Il modo migliore per gettarsi le peggiori disavventure sportive alle spalle è quello di iniziare a perseguire, studiando come muovere le prime mosse, qualcosa dal gusto nuovo e dal fresco sapore, che sia in grado di rinfrescare una memoria affranta, sconsolata e gettata nello sconforto. È questo quello di cui devono rendersi protagonisti i Green Bay Packers dopo un NFC Championship che potrebbe facilmente diventare una delle più clamorose debacle nella storia della National Football League, in quello che poteva invece essere un upset storico perpetrato ai danni dei campioni in carica dei Seattle Seahawks.
Tutti ormai conosciamo per filo e per segno quanto accaduto all’interno del CenturyLink Field, lo stadio più casinista dello stato di Washington e indubbiamente tra i più rumorosi dell’intero parco sportivo professionistico a stelle e strisce. Ma è oramai giunto il momento per la franchigia della Titletown di valutare cosa fare di alcune proprie pedine, e gettare le nuove basi per creare un gruppo più saldo, più cattivo, in grado di portare a termine compiti come quelli messi in atto in situazioni del tutto similari al primo tempo dell’ultimo NFC Championship.
E quale modo di farlo se non rinnovando i più importanti giocatori in scadenza di contratto, per una franchigia che ha fatto del “draft & develop” la propria linea guida, il proprio concetto di fondamento, la propria anima con cui andare all’assalto del Vince Lombardi Trophy? Già, perché il front office Green & Gold, guidato e capeggiato da Ted Thompson, ha per le mani una serie di gatte da pelare estremamente importanti per iniziare a pensare alla squadra che dovrà nella prossima stagione tentare di giungere al grande ballo, così malauguratamente sfiorato e mancato.
La lista di free agent è lunga, anche se non come quella dell’anno scorso (19 del 2014 contro i 16 di questa stagione), ma soprattutto presenta dei nominativi decisamente altisonanti, che Mike McCarthy e compagnia non si sognerebbero mai di voler perdere.
Volendo prima di tutto ricordare i circa 8 milioni non spesi dell’annata passata, riutilizzabili in questa free agency, il cap già libero in questo momento, le proiezioni sul salary cap della lega che dovrebbe salire dai 133 milioni attuali ai prossimi circa 140, è lecito credere che la squadra del Wisconsin potrà godere di almeno 25 milioni per trattenere i propri giocatori e tentare qualche fugace assalto nei riguardi dei free agent altrui. In questo momento la lista verde-oro presenta i nomi di: Randall Cobb, Tramon Williams, Davon House, Bryan Bulaga, BJ Raji, Jarrett Bush, Jamari Lattimore, Matt Flynn, Scott Tolzien, John Kuhn, Letroy Guion, Sean Richardson, Chris Banjo, Jarrett Boykin, DuJuan Harris, Don Barclay.
Partiamo, ovviamente, dal nominativo di maggior spicco, e che potrebbe seriamente essere coinvolto in un vero e proprio tornado di offerte: Randall Cobb. Il numero 18 verde-oro ha giocato la sua migliore stagione, colma di career high, in cui si è dimostrato in particolar modo la principale arma in red zone per Aaron Rodgers, in un’annata che ha visto Green Bay soffrire incredibilmente di scarsa produzione in questo tipo di situazioni. Arma polivalente, di cui McCarthy si è servito su svariati fronti in particolar modo sul finale di stagione, quasi certamente sarà la maggiore priorità per Ted Thompson in quanto a rinnovo. Perdere un giocatore di tale calibro potrebbe essere un duro colpo per l’arsenale offensivo dei Packers, ma Cobb si è detto più volte volenteroso di restare nel Wisconsin e vestire questa gloriosa maglia. Alla scadenza del suo ultimo anno del contratto da matricola, potrebbe facilmente strappare qualcosa di simile rispetto a quanto firmato da Jordy Nelson qualche tempo addietro (ricordo che quest’ultimo firmò prima di questa stagione un quadriennale da poco meno di 40 milioni). Con le parti molto vicine, e tanti elementi a calcare questo aspetto, non dovrebbe risultare estremamente complicato un rinnovo che alla lunga si dimostrerebbe fondamentale per tutto l’ambiente Packers.
Un’altra delicata situazione viene in essere riguardo uno dei reparti meno considerati e maggiormente sottovalutati, ma che alla fine dei conti si rivelano a dir poco decisivi ai fini delle sorti della propria squadra: quello di Bryan Bulaga e della offensive line. Il tackle destro verde-oro sarà un altro pezzo pregiato di questa free agency per Green Bay, e trattenerlo potrebbe seriamente contribuire a portare continuità ad un reparto sempre abbastanza critico per i Packers, ma che in questa annata ha giocato la sua migliore stagione da anni a questa parte. Lo stesso Rodgers ha descritto la propria linea come la migliore negli ultimi dieci anni, questo grazie soprattutto al fatto che i cinque titolari hanno giocato insieme tutte le gare stagionali, meno la home opener contro i New York Jets in cui mancò proprio Bulaga. Il giocatore non ha esplicato una chiara volontà di rimanere, rimandando il tutto al proprio agente, ma con una giusta offerta il prodotto di Iowa dovrebbe permanere nella Titletown.
