Di certezze in questa lega- oltre ai Patriots- non ne esistono ed a dimostrarcelo ci hanno pensato i Denver Broncos: dopo cinque anni di spietata egemonia nella propria division culminati nel successo al Super Bowl di due stagioni fa è lecito vedere i Broncos come terza, se non quarta, forza in questa AFC West trasformatasi nel giro di pochi anni nella division più competitiva della lega.
Tutto ciò è da attribuire al ritiro di Peyton Manning? In parte sì, ma i segnali avevano iniziato a manifestarsi piuttosto chiaramente già dal 2015: il vertiginoso calo del numero 18 ha costretto la difesa costruita magistralmente da Elway a caricarsi sulle spalle l’attacco che solo due anni prima aveva riscritto ogni record offensivo.
Dopo una stagione da 9-7 ed il conseguente mancato approdo alla postseason ci si può aspettare il riscatto da una squadra con un head coach alla sua prima esperienza ed un gigantesco punto interrogativo sotto la voce quarterback?
Let’s see.
Quanto sta emergendo dal training camp non è probabilmente ciò che il buon Elway si aspettava un anno fa quando imbastì una trade per assicurarsi il grezzo ma talentuoso Paxton Lynch: Trevor Siemian si è dimostrato un game manager in grado di portare a casa vittorie se assistito dalla difesa e da un gioco di corse che la passata stagione ha faticato, non mostrando però i tratti del franchise QB che tutti si aspettano proprio da Lynch.
Il sophomore sta alternando big play a lunghi passaggi a vuoto ripieni d’inconsistenza ed errori alquanto banali: va ricordato che allenarsi contro la No Fly Zone non lo aiuta sicuramente ma in mancanza d’alternative una prima scelta, soprattutto se quarterback, non può essere aspettata per anni.
Troppo spesso durante la passata stagione il gioco offensivo di Denver è stato monodimensionale e non in grado di sfruttare la pericolosità del duo Thomas-Sanders poiché con una coppia di ricevitori del genere limitarsi a lanci corti o intermedi appare uno spreco: con Lynch questo problema verrebbe risolto aprendo però la porta alle conseguenze di avere un quarterback ancora incerto nelle letture e dunque prono a tenere troppo a lungo la palla dimenticandosi che a differenza del college in NFL è sconsigliato fidarsi ciecamente dei propri mezzi atletici una volta che la tasca è collassata, vedasi la partita contro i Falcons dello scorso ottobre in cui il numero 12 subì ben sei sacks. Queste ultime settimane di preseason rappresentano la più grande opportunità della giovane carriera dell’ex Memphis per convincere lo staff ad affidargli le chiavi dell’attacco.
La situazione del backfield appare poco chiara poiché probabilmente verra adottato l’approccio tanto odiato dai fantasy owners di tutto il mondo, quello del runningback by committee: C.J. Anderson, Devontae Booker, Jamaal Charles ed il rookie De’Angelo Henderson potrebbero spartirsi equamente le portate in attesa che qualcuno prenda il sopravvento. La depth chart vede in Anderson il titolare ma dopo un infortunio ed un 2016 di scarso livello aspettatevi colpi di scena: l’unica certezza è che Denver non può permettersi di schierare il 27esimo rushing attack della lega in grado di guadagnare la miseria di 3.6 yards a portata indipendentemente da chi partirà titolare fra Lynch e Siemian.
Ancora una volta il receiving corp vedrà in Demaryius Thomas e Emmanuel Sanders le uniche due opzioni credibili: Bennie Fowler e Cody Latimer non hanno mostrato la consistenza necessaria per ricevere le attenzioni difensive avversarie e togliere pressione dalle spalle del sopracitato duo dando così una grandissima opportunità al rookie Carlos Henderson di essere eletto da subito WR3. Per ora il tight end titolare è Virgil Green anche se dopo aver ricevuto poco più di 600 yards in sei anni di carriera il suo tempo sembra essere ufficialmente finito: il rookie Jake Butt probabilmente rientrerà a stagione già avviata dall’infortunio che lo ha fatto scivolare al quinto turno del draft ed a quel punto potrà garantirsi la maglia da titolare per gli anni a venire.
