Primo giorno di free agency e partenza col botto.
Per quanto i nomi in ballo e le situazioni spinose fossero diverse le sorprese della notte sono andate ben oltre ogni aspettativa.
In attesa dell’ufficialità di Suh a Miami, sono tante le trade e le firme da vedere e valutare, ma su tutte spicca la sopresona Jimmy Graham, star tight end, spedito a Seattle. Cominciamo da qui.
Graham a Seattle, Unger a New Orleans
La scorsa offseason ha visto una lunghissima battaglia contrattuale tra i Saints e Graham che ha coinvolto anche il regolamento e giudici. Nessuno voleva cedere e l’accordo raggiunto, un contrattone da 10 milioni a stagione, è sembrato un’ottima soluzione sia per il giocatore che per la franchigia.
Dopo solo un anno dall’accordo però i Saints e Graham si separano. Questo il risultato della trade: Jimmy Graham e una quarta scelta al draft a Seattle in cambio di Max Unger e una prima scelta. Questa trade arriva a sorpresa e ogni tifoso nero-oro ha dovuto sentire la notizia che non avrebbe mai voluto sentire. Cosa ha spinto Loomis a un’operazione così azzardata?
Le comunicazioni e dichiarazioni ufficiali dicono che è stato un sacrificio per sistemare la difesa, ma allora il taglio di Lofton non ha moltissimo senso.
Noi possiamo solo veleggiare nel mare delle supposizioni e come prima cosa possiamo immaginare che la dura battaglia contrattuale dell’anno scorso abbia incrinato i rapporti e la voglia di Graham di cambiare aria ha spinto il GM dei Saints a una decisione dura, ma giusta nell’ottica spogliatoio. Forse è così, ma forse no.
Bisogna dire che il Graham di quest’anno è stato il lontano parente di quello visto l’anno scorso durante il contract year: ha saltato diverse partite, giocato in condizioni fisiche non perfette e ha sofferto diversi infortuni minori che ne hanno limitato l’efficacia.
La dirigenza avrà fatto le sue valutazioni e ha valutato di separarsi da un giocatore che fisicamente non è più in grado di garantire continuità e affidabilità. Ciononostante Graham è stata di gran lunga l’arma più efficace per il braccio di Brees ed il declino statistico di Graham è da imputare non solo alle sue singole prestazioni, ma alla generale difficoltà dell’attacco Saints, cosa che mi fa pensare che questa trade sia frutto della “disperazione” da salary cap.
In ottica di ricostruzione dare via le stelle per scelte al draft è una mossa giusta. Ma qui sta succedendo tutto troppo presto e ai tifosi, me compreso, non fa affatto piacere.
Il contraltare è l’acquisizione di Max Unger, mossa intelligente. Unger quando in forma è uno dei migliori centri della lega e Goodwin, oltre all’età ha cominciato ad avere diversi problemini fisici.
Peyton ha da sempre dato molta importanza alla linea offensiva per permettere a Brees di fare il suo lavoro e proteggerlo dalle botte. La mossa è intelligente in modo da poter riportare il promettente Lelito al ruolo di guardia e rinnovare la linea che la scorsa stagione ha sofferto un po’ troppo.
Da parte loro i Seahawks non potevano chiedere di meglio. Con Graham hanno guadagnato quell’arma da red zone che è mancata la scorsa stagione e che è costata diversi punti, nonché il Super Bowl.
Con Graham in roster sono ancora di più la squadra da battere e appaiono ancora di più come una delle formazioni più competitive della storia.
Graham vale decisamente una prima scelta e il tight end è stato “pagato” meno di quanto varrebbe, ma il vero colpo di Seattle non è l’acquisizione in sé, ma la possibilità di poter firmare un giocatore di questo calibro pur avendo mantenuto tutte le superstar già presenti in roster.
Una costruzione della squadra e gestione dei contratti incredibile che permetterà a Seattle di fare la voce grossa anche per i prossimi anni. I veri vincitori della nottata sono Carroll e la dirigenza Seahawks.
Foles a St. Louis, Bradford a Philadelphia
Un’altra sorpresa della notte è lo scambio di qb tra Eagles e Rams.
Nessuno può biasimare St. Louis per aver lasciato andare il qb. Dal draft in poi Bradford non ha mai saputo raggiungere i livelli che ci si aspettava da un prospetto come lui. Gli infortuni lo hanno tenuto ai box a lungo e i Rams negli ultimi anni sembravano la squadra che ha tutto per far bene e vincere tranne un passatore di livello in grado di gestire l’attacco.
In quest’ottica Foles è una buona scelta. Il ragazzo ha dimostrato di sapere lanciare e anche molto bene. A Philadelphia hanno interrotto l’esperimento dopo solo 24 partite perchè lo stress a cui è sottoposto un qb nell’attacco di Chip Kelly ha portato Foles a un certo declino, lasciando Phila fuori dai playoff.
Foles però, soprattutto nelle prime partire ha dimostrato di avere le carte in regola. Certo è stato anche davvero molto fortunato e questo viaggio a St. Louis sarà l’occasione per dimostrare a tutti i detrattori quanto vale realmente.