Continuiamo a parlare di offensive line, ma questa volta svoltando verso il ruolo di backup. Questo è il compito di cui si è sempre occupato Don Barclay, e che con l’eventuale firma di Bulaga dovrà continuare a svolgere. Barclay ha sempre trovato sulla propria strada gravosi problemi di salute, con tanti infortuni nel corso della propria carriera, ma due elementi potrebbero portare Ted Thompson a rinnovare anche lui: la scarsa profondità della offensive line in depth chart, e soprattutto la pochezza degli altri backup. Il problema infortuni potrebbe indurre il giocatore ad abbassare un eventuale tiro, cosa che permetterebbe a Thompson di risparmiare ingenti importanti per il disegno più grande.
Un discorso similare potrebbe essere fatto per tre giocatori difensivi: Tramon Williams, Davon House e BJ Raji. Per quanto riguarda i primi due la questione è abbastanza semplice. Parliamo prima di Williams. A oltre 30 anni, i Packers non si possono permettere il suo attuale contratto da 10 milioni annui. Il giocatore ha comunque dichiarato apertamente di voler restare nel Wisconsin e McCarthy potrebbe ancora aver grande bisogno di lui. La sua esperienza e le sue capacità potrebbero tornare ancora estremamente utili alla causa, per cui un rinnovo a metà della cifra attuale sembra una possibilità decisamente realistica e positiva per ambo le parti.
Tocchiamo ora il caso House. Quest’ultimo ha sempre sofferto “acciacchi” di varia natura, ultima la frattura alla spalla sinistra che lo ha tagliato fuori per diverse settimane dai campi di gioco. Tuttavia il numero 31 è l’unico shut-down corner presente nel roster verde-oro e la sua fisicità è qualcosa che Thompson non può farsi sfuggire. Parlando della partita in cui si infortunò, il Monday Night Football vinto contro gli Atlanta Falcons, House si dimostrò l’unico in grado di porre un freno ad un inarrestabile Julio Jones, togliendogli di fatto la gioia del touchdown del vantaggio e della possibile vittoria cadendo con la spalla sul ginocchio dell’avversario, fratturandola. Anche in questo caso un piccolo sacrifico potrebbe essere qualcosa di determinante ai fini della causa maggiore.
Il discorso BJ Raji va a toccare diversi elementi. Prima di tutto la natura contrattuale. Dopo aver rifiutato un rinnovo biennale da 8 milioni per testare la free agency, il veterano si è dovuto accontentare di un contratto annuale da 4 milioni vista l’assenza di offerte giuntegli. Nell’annata che lo avrebbe dovuto rilanciare, un brutto strappo al bicipite destro ha totalmente cancellato la sua stagione. A questo punto, con i Packers in piena necessità di qualcuno in grado di apportare un importante quanto fondamentale contributo per la run defense, il front office di Green Bay deve decidere se puntare su Raji o cercare sin dalle prime battute un importante nose tackle via draft. Di possibilità ve ne sono, ma come ogni draft comportano rischi, e dopo l’ultimo NFC Championship non se ne possono correre davvero più. Molto possibile quindi il rinnovo annuale a cifre possibilmente anche minori per Raji, e nonostante tutto anche l’arrivo di un giovane da far crescere alle sue spalle, e magari da sfruttare anche a stagione in corso se il fronte Raji non dovesse produrre i risultati sperati.
Concorrente di Raji per la defensive line verde-oro, Letroy Guion ha dovuto prendere le redini del reparto visto l’infortunio al braccio del proprio compagno di squadra in via del tutto inaspettata, senza tuttavia tradire le aspettative di Mike McCarthy e Dom Capers. Dopo un avvio titubante, l’ex Minnesota Vikings ha disputato una seconda metà di stagione molto buona che ha portato a svariati apprezzamenti reciproci che potrebbero più che facilmente indurre ad un rinnovo, anche a cifre non esose.
Altra pedina importantissima, John Kuhn è anche uno dei giocatori più apprezzati da parte dei Cheesehead. Anche se ben oltre i 30 anni, l’idolatrato FB Green & Gold si è dimostrato praticamente sempre il key blocker per Eddie Lacy, e questo è un aspetto decisamente importante per un attacco che oltre a The Hammer gode delle prestazioni di Aaron Rodgers. In un roster che tra l’altro vede l’assenza di un TE in grado di effettuare importanti blocchi, la presenza di uno come Kuhn può decisamente cambiare le carte in regola per McCarthy.