La linea offensiva, principale colpevole dell’insuccesso dello scorso anno, è stata rafforzata attraverso il draft e la free agency con gli innesti dei tackle Garett Bolles e Menelik Watson e della guardia Ronald Leary che andranno ad affiancarsi all’ottimo Matt Paradis, uno dei migliori centri nel 2016, e Max Garcia: fare meglio rispetto allo scorso anno non sarà difficile, ma se riuscissero a garantire una 1000 yards season a qualsivoglia runningback probabilmente a gennaio saranno ancora in campo.
La più grande perdita sofferta in offseason è senza dubbio quella del defensive coordinator Wade Phillips, una delle menti difensive più brillanti della storia del gioco in grado di architettare due fra le migliori prestazioni difensive che io abbia mai visto contro i Patriots nel Championship Game e contro i Panthers al Super Bowl di due anni fa: non va dimenticato che in quei tempi a creare panico con Von Miller c’era anche DeMarcus Ware, ritiratosi pochi mesi fa.
L’erede di Ware sarà Shane Ray che però è stato vittima poche settimane addietro di un infortunio al polso che lo costringerà a rientrare a stagione in corso: perdere tutto il training camp sicuramente non lo aiuterà ma il talento non manca. L’anello debole della difesa è senza dubbio la D-Line che nel 2016 ha concesso più di 130 rushing yards a partita: il presto 33enne Domata Peko, arrivato in offseason dopo dieci stagioni fra le fila dei Bengals, a mio avviso non sarà la soluzione a questo problema anche se i compagni di reparto Jared Crick e soprattutto Derek Wolfe hanno certamente il talento e le abilità per invertire questo trend negativo.
Fra Miller e Ray troviamo ancora una volta la coppia Brandon Marshall-Todd Davis con il primo in cerca di riscatto dopo una stagione limitata da infortuni e un’inconsistenza attribuibile alla dipartita di Danny Trevathan, mentre il secondo cercherà di confermare quanto di buono fatto vedere nella prima stagione da titolare in mezzo alla difesa.
Quando si parla della secondaria di Denver, o No Fly Zone, non si può che iniziare da Aqib Talib e Chris Harris Jr. ovvero la migliore coppia di cornerbacks della lega: oltre che ad essersi guadagnati rispettivamente la terza e la prima piazza nella classifica di Pro Football Focus i due Pro Bowler sono stati in grado di limitare i quarterback ad un rating di 69.7 e soprattutto a sole 185.8 yards a partita.
Si attende un segnale da Bradley Roby che dopo un 2015 da protagonista è inspiegabilmente regredito dimostrandosi come l’unico cornerback di Denver contro il quale gli avversari lanciano la palla senza paura; a cercare riscatto troviamo anche il big hitter T.J. Ward, che così come il compagno di reparto Darian Stewart viene da una stagione decisamente complicata: Super Bowl hangover o 2015 particolarmente fortunato? Al campo la risposta, ma in caso di un’ulteriore regressione potrebbero trovarsi con le valigie alla porta una volta finita la stagione.
Lo special team, così importante due anni fa, potrà contare anche quest’anno sull’affidabile kicker Brandon McManus, in grado per due stagioni di fila di realizzare più dell’85% dei field goals tentati, e sul punter Riley Dixon che con i suoi 89 punts lo scorso anno è stato il quinto punter più impegnato della lega. Va tenuto d’occhio il sophomore Kalif Raymond per quanto riguarda il return game: nella prima partita di preseason ha fatto registrare un punt return di 34 yards ed un kickoff return di 41 yards.
Si preannuncia una prima stagione complicata per il nuovo head coach Vance Joseph che dovrà risolvere in fretta una quantità poco incoraggiante di problemi capitalizzando da subito il dominio della secondaria non destinato a durare per tanti anni ancora. La scorsa stagione più del 28% dei drive offensivi è terminato con un three-and-out, la percentuale di conversione sul terzo down è stata fra le peggiori della lega- 34,2% buono per la penultima posizione- senza dimenticare quanto detto prima su offensive e defensive line: saprà Joseph trovare velocemente una soluzione a tutto ciò? Denver ha delle fondamenta solide e vincenti ma tutto dipenderà da chi ci sarà under center: saprà rispondere presente Paxton Lynch?
Mattia, 27 anni.
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