L’estate, è per antonomasia la stagione dei tormentoni e la NFL negli ultimi anni ne ha visto uno essere particolarmente ricorrente: i Pittsburgh Steelers come favoriti per rappresentare la AFC al Super Bowl.
Affermare ciò è assolutamente legittimo, in quanto se al completo, gli Steelers possono vincere contro chiunque, grazie ad un attacco che potenzialmente potrebbe rifilare 40 punti ad ogni difesa.
Come avrete facilmente notato (vuol dire che avete effettivamente letto 3 righe, soddisfazione), il se l’ho messo in corsivo, per un semplice motivo: i Pittsburgh Steelers non riescono ad essere al completo da anni, vuoi per i troppi infortuni,vuoi per le continue sospensioni ad autentici playmaker (Bell e Bryant), la franchigia della Steel City sta ripetutamente perdendo l’occasione, resa possibile da un livello medio di talento difficilmente riscontrabile in altri team, di vincere il settimo Lombardi Trophy.
Proviamo a scoprire se la stagione 2016, nonostante le già menzionate sospensioni, può essere finalmente quella buona, non dimenticandoci che questa squadra, dalla sconfitta contro ai Packers al Super Bowl del 2010, ha vinto solamente una partita di playoff. Non esattamente ciò che la famiglia Rooney si sarebbe potuta aspettare.
Il principale motivo per cui Pittsburgh riceve ogni estate tanto amore è Ben Roethlisberger, che dal 2004 a questa parte guida uno degli attacchi più fantasy friendly della lega.
Per Big Ben il problema è però sempre lo stesso, ovvero riuscire a rimanere sano per l’intera stagione: per riuscire ad arrivare a gennaio sulle sue gambe e scongiurare il rischio di infortuni, Ben è diventato meno Big perdendo circa 7 kg, stando a vari report usci ancora ad aprile.
Non dobbiamo dimenticare che la stagione 2015 è terminata contro gli eventuali campioni, i Denver Broncos, in una partita che fra i propri protagonisti oltre al lungodegente Bell, non ha visto Antonio Brown, il miglior giocatore della lega a mio (modestissimo) avviso. Perdere di un solo possesso contro una difesa come quella dei Broncos, privati dei propri migliori giocatori, può farci capire quanto spaventosa possa essere questa squadra se al completo.
Quasi tralasciavo un dettaglio: fra i tanti infortunati che hanno saltato il divisional game contro Denver doveva esserci pure Big Ben, reduce da un vero e proprio massacro contro i Bengals la settimana prima.
Come potete vedere, devo ancora spendere una singola parola sulla sua produzione, e non la spenderò, in quanto il suo apporto è tale da inserirlo ogni anno nella discussione per l’Offensive Player Of The Year award; l’unica variabile di cui valga la pena parlare è la sua salute.
Appare quindi palese che un backup quarterback affidabile sia una priorità e Landry Jones lo scorso anno ha dimostrato di poter condurre la truppa alla vittoria, anche se giusto qualche giorno fa, ha lanciato 4 intercetti contro gli Eagles. E’ preseason, vero, ma parliamo sempre di 4 intercetti che, lanciati da un QB che potrebbe tranquillamente esser schierato titolare a gennaio in caso le cose andassero ancora una volta male, appaiono parecchio inquietanti.
Nuova stagione, vecchie abitudini. Queste quattro parole possono riassumere la situazione di Le’Veon Bell, un ragazzo così talentuoso che nonostante abbia perso già 13 partite in soli tre anni di carriera viene già definito come miglior running back della lega, con valide argomentazioni, la stagione 2014 in primo luogo: l’unico anno in cui Bell è riuscito a giocare tutte e 16 le partite di regular season, ha guadagnato più di 2200 yards fra carries e ricezioni. Juice, il suo pseudonimo da rapper, salterà le prime tre partite di regular season a causa dell’ennesima sospensione per utilizzo d’erba, non esattamente il modo più intelligente per essere sospesi, ed alla prossima infrazione, potrebbe pure essere costretta a non scendere in campo per una stagione intera.
