Subire una sconfitta per 45 a 7 in un Championship può significare il capolinea di un progetto, l’implosione di anni di lavoro, la perdita di consapevolezza di essere considerati e di sentirsi una squadra che ambisce ad arrivare al capitolo finale della stagione, il Super Bowl.
Non è così per gli Indianapolis Colts: la franchigia di Mr. Jim Irsay, dopo il record di 2-14 della stagione 2011, ha deciso di voltare radicalmente pagina rilasciando il suo franchise player, Peyton Manning, fermo da tutta quella stagione a causa del peggioramento dell’infortunio al collo che lo tormentava da anni.
Questo record permise ai Colts di ottenere la prima chiamata al draft e, ovviamente la scelta cadde sul QB di Stanford, Andrew Luck, che oggi è la superstar indiscussa della squadra. Anno dopo anno, il QB nativo di Washington è riuscito nell’impresa di guidare i suoi a migliorarsi progressivamente, centrando sempre l’accesso alla post season.
Ad un solo anno di distanza dalla stagione 2-14, nel 2012 i Colts guadagnarono l’insperato accesso alla Wild Card,conclusa con la sconfitta per 24 a 9 contro i Baltimore Ravens futuri campioni.
Nel 2013, nonostante il sofferto abbandono dell’offensive coordinator Bruce Arians, i Colts vinsero in rimonta contro i Kansas City Chiefs per 45 a 44, con Luck mattatore del match con ben 4 TD pass per 443 yards totali. La loro marcia si interruppe subito dopo nel Divisional Round contro i New England Patriots, match concluso perdendo per 43 a 22, in una partita senza storia.
Come è stata senza storia la partita di domenica scorsa, questa volta non al Divisional Round, ma al Championship. I Colts hanno quindi scalato ancora un gradino in più rispetto all’anno scorso, ma si sono dovuti nuovamente arrendere di fronte alla cima più alta rappresentata dai New England Patriots di Tom Brady e Bill Belichick, che Deflate-gate o meno, hanno dominato la partita senza se e senza ma.
Cosa manca quindi alla squadra di Chuck Pagano per essere considerata a livello dei Patriots e candidarsi a far parte all’élite della AFC?
La offseason della dirigenza dei Colts sarà fitta d’impegni soprattutto sul fronte rinnovi contrattuali: ci saranno da discutere le posizioni di ben tredici unrestricted free agents (tra gli altri Ahmad Bradshaw, Reggie Wayne e Hakeem Nicks) e di quattro restricted free agents.
La finestra per i rinnovi e le acquisizioni inizierà ufficialmente il 10 marzo. Sicuramente Chuck Pagano e il suo staff staranno già lavorando per risolvere i rinnovi più spinosi e cercare nuove pedine, avendo dalla loro uno spazio nel salary cap di circa 30 mln di dollari, che potrebbe aumentare nel caso avvengano ritiri eccellenti come quelli di Reggie Wayne, Cory Redding e Matt Hasselbeck.
Chuck Pagano spera in ogni caso che Reggie Wayne prenda in considerazione l’idea di rifirmare almeno per un altro anno, ma il discorso è rimandato di circa un paio di mesi in quanto il receiver ha deciso di operarsi all’inguine, di tornare con la famiglia a Miami e di riflettere se prepararsi a giocare o meno la sua quindicesima stagione tra i pro. Fanno ben sperare le ultime dichiarazioni di Wayne che ha ribadito che nelle poche partite giocate durante la stagione appena trascorsa si sentiva benissimo, elogiando infine il lavoro del coaching staff e dichiarando ancora una volta il suo attaccamento alla franchigia.
I punti deboli della squadra di Indianapolis sono senza dubbio la run defense (inadeguata contro il rushing attack dei Patriots), il run game offensivo dove i vari Richardson e Ballard non sono mai sembrati all’altezza della situazione e Bradshaw che purtroppo ha dovuto assistere agli ultimi 9 match dalla sideline in borghese, dopo essersi fratturato il perone.
Stesso infortunio che ha tenuto ai box per l’intera stagione anche Robert Mathis, outside linebacker, assenza che ha limitato non poco l’efficacia della pass rush dei Colts.
Quali potrebbero essere le aggiunte di spessore nel roster?
