone visto che il contrattone per Ajayi forse è un po’ troppo. Al netto di tutti questi discorsi rimane un po’ spiazzante però la scelta di privarsene ora dal punto di vista tattico e prettamente sportivo. Ajayi rappresenta per Miami una delle migliori opzioni d’attacco. Con Tannehill ai box da molto tempo e quel Jay Cutler ripescato dal pensionamento e poco preoccupato del suo stato di forma l’attacco di Miami fa fatica a innescare il suo parco ricevitori che tutto sommato non è proprio sfornito. Da una parte Kenny Stills è rapido sia nel profondo che sullo scatto breve per chiudere pass di 6/7 yard. Non è come ai tempi di New Orleans, ma laggiù aveva Brees a mettergli la palla in mano, e con Brees a metterti la palla in mano tutti sono un po’ più bravi di sé stessi. Accanto a lui Parker e Landry hanno buone mani e completano un gruppo non stellare, ma comunque variegato e che può allargare parecchio il campo.
L’attacco così si trova molto sbilanciato sui lanci e per le corse Miami si deve affidare a Damien Williams e Kenyan Drake che finora, insieme, hanno ricevuto 22 occasioni di correre con la palla in mano. Questa scelta di Miami a me, rimane ancora oscura, sopratutto perché una quarta scelta, che poi sarà anche bassa, mi sembra pure poco.
Philadelphia invece fa un’ottima mossa e acquista un elemento importante da inserire nella squadra rivelazione. Se Wentz e i suoi hanno sorpreso tutti con grandi giocate e tanti punti a referto, ora hanno un’arma in più per le corse senza sacrificare nulla. LeGarrette Blount avrà, a detta del front office in casa aquile, un ruolo importante nelle corse da poche yard, una specie di uomo di sfondamento, mentre Smallwood sarà usato per le sue capacità di ricezione. Gli Eagles sono 7-1 e quinti per il gioco di corse. Ora hanno un’ulteriore arma in attacco che non fa altro che lievitare le quotazioni.
Jimmy Garoppolo. Dai Patriots a San Francisco in cambio di una seconda scelta. Questa la mossa più interessante. Da una parte i 49ers sapevano benissimo di dover cambiare, dall’altra i Patriots hanno probabilmente il miglior giocatore della lega in Tom Brady e di conseguenza il suo backup è diventato sacrificabile.
San Francisco già in offseason era alla ricerca di un qb, ma si è deciso di temporeggiare per avere un anno di transizione con Shanahan, ma di fronte allo 0-8, ma soprattutto di fronte al fallimento nel far crescere giovani talenti, nel costruire un sistema di gioco e nell’instillare una cultura vincente si è deciso di azzardare subito, cambiare subito, e i 49ers hanno fatto bene. L’alternativa poteva essere affidarsi al draft, ma evidentemente la dirigenza non è rimasta impressionata da nulla (e comunque c’è sempre tempo per rimediare, anche se è sempre meglio non doverlo fare) oppure ricoprire di soldi (e ritengo sprecare) un Kirk Cousin che con Washington non riesce a chiudere il contratto. Da qui nasce l’arrivo di Garoppolo che è tutto tranne che una mossa certa. Jimmy ha avuto la possibilità di imparare dal migliore, è stato nella sua ombra a imparare il mestiere, ha respirato per tre anni aria di vittoria e conosce il clima vincente di cui le squadre hanno bisogno, d’altra parte però ha visto il campo molto poco: 2 partenze lo scorso anno in week 1 e 2, e poi fermo per infortunio prima e poi backup di Brady una volta rientrato dalla squalifica. In campo Garoppolo si è dimostrato capace di fare il suo mestiere e vincere le partite. Certo nei Patriots è tutto diverso, ma bisogna riconoscere che il Garoppolo del 2016 giocava senza Gronkowski che ben sappiamo quanto può essere importante per i qb.
I Patriots danno via il “progetto futuro” per una seconda scelta che sarà praticamente una prima visto quanto in basso sono, per ora, i 49ers. Come detto prima Jimmy era sacrificabile visto anche quanto Brady continui a performare e non sembri invecchiare mai. Certo però che un’occhiatina alla carta d’identità la bisogna dare e oggi più che mai sappiamo che Brady non giocherà per sempre. Ora si ritorna al punto 0 del piano B. Belichick ci vede sempre lungo e non fa le cose a caso, quel che si deve fare però ora è ricominciare da capo a pensare al post Brady, e bisogna farlo con più urgenza.
