“It’s never pretty, it’s never perfect. But it is us.”
Queste parole, usate da coach Harbaugh dopo la vittoria del Super Bowl, risultano essere terribilmente attuali.
Siamo onesti, il 3-0 di Baltimore è visto da chiunque come frutto di un inizio di stagione estremamente facile, in quanto si è arrivati a tale record vincendo contro squadre (Bills, Browns e Jaguars) che hanno un record combinato di 1-8: non esattamente squadre che si è soliti trovare a gennaio, quando le partite contano un po’ di più.
Sempre di 3-0, però, stiamo parlando, e se consideriamo che, reduci da un poco caratteristico 5-11 nel 2015, giocatori come Flacco, Steve Smith Sr. e Terrell Suggs ritornano tutti da gravi infortuni, questo 3-0 inizia a guadagnare più rispetto da parte di addetti ai lavori e analisti. Baltimore non è una bella squadra da vedere, negarlo sarebbe follia, però a differenza dello scorso anno, in cui quasi tutte le sconfitte sono arrivate con scarti minori/uguali di 8 punti, i Ravens stanno trovando modi per vincere, ed a fine giornata, la vittoria è l’unica cosa che conta.
Vediamo dunque cosa ha permesso a Baltimore questo avvio perfetto.
I numeri di Joe Flacco non sono certamente esaltanti, tre touchdown a fronte di quattro intercetti, ma come tante altre volte nella sua carriera, cercare di interpretare il contributo che questo quarterback porta alla squadra analizzando solamente i numeri, è controproducente: nonostante sia Super Bowl MVP, il numero 5 non è mai stato convocato al Pro Bowl (nella stagione 2014 ha rinunciato alla convocazione per assistere la moglie partoriente), e i numeri mostrati in regular season sono spesso stati mediocri, anche se le vittorie non sono mai mancate. Contro Jacksonville, Flacco ha completato 21 passaggi consecutivi, uno in meno rispetto al record all time NFL, salvo poi lanciare 2 intercetti in due drive consecutivi: arrivati a quel punto, sembrava che la partita fosse veramente finita. Grazie all’ottimo lavoro della difesa e dello special team, l’attacco ha avuto un’ultima possibilità per portarsi a casa la partita, possibilità sfruttata in pieno, grazie anche alla conversione di un 4&2, che ha mostrato per l’ennesima volta che con le spalle al muro, Joe Flacco riesce a tirare fuori il meglio di sè.
L’attacco, che ha realizzato solamente 4 touchdown in tre partite, al momento non può contare sul gioco di corse, da sempre priorità dei Ravens, e l’attesa per l’esordio del rookie Kenneth Dixon, sta crescendo esponenzialmente. Certo, vale la pena sottolineare come nemmeno la linea d’attacco stia brillando nel run game, e il veterano Yanda, la miglior right guard della lega, in sole tre partite ha già rimediato 4 penalties… tante quante quelle accumulate in tutto il 2015! Il calendario diventerà via via più difficile e appare quindi necessario che Baltimore possa ritornare a far male con il running game, anche se il vero problema, per ora, è realizzare touchdown: per competere contro Pittsburgh e Cincinnati, un touchdown a partita probabilmente non basterà.
Dopo un 2015 in cui la difesa è riuscita ad intercettare solamente 6 passaggi, migliorare le prestazioni della secondaria appariva obbligatorio, come testimoniato dall’acquisizione di Eric Weddle, ed anche se tre partite sono poche per trarre conclusioni definitive, il problema sembra essere alle spalle: Baltimore ha già registrato 5 intercetti. I numeri ovviamente devono essere contestualizzati, e 2 di questi 5 intercetti derivano da hail mary (C.J. Mosley contro Cleveland, Orr contro contro Jacksonville), ovvero lanci della disperazione a partita oramai conclusa.
Il miglioramento dei Ravens però è evidente, e se la competizione, finora, è stata modesta, Baltimore è seconda in yards concesse a partita e quarta in punti subiti a partita (14.7), e dietro questo miglioramento c’è sicuramente lo zampino del neo arrivato Weddle, che con la sua esperienza, per il momento, sta evitando i banali errori di comunicazione che lo scorso anno avevano afflitto la squadra di coach Harbaugh; altrettanto decisivo appare anche il ritorno di Terrell Suggs, autore già di 3 sacks di cui 2 registrati nell’ultimo quarto contro Jacksonville, che sta ancora aspettando l’esordio Elvis Dumervil, compagno con il quale nel 2014 riuscì a mettere a referto ben 29 sacks combinati. Al momento, però, la vera stella della difesa è Timmy Jernigan, defensive end al terzo anno che sta terrorizzando i QB avversari: il contributo di Jernigan va al di là dei 3 sacks già accumulati, in quanto oltre alla costante pressione al quarterback di turno, sta continuamente deviando lanci, e la scorsa domenica una di queste deviazioni ha permesso al rookie Tavon Young di intercettare Bortles.
La vera forza dei Ravens la troviamo nel reparto meno fashion di tutti, quello a cui gli onori di cronaca si riservano raramente: lo special team. Questa volta, per farvi capire il livello a cui si sta esprimendo lo special team di Baltimore, mi servirò dei numeri: su 57 punti messi a segno da Baltimore, 33 arrivano dallo special team! Justin Tucker, fresco di rinnovo, finora è stato perfetto, non sbagliando nessuno dei 9 field goals tentati, fra cui uno da 54 yards a poco più di un minuto dal termine della partita contro Jacksonville, calcio rivelatosi decisivo per la vittoria. In tre sole partite, Baltimore ha anche già bloccato due field goals avversari, fra cui uno decisivo sempre contro i Jags, in quanto il drive successivo è quello che ha portato Tucker a calciare il piazzato soprammenzionato. Ovviamente, nemmeno lo special team è esente da errori, in quanto il miglior returner della storia, Devin Hester, ha commesso fumble su un punt return (anche questo, domenica), che per fortuna di Baltimore non si è rivelato fatale.
Nonostante il modo in cui sono arrivate le vittorie, i motivi per guardare al futuro con una moderata serenità, ci sono: gli infortunati miglioreranno partita dopo partita, l’intesa fra Flacco e i suoi nuovi ricevitori continuerà a progredire e, soprattutto, si stanno trovando modi per chiudere le partite punto a punto (tutte finora), diversamente dallo scorso anno. Il football di Baltimore è ben lontano dalla perfezione, ma ha una peculiarità: per quanto la squadra possa essere inconsistente in regular season, una volta arrivati ai playoff, i Ravens diventano quella squadra che nessuno vorrebbe trovarsi contro.
Non mi credete? Guardate il divisional round del 2014, Ravens-Patriots, capirete di cosa sto parlando.
Mattia, 27 anni.
Scrivo e parlo di football americano per diventare famoso sull’Internet e non dover più lavorare.
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