Nella settimana di riposo dei Vikings, unico team imbattuto, ci sono stati alcuni risultati decisamente sorprendenti, come la sconfitta di Pittsburgh contro i derelitti Miami Dolphins, affiancati da prove di forza: le vittorie di Dallas e New England, in particolar modo, devono far preoccupare, e non poco, le avversarie.
Vediamo quindi cosa questa sesta settimana di football ci ha regalato.
Nella prima partita a Foxborough dopo il deflategate, Tom Brady ha trascinato New England alla vittoria, per 35 a 17, contro Cincinnati.
Dopo la seconda sconfitta consecutiva patita da Denver giovedì notte contro San Diego, i Patriots non si sono lasciati sfuggire l’occasione di issarsi al comando della AFC in solitaria, guidati da un Brady monumentale: i 29 completi su 35 tentativi hanno prodotto 376 yards e 3 touchdown, di cui due lanciati al runningback James White ed uno a Gronkowski, che con 7 ricezioni è riuscito a guadagnare 162 yards.
La cosa più spaventosa di New England è senza dubbio la profondità del receiving corp che, oltre al soprammenzionato Gronkowski, può vantare la presenza di giocatori come Edelman, Amendola, i nuovi arrivati Bennett e Hogan ed a breve pure dell’elusivo Dion Lewis.
Dopo questa sconfitta i Bengals si trovano sul poco incoraggiante record di 2-4 con un attacco che sembra soffrire terribilmente la mancanza della creatività dell’ex offensive coordinator Hue Jackson ed una difesa in netta regressione rispetto alle scorse stagioni.
Per il quinto lunedì di fila, mi trovo a dover commentare una vittoria dei Dallas Cowboys che, con il punteggio di 30 a 16, hanno spazzato i Green Bay Packers: questa vittoria, ottenuta sul sempre ostico Lambeau Field, ribadisce per l’ennesima volta che questa Dallas guidata dai rookie, può andare veramente lontano.
Ennesima prova superba di Dak Prescott che, al primo intercetto della carriera accosta tre touchdown (di cui due lanciati al sempre ottimo Cole Beasley), accompagnato da un Elliott da 157 yards su 28 portate, vince il confronto a distanza con Aaron Rodgers, autore di due turnover che hanno infranto le speranze di rimonta dei Packers.
Il rientro di Romo si sta avvicinando e, per quanto personalmente rispetti il numero 9, al momento togliere Prescott mi sembra un’assurdità: prestazioni del genere, di sicuro non aiutano a pensarla diversamente. Giornata orribile per l’attacco di Green Bay che perdendo 3 fumble su 5 totali, è apparso più che mai distratto e fragile, lontano parente di quell’orchestra perfetta diretta da Rodgers solo due anni fa: cos’è successo?
Il grande upset della giornata viene direttamente da Miami, dove i Dolphins hanno battuto i lanciatissimi Steelers 30 a 15, al termine di una partita in cui Roethlisberger ha rimediato un infortunio al menisco sinistro: domenica salterà il big match contro New England.
Reduci dall’umiliante sconfitta contro Tennessee, Miami sembrava destinata ad essere la vittima sacrificale di Pittsburgh, squadra che nelle due partite precedenti contro Chiefs e Jets aveva messo a segno 74 punti: guidati da uno strepitoso Ajayi da 204 yards e due TD, Miami ha dominato una squadra che, dopo lo splendido TD su end around di Heyward-Bey nel primo quarto, non è stata più in grado di mettere punti al tabellone fino all’ultimo minuto di gioco.
Questa sconfitta potrà rivelarsi decisamente cara a fine stagione a Pittsburgh, che senza Roethlisberger contro New England avrà ben poche speranze di portare le vittorie stagionali a cinque.
Chi invece sembra essersi compromesso in modo irreversibile la stagione è Carolina, che perdendo 38 a 41 contro New Orleans, si trova affossata nella NFC South, con una sola vittoria stagionale.
I rientri di Cam e Jonathan Stewart non sono stati sufficienti per riportare Carolina alla vittoria: uno strepitoso Drew Brees da 465 yards e 4 touchdown non ha trovato alcuna resistenza da parte della difesa dei Panthers, difesa che con la perdita di Norman è passata dall’essere una delle top unit NFL ad un colabrodo che nelle ultime 3 partite ha concesso più di 40 punti per ben due volte.
Dopo essersi trovata sotto 21-0, Carolina ha saputo risalire la china riagguantando New Orleans sul 38 pari, salvo poi essere condannata alla sconfitta da un field goal di 52 yards del rookie Will Lutz.
In uno scontro fra due potenze della NFC, Seattle riesce ad imporsi su Atlanta per 26 a 24, al termine di una partita molto strana: Seattle dopo aver dominato la prima metà di partita, conclusa 17-3, ha lasciato il terzo quarto ad Atlanta, che ha prodotto 21 punti nei primi 3 drive della seconda frazione, salvo poi risvegliarsi quando più contava e mettere a tabellone 9 punti nell’ultima frazione di gioco, lasciando a secco Atlanta.
Non mancheranno le proteste per una non chiamata arbitrale: su un 4&10 decisivo, Ryan ha lanciato una preghiera ad un Jones (139 yards e 1 TD) decisamente ostacolato da Richard Sherman e, nonostante le molte proteste di Atlanta, non sono state segnalate penalty nella giocata.
Questa sconfitta non toglie certamente credibilità ai Falcons, che sul 4-2 la domenica ospiteranno i dilaniati Chargers. Ottima vittoria invece per Seattle, che contro Arizona la settimana prossima potrebbe avere una clamorosa opportunità di ipotecare la division.
