I numeri, non proprio brillanti, della passata stagione dei San Francisco 49ers: record 2 vittorie e 14 sconfitte, ventisettesimo attacco della lega per media punti, 19,3 con poco più di trecento yards di media a partita per una totale di 4.930 e il trentunesimo posto nel ranking. Invece trentaduesimo posto nei passaggi quasi tremila yards, 2.911 mentre, quarto posto nelle corse 126,2 di media a partita per un totale di 2.019. Trend simile della difesa, ultima in quasi tutti i reparti, ultimi di punti concessi 30,0 di media a partita, ultimi in yards concesse, 406,4 per un totale di 6.502 yards, di queste nell’ultimo posto 2.654 concesse sulle corse 165,9 media a partita mentre quattordicesimo posto nei passaggi concessi, 3.848 yards per 240,5 di media a partita.
Rivoluzione! Questa è stato uno dei primi pensieri che mi sono passati per la testa a fine gennaio quando, distratti dall’avvicinarsi del Super Bowl 51, il proprietario dei 49ers, Jed York, annuncia come nuovo general manager John Lynch, quindici anni di carriera come strong safety dei Tampa Bay Buccaneers con cui vinse l’anello nel 2002 e dei Denver Broncos dove arrivò molto vicino a giocarsi un altro Super Bowl. Dal ritiro nel 2008 ad oggi era commentatore della NFL per l’emittente Fox, nessuna esperienza come GM o in qualunque ruolo esecutivo per un’organizzazione sportiva, l’unico campanello d’allarme tra gli addetti ai lavori riguardo a questa scelta. Solo una settimana più tardi gli affiancano un nuovo capo allenatore, Kyle Shanahan, ex coordinatore dell’attacco degli Atlanta Falcons, portati fino al più recente dei Super Bowl. Negli anni precedenti è stato sempre coordinatore dell’attacco dei Cleveland Browns, Washington Redskins e Houston Texans. E’ così che l’avventura rivoluzionaria di Lynch e Shanahan comincia a spegnere lo scetticismo, partendo dal mercato, per poi essere tra le migliori squadre ad operare nel draft.
Iniziando da una delle posizioni più importati dell’attacco, i 49ers non rinnovano Kaepernick e rilasciano la coppia Gabbert e Ponder, per prendere il duo di quarterback dei Chicago Bears, Brian Hoyer, vecchia conoscenza di Shanahan ai Browns, e il suo backup Matt Barkley. Dal draft al terzo turno scelgono C.J. Beathard da Iowa, a referto non un quarterback franchigia, sicuramente utile in un anno di transizione come questo. Anche reparto ricevitori si rinnova completamente, rilasciati in blocco, Torrey Smith ai Philadelphia Eagles, Chris Harper ai New York Jets, Eric Rogers destinazione ancora ignota e Rashard Ross ai Buffalo Bills. Vengono acquisiti, DeAndre Carter dai New England Patriots, Pierre Garcon dai Redskins, anche lui vecchia conoscenza di Shanahan, Marquise Goodwin dai Bills e Aldrick Robinson dai Falcons. Il draft al quinto round ha portato Trent Taylor da Louisiana Tech, probabile il suo impegno primario come ritornatore di punt per poi avere un ruolo più importante tra i ricevitori.
Reparto corse, al contrario dei precedenti non si rinnova, vista l’ottima produzione offensiva nella passata stagione capitanata da Carlos Hyde, ma si aggiungono pedine importanti acquistando Tim Hightower dai New Orleans Saints e il fullback dai Baltimore Ravens, Kyle Juszczyk. A completare l’elenco al quarto round del draft è stato preso Joe Williams da Utah, molto veloce ma con qualche problema di fumbles e qualche altro caratteriale.
Dall’ultimo posto nel ranking doveva arrivare un cambiamento in difesa ma più che nel mercato, che ha portato il linebacker campione e MVP del 48° SuperBowl Malcom Smith dagli Oakland Raiders e l’altro linebacker veterano Elvis Dumervil dai Ravens, il vero colpo è stato fatto nel draft. I 49ers entravano con la seconda scelta assoluta e la n°34, mentre i Chicago Bears, che arrivavano con la terza assoluta e avendo perso la coppia di QBs un mese prima per mano dei 49ers e nonostante avessero rinnovato profumatamente per i prossimi tre anni, Mike Glennon decidono di scambiarsi le posizioni, aggiungendo la n°67 e la n°111 assolute allo scambio. A loro volta i 49ers scambiano quella n°34 iniziale e la n°111 con i Seattle Seahawks per la 31esima assoluta.
Risultato, i Bears si buttano sul quarterback Mitchell Trubisky e lasciano via libera ai 49ers di scegliere due giocatori al primo round di alto livello. Come terza scelta assoluta scelgono Solomon Thomas, defensive end da Stanford, secondo miglior giocatore nel suo ruolo al draft, già paragonato a Justin Smith, probowler con i 49ers, versatile per giocare sia la difesa 4-3 che la 3-4 con il talento e il potenziale per diventare uno dei migliori nel suo ruolo. Alla 31 scelgono il linebacker Reuben Foster da Alabama, versatile allo stesso modo di Thomas come ruoli, qualche infortunio alle spalle, ma atletismo ed esplosività da vendere. Al terzo round viene scelto Ahkello Witherspoon, cornerback da Colorado, una combinazione perfetta di stazza e velocità, con diverse lacune tecniche da perfezionare, una su tutte, la “timidezza” nei placcaggi.
Gli special teams, seguendo la linea degl’altri reparti si è rinnovato per metà, partito il kicker Phil Dawson in direzione dei rivali degli Arizona Cardinals, è stato acquistato, nonostante qualche investigazione a carico, l’affidabile kicker Robbie Gould dai New York Giants, mentre al punt ci sarà Pinion Bradley al suo terzo anno.
I San Francisco 49ers dopo l’era Harbaugh, erano smarriti tra scelte dirigenziali ed allenatori non proprio all’altezza. Ora con questo cambio di rotta hanno dato una scossa alla squadra e all’organizzazione, sarà un anno di transizione dove, a mio parere, proveranno a competere contro tutti, con un occhio al prossimo mercato dove ci saranno quarterbacks liberi da contratto che potranno far fare il salto di qualità che questa franchigia si merita.