Boom baby! Dopo un 2015 da 5 vittorie (e comunque è stata la miglior stagione dal 2011 in termini di vittorie), Shahid Khan ed i Jaguars hanno deciso di giocarsi una fetta molto importante del loro futuro con una free agency faraonica, che li ha portati a spendere qualcosa come 224,5 milioni in stipendi, massima spesa della lega.
Il grosso è stato investito, anche nel draft come vedremo successivamente, per la difesa ed è un atto assolutamente logico: la franchigia del nord della Florida, infatti, in termini di punti fatti è risultata quattordicesima nazione, mentre a livello di punti subiti è stata trentunesima.
L’obiettivo dichiarato è raggiungere per la prima volta dal 2010 un record in pareggio o magari positivo, cosa che non accade ormai dal lontano 2007, e magari togliersi di dosso l’etichetta di franchigia “zimbello” della lega. L’HC Gus Bradley, alla quinta stagione sulla sideline Jaguars, inizia ad avere tanti tasselli a sua disposizione ed in particolare quest’anno potrà scatenare la sua mente difensiva che già aveva messo in mostra in quel di Seattle.
Dopo un anno di apprendistato, il 2014, finalmente è esploso il talento di Blake Bortles: il prodotto di UCF (che aveva portato ad un record di 12-1 nel suo ultimo anno di università, nonché alla conquista del Fiesta Bowl, uno dei massimi trofei riconosciuti a livello collegiale) ha mostrato una serie di miglioramenti nonostante abbia sostanzialmente mantenuto la percentuale di completi sul 58,5%, passando dal 2,3% al 5,8% di TD pass, dal 3,6% al 3% di intercetti, da 10,4 a 12,5 yards per passaggio completato e da 207,7 a 276,8 yards per partita. Le 4428 yards passate in stagione lo pongono al settimo posto tra i QB nel 2015 ed è un risultato replicabile e migliorabile alla luce dei ricevitori che si ritrova.
Sua principale riserva sarà ancora l’esperto (31 anni) Chad Henne, forse uno dei migliori backup QB della nazione, mentre dietro di loro si cercherà di sviluppare due giovani appena usciti dal college: Brandon Allen, selezionato al sesto giro del draft, proviene da Arkansas, dove ha avuto una buona carriera in un sistema pro-style, mentre Max Wittek, undrafted, era uno dei migliori prospetti in uscita dalle high school salvo poi perdersi un po’ a Southern California (USC) e finire la sua esperienza collegiale ad Hawaii.
Il primo intervento importante si è operato nel backfield, reparto che con 1473 yards corse e 5 soli tristi TD (di cui due di Bortles, n.d.r.) si è piazzato rispettivamente al ventottesimo e penultimo posto nelle due statistiche: è stato infatti firmato Chris Ivory, RB spesso sottovalutato che nella sua carriera trascorsa tra Sains e Jets ha sempre prodotto una buona media di yards per portata.
Nella sua ultima stagione a New York ha superato per la prima volta le 1000 yards corse ed ha dimostrato anche uno sconosciuto talento fuori dal backfield, con 30 ricezioni (percentuale di ricezione ottima tra l’altro, 81%) ed altre 217 yards.
Al suo fianco ci sarà ancora T.J. Yeldon: il prodotto di Alabama ha fatto una ottima stagione da rookie con più di 700 yards corse e quasi 300 ricevute per un totale di 1019 e 3 TD. Dietro di loro potrebbe e dovrebbe fare il team Denard Robinson, cavallo da tiro nel 2014, buono come WR e all’occasione capace di lanciare nei trick play.
Se c’è un reparto che ha fatto onde nel 2015 e prospettive praticamente illimitate nel 2016 è quello dei ricevitori, comandato da una coppia di WR che entreranno nel loro terzo anno e che tutto hanno fatto tranne che l’incappare nel classico sophomore slump: Allen Robinson ed Allen Hurns hanno dominato parecchie difese ed hanno concluso con 1400 yards e 14 TD il primo e 1031 yards e 10 TD il secondo.
Se si conta che Robinson ha droppato 8 palloni (13° tra tutti i WR) ed Hurns può migliorare nello sfuggire dai placcaggi si capisce quanto potenziale questi possano avere. Alle loro spalle chi ha avuto un sophomore slump è stato Marquise Lee, buon backup (71% di ricezioni) è Bryan Walters, mentre più spazio avrà Rashad Greene, prodotto del draft 2015.
A tutto ciò si deve ancora aggiungere il TE Julius Thomas: l’ex Denver ha avuto un netto calo rispetto alle sue ultime due stagioni in maglia Broncos (soli 5 TD ricevuti, 57% di palloni ricevuti rispetto al 71% e 67% di 2013 e 2014, 9,9 yards per ricezione rispetto alle 12 e 11) ma a 28 anni il prodotto di Portland State ha l’età, la qualità e l’esperienza per un ulteriore rimbalzo.
Al suo fianco è stato concesso un rinnovo contrattuale di 3 anni e 12 milioni a Marcedes Lewis, ormai icona della franchigia sebbene con un ruolo un po’ più limitato, il quale inizia la sua undicesima stagione con i Jaguars.
I dubbi offensivi per quanto riguarda i Jaguars possono solo riguardare la linea, tra prestazioni deludenti di singoli ed insieme (più di 50 sacks concessi, ultime posizioni della lega), firme in free agency ed infortuni ancora in divenire. Brandon Linder verrà spostato a centro ed è reduce da un infortunio che lo ha tenuto fuori per quasi tutta la stagione.
Alla sua destra AJ Cann, scelta di terzo giro del draft 2015 che ah subito avuto molto spazio, fungerà da RG mentre Jermey Parnell sarà il RT con il dovere prioritario di far dimenticare un 2015 deludente dopo la firma, nella passata free agency, di un ricco contratto da 32 milioni di dollari.
