Dopo un anno travagliato Minnesota ha deciso di porre fine ad un’epoca in offseason, rinunciando a rinnovare il suo uomo simbolo, Adrian Peterson, per provare a cambiare e rinnovare profondamente una franchigia che negli ultimi due lustri non ha mai trovato la continuità necessaria per costruire qualcosa di duraturo, alternando stagioni molto positive ad altrettante negative o perlomeno mediocri; così il GM Rick Spielman, in pieno accordo con l’head coach Mike Zimmer ha deciso di voltare pagina e ringiovanire ulteriormente un roster già tra quelli con l’età media più bassa dell’intera NFL.
I punti su cui lavorare durante la primavera sono stati fin da subito individuati nel backfield e nella linea offensiva, due delle debolezze mostrate dai Vikings nell’ultima season e su cui era fondamentale intervenire in modo pesante, trovando quanto prima dei lineman più affidabili di quelli presenti a roster e un runningback in grado di raccogliere la pesante eredità di All Day; talmente pesante che il team di Minneapolis ha deciso di puntare su due back andando a mettere prima sotto contratto un elemento esperto e produttivo come Latavius Murray e poi spendendo la seconda scelta del Draft per mettere le mani su uno dei talenti più intriganti del pacchetto, Dalvin Cook.
Entrambi, tanto l’ex Raiders quanto il prodotto da Florida State, offrono possibilità maggiori rispetto a Peterson nei giochi di passaggio e rispondono alla perfezione al sistema che ha intenzione di introdurre Pat Shurmur, promosso alla guida della offense dopo le dimissioni del suo ex capo Norv Turner nella prima metà del passato torneo; il nuovo OC intende puntare su una West Coast che sappia muovere costantemente la catena, per questo necessita di runner che si sacrifichino maggiormente e siano disposti a rinunciare a qualche portata per cercare di mettere in difficoltà le difese avversarie uscendo in ricezione, cosa che può fare anche il versatile Jerick McKinnon, mai del tutto convincente ma comunque utile per imprimere un ulteriore cambio di passo all’attacco.
Adam Thielen, fresco di rinnovo milionario dopo aver guidato la squadra con 967 yards e 5 TD, e Stefon Diggs, primo per ricezioni con 133 prese all’attivo, per 903 yds e 3 touchdowns, continueranno ad essere con il TE Kyle Rudolph, 840 yards, 7 TD, i target principali di un passing game che attende ancora l’esplosione del talentuosissimo Laquon Treadwell, probabilmente l’unico dell’intero roster a possedeere le caratteristiche per ricoprire il ruolo di WR#1 ma reduce da una rookie season completamente anonima; l’ex Cardinals Michael Floyd, arrivato in offseason da New England, e Jairus Wright continueranno a lottare per lo spot numero 3, mentre le matricole Rodney Adams e Stacy Coley sono avviate ad essere utilizzati principalmente come returner.
Un altro rookie, Bucky Hodges, resta ancora in lizza con David Morgan come backup primario di Rudolph, e grazie alle sue doti di pass catcher si candida ad essere utilizzato come secondo tight quando il campo si restringe, in modo di fornire un’opzione in più al braccio di Sam Bradford, tonato a brillare come ha fatto ad inzio carriera nonostante fosse arrivato a Minnesota solo quattro giorni prima della partenza della regular season; chiamato a sostituire Teddy Bridgewater, che ha ricominciato ad allenarsi ma dovrebbe saltare l’intera stagione 2017 per il bruttissimo infortunio al ginocchio patito la scorsa estate, ha guidato la NFL per pecentuale di completi, 71.4, lanciando 3,877 yds, 20 touchdown pass e 5 intercetti.
Valido passer che sembra essere finalmente uscito dal periodo buio vissuto negl’ultimi anni con i Rams, ha la possibilità, concreta, di fare ancora meglio nella season alle porte visti gli investimenti operati sulla linea offensiva e soprattutto all’esterno della stessa, dove sono stati inseriti due nuovi starter che hanno già acumulato una buonissima esperienza nella lega, Riley Reiff e Mike Remmers, due dei volti nuovi di un quintetto che darà fin da subito spazio al promettente rookie Pat Elflein, centro che verrà affiancato alle guardie titolari Alex Boone e Joe Berger; Nick Easton, T.J. Clemmings e Jeremiah Sirles, già visti all’opera lo scorso anno, due backup in grado di far rifiatare i titolari in qualsiasi momento, come sulla linea opposta faranno Shamar Stephen, la matricola Jaleel Johnson e Datone Jones.
