Sarà una stagione piena di scommesse per i St. Louis Rams ed il loro  head coach Jeff Fisher. La scorsa stagione la squadra si era presentata al via con piena fiducia nel rientro di Sam Bradford, un attacco scricchiolante e una buona difesa, poi Bradford si è infortunato prima ancora di iniziare e la stagione (in particolare dopo il 6-34 iniziale contro i Vikings) sembrava potesse trasformarsi in un disastro. Invece i Rams hanno chiuso con un dignitoso 6-10, e soprattutto un finale di stagione regolare in crescendo.

Fisher, al suo quarto anno a St. Louis, deve dimostrare ancora di poter fare qualcosa di importante con questa franchigia, e probabilmente questo sarà l’anno decisivo in questo senso. Per riuscirci lui e il general manager Les Snead si sono dati da fare rivoluzionando l’attacco, mentre la difesa e soprattutto l’eccellente special team sono stati nella sostanza confermati.

Prima mossa chiave la trade con gli Eagles che ha significato l’addio a Bradford e l’arrivo di Nick Foles. Foles nel 2013 è stato a sorpresa un Pro Bowler,vantando una stagione da 29 touchdowns e solo due intercetti, mentre nel 2014 le sue statistiche sono precipitate, probabilmente anche a causa degli aggiustamenti che le difese hanno messo in atto contro di lui.

I Rams si accontenterebbero di un Foles da una via di mezzo, dopo aver passato praticamente due stagioni senza il proprio quarterback titolare, e magari lasciar fare alla difesa il grosso del lavoro. E tuttavia Foles potrebbe non avere le caratteristiche adatte alla situazione, soprattutto in considerazione della sua tendenza a commettere errori quando pressato nella tasca.

Dietro di lui, il rookie Sean Mannion e Case Keenum, quest’ultimo con qualche esperienza passata nei Texans. Il nuovo quarterback può dunque considerarsi una scommessa, ma non molto rischiosa se si pensa alla posizione di runningback.

Il partente dovrebbe essere Tre Mason, draftato nel 2014 e autore di una discreta stagione da matricola, in dubbio però per l’inizio stagione causa infortunio. La sua alternativa dovrebbe essere la decima scelta assoluta di quest’anno Todd Gurley, che in attesa di recuperare completamente dal crociato rotto l’anno scorso al college starà a guardare almeno per le prime quattro partite.

Due giovanissimi, dunque. Dietro di loro Benny Cunningham e Isiah Pead, il primo buono soprattutto come ricevitore, il secondo non in grado fino ad oggi di assicurare prestazioni di alto livello. Insomma, si spera in una crescita di Mason, altrimenti le cose potrebbero mettersi male.

Spostandosi ai ricevitori, le cose migliorano. I due migliori dovrebbero essere Brian Quick (di ritorno da un infortunio alla spalla) e Kenny Britt, quest’ultimo proveniente da una buona stagione. Il resto del gruppo non è eccellente ma sembra poter avere buoni margini di crescita, e nel complesso è l’unica cosa dell’attacco dei Rams che lascia abbastanza tranquilli. Lo stesso non si può dire del tight end.

I giocatori che ambiscono a giocare in questa posizione sono molti, ma purtroppo per Fisher manca di un elemento in grado di ricevere nel medio-lungo raggio. Il titolare Jared Cook e i rimpiazzi Lance Kendricks e Cory Harkey, buoni per fare la loro parte soprattutto sulle corse, rischiano così di non poter dare una grossa mano a Foles nel far funzionare il suo attacco sui passaggi.

E se si è in cerca di buone notizie non è il caso di rivolgersi nemmeno alla linea offensiva, che fra partenze e infortuni presenta al via un buon numero di rookie ed alcuni uomini in posizioni che non hanno ancora dimostrato di poter coprire a dovere.

Il migliore della linea è il giovanissimo Greg Robinson (22 anni), che al secondo anno non solo avrà sulle sue spalle buona parte della riuscita del suo reparto, ma che lo scorso anno (e anche in questo) è stato spostato da guardia a tackle, dove ha palesato problemi di mobilità nel gestire la pressione delle difese avversarie.

Rodger Saffold invece, al suo quinto anno, è di gran lunga il veterano del gruppo, e al rientro da un infortunio alla spalla dovrebbe riuscire a fare la sua parte nel coprire Foles sui passaggi, dato che si tratta di un tackle naturale. Sulle corse, però, rimane un’incognita, così come lo è Tim Barnes nella posizione (chiave) di centro. Gli altri due titolari, sul versante destro della linea, rookie lo sono a tutti gli effetti.