Nel suo mixtape Focus, un passaggio ha particolarmente colpito me e molti addetti ai lavori d’oltreoceano: “I’m at the top, and if not, I’m the closest; I’ma need 15 a year, and they know this.” Le’Veon, è abbastanza improbabile che tu mi stia leggendo, ma mi sento in dovere di darti un consiglio: se vuoi guadagnare molto green, lasciane perdere un altro tipo.
In quello che si è rivelato essere il colpo grosso della free agency 2015, gli Steelers hanno messo sotto contratto il veterano DeAngelo Williams, che in sole 10 partite da titolare ha raccolto quasi 1300 yards totali, oltre che 11 TDs, permettendo a coach Tomlin di dormire sonni moderatamente più tranquilli, poichè saper di potere contare su un giocatore del genere nella (purtroppo) costante eventualità in cui Bell venga sospeso o si infortuni di nuovo, è una fortuna più unica che rara.
Finito di parlare di RBs, mi piace di solito concentrarmi sui ricevitori, ed ora ho la possibilità di parlare di uno fra i miei più grandi idoli sportivi, Antonio Brown.
Non credo di poter formulare qualcosa di innovativo a suo riguardo, ma proverò a far parlare i numeri: negli ultimi 3 anni, Brown ha ricevuto 375 palloni per più di 5000 yards, pur non potendo contare sempre su Roethlisberger.
L’anno scorso, senza Roethlisberger per più di 4 partite, ha ricevuto 1834 yards. Provate ad immaginare cosa avrebbe potuto fare con Big Ben a lanciargli la palla per tutte e 16 le partite.
Ciò che più è sensazionale di Brown, è che un adolescenziale “sky is the limit” può valere come riassunto, in quanto con un’etica del lavoro simile, e un desiderio di continuo miglioramento senza eguali (Brady?) nella NFL, AB può veramente fare tutto. Sì, anche essere il primo ricevitore nella storia a sfondare il muro delle 2000 yards di ricezione in una stagione.
A formare con Brown quello che probabilmente è il miglior duo di ricevitori della NFL, troveremo Martavis Bryant… nella stagione 2017. La perdita di uno dei più temuti deep-threat della lega, costringerà l’offensive coordinator Todd Haley a rinunciare alla possibilità di creare spazio in mezzo al campo per Brown costringendo però i safety avversari a rimanere attenti su Bryant, che può estrarre dal cilindro un TD da 80 yards ogni partita.
Lo spot per il WR2 rimane quindi aperto, e grazie ad un training camp estremamente di livello, Sammie Coates potrebbe avere una stagione sophomore da protagonista assoluto. Migliorare la produzione dell’anno prima è di solito l’obiettivo di ogni giocatore, ma nel caso di Coates, far meglio di una singola ricezione per 11 yards guadagnate appare scontato, ma attenzione, che potremmo trovarci davanti ad un giocatore che potrebbe avere una stagione da più di mille yards ricevute.
Ciò che ho appena detto, sembra provenire da un copia-incolla della scorsa offseason riguardo Markus Wheaton, che arrivato al quarto anno di carriera, sarà costretto a migliorare ulteriormente i discreti numeri dello scorso anno (749 yards con 5 TDs), e nonostante appaia ingeneroso storcere il naso davanti a numeri simili, dal momento ricevi il pallone da Ben Roethlisberger, le pretese saranno inevitabilmente alte.
Dopo di loro, il veterano Darrius Heyward-Bey grazie alla sua velocità, alla luce della sospensione di Bryant, potrà ricoprire un ruolo secondario che gli garantirà un discreto numero di snaps e con la fantasia di Haley, potrebbe riuscire ad avere numeri buoni.
