Finalmente quella che per parecchi mesi è stata una sorta di telenovela è giunta alla propria conclusione. Il problema adesso è che ne potrebbero sorgere diverse altre. È questo il caso dei Seattle Seahawks e di Russell Wilson, fresco di faraonico rinnovo e che potrebbe portare alla causa della franchigia della NFC West ulteriori problemi, invece di un grosso respiro di sollievo. Ma perché questo tipo di discorso? Non si dovrebbe essere tutti felici e contenti per le montagne di soldi che il numero 3 guadagnerà nei prossimi quattro anni e per il fatto che la franchigia è riuscita a tenere uno dei suoi giocatori chiave? Beh, probabilmente no, o qualcosa del genere.
Ma procediamo per gradi, partendo per l’appunto dal nuovissimo contratto di Wilson. Come tutti voi ben saprete l’accordo trovato tra la franchigia e il quarterback è quadriennale per 87 milioni di dollari circa. Questo cosa significa nel dettaglio? Significa per Seattle riuscire a trattenere un giocatore in grado di collezionare 36 vittorie nei primi tre anni della propria carriera nell’era del Super Bowl (quindi dal 1966), il quantitativo maggiore di sempre (dietro di lui a quota 33 risiedono Dan Marino, Andrew Luck e Matt Ryan). Significa anche mantenere a roster il più giovane di sempre a giocare due Super Bowl, ma soprattutto un giocatore in grado spesso e volentieri di levare le castagne dal fuoco a Pete Carroll. Il più eclatante caso potrebbe essere l’ultimo NFC Championship, partita in cui lo stesso Wilson fu letteralmente il fantasma di se stesso, ma in quello scenario riuscì a connettere con Jermaine Kearse per il touchdown decisivo nell’OT.
Ma passiamo adesso ad analizzare nel dettaglio il contratto di Wilson, e per farlo sfrutteremo una tabella appositamente preparata, basata sui dati del famoso sito “overthecap.com”:
Come riscontrabile Wilson è di fatto diventato il secondo giocatore in tutta la NFL in quanto a guadagni medi annui, alle spalle del solo Aaron Rodgers. Probabilmente il numero più eclatante è questo, e sarà di estremo interesse osservare nel prossimo futuro come gestirà questa situazione il front office di Seattle. Già, perché anche i garantiti non sono pochi in relazione al valore complessivo della trattativa. Questi numeri dimostrano che i Seahawks potrebbero avere un limitato margine di apprezzamento in quanto a possibilità di manovre future. Ma di questo parleremo più avanti. Per analizzare maggiormente la questione ho portato in dote una seconda tabella, che mostra nel dettaglio il rapporto del contratto di Wilson in relazione ai due più famosi e talentuosi “mobile QB” della NFL: Kaepernick e Newton:
A guardare questa tabella si può notare che, valore complessivo a parte, i numeri dei tre accordi non sono molto distanti tra loro, soprattutto andando a guardare le cifre di Newton. Tenendo presente tutti questi dati c’è chi parlerebbe di una “win-win situation”, ossia una fattispecie in cui Wilson ha finalmente ottenuto i soldi che desiderava, mentre Seattle è riuscita a trattenere il proprio e tanto desiderato giocatore. Ebbene, nel prossimo futuro potrebbe non essere così.
Come detto precedentemente Seattle potrebbe in un futuro non molto lontano non godere più di un ampio margine di manovra per quanto concerne il roster, e la cosa sta già verificandosi in questo momento, anche se in maniera ancora decisamente poco marcata. Sono infatti iniziati i così detti (se mi è concesso il termine) “mal di pancia” dei vari altri pilastri di questa formazione.
Primo fra tutti, e neanche tanto tempo dopo l’annuncio dell’accordo tra Wilson e i Seahawks, è stato Bobby Wagner. Il LB di Seattle ha infatti tirato fuori un tweet con scritto “non si può trattenere tutti (can’t keep everyone)”. Un vero e proprio statement con cui il giocatore ha immediatamente messo le cose in chiaro, e in una semplice parola: soldi. È vero che Seattle ha tentato in tutti i modi di trovare l’accordo con Wilson cercando inoltre di preservare abbastanza spazio da rifirmare Wagner, e così è stato. Il giorno dopo i Seahawks hanno annunciato l’accordo con il LB su una base di quattro anni a 43 milioni.
Se Wilson è diventato il secondo giocatore più pagato in tutta la NFL, Wagner è così diventato il LB più pagato nell’intera National Football League. Cifre estremamente importanti e che permettono di fatto a Seattle di mantenere a roster pedine a dir poco fondamentali nel Super Bowl vinto due anni fa e in quello solamente sfiorato l’anno scorso. Fin qui ci sarebbe poco da dire sull’operato di Seattle, ma è proprio adesso che sorgono i problemi, quelli veri. Sarà possibile trattenere tutti?
Tenendo presente che i vari Richard Sherman, Kam Chancellor e Earl Thomas sono sotto contratto per le prossime stagioni, uno in particolare di questi nominativi sta creando qualche grattacapo da non tralasciare in capo al front office della franchigia vice-campione in carica. Trattasi di Chancellor, uno dei principali fautori della Legion of Boom e in particolare dell’idea di difesa tosta, fisica e intimidatrice di Pete Carroll.
