Se la fortuna è cieca la sfiga ci vede benissimo, e dalle parti di Miami questo detto trova attuazione molto spesso. La perdita del quarterback Ryan Tannehill, che aveva trascinato i Dolphins ai playoff per la prima volta dal 2008, rischia di minare alle fondamenta una squadra che in offseason aveva lavorato in maniera ottima e poteva essere una candidata alle 10 vittorie.
Nel 2016, Adam Gase, alla prima esperienza da head coach dopo le esperienze da offensive coordinator a Denver e Chicago, aveva impiegato alcune settimane per adattarsi al nuovo ruolo e alla nuova squadra (1-4 nelle prime cinque partite), ma era poi riuscito a risalire la china in maniera perentoria con nove vittorie nelle ultime 11 partite. Il numero di vittorie in doppia cifra, tra l’altro, è un evento che a Miami si è verificato solamente due volte dal 2004.
Forti di questa striscia i Dolphins promettevano di essere una squadra da tenere d’occhio in vista dei playoff, ma alla week 14 Tannehill si infortunava al ginocchio e finiva la sua stagione. Anche le speranze della squadra finivano in quel momento, e al Wild Card Game sarebbero stati sconfitti 30-12 dagli Steelers.
Tannehill.
Dopo un’operazione in offseason, Tannehill credeva di aver risolto i propri problemi fisici ma dopo pochi allenamenti estivi si è infortunato nuovamente allo stesso ginocchio, dicendo addio alla stagione ancora prima di iniziarla.
Non certo del valore del backup Matt Moore, Gase ha deciso di firmare Jay Cutler: l’ex quarterback di Denver e Chicago si era ritirato e si stava preparando al suo esordio da analista televisivo, ma Gase lo ha convinto (con un assegno da 10 milioni di dollari per un anno) a posticipare di un anno la fine della sua avventura tra i pro.
Recentemente Cutler era stato spesso preso di mira per le sue prestazioni e nel 2016 ha giocato solamente cinque partite a causa di vari infortuni, ma c’è da ricordare che quando si è incrociato con Gase (2015, quando questi era OC a Chicago) ha prodotto la sua miglior stagione in carriera in termini di rating.
Una delle principali mosse sul lato offensivo del front office è stata rinnovare il wide receiver Kenny Stills, chiamato ad essere il target principale per Cutler dopo un buon 2016. Al suo fianco Jarvis Landry e DeVante Parker sono due valide opzioni, mentre si aspetta un deciso passo avanti da parte dei due draftati del 2016, l’ex Texas Tech Jakeem Grant e Leonte Carroo.
Un’altra mossa importante per l’attacco è arrivata tra i tight end, con l’acquisizione da Jacksonville di Julius Thomas (per una settima scelta, noccioline): Cutler così ha a disposizione un grosso target che era quasi inarrestabile ai tempi di Denver, e stiamo parlando di non più di tre anni fa, che può dare una decisa accelerazione al gioco su passaggi.
Partito come backup nella passata stagione, Jay Ajayi è salito di colpi durante l’anno e nonostante sia attualmente nel protocollo concussion dovrebbe essere abile e arruolabile per la week 1. Il prodotto di Boise State ha messo a referto numeri notevoli, ma deve trovare continuità: ha superato per tre volte le 200 yards per partita, ma per ben 12 volte non è andato oltre le 79.
Finalmente è giunto l’anno del Tunsil: ritenendo che la prima scelta del 2016 sia abbastanza matura (anche off-field, dove non ha più combinato casini), i Dolphins hanno tradato Branden Albert e punteranno sul prodotto di Ole Miss per il ruolo di left tackle. Accanto a lui Ted Larsen è arrivato da Chicago per ricoprire il ruolo di left guard, Mike Pouncey dovrebbe essere il centro se riuscirà a migliorare le cinque partite giocate nel 2016, mentre la linea di destra sarà formata da Ja’Wuan James e Jermon Bushrod.
La difesa perde il coordinatore Vance Joseph, diventato head coach a Denver, e per la sua sostituzione si è optato per una soluzione interna, con l’ex allenatore dei linebacker Matt Burke a prendere la posizione.
Il fronte a quattro vedrà ancora Cameron Wake come edge rusher rincipale partente sul lato sinistro, mentre sul lato opposto potremmo assistere ad una alternanza tra William Hayes, Andre Branch e la prima scelta del draft 2017 Charles Harris. Al loro interno la coppia Ndamukong Suh-Jordan Phillips è ormai esperta e di qualità.
Il reparto linebcker potrà essere una felice sorpresa della stagione: Lawrence Timmons, in arrivo da Pittsburgh, fungerà da middle linebacker permettendo così a Kiko Alonso (che ha dimostrato nel 2016 buona parte del suo valore) di spostarsi a weak side. Lo strong side dovrebbe essere ad appannaggio della prima scelta del draft 2017 Raekwon McMillan, almeno nel medio-lungo periodo.
Le secondarie si presentano fondamentalmente nella stessa composizione dello scorso anno, con i cornerback Byron Maxwell e Xavien Howard, le safety Reshad Jones e Nate Allen ed il nickelback Tony Lippett: si tratta di un reparto tendente al solido ma da cui non ci si può attendere di essere il traino della difesa.
Il kicker sarà ancora Andrew Franks, al terzo anno tra i pro: dopo un primo anno negli standard ha avuto un anno da sophomore difficile, con solo il 76,2% di calci realizzati. Meglio per lui ritornare a percentuali consone, altrimenti Miami potrebbe anche guardare oltre.
NFC South ed AFC West sono due division rampanti che non offrono sfide facili, se si aggiunge poi l’arrivo di un nuovo quarterback che deve inserirsi in un nuovo sistema in un mese o poco più si capisce che il compito di Miami di dare l’assalto ai Patriots è arduo se non impossibile. Al netto del quarterback, però, la squadra è ben costruita e addirittura intrigante in alcuni reparti: la caccia alla seconda wild card consecutiva è aperta.
Andrea Cornaglia, classe ’86, profonda provincia cuneese, si interessa al football dal 2006, prendendo poi un’imbarcata per il mondo dei college dal 2010: da lì in poi è un crescendo di attrazione, inversamente proporzionale al numero di ore dormite al sabato notte