Il ritiro di Heath Miller, caro amico nella vita reale (e in molti terzi down) di Roethlisberger, è stato colmato dall’arrivo di Ladarius Green, o almeno così appariva: sembra che l’ex Chargers abbia nascosto alla società un problema riguardante continui mal di testa, dovuti senza dubbio alle concussions degli anni passati, che potrebbero mettere a serio rischio la sua permanenza sul gridiron. Si sta ancora attendendo l’evolversi della storia, ma c’è una concreta possibilità che ad inizio campionato il titolare possa essere il sophomore Jesse James.
Ad aprire varchi a Bell e garantire una protezione adeguata a Roethlisberger, troviamo una linea d’attacco che sembra essere destinata, se al completo, a dominare. Il veterano, non sul campo da football ma su quello più disastrato dell’Afghanistan, Alejandro Villanueva sarà, nel ruolo di left tackle, titolare dal week 1, dopo aver dimostrato buone cose in 10 partite lo scorso anno, al posto dell’infortunato Beachum.
Come left guard, Ramon Foster tenterà di dare continuità a quanto di buono fatto vedere la scorsa stagione, che ha convinto il front office a regalargli un nuovo contratto.
Ritornando da un grave infortunio, una gamba rotta, Maurkice Pouncey tenterà di riaffermarsi come uno dei migliori centri della lega, se non mi credete, vi fornirò un semplicissimo dato: dal 2010, anno in cui è stato draftato, Pouncey ha giocato in 4 pro bowl, e per 2 volte è stato selezionato sia nel first che nel second team all-pro.
Se Foster è riuscito ad ottenere un contratto adeguato per le prestazioni fornite, altrettanto non si può dire di David DeCastro, reduce da una stagione splendida come right guard, che non è bastata a convincere il GM Colbert a pagarlo come meriterebbe.
Dopo una buona stagione ma dei playoff disastrosi, annientato prima da Dunlap poi dal Von Miller, Marcus Gilbert sarà chiamato a confermare il rendimento tenuto in regular season e dimostrare che i playoff sono stati semplicemente un incidente di percorso, anche se contro Miller, quasi nessuno è in grado di fare una bella figura.
L’identità offensiva acquisita dagli Steelers, stona con quanto la storia ci ha sempre raccontato a proposito di questo team, in quanto la rinomata Steel Curtain, nome affibbiato alla difesa di Pittsburgh, è sempre stata la principale responsabile dei successi del team.
Negli ultimi anni però, la difesa degli Steelers ha faticato e non poco, e i tempi della Steel Curtain sembrano essere giunti al termine. E’ giusto affermare ciò?
Vediamo le cose con più chiarezza.
Dopo esser stato causa di molti mal di testa per gli offensive coordinator che hanno avuto la sfortuna di incrociarlo la scorsa stagione, Cameron Heyward vorrà riconfermare la produzione tenuta nel 2015, magari migliorandola, arrivando ai livelli di JJ Watt?
Improbabile, ma Heyward rimane uno dei migliori defensive end della NFL. Stephon Tuitt sarà l’altro defensive end titolare e nonostante venga da un’ottima stagione, sembra esserci ancora un margine di miglioramento tale da poterlo mettere nella lista dei candidati per un breakout year: se ciò si concretizzasse, il passrush degli Steelers diventerebbe fra i più prolifici della lega.
In mezzo a loro troviamo Daniel McCullers, elogiato in offseason, che dovrà guardarsi le spalle dal rookie Javon Hargrave, preso al terzo round, che tuttavia sembra essere ancora troppo acerbo per una maglia da titolare.
Per quanto riguarda i linebackers, gli Steelers presentano uno stranezza: affiancano a due giovani come Ryan Shazier e Bud Dupree due rispettati veterani del calibro di James Harrison e Lawrence Timmons. James Harrison, dopo essere uscito dal ritiro, non sembra ancora voler cedere all’incombente peso dell’età, 38 anni, e riesce ancora a tormentare i quarterback della AFC North, confermandosi quindi uno dei difensori più terrificanti da affrontare.
