Ci si attendeva il blowout, e così è stato: quando segni più del doppio dei punti messi a tabellone dalla squadra avversaria, trovare altre definizioni per una partita del genere è difficile.
Tuttavia, questo incontro è stato molto più incerto e combattuto di quanto racconti il freddo risultato finale: per quarantacinque minuti Houston è stata aggrappata alla partita, tenuta in vita, chi l’avrebbe mai detto, da una difesa che seppur senza J.J. Watt ha saputo limitare e far sbagliare Tom Brady, intercettandolo due volte e limitandolo al 47,4% di completi, peggior dato in carriera ai playoff.
Purtroppo per questi Texans l’inettitudine dell’offensive unit è imbarazzante: se con 40 passaggi tentati guadagni 198 yards, solo pensare di vincere è ridicolo.
Vediamo insieme com’è andata.
L’inizio non è stato certamente esaltante, in quanto tre three-and-out consecutivi non costituiscono certamente il miglior biglietto da visita per una partita: a colpire per primi sono i Patriots che, grazie ad un Hogan che prima guadagna 30 yards grazie ad un pass interference e poi viene trovato sulla sideline per altre 22 yards, si portano in redzone dove Brady trova Lewis su uno screen pass, e sono sette.
La reazione dei Texans arriva, sorprendentemente, subito: dopo un drive durato ben otto minuti e 14 giocate, Houston riesce a mettere ad andare a segno grazie ad un field goal del solito Novak, peccato solo che i piazzati valgano solo tre punti…
…Perché, sul successivo kickoff, Dion Lewis trova gloria per la seconda volta, riportandolo in endzone per 98 yards, e così, pochi secondi dopo essere riusciti a mettere insieme un buon drive, i Texans si trovano sotto di 11 punti.
Altro three-and-out Texans, ed ecco il colpo di scena: sul primo down il passaggio di Brady scivola via dalle mani di Floyd, e l’ottimo A.J. Bouye si fa trovare pronto per l’intercetto, regalando ad Osweiler un’ottima posizione di campo, parzialmente sfruttata grazie ad un altro field goal di Novak.
Ma gli errori dei Patriots sono appena iniziati: Lewis, già autore di due touchdown, questa volta perde un sanguinoso fumble sul kickoff successivo al piazzato di Novak, e questa volta Osweiler trova Fiedorowicz per sei punti, sette con l’extra point, portando Houston sotto solamente di una lunghezza.
E così, l’inerzia passa a Houston, la cui difesa obbliga Brady ad un altro three-and-out dopo che Cushing abbatte il numero 12 sul terzo down: l’inettitudine dell’attacco di Houston rimane sempre troppa, e come potete immaginare, il successivo drive finisce con un punt.
Nonostante un’altra big play sull’asse Brady-Hogan, New England viene fermata ancora una volta sul terzo down con un sack, questa volta di Mercilus.
Dopo un altro, che noia, punt di Houston, Brady trova Edelman per 48 yards, ma con i Patriots sulla goal line, a salire in cattedra è ancora una volta la difesa di Houston, che limita New England ad un piazzato da sole 19 yards.
Finisce così il primo tempo, con Houston sorprendentemente in gioco, grazie soprattutto ad errori vari dei Patriots e ad alla difesa dei Texans, che si piega ma non si spezza.
Il rientro in campo conferma quanto visto nella prima metà: altro punt di New England, seguito da uno di Houston, per non essere da meno. Ma ecco Brady: 26 yards ad Edelman, subito seguite da altre 14, e pochi minuti dopo, questa volta sul terzo down il numero 12 trova James White in endzone al termine di una magistrale wheel route dopo aver battuto McKinney in un mismatch sfruttato pienamente.
Sotto di undici punti, Osweiler è costretto ad iniziare a forzare, e come prevedibile, la partita sfugge dalle mani di una squadra a cui va dato il merito (principalmente alla difesa) di aver combattuto più a lungo di quanto ci si aspettasse: terzo down, Osweiler cerca Hopkins sulla sideline, peccato solo che McCourty avesse già capito tutto, intercetto Patriots.
Tanto per cambiare, punt e palla di nuovo a Houston, che riceve palla sulla linea delle proprie 2 yards, mettendo Osweiler con le spalle al muro: quello che probabilmente è il miglior drive di Houston finisce con un punt, ma con tanto rammarico, in quanto Fuller droppa clamorosamente quello che sarebbe stato il touchdown del -4, palla ai Patriots.
Arriva l’ennesimo colpo di scena della partita, per l’ennesima volta offerto dalla difesa di Houston: Brady questa volta sbaglia la lettura e su un lancio indirizzato verso Edelman trova la deviazione di McKinney, prontamente sfruttata da Hal per un intercetto.
Il leitmotiv è sempre lo stesso, la difesa ostinatamente tiene la squadra aggrappata alla partita, ma pure in questo caso, l’attacco non riesce ad andare oltre al field goal, il terzo della sua giornata.
Houston, nonostante tutto, è sotto solamente di otto punti, e tenere New England a secco regalerebbe l’ennesima chance ad Osweiler di ricucire lo strappo: è esattamente quello che succede, peccato che nella giocata successiva, Logan Ryan intercetta lo strapagato quarterback riportando il pallone fino alle 9 yards, e questa volta la partita sfugge definitivamente dalle mani dei Texans, perchè Dion Lewis trova il terzo touchdown della sua serata, questa volta correndo.
Sotto di 15 con poco più di dodici minuti ancora da giocare, l’offensive unit texana non è in grado di combinare nulla, in quanto un sack di Malcolm Brown costringe Houston ad un 3&18, impensabile la conversione, quindi punt numero otto per il sempiterno Lechler.
