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1) Andy Dalton, A.J. Green
A-DaltonOvvero come demolire la difesa dei Ravens in pochi istanti dopo essere stati in vantaggio per larghi tratti della gara ed aver subito una rimonta molto pericolosa ai fini della classifica di Division. Un completo dominio della squadra tigrata – Cincy avanti per 14-0 a fine primo tempo – si è trasformato presto in un colossal di errori da parte dei Bengals, che si sono fatti soffiare un fumble da C.J. Mosley per la meta del primo vantaggio targato Ravens. Ma durante il quarto e decisivo periodo ecco accendersi i fuochi pirotecnici, con l’arrivo del Dalton to Green show. Il duo dinamico ha confezionato dapprima un passaggio da touchdown di 80 yard con la generosa collaborazione delle secondarie di Baltimore, per poi fornire il bis a due minuti dal termine dell’incontro, quando il buon Andy ha chiamato un audible ed isolato Green uno contro uno in endzone. Com’è andata a finire? Un lancio in fade perfettamente calibrato, laddove solo A.J. poteva arrivarci, e vantaggio definitivo per i Bengals, che ora sono soli a quota 3-0 in vetta alla AFC North.

2) Tom Brady
Benvenuto nel club dei 400, Tommy. Prima di domenica tale club era pura esclusività di Peyton Manning, Brett Favre e Dan Marino, tre nomi mica da ridere, tre registi tra i più gradi di tutti i tempi. I New England Patriots hanno seppellito un’altra avversaria, per carità, non impegnativa come altre, ma hanno ugualmente posto un punto esclamativo in una stagione dove la motivazione nel vincere il campionato è alta come non mai, soprattutto per Tom Brady, il quale domenica ha scagliato il passaggio vincente numero 400 e 401 della sua brillante carriera. E’ tornato il Brady spietato del 2007? E’ ancora troppo presto per sostenere tesi come queste, tuttavia le indicazioni sono molto chiare, l’attacco dei Pats è una macchina da guerra andata a segno in tutti e nove i drive giocati contro i Jaguars, Tom ha chiuso con 33 completi su 42 per 358 yard, si lancia, si corre e si difende con alta efficienza. Tutte caratteristiche che rendono New England la squadra del momento, senza considerare il fatto che Brady, nella parte finale della sua carriera, sta giocando come se avesse dieci anni in meno.

3) Larry Fitzgerald
Il 2014 è stato un anno pieno di tribolazioni agonistiche per uno dei ricevitori più forti della storia recente del football americano. Quella scorsa è stata una stagione senza dubbio positiva per i Cardinals, tuttavia macchiata dall’assenza di un quarterback in grado di sostituire degnamente l’infortunato Carson Palmer, con evidenti conseguenze negative per tutto il reparto ricevitori. Fitzgerald, da quando è arrivato Carson in Arizona, sembra letteralmente rinato tanto che nel 2013, primo anno speso assieme dal duo, il buon Larry ha firmato 10 mete, una doppia cifra che non perveniva da quattro anni prima. Oggi i Cardinals sono partiti con il botto e sono in prima linea nell’elenco di contender della NFC, sono dominanti sotto vari aspetti ma si sono visti restituire un Fitzgerald in grande spolvero dopo che lo stesso aveva raggiunto un career-low con due sole prese vincenti in tutto lo scorso campionato. I dati di venti giorni sono più che eloquenti, 5 mete ricevute, due gare consecutive oltre le 100 yard e 14 yard di media per ricezione sono cifre da wide receiver assai poco marcabile. Larry è rinato, e saremmo pronti a scommettere che dopo ogni gara, in segreto, accende un cero nella chiesa più vicina per auspicare la buona salute futura di Carson Palmer.

