La cavalcata selvaggia dei Broncos edizione 2015 parte da lontano, ed esattamente dal triste epilogo della stagione 2013, quando l’allora miglior attacco della lega venne spazzato via dai dirompenti Seattle Seahawks, trascinati da quella Legion of Boom diventata ormai leggendaria, nonché un marchio di fabbrica per il team guidato da Pete Carrol.

Quella notte, al termine di un match nel quale Denver era stata surclassata dagl’avversari, il presidente della franchigia del Colorado, John Elway, ha capito che doveva costruire una difesa in grado, perlomeno, di non rendere del tutto vano l’ottimo lavoro svolto dal reparto offensivo, affidato al braccio esperto di uno dei migliori quarterback ad aver calpestato i campi della National Football League, Peyton Manning.

Raggiunta questa consapevolezza, il trionfatore di due Super Bowl, ha deciso di mettere mano al portafogli e sfruttare l’offseason successiva per mettere sotto contratto alcuni tra i migliori free agents della lega, l’outside linebacker DeMarcus Ware, il cornerback Aqib Talib, e la safety T.J. Ward, tutti giunti al termine dei loro rispettivi contratti con i team di appartenenza; da li, dalla free agency del 2013, ha preso vita l’ultima, fin qui straordinaria, stagione dei Broncos, che hanno trovato una loro definitiva quadratura sotto la guida di Wade Phillips.

KubiakPhillipsRoadSB50L’ex head coach di Dallas, chiamato in Colorado dal nuovo capo allenatore Gary Kubiak, che ha sostituito John Fox la scorsa primavera, è sbarcato a Denver con un preciso obiettivo, ovvero quello di rendere più letale una defense che poteva contare su diversi talenti di livello assoluto, in grado di mettere in difficoltà qualsiasi attacco si trovassero di fronte; una mission che ha portato a termine in pochissimi mesi, rendendo quasi del tutto imperforabile un reparto arretrato che ha guidato la NFL in tantissimi ranking, a partire dalle yards concesse, per down, su corsa e passaggio.

Costruita su una linea molto solida che ha i migliori interpreti in Derek Wolfe e Malik Jackson, la D dei Broncos ha aumentato la pressione sul backfield avversario grazie all’ottimo lavoro svolto, in fase di pass rushing, dagli OLB DeMarcus Ware e Von Miller, confermatisi tra i più produttivi giocatori della lega anche quest’anno, nel quale hanno messo a segno, rispettivamente, 7.5 e 11 sacks.

Numeri facilitati dalla capacità del box difensivo di confondere le idee agl’avversari, grazie allo schieramento aggressivo adottato da Phillips, che ha costantemente inserito sette uomini alle spalle della DL per rendere più complicate e difficili le letture ai quarterback affrontati, cosa che si è vista benissimo nel Championship AFC vinto contro i Patriots, nel quale un veterano come Tom Brady è stato nettamente surclassato dalla difesa di Denver, che gli ha lasciato pochissimo respiro raddoppiando sul suo target preferito, Rob Gronkowski, e coprendo adeguatamente tutte le possibili alternative, da Julian Edelman a James White.

Con T.J. Ward e Darian Stewart frenati dai continui acciacchi, ma comunque presenti fin dal primo minuto al match che vale una stagione, è toccato a Josh Bush svolgere quel fondamentale lavoro di collante che spetta alle safeties nel sistema difensivo installato dall’ex HC dei Cowboys, avvicinandosi alla linea offensiva, o arretrando a coprire sul profondo, magari dopo aver fintato un blitz, a seconda della chiamata giunta dalla sideline e dalla rispettiva copertura richiesta agli inside linebacker Brandon Marshall e Danny Trevathan, entrati in NFL senza passare sotto la luce dei riflettori che illumina la strada di molti talenti provenienti dalla NCAA, ma dimostratisi, con il passare del tempo, due ottimi giocatori, in grado di mettere insieme buonissimi numeri sia contro le corse che contro i passaggi.