Per Philadelphia invece quello che ha prima vista può essere uno scambio fatto per puntare a Mariota nel draft, si rivela invece un’azzardata scommessa. Solo il campo ci darà una risposta.
Con Bradford Philadelphia guadagna un ottimo braccio e un qb in grado di leggere il gioco e gestire i ritmi frenetici richiesti dal coach. Bradford è un signal caller di livello che non riesce a esprimersi a causa di grandi infortuni e un ginocchio che non ne vuole sapere di guarire e la voglia dei Eagles di dargli una chanche la si trova anche nei cavilli della trade.
In caso di infortunio o in caso di scarso rendimento con meno di otto partenze da titolare Philadelphia riceverà ulteriori scelte al draft. Da una parte è una mossa per tutelarsi, dall’altra parte è però un chiaro segnale che su Bradford Kelly e gli Eagles vogliono puntare davvero.
Chip Kelly crede davvero nel suo sistema, più che nelle persone coinvolte nel suo sistema, ma questa trade mi sembra molto azzardata. Forse St. Louis ne esce vincitrice perchè Foles ha già dimostrato di saper portare a casa il lavoro.
Ngata a Detroit
Haloti Ngata in cambio di scelte al draft. I Lions escono ufficialmente dalla contesa per Suh e corrono ai ripari firmando un giocatore di sicuro livello in grado di coprire diversi ruoli.
La trade nasce dall’impossibilità dei Ravens di trovare un accordo per ristrutturare il contratto e abbassare i 16 milioni che Ngata avrebbe fatto pesare sul salary cap. Con il rimpiazzo Timmy Jernigan scalpitante e pronto a una chanche da titoalre, Baltimora ha deciso di lasciare andare un campione perchè non valeva più quei soldi che il contratto chiedeva.
Una situazione da win win, tutti ne escono vincitori e soddisfatti e magari i tifosi della Motown potranno ricominciare a sorridere un po’ dopo le pessime notizie riguardanti Suh.
Nella notte però non solo le trade hanno tenuto banco. Ci sono state anche importati firme. In primis il ritorno di Revis a New York.
Ora che ha vinto l’anello, Darrelle si prende anche i soldi: 70 milioni in 5 anni con 39 garantiti. Il tweet dello stesso Revis non lascia molto spazio a interpretazioni e speculazioni.
Ringrazia i Patriots per un anno fantastico, ma dichiara che sta tornando a casa. L’amore per i Jets non è mai venuto meno e dopo aver provato di essere ancora uno dei migliori cornerback, se non il migliore, Revis si è trovato nella situazione ideale: fresco vincitore del Super Bowl, ricercato da una squadra con moltissimo spazio salariale e voglioso di tornare proprio in quella squadra. I Pats hanno provato a tenerlo, ma non c’è stato nulla da fare.
Altra firma di lusso è quella di Gore ai Colts. Indianapolis continua nella costruzione intorno a Luck e con Gore il qb guadagna una grossa alternativa ai lanci.
Equilibrare lanci e corse è sempre una buona soluzione. Bisogna vedere se Gore riuscirà a dimenticare la scorsa stagione un po’ in ombra e tornare quel running back che può fare la differenza. L’età non gioca a suo favore: a 31 anni un running back è alla fine della carriera, ma la dirigenza deve aver visto ancora del grosso potenziale ed è stato preferito ad altri freeagent quali Murray e Ingram.
Un altro contratto multi milionario è quello di Torrey Smith coi 49ers: 40 milioni per 5 anni. A San Francisco tira una brutta aria con perdite di lusso e altri perdite attese (Crabtree su tutti). La dirigenza corre ai ripari e firma il ricevitore di ex-casa Ravens per dare a Keap una soluzione sui lunghi lanci.
Per l’attacco di San Francisco è fondamentale avere delle armi sugli esterni in modo da poter allungare le difese avversarie e creare quei buchi in cui Keap sa inserirsi correndo. Smith avrà un ruolo molto importante nella prossima stagione per evitare che i 49ers affoghino nella durissima NFC West.
Tra una cosa e l’altra un inizio di free agency col botto. Con altri colpi ancora pronti per essere sparati. Se ne vedranno delle belle.
Si avvicina agli sport americani grazie a un amico che nel periodo di Jordan e dei Bulls tifa invece per gli Charlotte Hornets. Gli Hornets si trasferiscono in Louisiana ed è amore a prima vista con la città di New Orleans e tutto quello che la circonda, Saints compresi, per i quali matura una venerazione a partire dal 2007 grazie soprattutto ai nomi di Brees e Bush. Da allora appartiene con orgoglio alla “Who Dat Nation”.
Seattle era già forte…quindi ora diventa fortissima. Ma il vero colpo è Nick Foles a St. Louis. Phila la scorsa stagione era saldamente in vetta alla sua division…prima del suo infortunio. Ora St. Louis diventa una signora squadra….già da play off.