C’erano molti motivi per guardare la NFL giovedì notte: era la prima partita stagionale, c’erano in campo i New England Patriots guidati da Tom Brady, c’era la celebrazione per la vittoria nel Super Bowl dello scorso anno e c’era un’intrigante partita contro i Kansas City Chiefs. Questi ultimi hanno centrato i playoff in tre delle ultime quattro stagioni e proprio dai Patriots avevano perso nei Divisional playoff del 2016.
Non era in programma, però, che la scena fosse rubata da un semisconosciuto running back proveniente da Willoughby, Ohio, una cittadina da 22000 abitanti nei sobborghi di Cleveland, Kareem Hunt. Questi è stato il mattatore della partita, vinta da Kansas City, 42-27, in cui ha ottenuto 148 yards e 1 TD in 17 portate, a cui ha aggiunto 5 ricezioni per 98 yards e altre 2 segnature.
Scelto al terzo giro del draft NFL 2017, Hunt è stato solamente il sesto running back selezionato, ma già dal training camp era riuscito a conquistare lo staff dei Chiefs guadagnandosi i gradi da titolare davanti ai più esperti Charcandrick West e CJ Spiller.
La carriera di Hunt non è mai stata particolarmente sotto i riflettori al college: già al momento del recruiting, poche università di prima divisione avevano deciso di puntare con decisione su di lui e solamente due all’interno delle 5 maggiori conference universitarie, Minnesota e Pittsburgh. La sua scelta cadde su Toledo, un college a circa 100 km da Cleveland, in cui iniziò a comportarsi molto bene già nella stagione da freshman per poi confermarsi tra i migliori RB della nazione nei tre anni successivi.
Arrivato al draft discretamente quotato ma pur sempre molto dietro rispetto ai vari Dalvin Cook, Leonard Fournette e Christian McCaffrey, ed era proiettato verso una selezione nel secondo giorno, ed effettivamente i Chiefs hanno puntato su di lui al terzo giro, 86esimo assoluto.
Ed ora, cosa aspettarsi da Hunt? Senza dubbio l’esordio tra i professionisti è stato notevole (anche se la sua prima giocata era stata un fumble perso) ed è stato visto tutto il repertorio del nostro: non è il più running back più veloce tra i draftati nel 2017, né il più potente, ma si è vista la grande versatilità nel correre all’interno come all’esterno, di ricevere il pallone anche sul profondo e di adattarsi alla complessità di un attacco NFL e trarne vantaggio.
La sua struttura fisica (180 cm per 97 kg) lo rende un giocatore con un baricentro molto ma con molta massa, e ciò lo rende un giocatore molto difficile da portare a terra. I difensori di New England hanno sperimentato questo aspetto, con Hunt che dopo ogni placcaggio guadagnava ancora diverse yard prima di terminare le sue azioni.
Senza dubbio il rookie è finito nell’ambiente giusto per uno sviluppo serio e calibrato, con una ottima mente offensiva come l’head coach Andy Reid e il quarterback Alex Smith a guidarne la crescita in un ambiente lontano dai palcoscenici più mediaticamente importanti e asfissianti. Le premesse per una ottima carriera ci sono tutte, a lui decidere dove può arrivare.
Andrea Cornaglia, classe ’86, profonda provincia cuneese, si interessa al football dal 2006, prendendo poi un’imbarcata per il mondo dei college dal 2010: da lì in poi è un crescendo di attrazione, inversamente proporzionale al numero di ore dormite al sabato notte