Fra le squadre più calde dell’intera NFL, troviamo Washington e Buffalo, che con le vittorie ottenute ieri estendono a 4 la serie di partite vinte di fila: trascinati da un immenso McCoy, i Bills disintegrano i malcapitati 49ers con un perentorio 45 a 16 finale, mentre Washington refila la seconda sconfitta consecutiva a Philadelphia vincendo 27 a 20.
Dopo un terribile inizio di stagione che ha portato al licenziamento dell’OC Roman, Buffalo è stata presa per mano da McCoy, che nelle ultime 4 partite ha messo a segno 6 TD totali e ha corso in media quasi 120 yards a partita: domenica contro Miami potrebbe arrivare la quinta vittoria di fila, vittoria che inserirebbe definitivamente Buffalo nella battaglia per i playoff.
Guidati da un Cousins, efficiente anche senza Jordan Reed, e da Matt Jones in giornata di grazia (135 yards in sole 16 portate con un TD), i Redskins scavalcano Philadelphia nella classifica della NFC East e si candidano ad essere i principali antagonisti dei Cowboys per il titolo divisionale.
Prova scialba di Carson Wentz, che ha completato solo 11 lanci sui 22 tentati, senza lanciare alcun TD: a mettere punti a tabellone ci hanno pensato la difesa (pick six di Malcolm Jenkins) e lo special team (kickoff return di Smallwood). Sarà curioso vedere come, dopo un inizio di stagione fenomenale, Carson Wentz saprà reagire al primo momento difficile della carriera: domenica ci sono i Vikings, non la più facile delle avversarie, anzi.
Oltre alle sconfitte di Pittsburgh e Cincinnati, la AFC North ha visto sia Baltimore che Cleveland perdere partite molto chiuse: trascinati da OBJ, i Giants sono riusciti a strappare un 27 a 23 contro i Ravens, mentre Cleveland si è svegliata troppo tardi contro Tennessee, perdendo 26 a 28.
Dopo un inizio dominato dai Ravens, incapaci di concretizzare in redzone, l’uscita forzata dell’altalenante Jimmy Smith, ha permesso ad Odell Beckham Jr. di avere una seconda metà di gioco da 211 yards e 2 TD, entrambi su big play rispettivamente da 75 e da 66 yards.
Troppi errori da parte di Baltimore, che fra decisioni discutibili su quarto down e miriadi di penalty, si è lasciata sfuggire di mano l’ennesima partita; dopo 3 sconfitte consecutive New York ritrova finalmente il successo, e con un Beckham nuovamente “felice”, può reinserirsi nella lotta playoff.
Se Pryor potesse giocare in tutti i ruoli, probabilmente Cleveland non sarebbe l’unica squadra a dover ancora vincere una partita: l’ex QB dei Raiders infatti ha ricevuto ben 2 TD, ma davanti al miglior Mariota della stagione (17 su 24 per 284 yards con 3 TD) Cleveland non ha potuto far molto.
Per quanto riguarda la NFC North, Chicago ha perso di un solo punto, 17 a 16, contro Jacksonville, mentre Detroit l’ha spuntata su Los Angeles per 31 a 28.
Dopo aver dominato i primi 3 quarti, tenendo Jacksonville a zero punti, Chicago collassa nell’ultimo e decisivo periodo, concedendo tutti i 17 punti messi a segno da Jacksonville negli ultimi quindici minuti: Chicago non ha saputo concretizzare le occasioni avute in redzone, accontentandosi di due field goal in situazioni decisamente favorevoli, confermando che l’efficienza in redzone è spesso il delta fra sconfitta e vittoria.
Trascinati da uno splendido Stafford da 4 TD, Detroit riesce a vincere la seconda partita consecutiva, grazie anche alla prima prestazione di spessore di Golden Tate che ha ricevuto 165 yards ed un TD. A nulla è servita la giornata di grazie di Kenny Britt, le cui 136 yards accompagnate da 2 TD non sono state sufficienti per garantire la vittoria a LA.
Tornano alla vittoria sia Kansas City che Houston, con i Chiefs che si sono imposti per 26 a 10 sui Raiders, mentre i Texans hanno vinto 26 a 23 ai supplementari, dopo una gran rimonta, contro i Colts.
Dopo l’umiliante sconfitta patita contro Pittsburgh ci si attendeva una risposta da parte di Kansas City, risposta che non ha tardato ad arrivare: trascinati da una difesa che dopo aver concesso un TD nel primo drive ha limitato a soli 3 punti nel resto della partita il temibile attacco di Oakland, Kansas ha imposto il proprio ritmo alla partita, correndo con un’efficacia testimoniata dai 3 TD terreni messi a segno da Charles, Ware (giornata da 131 yards per lui) e dal defensive tackle Poe.
Houston invece riesce a vincere una partita sembrata più volte chiuse, grazie ad un Osweiler capace di caricarsi la squadra sulle spalle nell’ultimo quarto, aiutato da Lamar Miller autore di 2 TD e protagonista con quasi 180 yards totali, guidando Houston a due TD negli ultimi due drive dei tempi regolamentari. Arrivati ai supplementari, dopo un punt di Indy nel primo possesso, è bastato un calcio per garantire ai Texans la quarta vittoria stagionale.
Ed anche per questa settimana, cari lettori, è tutto!
Mattia, 27 anni.
Scrivo e parlo di football americano per diventare famoso sull’Internet e non dover più lavorare.
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