Menzione d’onore: Devonta Freeman, Joseph Randle
Due protagonisti non attesi hanno letteralmente infiammato una partita molto divertente, risoltasi in favore dei Falcons. Devonta Freeman aveva faticato non poco a dimostrare di poter essere il running back titolare di questa squadra, durante il training camp non c’era stato quel netto distacco dal rookie Tevin Coleman ad indicare una direzione ben precisa, e le prime due uscite ufficiali avevano lasciato una sensazione stagnante riguardo un backfield che avrebbe dovuto aiutare maggiormente Matt Ryan nel diversificare l’attacco. E dire che la difesa di Dallas stava giocando un gran bel football, ma ciò non ha fermato quella che si è rivelata essere la miglior giornata della giovane carriera dell’ex running back di Florida State, che ha sistematicamente guadagnato yard in ben 30 chiamate a lui riservate, terminando la sua grandiosa gara con 141 yard e ben 3 mete a segno, oltre a 52 yard ricevute. Forse, in casa Atlanta, si sta formando quel running back di stampo all-around che potrebbe rivelarsi quale tassello offensivo in grado di sopperire ai difetti degli scorsi anni, un qualcosa che Steven Jackson nella sua breve permanenza in Georgia non ha saputo dare.

Dopo le brutte notizie riguardanti Tony Romo, era ovvio che il focus generale si fossilizzasse sul gioco di corse dei Cowboys e di conseguenza su tutte le scelte eseguite in offseason. Joseph Randle ha l’opportunità della vita per guadagnarsi un ruolo inaspettato, quello di lead back per una squadra che fino a pochi mesi fa lo vedeva come semplice riserva di DeMarco Murray, e per il momento la sta sfruttando a dovere. La grande giornata dei running back all’interno di Altanta-Dallas è anche sua, dato che con un Weeden in prevedibile difficoltà e limitato al raggio medio-corto sono arrivati 28 punti offensivi, 21 dei quali firmati da Randle di proprio pugno.

WORST

1) Colin Kaepernick
C’erano una volta, anche se non molto tempo fa, i San Francisco 49ers. Una squadra tosta, aggressiva, plasmata sulla figura del proprio head coach, lo stesso che oggi allena l’università di Michigan. Era stato proprio lui, Jim Harbaugh, ad avere l’audacia di far esordire l’allora progetto Colin Kaepernick, con il quale i Niners andarono a disputare un Super Bowl, ma oggi è cambiato tutto, e Colin è irriconoscibile, ed è chiaro il fatto che la sua maturazione tecnica abbia subito un forte stop. Da lungo tempo a San Francisco non facevano una figuraccia del genere, travolti per 47-7 dai pur forti Cardinals, ma offrendo molto del loro aiuto nel costruire tale ignobile passivo. Kaepernick ha offerto una delle sue peggiori prestazioni di sempre concludendo con 67 yard su passaggio ed un quarterback rating di 16.7, un completo disastro alimentato dai 4 intercetti generosamente lanciati alla difesa di Arizona, due dei quali sono stati ritornati in meta chiudendo una gara che non è mai cominciata.

2) Ryan Tannehill
ryan-tannehill-nfl-miami-dolphins-buffalo-bills-850x560Quelle di preseason sono solo chiacchiere, si sa, ma quando si progettava Tannehill tra i giovani quarterback maggiormente in ascesa nella Lega la cosa aveva senza dubbio un senso. Domenica scorsa, in una partita casalinga molto importante ai fini della Division, l’ex quarterback di Texas A&M ha giocato un primo tempo di pessima qualità, trenta minuti che sono bastati a decretare un’anticipata sconfitta contro i rivali di Buffalo, peraltro comandati offensivamente da un quarterback meno esperto rispetto a lui, Tyrod Taylor. Miami si è fatta imbarazzare per 41-14, e molto del peso della sconfitta ricade sui 3 intercetti rimediati da Tannehill nel solo primo tempo, fattori che hanno spezzato la continuità dei drive dei padroni di casa, che hanno timidamente messo qualche punto a tabellone solo a partire dal terzo periodo. Ora i Dolphins sono a quota 1-2 ed i loro decantati miglioramenti di offseason equivalgono all’ultimo posto della AFC East, non certo la speranza che veniva coltivata da una franchigia che cerca di eliminare una striscia di campionati privi di postseason giunta a quota sette.