AqibTalibRoadSB50Un ottimo reparto, che gli esperti inseriscono nella top ten all-time delle difese che sono arrivate a giocarsi un Super Bowl, impreziosito dalla presenza di Aqib Talib, maturato tantissimo nell’esperienza bostoniana e diventato una vera e propria guida per i compagni di squadra, e un confidente particolare per lo stesso Peyton, che ha rivelato ai media di confrontarsi spesso con lui per comprendere meglio alcuni segreti della coverage e migliorare ulteriormente, come se ce ne fosse ancora bisogno, nel ruolo di quarterback.

Se gli sia stato comunque utile, o meno, parlare a quattr’occhi con il prodotto di Kansas, decisamente un altro giocatore rispetto al vulcanico ed irrequieto talento visto all’opera con la divisa dei Buccaneers, non lo scopriremo mai, ma quello che è certo, è che il numero 18 ha costruito un’altra stagione leggendaria, risorgendo dalla ceneri come un’araba fenice e riprendendosi quello starting spot che sembrava aver definitivamente perso nella seconda metà della regular season, complice l’infortunio che ne stava condizionando, pesantemente, le prestazioni.

Invece, nonostante le buone prove fornite dal suo backup Brock Osweiler, Manning ha dimostrato, ancora una volta, di essere uno dei più grandi QB di sempre, guidando Denver nella sfida divisionale, con i Chargers, che ha chiuso il torneo 2015, e trascinando il team durante la postseason, con prestazioni convincenti ed infallibili, che lo hanno condotto fino al quarto Super Bowl della sua carriera, il secondo in maglia Broncos.

DemThomasSB50Ben supportato da Emmanuel Sanders, decisivo proprio nelle ultime due partite, e dal solito Demaryius Thomas, trattenuto in Colorado con un contratto principesco che Elway gli ha fatto sottoscrivere in estate, Peyton ha saputo sfruttare, al meglio, lo straordinario lavoro difensivo dei suoi compagni ed ha colto le vittorie decisive per provare a diventare uno dei pochi quarterback professionisti ad alzare al cielo due Vince Lombardi Trophy con due franchigie diverse.

Impossessatosi di altri due record, TD pass realizzati e match vinti in carriera come starting QB, precedentemente detenuti da Brett Favre, dopo le prove poco entusiasmanti di inizio stagione, ha saggiamente deciso di accettare la scelta fatta da Kubiak, fermarsi, ed effettuare tutte le cure necessarie per tornare a brillare come fatto per l’intera durata del suo lungo viaggio all’interno della National Football League.

Un percorso giunto ad un bivio decisivo, che per concludersi come la migliore delle leggendarie storie di football,avrà bisogno del contributo di tutti i suoi teammate, a partire dal duo di runningback composto da C.J. Anderson e Ronnie Hillman, fondamentali durante tutto l’arco della regular season, sia nelle giocate palla a terra, sia quando sono stati chiamati a fungere da ricevitori aggiunti nelle situazioni di passaggio.

La loro capacità di impegnare la defense avversaria e togliere pressione dal proprio quarterback è una carta che coach Kubiak si giocherà certamente nella partita decisiva, e più importante, dell’anno; match in cui, Wade Phillips, promette di inventarsi nuovi artifizi difensivi per mettere in difficoltà il potenziale MVP 2015 Cam Newton, fin qui anima e corpo della formidabile offense dei Panthers.

Lui e Greg Olsen saranno gli uomini cui la difesa di Denver dedicherà le maggiori attenzioni, nel tentativo di arginare una offense che ha avuto una sola battuta a vuoto in sedici partite, contro Atlanta, nella penultima settimana di regular season; proprio analizzando il match con i Falcons sembra, infatti, che il geniale defensive coordinator, abbia trovato il modo per fermare l’attacco avversario.

Se la chiave di lettura è corretta, lo scopriremo tra un paio di giorni, in quello che, a tutti gli effetti, rischia, seriamente, di essere l’ultimo show della carriera di un grandissimo; l’intramontabile Peyton Manning, che negl’occhi dei fans dei Broncos è già li, in lacrime, su quel podio, con lo scettro di Campione NFL tra le mani, circondato da una cascata di coriandoli dorati, che annuncia il suo ritiro, definitivo, dalle scene.

Se proprio dev’essere l’ultima, che sia magica, Peyton.PeytonAFCChamp2015

One thought on “Road to Super Bowl 50: Denver Broncos

Commenta

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.