A proposito di quarterback. Matt Flynn, Scott Tolzien, o entrambi? Situazione abbastanza controversa per i Green Bay Packers, soprattutto considerando che negli ultimi due anni il numero 12 ha sofferto di infortuni di una qual certa rilevanza. Tuttavia uno dei due verrà quasi certamente tagliato e tutti gli indizi sembrano indirizzare a Flynn. Braccio meno potente di Tolzien, complessivamente con meno capacità fisiche e atletiche, l’età più avanzata, e la conoscenza del mondo Packers e del playbook di McCarthy che si assottiglia sempre più. Probabilmente questa volta la vicinanza a Rodgers potrebbe non essere abbastanza.
Riguardo tutti gli altri, ossia Bush, Lattimore, Richardson, Banjo, Boykin, Harris, le speranze sono davvero infime. Per quanto riguarda Bush la superata soglia dei 30 potrebbe essere troppo da sormontare, su Lattimore va testimoniata la buona volontà di passare da DE a OLB prima e da OLB a ILB poi, ma in ambo le occasioni non ha mai dato prova di apportare un contributo degno. Richardson non ha mai calcato abbastanza le proprie capacità, sia negli snap difensivi che in quelli ricoperti con gli special teams (tra l’altro il peggiore dell’intera NFL), e la presenza di Morgan Burnett e Ha Ha Clinton-Dix non aiutano di certo. Chris Banjo potrebbe avere ancora qualche speranza, soprattutto perché dimostratosi uno dei pochi a mettere in campo sempre il giusto insieme di voglia, grinta e cattiveria. La sua speranza potrebbe essere una firma a basso costo. Boykin potrebbe vedere il suo tempo a Green Bay giungere al termine semplicemente per due motivi: le tantissime occasioni sprecate e la proposizione di tanti giovani come Davante Adams (che di fatto gli ha soffiato il posto come terzo ricevitore), Jeff Janis e Jared Abbrederis. Per DuJuan Harris difficile trovare spazio dietro Lacy e James Starks, non ha mai creato granché come ritornatore. Solo due touchdown di tali fattispecie sono infatti giunti da Micah Hyde.
Ricapitolando quindi i giocatori con maggiori priorità di rinnovo dovrebbero essere Cobb, Bulaga, il duo Williams-House, Kuhn e Barclay con un minimo di attenzione verso Raji e il draft per tentare di strappare un NT come si deve.
Quel che è certo è che i Green Bay Packers godono già da adesso di una solidissima base, consolidata nel corso degli anni grazie soprattutto all’operato del front office prima e del coaching staff poi (anche se quest’ultimo reparto ha commesso svariati e clamorosi errori quando trovatosi con la patata bollente in mano), ma perdere alcuni giocatori tra questi, in particolar modo anche uno solo dei primi due, potrebbe seriamente intaccare ogni possibilità di tentare un nuovo e ulteriore assalto al Vince Lombardi Trophy.
In similari condizioni si trovano anche le squadre che in quest’annata hanno dato maggiore fastidio alla franchigia del Wisconsin. I Dallas Cowboys, eliminati proprio dai Packers al Divisional Round, con la situazione Murray-Bryant e una difesa da migliorare assolutamente, i Detroit Lions sconfitti nel corso della Week 17 al Lambeau Field e che di fatto hanno consegnato il quarto titolo divisionale consecutivo alla squadra della Frozen Tundra che dovranno gestire i rinnovi di Ndamukong Suh (che non sarebbe propenso a rimanere nella MoTown, con la Grande Mela come meta preferibile) e Nick Fairley e, uscendo al di fuori del contesto contrattuale, gestire un Calvin Johnson che ha un po’ giocato come lo spettro del vecchio Megatron che tutti abbiamo imparato a conoscere. E non dimentichiamo i Seattle Seahawks che, a prescindere dal risultato del prossimo 1 febbraio, avranno a che fare con i vari Byron Maxwell, Malcolm Smith, il duo di ricevitori Lockette-Kearse e magari (direi anche soprattutto) Russell Wilson, in scadenza solo la stagione prossima ma con un rinnovo preferibile sin da ora, magari dopo il secondo Super Bowl consecutivo.
La prossima off-season quindi potrebbe spostare moltissimi equilibri, in favore di una fazione o di un’altra. Tuttavia i Green Bay Packers, grazie alla loro campagna strategica di “draft & develop” potrebbero partire avvantaggiati in una stenuante corsa al Vince Lombardi Trophy, iniziata per loro sin da ora. In attesa di vedere chi si aggiudicherà il grande ballo di giorno 1 febbraio, i movimenti nella Titletown fermentano, e non resta da fare altro che attendere le prime mosse di Ted Thompson e Mike McCarthy per vedere Green Bay ripartire alla conquista di quel premio così agognato da tutte le squadre della National Football League, in particolare da quella che ha avuto il merito di vincerne le prime due edizioni e fare in modo che venisse intitolato al proprio storico, glorioso ed ispirante allenatore: Vince Lombardi.
Studente di giurisprudenza. Appassionato delle Big Four, NFL in particolare. Tifoso sfegatato Green & Gold!