Il piazzato di Gostkowski regala ai Patriots tre possessi di vantaggio, ed Osweiler sul successivo drive conclude l’anno con la miglior coerenza possibile: intercetto di Duron Harmon.
Sesto Championship Game consecutive per i Patriots, che firmano dunque l’ennesimo record dell’era Brady-Belichick: l’incappucciato difficilmente sarà soddisfatto per quanto fatto vedere in questa partita, soprattutto dall’attacco, che dopo aver raggiunto il 14-3 a fine del primo quarto ha diminuito visibilmente l’intensità, arrivando a commettere errori evitabili, non sfruttati da questi Texans, ma che contro Kansas City o Pittsburgh potrebbero arrivare a costare caro.
Difficile esprimersi sulla stagione dei Texans, in quanto anche senza il proprio miglior giocatore sono arrivati a giocarsela alla pari, per lunghi tratti, contro la più grande dinasty del ventunesimo secolo, ma che chiaramente non possono dire di aver risolto il vero problema di questa squadra, ovvero il quarterback: Osweiler non sarà certamente rilasciato in questa offseason, e nonostante una stagione abominevole l’anno prossimo incasserà più di 17 milioni, già garantiti.
Non è stata certamente una bella partita, come testimoniano gli 8 successi, su 30 tentativi, sul terzo down: ci sono stati tanti, troppi errori, e se da Osweiler erano prevedibili, altrettanto non si può dire per Brady, che non giocava così male ai playoff da tanti anni.
Sperando di vedere partite migliori, vi invito come sempre a dirmi la vostra qua sotto, ed anche per questa settimana, vi saluto.
Alla settimana prossima!
Mattia, 27 anni.
Scrivo e parlo di football americano per diventare famoso sull’Internet e non dover più lavorare.
Se non mi seguite su Twitter (@matiofubol) ci rimango male. Ora mi trovate su https://matiofubol.substack.com/
Brady non ha giocato male: picchiato tutta la notte da un’ottima difesa, ha comunque fatto il suo lavoro e i due intercetti sono a metà colpa dei ricevitori.
Osweiler, ultimo quarto a parte, neppure: gli mancano 2 TD causa mani di pastafrolla dei compagni. Quelli, a tabellino, fanno (almeno) 14 punti e un 80 yarde in più. Contro i Patriots, che non sono Cleveland.
Belichick era incazzato nero per i fumble ed è stato ripreso più volte a cristare a bordocampo.
Quanto è scarso Martellus Bennet io francamente non lo so.
Partita bruttarella e non darei New England qualiFCAta in automatico al gran finale: Kansas City ha tutto per far male, special team in primis. Steelers boh: attacco ok ma secondaria chissà.
Beh, quando ti chiami Brady è ovvio che la gente si aspetti più del 47% dei completi, è uno dei contro ad essere così forti. Brutti i drop di Osweiler, per carità, però non mi sento di dire che abbia giocato bene, sarebbe abbastanza inverosimile.
Vorrei essere scarso anch’io come Marty Bennett… se non altro è simpatico!
Calcola che un sacco di palloni li ha spediti via per non perdere yarde. Più i drop. Non amo Brady ma la difesa di Houston vale 3/4 di squadra. Osweiler ha sfruttato l’onda del SB vinto: pare che quando un quarterback mette le mani 1 volta sul trofeo, automaticamente valga 20 miGlioni l’anno.
San Francisco (che al SB ha pure perso), New Orleans, Baltimore, Seattle e Carolina (perdentoni pure loro, oltre a Denver) ci hanno smantellato la squadra. Seattle ha tenuto tutti i big privandosi dell’intera O-Line, e non è stato un grosso affare, anche se sono gli unici ad aver rifatto i playoff.
Osweiler per 3-4 mln in più all’anno ha lasciato Denver, squadra con la quale avrebbe potuto veramente sbocciare. Peccato per la sua carriera, anche se non so quanto ci si possa “sentire male” per uno che ne prende 17 all’anno.
Dunque, Patriots non in automatico in finale … E lo scarso Bennett sta giocando con un osso rotto ed un pezzo d’osso nella caviglia… Mmm..
Da questa partita mi vengono 2 riflessioni:
Houston: c’è un problema con l’attacco (e fin qui…), ma io credo sia sbagliato addossare tutte le colpe su Oswailer. Semmai la colpa è di chi gli garantisce 17 milioni all’anno… ma chi avrebbe rifiutato??? Secondo me lui può diventare un buon QB di sistema (tipo Alex Smith) però bisogna affiancargli un gioco di corse credibile e dei ricevitori affidabili. E per ora queste cose mancano, ma credo mancheranno a lungo visto che il salary cap di Houston è già al limite!
New England: secondo me, e lo dico da un po’, le sue statistiche e i suoi record quest’anno sono gonfiati da un calendario facile. Secondo me è una squadra che ha lacune in molte posizioni del roster. Certo, finché il talento di Brady e il carisma dell’uomo col cappuccio sono della partita, batterli non è facile, ma io non li vedo favoriti.
La facilità del calendario dei Patriots è indiscutibile, nulla da dire, però una piccola riflessione: se la AFC East è così mediocre da anni, è proprio per merito dei Patriots, che dominando stagione dopo stagione hanno costretto Miami, Buffalo e NY a rifondare per poi disfare tutto due anni dopo. Il calendario non lo decidono loro, hanno sfruttato la facilità a loro vantaggio, cos’altro potevano fare?
Su Osweiler non mi esprimo, non ci trovo nulla in lui e ok, i suoi 17 milioni hanno definitivamente spaccato il mercato dei QB.
Fortunato lui.