Il suo pari ruolo Dupree, dall’altro lato della linea, ha mostrato di aver talento più volte, ed avendo perso del peso in questa offseason, sembra essere sul punto di esplodere.
Alle loro spalle, vale la pena di segnalare la presenza di Jarvis Jones, che si trova davanti ad un make it or break it year, e Arthur Moats, che seppur non essendo mai agli onori di cronoca ha dimostrato di essere molto solido, ed in vista di un’eventuale sospensione ai danni di Harrison per i reportage di Al Jazeera, potrebbe trovarsi titolare. In mezzo alla difesa, abbiamo un giovane come Shazier, preso al primo round, affiancato da un Timmons, che è una figura di riferimento per lo sviluppo dell’ex Buckeye, di cui il talento, seppur falcidiato da tanti infortuni, è indiscutibile.
Nei recenti draft, Colbert si è spesso trovato a dover spendere scelte per rafforzare la secondaria, in particolar modo i cornerback, fra i quali primeggia il trentunenne William Gay, la cui importanza mette in evidenza la manca di profondità nel ruolo.
Chi giocherà titolare con lui sarà deciso nel training camp, anche se Ross Cockrell è sempre apparso come favorito, reduce da una solida stagione.
Il sophomore Senquez Goldson, dopo aver perso tutta la stagione da matricola, è stato vittima di un altro grave infortunio al piede, che lo costringerà ad attendere il proprio debutto per almeno altri quattro mesi.
La scelta di Artie Burns al primo giro dello scorso draft conferma quanto detto sopra, dimostrando come il disperato bisogno di un ricambio generazionale possa spingere il front office ad investire al primo round in un cornerback non ancora pronto per giocare con titolare. Sarà necessario quindi per i tifosi dei Black & Yellow, rifancendosi alla serie di Larry David, “curb your enthusiasm” , poichè bisognerà attendere prima che questa scelta paghi i dividendi.
Dietro di loro, troveremo, nel ruolo di free safety, Mike Mitchell, big hitter reduce da una stagione che lo ha visto intercettare 3 passaggi, mentre nel ruolo di strong safety, Robert Golden sembra proporsi come probabile titolare il week 1, con il rookie Sean Davis non ancora pronto per essere titolare, anche se il talento sembra esserci tutto.
Lo special team, spesso sottovalutato, è una fase del gioco che ha creato molti problemi lo scorso anno, soprattutto quando si parla di kicker: guardare la partita contro Baltimore lo scorso anno, persa ai supplementari per un calcio da 52 yards di Tucker, overtime determinato da diversi errori del kicker Josh Scobee.
Il suo sostituto, Chris Boswell, cercherà di replicare le buone percentuali tenute lo scorso anno, che nonostante fosse il primo nella lega, lo ha visto convertire il 90% dei field goal tentati. Dovrà sicuramente performare meglio il punter, Jordan Berry, dopo una pessima stagione in cui i suoi punt hanno viaggiato in media per sole 40 yards, dato inaccettabile in NFL.
Come returner, a seconda della situazione, i doveri saranno spartiti fra Wheaton e Brown, con il numero 84 usato principalmente nel ruolo di punt returner.
Il talento come ogni anno è d’elite, ma purtroppo la stagione che sta per iniziare sembra destinata ad essere un altro anno in cui l’esaltazione estiva sarà smentita da un’eliminazione precoce ai playoff.
Per molti team arrivare ai playoff può essere l’unico obiettivo stagionale, ma quando puoi schierare insieme un QB appartenente, se sano, alla top five nel ruolo il miglior runningback della lega (possiamo discuterne) e il miglior ricevitore degli ultimi anni (fine delle discussioni), ogni stagione in cui il Lombardi non torna a Pittsburgh, è lecito bollarla come stagione buttata.
Mattia, 27 anni.
Scrivo e parlo di football americano per diventare famoso sull’Internet e non dover più lavorare.
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