I Jacksonville Jaguars ritentano per l’ennesima stagione quell’uscita dalla mediocrità che risale ormai al lontano 2007 quando Jack Del Rio li portò al Divisional perso con New England. Jax rimane indecifrabile soprattutto per via dei mutamenti di staff tecnico e dirigenziale. La division si dimostra comunque non propriamente irresistibile con Houston alle prese con l’eterna ricerca di un signal caller presentabile per dare un senso ad una squadra altrimenti incompiuta, Indy che appare in involuzione dopo le prime sfolgoranti stagioni con Luck, e Tennessee che è sempre fonte di divertenti meme nonostante abbia nel complesso un buon team.
Il 2017 dei micioni non può tuttavia essere presentato come una speranzosa corsa ai playoff, quanto una speranzosa corsa contro la mediocrità, magari un 7-9 che farebbe brindare come da tempo non accade da quelle parti della Florida. Doug Marrone, nuovo HC della squadra dopo l’esperienza ai Bills terminata per propria volontà al cambio di proprietà, ritenta l’impresa di portare in terreno positivo una squadra cronicamente perdente come fece con i Bills, terminando l’annata 2014 con un record di 9-7 dopo nove stagioni perdenti. Marrone conosce già la squadra, avendo lavorato come OC nella precedente annata 2016 ed avendo completato l’anno dopo il licenziamento del buon Gus (1-1 il record). Assieme a lui lavoreranno come OC Nathaniel Hackett, ex QB Coach, e come DC Todd Wash, ex allenatore delle linee difensive e coordinatore del running game, sempre in casa Jacksonville.
Il mix di nuove figure e soprattutto di figure con nuovi compiti promette di non spaesare troppo la giovane truppa alla ricerca di una identità precisa e di una barra ben dritta che riduca al minimo la frustrazione avvertita in tantissime occasioni la scorsa stagione. Il calendario prima del bye fissato alla Week 8 presenta però un problema serio di due gare divisionali in trasferta che potrebbero minare da subito le possibilità di una stagione soddisfacente quanto meno contro i vicini di casa, per il resto Baltimore, NY Jets e Los Angeles Rams potrebbero rappresentare test abbordabili per una compagine che l’anno scorso, per brevi momenti, ha mostrato carattere per stare in campo e contrastare corazzate ben più preparate di lei.
Per Jacksonville, le prime battute del training camp hanno già dato indicazioni sul fatto che sarà una stagione di passione per quanto riguarda l’attacco guidato dal nostro virgulto Blake Bortles che si è fatto intercettare già più volte degli scud di Saddam Hussein durante la Guerra del Golfo. Un ruolo chiave come il quarterback purtroppo non ha ricevuto una educazione da Elite QB come hanno ricevuto altri suoi colleghi, con un periodo di tranquilla sideline, un mentore ed un QB coach stabile che possa dare un indirizzo e mantenerlo (e non cambiandone 3 in 4 anni), ma nemmeno una educazione da QB ciliegina-sulla-torta, quello che monta su una macchina già rodata a cui manca solo un QB che la spinga forte, e non si preoccupi di errori di gioventù che poi ci pensano gli altri 52 a rimediare.
La squadra è comunque, almeno sulla carta, carica di talento e con il tipo di spesa in free agency fatto da Jax nell’ultimo quinquennio, deve aspettarsi una prima o poi una stagione di buon football, se non eccellente. Ma le scelte fatte negli anni al draft non hanno dimostrato di valere il numero a cui sono state selezionate. Come detto in altre occasioni non ci sono stati in questi anni giocatori che fossero plug’n’play a livello che ci si aspetterebbe da una scelta entro le prime cinque, e risparmiamo ai lettori impietosi esempi.