Sul lato sinistro è stato firmato in questa free agency Mackenzy Bernadeau a coprire la posizione di LG mentre nel ruolo di LT giocherà ancora Luke Joeckel: la prima scelta assoluta del draft 2013, però, dovrà subire la forte concorrenza di Kelvin Beachum, altra firma molto pesante della offseason (45 milioni per 5 anni) il quale è ancora alle prese con i postumi di un ACL subito nella scorsa stagione con la casacca degli Steelers.
Si parlava, in apertura, di come la difesa sia stata il vero punto debole dei Jaguars 2015 e molto è stato fatto per rimediare a questa mancanza.
Il miglior acquisto, in ogni caso, rischia di essere già in casa: il DE Dante Fowler Jr., terza scelta assoluta del 2015, ha pienamente recuperato dall’infortunio che lo aveva colpito al primo allenamento della scorsa stagione e si ripropone a pieno titolo come pass rusher principale di una squadra che in questo settore ha lasciato molto a desiderare recentemente.
Nella sua carriera collegiale a Florida ha dimostrato di essere un ottimo incursore sia sul QB che sugli altri giocatori ed ha tutte le capacità, se fisicamente integro, di traslare le sue capacità in NFL. Al suo opposto nella difesa 4-3 del DC Todd Wash ci sarà ancora Jared Odrick, arrivato nella scorsa offseason da Miami e subito diventato miglior pass rusher della squadra con 5.5 sacks.
Al loro interno è arrivato il vero colpo di questa offseason: i Jaguars hanno infatti firmato il DT Malik Jackson, uno dei pilastri della difesa Broncos campione del Super Bowl. Il prodotto di Tennessee ha trovato la sua dimensione alla quarta stagione con i Broncos, chiusa con 5,5 sacks e l’impressionante dato di 60 pressioni dall’interno della linea.
L’altro DT titolare sarà Roy Miller, giocatore sempre solido, mentre alle loro spalle sono arrivati Bjoern Werner, talento mai espressosi pienamente in quel di Indianapolis, il DE Yannick Ngakoue, terzo giro del draft da Maryland, il DT Sheldon Day, quarto giro da Notre Dame e il DE Tyrone Holmes, sesto giro da Montana.
Alle loro spalle si parte da due certezze, due macchine da tackle chiamate Paul Posluszny (MLB) e Telvin Smith, che ha impiegato solamente due anni di professionismo per divenire titolare insostituibile del reparto. Sul lato opposto a Smith opererà Dan Skuta, che però ha perso alcune partite nel 2015 a causa di un infortunio.
Alle spalle di Posluszny i Jaguars hanno draftato uno dei talenti più fulgidi del panorama collegiale all’ultimo draft: il LB di UCLA Myles Jack era dato da molti esperti tra le prime 10 posizioni overall a causa del suo grande atletismo e della sua grande abilità nel contrastare le corse, ma informazioni contrastanti sul suo recupero da un infortunio al ginocchio che lo ha limitato nell’ultima stagione al college lo hanno fatto precipitare fuori dal primo giro e Jacksonville è stata abile ad accaparrarselo con la pick 36.
La free agency ha portato benefici anche alle secondarie, dove è arrivata da Cleveland la S Tashaun Gipson, anche lui con un ricco contratto di 5 anni per 36 milioni. Con lui in reparto troveremo Jonathan Cyprien, ormai da tre anni titolare del ruolo nonostante qualche piccola noia fisica.
Anche tra i CB c’è molta qualità, unita anche alla quantità: i due titolari dovrebbero essere Devon House, ex coprimario a Green Bay che nella sua prima stagione in Florida è già stato starter, e la scelta di primo giro dell’ultimo draft Jalen Ramsey, da Florida State, ma con loro ci saranno anche l’altro FA Prince Amukamara (contratto da un solo anno e 5,5 milioni) che lascia i Giants dopo 5 anni, e Aaron Colvin, capace di trovare tanta sostanza e tanto spazio da titolare ma alle prese con una sospensione nlle prime 4 giornate del 2016 per abuso di sostanze.
Gli investimenti sono fioccati anche negli special team, dove per ovviare alla partenza del P Bryan Anger è stato firmato, proveniente da Carolina, Brad Nortman (4 anni a 8,8 milioni), che è leggermente meno potente del suo predecessore, mentre il K sarà ancora Jason Myers, che per quanto riguarda i FG si è mantenuto nella media della lega con l’86% di completi ma è miseramente stato ultimo per quanto riguarda gli extra point con l’82%. Rashad Greene è con ogni probabilità uno dei migliori ritornatori di punt della lega e continuerà nel suo ruolo, mentre per i kickoff il ritornatore sarà principalmente Corey Grant.
In linea puramente teorica i Jaguars hanno fatto tutto bene in questa offseason, non perdendo alcuna pedina importante e rafforzando pesantemente il reparto difensivo. Il gap con le prime della division si è ridotto se non annullato (leggasi Indianapolis) e la squadra è molto giovane e migliorabile in tanti reparti.
La storia, però, è piena di giocatori (e Jacksonville ne ha diretta esperienza) che una volta realizzato l’obiettivo di firmare il così detto “contrattone” tirano un po’ i remi in barca: è stato parzialmente così per Parnell e Thomas, si spera che non succeda anche ai firmati di quest’anno. La sensazione, comunque, è che la breakout season sia alle porte.
Andrea Cornaglia, classe ’86, profonda provincia cuneese, si interessa al football dal 2006, prendendo poi un’imbarcata per il mondo dei college dal 2010: da lì in poi è un crescendo di attrazione, inversamente proporzionale al numero di ore dormite al sabato notte