Tra le grandi deluse della NFC South 2014 spiccano i New Orleans Saints.
E’ vero che finchè Brees è al comando del reparto offensivo i Saints avranno una possibilità di vincere la division e raggiungere i playoff. Ed è anche vero che siamo davanti ad una delle squadre più divertenti e vincenti della lega, ma il sapore agro della scorsa stagione, con sole 7 vittorie raccolte, si è fatto sentire in maniera importante e la società, in accordo con Sean Peyton, arrivato alla 9 stagione, ha portato un restyling a entrambi i reparti e ha aperto il primo giorno di free agency con una notizia bomba.
La trade che ha spedito il secondo giocatore più forte della squadra, il TE Jimmy Graham, ai Seahawks ha lasciato a bocca aperta tutti, me compreso. Su queste pagine si è parlato di quella trade e del perchè forse aveva un certo senso farla, ma quel che è apparso certo è il fatto che nessun giocatore, Brees escluso, possa essere considerato intoccabile, tanto che anche una altra delle armi offensive più importanti, Kenny Stills, è stato spedito a Miami.
La offseason, per certi versi scioccante, è però il risultato di una precisa strategia per cambiare radicalmente la difesa che dopo essere stata una delle peggiori nella storia della NFL nel 2012 si è risollevata fino a diventare la numero 4 nel 2013, con quasi gli stessi giocatori, per poi crollare nuovamente e finire tra le peggiori nel 2014 pur con importanti aggiunte.
Questo 2015 si apre colmo di speranze e di facce nuove, mentre in panchina ancora siede Rob Ryan. Il suo licenziamento era nell’aria, ma invece la società e Sean Peyton gli hanno dato ulteriore fiducia e nuovi talenti con cui provare a risollevare una squadra contenta solo se raggiunge i playoff.
Alla fiducia è stato però aggiunto come supervisore Dennis Allen reduce dal ruolo di head coach a Oakland e defensive coordinator a Denver e il restyling difensivo ha cominciato a mostrare i primi miglioramenti.
Cominciamo dalla linea. Innazitutto ad Akiem Hicks viene chiesto di muoversi meno verso la palla e il qb avversario e fare più attenzione ai placcaggi.
Per questo all’esterno, come DE, vengono spessi schierati Cameron Jordan, in attesa di una stagione di riscatto dopo i tentennamenti dell’anno passato, e il rookie Hau’oli Kikaha che sta impressionando per versatilità e aggressività tanto che per il momento la separazione da Junior Galette (dolorosa dal punto di vista economico, ma doverosa dal punto di vista sportivo e umano) non si sta facendo sentire troppo.
La possibilità di diverse posizioni per Kikaha permette a Ryan di far girare al centro della linea Hicks, John Jenkins e Kevin Williams. Nel reparto di linebacker il restyling si è fatto sentire con l’inserimento di un altro rookie Stephone Anthony, draftato con la 31 dei Seahawks, e il taglio di Curtis Lofton.
Accanto al rookie si schierano Edebali e David Hawthorne che si è messo in mostra tanto che tutto il reparto è sembrato decisamente migliorato e il front seven ha dominato e controllato il gioco a terra di New England.
La secondaria titolare ancora non ha avuto occasione di giocare tutta insieme. Con Byrd, Vaccaro, Browner e Lewis fermi ai box è toccato a Bush trascinare una secondaria fatta di seconde linee che ha messo in mostra numerosi “panchinari” che danno molta profondità di ricambi durante la lunga regular season.
Sulla carta la secondaria appare davvero promettente con Lewis a fare da shutdown corner e Browner a far sentire il suo peso specifico. E non appena Byrd tornerà in controllo del proprio corpo avrà voglia e occasione di mostrare quel lato da pro bowler messo in campo a Buffalo, dando così la possibilità a Vaccaro di tornare a fare il jolly come nel suo primo anno di altissimo livello.
Se la difesa aveva bisogno di un cambio, anche l’attacco forse necessitava di nuova linfa per evitare di fossilizzarsi sulle stesse giocate seppur funzionali e produttive, e le facce nuove promettono di far vedere un’altra divertente stagione.
Il perno cardine attorno cui tutto ruota è ovviamente il qb Drew Brees. Su di lui c’è davvero poco da dire, la sua presenza garantisce un attacco tra i 5 migliori della lega e il sodalizio con Sean Peyton è tale che oramai i due sembrano una sola persona.
Quel che si deve dire è che l’età, altina, ha portato la società a draftare abbastanza in alto un altro qb e cominciare la strada per la successione al futuro hall of famer.
Garrett Grayson avrà la possibilità di imparare da uno dei migliori di sempre e dietro una tale guida potrà crescere tantissimo e timbrare il cartellino quando sarà il suo momento.