Quest’ultimo arrivato da Green Bay in offseason potrà essere utilizzato sia all’esterno che all’interno, posizione dove il coaching staff dei Vikes sembra intenzionato ad utilizzarlo quest’anno per sfruttare la sua attitudine nel penetrare all’interno del backfield avversario, un po’ come fatto nelle passate stagioni con Brian Robinson, end che all’occorrenza è stato schierato come tackle a fianco di Sharrif Floyd, probabilmente ancora fermo ai box e a serio rischio di chiudere la carriera professionistica ad appena 25 anni; senza di lui saranno sempre Linval Joseph, 77 placcaggi, 4.0 sacks, e Tom Johnson a giocare titolari nel mezzo, lasciando spazio ai lati al solito Everson Griffen, 8.0 sacks, 3 fumbles recovered, e all’emergente Danielle Hunter, rivelatosi efficacissimo nelle situazioni dichiarate di passing defense e pronto ad aumentare la sua presenza in campo.
La parola d’ordine per la difesa di Minnesota sarà quindi ancora una volta “versatilità”, mantra che coach Zimmer ha ripetuto spesso ai suoi ragazzi negli anni passati per convincerli che poter cambiare spesso schieramento e, di rimando, coperture, sul terreno di gioco può essere utilissimo per mandare in confusione le offense affrontate, e proprio per questo si vedrà spesso una mediana a due con protagonisti i due prodotti di UCLA Anthony Barr, 70 tackles, e Eric Kendricks, che ha guidato la squadra nel 2016 con 109 placcaggi messi a segno; nel caso poi il DC George Edwards decida nuovamente di passare a tre, Emmanuel Lamur sembra il candidato principale a sostituire sul lato debole Chad Greenway, ritiratosi dal football giocato lo scorso marzo dopo undici stagioni con i colori purple&gold cuciti addosso.
Il fourth rounder Ben Gedeon e la settima scelta 2015 Edmond Robinson sono gli altri due linebacker in lizza per riempire il vuoto, ma non è da escludere che nel corso della regular season vengano gettati nella mischia anche Kentrell Brothers e Elijah Lee, special teamer che possono dare un buon contributo in alcune situazioni di gioco; sempre per quanto riguarda le difese situazionali ci sarà da trovare anche un rimpiazzo per Captain Munnerlyn, una sorta di istituzione quando i Vikings decidevano di mettere in campo un nichelback, ruolo che ora dovrebbe toccare a Mackensie Alexander, che sulle side è abbondantemente chiuso dal veterano Terrence Newman e dai due starting cornerback Xavier Rhodes, 5 intercetti, 10 pass defended, e Trae Waynes, 3 INT, 11 broken pass.
Nella deep il playmaker Harrison Smith, da tempo uno dei punti di forza del reparto difensivo, continuerà a fare il bello e il cattivo tempo dopo aver chiuso un’altra stagione molto positiva con 91 tackles, affiancato dal confermato Andrew Sandejo, giocatore non molto appariscente ma abbastanza solido e comunque per ora più convincente di Jayron Kearse, prospetto ancora acerbo da Clemson; visto principalmente all’opera con gli special team, darà ancora il suo contributo a questi ultimi, decimati da alcune partenze importanti in offseason e già alle prese con la sostituzione di uno dei due returner dopo la partenza di Cordarelle Patterson.
Ad affiancare Marcus Sherels, uno dei più pericolosi returner della lega, ci sarà probabilmente uno dei due WR rookie draftati quest’anno, i già citati Adams e Coley, mentre Ryan Quigley andrà a sostituire Jeff Locke in quello di punter; unico confermato, almeno per ora, il kicker Kai Forbath, arrivato a metà, circa, della passata season per prendere il posto di un irriconoscibile Blair Walsh, ora a Seattle.
Sulla carta i VIkings hanno sistemato il roster e la depth chart dando profondità ad alcuni ruoli chiave e aggiungendo veterani di valore in quelli in cui hanno avuto più problemi negl’anni scorsi, ma la risposta sul fatto se abbiano risolto o meno i guai della passata stagione arriverà solo nelle prime settimane della prossima regular season, quando il campo certificherà gli eventuali miglioramenti del team; certo, aver a che fare con i soliti Packers e dei Lions in crescita, non sarà affatto facile, ma ora la franchigia dei fratellli WIlf sembra avere un gruppo in grado di reggere il confronto, la pressione, e lottare fino in fondo anche per il titolo divisionale.
Folgorato sulla via del football dai vecchi Guerin Sportivo negli anni ’80, ho riscoperto la NFL nel mio sperduto angolo tra le Langhe piemontesi tramite Telepiù, prima, e SKY, poi; fans dei Minnesota Vikings e della gloriosa Notre Dame ho conosciuto il mondo di Playitusa, con cui ho l’onore di collaborare dal 2004, in un freddo giorno dell’inverno 2003. Da allora non faccio altro che ringraziare Max GIordan…