3) Baltimore Ravens
Prima partenza 0-3 nella storia della franchigia, e mai così in basso nell’era di John Harbaugh. Flacco e l’attacco da lui gestito paiono svegliarsi dopo l’intervallo, momento nel quale arrivano le rimonte e questa è certamente una dimostrazione di carattere, ma prima o poi arriva la giocata decisiva concessa dalla difesa, che fa crollare tutto il castello di carte fino a lì costruito. E’successo contro i Raiders nella Week 2, è accaduto nuovamente contro Cincinnati, concedendo un massimo in carriera di 226 yard ad A.J. Green tra cui un TD pass di 80, dove le secondarie hanno fatto una figuraccia non riuscendo a placcare adeguatamente il wide receiver avversario. La difesa aerea è la 29ma della Lega, e le yard concesse di media su passaggio nelle ultime due uscite sono 367. Così non si va certo lontano.

Menzione d’onore: Detroit Lions
Altra squadra che pareva pronta per una seria corsa ai playoff e che ora si ritrova impantanata a quota 0-3. I problemi sono più o meno dappertutto, ma se la difesa ha perlomeno la parziale scusa dell’assenza dell’infortunato DeAndre Levy, uno che fa tutta la differenza del mondo, l’attacco è il reparto maggiormente sotto tiro, dato che non si riesce ad ingranare in nessun modo nonostante l’enorme quantità di talento a disposizione. I Lions sono una squadra mono-dimensionale, di conseguenza prevedibile. Il gioco di corse è letteralmente inesistente, la produzione di tre partite parla di 135 misere yard complessive, la conseguenza è che Stafford è stato costretto a lanciare 42 volte di media a partita accumulando più turnover del previsto, 5 intercetti a fronte di altrettanti passaggi da touchdown non sono certo un buon inizio. I Lions devono eliminare errori mentali inutili (vedi il field goal inizialmente mancato da McManus, poi ripetuto per una penalità di Detroit e quindi messo a segno dal kicker di Denver), e farlo presto, perché il calendario è spietato. Nelle prossime due settimane arrivano Seattle ed Arizona, e la possibilità di uno 0-5 non è poi così lontana.

4 thoughts on “NFL Top & Worst: Week 3

  1. Per kaepernick non mi stupisco molto perché è un po che va avanti con alti e bassi e poi magari risorge e fa capire perché è li,9

  2. Per i lions onestamente specie dopo Seattle e Arizona la stagione secondo me sarà molto dura visto che rischiano il probabile 0-5 o al massimo 1-4 per quanto riguarda i Ravens squadra per cui tifo dopo la vittoria di ieri sera qualcosa e cambiato naturalmente con Flacco le probabilità di artivare ai playoff sono alte comunque anche se mancherà aimè Smith 10 giorni sulla considerazione di Brady o Dalton e Green condivido a pieno,ovviamente il buon caro Tom ormai non stupisce più visto che fa partite stellari ogni volta mentre Dalton e i suoi bengals stanno andando molto bene…Vorrei citare la perdita per qualche partita di Romo e Roth… Per Dallas la vedo buia anche se Cassell potrebbe essere sinceramente un buon rimpiazzo e meglio di wedden per gli steelers specie quelli che ho visto ieri sera contro Ravens devo dire che con Vick con un po di sicurezza in più e naturalmente con qualche schema più azzeccato per le caratteristiche di Brown come ricevitore può tranquillamente ambire ai playoff dopotutto si sta parlando di Vick e anche se 35 enne ormai sinceramente non e possibile dimenticare quello che era dieci anni fa ad atlanta e in parte a Phillie!!!Cmq grande rubrica siete grandi!!!!!

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