La batteria dei ricevitori è quella che due anni fa fece sognare i tifosi con una stagione pazzesca, tanto che qualcuno faceva raffronti con il medesimo reparto di Green Bay. Allen Hurns, Marqise Lee, Allen Robinson hanno composto un trio eccezionale come produzione, che l’anno scorso ha però visto una brusca frenata. Per questo si spera che possano essere aiutati anche da Rashad Greene, ex stella di FSU draftato con il trio detto sopra nel 2015 ed utilizzato molto come punt returner, e Dede Westbrook, nota testina calda da Oklahoma, pescato al #4 round quest’anno ma che, se tenuto doverosamente a bada, potrebbe essere un grande steal.
Il running game rappresenta una situazione per certi versi paradossale per Jacksonville, che nelle ultime due offseason hanno dapprima scelto TJ Yeldon a pick #36 draft 2015, e poi ha firmato Chris Ivory la scorsa stagione per 5 anni a 32 milioni di dollari, una svalangata. Al recente draft è stato selezionato al primo giro colui che sembra avere le stimmate del campione, Leonard Fournette, racchiudendo quelle caratteristiche di power back (6’0 per 228) che possa intimorire tanto le difese avversarie da abbassare la pressione su Bortles e rendere il gioco di lancio meno strozzato. Due indicazioni vanno aggiunte a questo, per dare uno sguardo completo alla situazione: Marrone ha fatto correre tanto i Bills quando li allenava, e li ha fatti correre in committee (Fred Jackson e CJ Spiller nel 2013, loro due più Anthony Dixon l’anno dopo), dando corpo all’ipotesi che Jax voglia puntare su un gioco vecchio stile, e ci voglia puntare con un set vario di running back.
Sul lato difensivo la free agency ha portato via due nomi ma piuttosto importanti, come la SS Johnathan Cyprien, passato da essere braccia di pastafrolla nel 2015 ad una delle migliori safety della NFL l’anno scorso; e Prince Amukamara passato ai Bears dopo il contratto “rilancio” in Florida. Viceversa le acquisizioni in FA da parte di Jax sono state pesantemente volte a configurare l’unità difensiva con l’arrivo del cornerback AJ Bouye da Houston che l’anno scorso PFF ha valutato come il secondo miglior corner del 2017 dietro a Chris Harris; il DE Calais Campbell da Arizona, la safety Barry Church da Dallas oltre a due scommesse minori come i LB Audie Cole e Lerentee McCray. A loro si sono unite tre selezioni al Draft, round #3 Dawuane Smoot da Illinois, il LB round #5 Blair Brown da Ohio ed il CB round #7 Jalen Myrick da Minnesota.
La configurazione dovrebbe essere quella di una difesa 4-3 base con Abry Jones e Malik Jackson (quello che ha detto che i Jags vinceranno il Super Bowl) al centro, coppia di edge rushers formata da Dante Fowler Jr. e Calais Campbell, linea dei LB formata da veterani già rodati assieme dall’anno scorso Telvin Smith, il sophomore Myles Jack e Paul Posluszny che sembra aver trovato buona continuità. La secondaria è affidata a Jalen Ramsey e Bouye al corner, Tashaun Gipson e Barry Church a safety. Nei pacchetti difensivi volti a contrastare l’uso di slot WR, dovrebbe essere presente in campo anche Aaron Colvin come nickel corner.
A mio avviso, al netto di chi verrà a rubare lo stipendio che, fino a stagione conclusa, non potremo individuare con certezza, possiamo dire che la squadra presenta per la difesa semplicemente l’incognita di giocatori scelti in alto dal draft che devono maturare se veramente sono in grado di farlo, mentre per l’attacco occorre amalgamare una linea offensiva nuovamente modificata rispetto all’anno scorso e senza acquisizioni veramente stellari, con la spada di Damocle di un reparto QB che statistiche alla mano sembra tutto fuorchè competitivo. A meno che Brandon Allen non ci stupisca dopo l’apprendistato che in questo anno e mezzo dev’essere stato tutto tranne che tranquillo.
Previsione finale: siamo ottimisti e diciamo 7-9, se dovesse andare bene la prima parte della stagione prima del bye, altrimenti la stagione con tutta probabilità si fermerà ad un modestissimo 5-11 allontanando di nuovo il ritorno alla post season.