Jamon Brown era un tackle, ma con scarse prospettive atletiche in quel ruolo, e perciò i Rams tenteranno di convertirlo in guardia. Rob Havenstein, seconda scelta da Wisconsin, è un buon prospetto e giocherà da tackle di destra.

Inutile dire che questa linea sulla carta non assicura certezze ma a dire il vero è tutto l’attacco che non sembra all’altezza degli avversari di conference che St. Louis si troverà ad affrontare, non presentando né grandi punti di forza in termini di qualità, né esperienza per gestire la situazione, né abitudine nel giocare insieme.

Durante la preseason il coaching staff ha provato diverse soluzioni senza però dare l’impressione di trovare, almeno per adesso, il bandolo della matassa.

È però con la difesa che arrivano le note liete per i Rams, soprattutto a livello di linea. Chris Long e Robert Quinn rappresentano una delle migliori coppie di defensive end della lega, in particolare come pass rusher. Long è più tecnico, Quinn più veloce, ma la qualità è la stessa.

Long ha avuto dei problemi fisici che lo hanno limitato nella scorsa stagione, ma pare recuperato. Per presentare Quinn invece basti ricordare i 40 sacks messi a segno nelle ultime tre stagioni. E anche qualora uno dei due dovesse mancare per qualche partita, Williams Hayes e Nick Fairley sono giocatori che in molte altre squadre giocherebbero ampiamente come titolari.

Come tackle, la linea di St Louis non perde di qualità. Aaron Donald, prima scelta 2014, è stato già al primo anno uno spauracchio per la sua capacità di penetrare nelle linea avversaria grazie alla sua altezza e al suo peso, accumulando 9 sacks e 29 “QB pressures”.

Accanto a lui Michael Brockers, anche lui prima scelta nel 2012, è un ottimo elemento, anche se meno spettacolare di Donald, in grado di completare il lavoro del reparto. Complessivamente, una linea difensiva da incubo per gli avversari di turno.

Arretrando si torna sulla terra. Il gruppo di linebackers è profondo, ma nessuno paragonabile alla forza delle stelle della linea. Ad ogni modo James Laurinaitis e Akeem Ayers hanno dimostrato di essere giocatori solidi e soprattutto in grado di muoversi bene in coppia.

Più problematico invece l’apporto dell’altro OLB titolare, Alec Ogletree, dotato di grande fisico ma fino ad ora non in grado di dimostrare prestazioni al livello dei compagni di reparto tranne per ciò che riguarda la capacità di blizzare.

Come Ogletree, anche la secondaria presenta dei problemi di consistenza. Durante la stagione scorsa il cornerback Janoris Jankins e la free safety Rodney McLeod, pur evidenziando buoni mezzi atletici, spesso hanno dimostrato pessime letture causa di big plays dell’attacco avversario.

E non ha aiutato la notizia di qualche giorno che ha ratificato l’assenza per tutta la stagione del suo giocatore più solido, il cornerback EJ Gaines, a seguito di un infortunio al piede che l’ha già costretto a passare sotto i ferri.

Trumaine Johnson, l’altro cornerback, è più solido sulle letture ma potrebbe soffrire contro i receiver particolarmente veloci. Punto di forza del reparto potrebbe diventare quindi la strong safety TJ McDonald, al terzo anno, soprattutto se continuerà a migliorare.

La difesa dunque, e la linea in particolare, è la base su cui St Louis vuol costruire la sua stagione, ma non assicura consistenza e qualità in tutti i reparti, e in particolare la secondaria potrebbe cedere il passo.

Passando allo special team, Greg Zeuerlein rappresenta un buon kicker. Forse può fare qualche errore in più di altri dalla media distanza, ma è in grado di far vincere una partita anche dalla lunghissima. I Rams sono ancora più tranquilli per quanto riguarda la posizione di kicker visto che Johnny Hekker è il migliore della lega se si combinano le yards per punt e l’hang time. Buon viatico per uno special team che già nel 2014 è stato eccellente per numero di touchback e per aver dato spesso buone posizioni di partenza ai suoi. Merito di ciò va soprattutto al suo coordinatore John Fassel, uno dei più quotati della NFL.

La stagione dei Rams, in conclusione, passa da più di un azzardo. Se l’attacco riuscirà a trovare una quadratura del cerchio che gli consenta quantomeno di non essere dannoso, la difesa e lo special team potranno provare a regalarsi una stagione con record positivo, nonostante la conference non sia fra le più agevoli.

Altrimenti, anche il 2015 potrà diventare una stagione da dimenticare, o nel migliore dei casi di costruzione vista la giovane età di molti titolari.

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