Garoppolo ha tutto per fare bene soprattutto perché entra in un ambiente senza pressioni. O meglio senza troppe ambizioni, per quest’anno. Peggio di così per i Niners non può andare e Garoppolo avrà 7 partite ancora per crescere lentamente e mettere minutaggio nelle braccia. A lui spetterà dimostrare che vale un impegno a lungo termine. E per lui ritengo non ci sia destinazione migliore che sotto la guida di Shanahan, mago dell’attacco e bravo a lavorare coi qb.
Kelvin Benjamin. Benjamin a Buffalo in cambio di una terza e una settima scelta. L’ex prima scelta fa le valige e lascia Charlotte per trasferirsi nel freddo nord. Questa mossa non è troppo a sorprendente se si pensa che da una parte i Bills avevano un disperato, anzi un DISPERATO, bisogno di ricevitori e che Benjamin in Carolina non si è mai trovato fino in fondo con la dirigenza. Che il front office dei Panthers non fosse pronto ai milioni da sborsare per trattenerlo un po’ si era vociferato nei corridoi. Dave Gettelman, ex GM, lo avrebbe tenuto, ma poi è stato licenziato e in questo si inserisce una poca fiducia verso un giocatore che non ha convinto fino in fondo. Se si pensa poi che dare via Benjamin, un ricevitore di assoluto livello, possa essere una cavolata bisogna pensare che senza di lui i Panthers sono arrivati al Super Bowl. A fronte di queste considerazioni appare quindi giusto massimizzare ora l’uscita e qual partner migliore di Buffalo che finora ha raccolto solo 45 ricezioni in tutto l’anno?
Benjamin a Buffalo deve riadattarsi un po’ a un qb diverso. Rispetto a Newton, Taylor è un qb molto più classico e conservativo. Benjamin dovrà lavorare meno che in Carolina, ma avrà molta più pressione addosso perché con il suo arrivo i Bills cercano di equilibrare l’attacco e fare il salto di qualità definitivo, nell’anno in cui la vittoria della division non sembra impossibile, ma solo davvero molto difficile.
Duane Brown. Brown a Seattle in cambio di scelte al draft. Ancora non si sa bene quali perché Jeremy Lane, inizialmente nell’accordo non ha passato le visite mediche e Houston lo ha rispedito al mittente.
Questa trade è stata fortemente voluta. Seattle riconosce l’evidente difficoltà della linea offensiva che troppe volte ha fatto perdere le partite e obbliga Wilson a giocare oltre il limite. Che poi il qb sia molto contento di questo arrivo lo dimostra anche il fatto che abbiamo ristrutturato il proprio contratto per fare spazio sul salary cap e permettere di finalizzare l’accordo. Con Brown i Seahawks possono di nuovo provare a essere micidiali come negli ultimi anni cercando di ricostruire la linea offensiva che già in preseason ha perso i pezzi. Brown si inserisce molto bene nel modo di giocare di Seattle e può da subito trascinare i compagni, sempre che gli infortuni non lo rallentino.
Proprio per questo Houston ha deciso di lasciarlo andare. Quest’anno ha giocato solo una partita (casualmente proprio contro Seattle) e il peso sul cap inizia a farsi sentire. Alla soglia dei trent’anni, con un contratto pesante e qualche infortunio di troppo Houston ha deciso di lasciarlo andare ora e ottenre il più possibile. Chi si avvantaggerà di più dalla trade lo dirà solo il campo e a gennaio ne trarremo le valutazioni.
Da Brown ai Browns che non sono riusciti in tempo a fare la trade per portare McCarron sulle sponde del lago Erie. Io azzarderei a dire che forse è meglio così, nel senso che McCarron non so quanto avrebbe potuto aiutare i Browns a uscire dal tunnel, ma è davvero evidente quanto la dirigenza sia incompetente e che a Cleveland non basti una trade, qui ci vuole una tabula rasa.
Si avvicina agli sport americani grazie a un amico che nel periodo di Jordan e dei Bulls tifa invece per gli Charlotte Hornets. Gli Hornets si trasferiscono in Louisiana ed è amore a prima vista con la città di New Orleans e tutto quello che la circonda, Saints compresi, per i quali matura una venerazione a partire dal 2007 grazie soprattutto ai nomi di Brees e Bush. Da allora appartiene con orgoglio alla “Who Dat Nation”.
Vero che i panthers sono arrivati al superbowl senza benjamin, ma avevano greg olsen che ora è rotto e ted ginn , andato ai saints. Ora rimangono i giovani, vedremo….Secondo me una mossa suicida
Follia pura Dolphins…