La safety infatti sta in questo momento effettuando quello che viene chiamato “holdout”, ossia il non presentarsi al training camp con il preciso scopo di ottenere una nuova trattativa maggiormente vantaggiosa. Il motivo di Chancellor è facilmente riscontrabile nei numeri: il suo contratto prevede nella stagione che sta per iniziare 4.6 milioni, terzo anno di un accordo trovato nel 2013 dal valore complessivo di 28 milioni. Differenza a dir poco stratosferica per un giocatore che si è dimostrato uno dei punti cardine di questa squadra, e lo ha dimostrato in un numero svariato di occasioni.
Ma la cosa non è finita qui. Con un Chancellor che ancora deve farsi vedere al training camp, un altro pezzo da novanta ha deciso di supportare la sua causa: Michael Bennett. Non presentatosi agli OTA perché ritenuto sotto pagato, rilasciò una dichiarazione poco oltre un mese fa asserendo alle sue prestazioni, che svariavano per diverse posizioni (nello specifico cinque), mentre il giocatore percepiva lo stipendio di una sola. Con questo non si intende che chi gioca più di una posizione debba ricevere uno stipendio correlato, ma Bennett ha tuttavia preso una decisione differente rispetto a Chancellor: ha deciso infatti di farsi vedere in quel di Seattle, asserendo alla propria professionalità, sottolineando tuttavia il proprio disappunto riguardo il contratto. Da sottolineare per dovere di cronaca che per ogni giorno di assenza Chancellor potrebbe potenzialmente subire una multa del valore di 30.000 dollari.
A questo punto una domanda sorge spontanea: cosa accadrà alla Legion of Boom? Byron Maxwell è partito per accasarsi ai Philadelphia Eagles, Earl Thomas sta ancora avendo a che fare con la spalla reduce da un importante intervento chirurgico e Kam Chancellor ancora non si fa vedere. Potrebbe sembrare troppo estremo come quesito, ma in questo momento la relazione tra livello di salary cap e umore generale delle colonne delle squadre non è proprio la perfezione. Che Russell Wilson possa valere tutto questo? Può un singolo giocatore valere con tutti quei soldi un attacco da 24.6 punti a partita (10° nella lega) nei confronti di un insieme di giocatori facenti parte di una difesa da 15.9 punti concessi di media (1° nella lega)? Verissimo che Wilson ha realizzato il touchdown nell’ultimo NFC Championship, annientando di fatto i Green Bay Packers, ma è anche vero che lo stesso Wilson lanciò quattro intercetti nella medesima partita, e si tratta dello stesso Wilson che lanciò un altro intercetto, questa volta decisivo, nell’ultimo Super Bowl, anche se quella fattispecie richiederebbe un’ulteriore analisi, incredibilmente approfondita. Ma fa comunque parte della realtà. Non è vero che l’attacco vende i biglietti e le difese vincono i titoli?
Probabilmente le (possibili e probabili) conseguenze di questa mossa si potrebbero vedere solo nei prossimi anni, e non è comunque detto che escano fuori, ma in questo momento sembra molto difficile aspettarsi il contrario. Non a caso infatti sono già spuntate fuori le primissime: è stato tagliato il DT titolare Tony McDaniel, e la mossa è stata specificatamente eseguita dal front office per liberare spazio nel salary cap. Per il 30enne ben 29 partenze da titolare nelle 32 partite di regular season eseguite nelle ultime due stagioni, cosa non da poco in quella che è stata la maggiore shut down defense della lega. L’arrivo via trade di Mohammed Seisay è un’altra (seppur piccola) nota in tal senso. Arrivato dai Detroit Lions, il giocatore arriva con un contratto da rookie, firmato per di più come undrafted free agent. Da sottolineare che il ragazzo servirà per la depth chart della secondary visti i tanti problemi fisici patiti dal reparto di Seattle.
Giungendo quindi alle conclusioni. Riusciranno i Seattle Seahawks a trattenere il “core” della squadra nonostante questi nuovi accordi di Wilson e Wagner e con i vari Chancellor e Bennett decisamente scontenti? La cosa sembra estremamente improbabile. O per lo meno se davvero Seattle riuscirà nel miracolo sarà costretta a economizzare in maniera estremamente profonda in altri reparti, quanto meno altrettanto importanti (se non di più) come la offensive line tanto per fare un esempio abbastanza banale. C’è bisogno che ricordi il tipo di stagione che hanno avuto i Dallas Cowboys e i Green Bay Packers con una linea efficiente ai limiti della perfezione? Come detto le conseguenze potrebbero uscire fuori solo tra qualche anno, ma l’aver firmato Wilson a queste cifre potrebbe rivelarsi una spada di Damocle, un’arma a doppio taglio che ha al tempo stesso il potenziale per rivelarsi il principio di qualcosa di ancora più grande, o un lento e clamoroso logorio di una delle franchigie più efficienti di questi anni.
Studente di giurisprudenza. Appassionato delle Big Four, NFL in particolare. Tifoso sfegatato Green & Gold!