Una nuova tendenza sta prendendo piede nell’NFL: andare cauti con i propri quarterback ed evitare di strapagarli, anzi puntando di più sui giocatori difensivi. Nel caso di Denver, fresca vincitrice del Super Bowl, l’azzardo con Brock Osweiler è anche accettabile vista la mostruosa difesa messa in piedi nel 2015. Ma per i New York Jets, reduci da una buona stagione con 10-6 ma pur sempre fuori dai playoffs, rinunciare a cuor leggero a Fitzpatrick può essere una strategia accettabile con una nuova stagione alle porte (e altri problemini sparsi)?
IL CASO FITZPATRICK…
Giusto per fare un pò di numeri, i Jets attualmente hanno poco più di 3 milioni di dollari spendibili nel salary-cap, avendo speso 11.5 milioni per Matt Forte, Ryan Clady e Steve McClendon questa offseason, oltre ad aver utilizzato la franchise-tag da 15.7 milioni per bloccare un altro anno Muhammad Wilkerson, che rappresenta un caso a parte, non avendo ancora firmato l’offerta della squadra Newyorchese. A questo punto tenete conto che Ryan Fitzpatrick, pur avendo ridotto la sua richiesta di estensione annuale da 16 milioni di dollari a 12, rappresenta un bell’esborso economico per il GM Mike Maccagnan, anche se non impossibile. Con una bella ristrutturazione di diversi contratti, da quello di Buster Skrine e Eric Decker passando per quello del veterano Brandon Marshall, i soldini per il quarterback ci sono: basta la volontà di pagarlo, e qui le cose si fanno più nebulose.
Le alternative al quarterback di Harvard sono Geno Smith, poco amato dai suoi stessi compagni per essere un vero starter, o Christian Hackenberg, prospetto interessante da Penn State ma completamente da costruire in chiave NFL: in sostanza, anche vedendo il mercato, per i Jets partire senza Fitzpatrick è un salto nel buio. Ricordiamo che il barbuto quarterback l’anno scorso ha firmato i migliori numeri della sua carriera, con 31 td e 15 intercetti, ma la dirigenza dei verdoni newyorchesi ritiene il merito dei risultati più dovuti al reparto ricevitori, in primis Brandon Marshall, che del regista offensivo. Considerazioni rischiose: Fitz non è un quarterback eccellente, e la partita finale contro i Bills l’ha dimostrato, ma al momento è la migliore alternativa in assoluto per la Gang Green. Inoltre ricordiamo che anche con 12 milioni di stipendio sarebbe tra i quarterback meno pagati della lega: se il problema è solo per la ristrutturazione del salary-cap, è meglio che a New York si cerchino un buon commercialista per risolvere problemi di salary-cap!
…E QUELLO WILKERSON
Giusto per non far sembrare solo l’attacco con un punto interrogativo, anche la difesa ha i suoi patemi: ma in questo caso è Wilkerson, il monumentale giocatore di linea, a piantare i piedi per terra ritenendosi quasi offeso che i Jets non gli abbiano offerto un contratto pluriennale. Ricordiamo anche il buon Muhammad è in riabilitazione da un infortunio alla gamba incorso proprio l’ultima giornata del 2015 contro i Bills, e questo può giustificare almeno in parte le cautele del front-office. La situazione se non si risolve nella firma di un contratto entro il 15 luglio va a sfavore del giocatore, che deve assolutamente giocare un anno con la franchise-tag, pena non guadagnare un dollaro e non aiutare eventualmente la sua free-agency. Visti casi precedenti, come Brian Orakpo nel 2014 che accettò la franchise-tag con Washington ma dopo un anno firmò per i Titans, conviene ai Jets cercare il contratto pluriennale con Wilkerson, visto l’importanza che ha come giocatore, e l’età ancora giovane (26 anni): e questo potrebbe liberare spazio salariale per risolvere facilmente il caso Fitzpatrick.
In un colpo solo la dirigenza Newyorchese può risolvere i suoi principali problemi attuali: sarà così facile o a fine luglio i casi Fitzpatrick e Wilkerson turberanno ancora l’inizio di Training Camp? Nei prossimi giorni avremo la risposta definitiva…
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