Senza dimenticare gli importanti backup qb Luke McCown e Ryan Griffin su cui la società sembra voler puntare avendolo trattenuto finora, anhce se ora, con l’arrivo di Grayson, le cose potrebbero cambiare. C’è un qb di troppo in rosa e uno almeno verrà tagliato e spostato nella practice squad e credo proprio che costui sarà Griffin.
L’età di Brees comincia a farsi sentire, abbiamo detto, e l’obiettivo numero uno di questo attacco sarà di proteggerlo per dargli il tempo di trovare un bersaglio, che puntualmente trova, e proteggerlo da ogni eventuale urto eccessivo.
La linea offensiva è stata puntellata e ringiovanita proprio per questo motivo. Al centro è arrivato Max Unger da Seattle e ai suoi lati si schierano Zach Strief e Tim Lelito. Tra le guardie vengono schierati a sinistra Terron Armstead che è cresciuto al punto di poter vincere quasi tutti gli scontri uno a uno e a destra Jahri Evans che viste le difficoltà nella passata stagione potrebbe vedersi sfilare il posto da titolare da Andrus Peat, prima scelta al draft e già provato in quella posizione in fase di allenamento.
Tra i ricevitori, dopo l’addio di Kenny Stills che voci di corridoio indicano come un ragazzo poco disciplinato in allenamento e poco nelle grazie di Brees, i ruoli numero uno e due sono assicurati a Cooks e Colston.
Di Colston, al numero 2, già sappiamo molto e già sappiamo quanto bene si trovi con Brees, mentre Cooks si prepara a diventare un vero campione.
Nella scorsa stagione un infortunio lo ha bloccato proprio sul più bello, ma in questo secondo anno l’obiettivo di Brees e Peyton è quello di fargli arrivare la palla in mano quante più volte possibile.
Già adesso è un grande e diventerà un grandissimo soprattutto con uno come Brees che ti recapita la palla in mano. A Cooks è arrivata anche la benedizione dei coach avversari tra cui Belichick che a fine gara lo ha cercato per dirgli qualcosa all’orecchio e di lui si parlerà parecchio.
Come terzo slot Brandon Coleman si è imposto all’attenzione di tutti, ma le incertezze in gara due di preseason lo hanno forse messo un in ombra e i due Morgan, Josh e Joe, stanno invece rialzando la voce per giocarsi la possibilità di un posto.
Nick Toon, purtroppo infortunatosi, sembra non riuscire a fare un altro step in avanti e Jones andrà probabilmente a occupare un posto nello special team.
Questo attacco è ovviamente è privo di un target importantissimo come Jimmy Graham, ma la sua presenza in spogliatoio cominciava ad essere impegnativa e le esigenze di bilancio hanno portato al sacrificio.
Sostituirlo è impossibile ed è per questo che i Saints hanno deciso di puntare sul rimpolpare un altro ruolo: il running back. Dopo aver riportato a “casa” Mark Ingram che se sano ha mostrato quanto può essere incisivo, i Saints hanno fatto arrivare da Buffalo un pezzo da 90 come CJ Spiller.
Spiller per i Saints è perfetto, come i Saints sono perfetti per Spiller. La sua capacità di correre, ma soprattutto di giocare diversi screen dà a Peyton la possibilità di variare i propri schemi di gioco e apre a così tante possibilità che alle difese avversarie già viene il mal di testa. Inoltre allo stesso Spiller, giocare in un sistema tale, che lo esalta in diverse maniere, farà esplodere tutto il suo potenziale che a Buffalo è ancora rimasto un poco nascosto.
Certo bisognerà solo aspettarlo perchè un ginocchio fastidioso gli farà saltare tutta la preseason ma dovrebbe essere pronto per la week 1. In tutto questo però non bisogna dimenticare Khiry Robinson perchè si sta rivelando ben più di un terzo RB e anche lui potrà portare un contributo interessante agli attacchi agili e variegati dei Saints.
I saints del 2015 sono un esperimento e una squadra tutta da scoprire, ma con il reparto corse carico di talento, un qb tra i migliori, un ricevitore in grado di fare la differenza e tante facce nuove in difesa, le speranze e le aspettative sono alte.
Una squadra del genere dovrebbe a puntare a raccogliere 12 o 14 vittorie ma la difesa è ancora un work in progress motivo per cui vedo come 10-6 un possibile record a gennaio.
Questo significa playoff e significa una stagione vincente, ma per aspirare a di più bisognerà fare i conti con Seattle e lì, scusate il francesismo, sono cazzi amari.
Si avvicina agli sport americani grazie a un amico che nel periodo di Jordan e dei Bulls tifa invece per gli Charlotte Hornets. Gli Hornets si trasferiscono in Louisiana ed è amore a prima vista con la città di New Orleans e tutto quello che la circonda, Saints compresi, per i quali matura una venerazione a partire dal 2007 grazie soprattutto ai nomi di Brees e Bush. Da allora appartiene con orgoglio alla “Who Dat Nation”.