Un running back degno di questo nome sarà il need principale; la scelta più semplice sarà rifirmare Ahmad Bradshaw, ma c’è l’incognita della sua precaria condizione fisica. Alternativa “low cost” è puntare sugli altri running back presenti attualmente in organico, ovvero Dan Herron e Zurlon Tipton, con la prospettiva di sceglierne un terzo al draft.
Esplorando la free agency i nomi di spicco sono Frank Gore, Ryan Mathews (ci sono dubbi sulla condizione fisica di quest’ultimo), Stevan Ridley e C.J. Spiller, che potrebbe essere l’affare più facile da realizzare.
Come ci hanno insegnato le altre tre squadre arrivate al Championship, avere un running back di livello è necessario per ambire al Super Bowl, per informazioni chiedere ai vari Lynch, Lacy e Blount.
Altro reparto da rinforzare è quello dei wide receivers: la priorità è quella di rifirmare Hakeem Nicks, considerata la spada di Damocle del ritiro di Wayne che pende su questo reparto.
Aggiunta che potrebbe fare la differenza giocando da second option potrebbe essere uno tra Eddie Royal e Denarius Moore.
Il sogno nel cassetto è rappresentato da Torrey Smith: il giocatore di Baltimore darebbe una nuova dimensione all’attacco dei Colts, garantendo maggiore sicurezza a Luck nel tentare big plays e lasciando maturare senza troppa pressione Donte Moncrief, dimostratosi sicuramente un prospetto di talento, ma senza quella personalità necessaria ad affrontare le partite che contano.
Altra aggiunta fondamentale dovrà essere fatta nella già citata offensive line; la prima mossa senza dubbio sarà rifirmare Joe Reitz e A.Q.Shipley, pedine fondamentali per Chuck Pagano e per l’offensive coordinator Pep Hamilton.
I nomi caldi da tenere in considerazione sono James Carpenter dei Seattle Seahawks, poco utilizzato dai campioni in carica a causa di un brutto infortunio, e Orlando Franklin dei Denver Broncos, essenziale nei meccanismi della squadra di John Fox e Peyton Manning per il raggiungimento dello scorso Super Bowl.
L’ottimo lavoro di protezione a Payton Manning potrebbe dare maggiore sicurezza ad un reparto che necessita di un leader. La coppia formata da lui e Jack Mewhort porterebbe al salto di qualità che tutti si aspettano per proteggere adeguatamente Luck.
Di una nuova pedina ha bisogno anche la defensive line, specialmente con Cory Redding diventato free agent. Il prodotto di Texas è indeciso se appendere gli scarpini al chiodo oppure tentare di strappare l’ultimo contratto della sua carriera. Sicuramente il GM Ryan Grigson cercherà di riportarlo a Indianapolis per il training camp con un contratto non dispendioso dalla durata massima di due anni.
I nomi più appetibili accostati ai Colts sono il nose tackle di Arizona Dan Williams e B.J. Raji dei Green Bay Packers, oltre alla coppia dei New York Jets formata dal defensive end Leger Douzable e il nose tackle Kendrick Ellis, i quali renderebbero più profondo il reparto. Il nome ad effetto è Nick Fairley, defensive tackle dei Detroit Lions, il quale porterebbe senza dubbio una discreta dose di talento, oltre che alla possibilità di passare da 4-3 a 3-4 senza troppe difficoltà, qualità attualmente non presente in nessun giocatore della rosa dei Colts.
Altra incognita dalla free agency viene dai cornerback Darius Butler e Josh Gordy; in attesa di rifirmarli, Grigson si sta guardando intorno, precisamente su Danny Gorrer dei Ravens e Davon House dei Packers, entrambi giovani ed atletici, che si calerebbero velocemente nell’ingranaggio di coach Pagano.
Anche nel ruolo di safety la free agency può offrire un grande colpo, ovvero Devin McCourty dei New England Patriots, prodotto di Rutgers University, che si può adattare senza problemi ai ruoli di Cornerback, Free Safety e Kickoff Returner.
Negli ultimi anni è diventato sicuramente uno dei migliori giocatori della lega nel suo ruolo, racimolando in 3 anni ben 17 intercetti,7 fumbles forzati e 58 passaggi deviati.
Ovviamente se New England non venisse incontro alle sue richieste economiche in fase di rinnovo, McCourty esplorerebbe la free agency in cerca di un contratto molto vantaggioso, ma un sacrificio economico in tal senso da parte dei Colts potrebbe pagare dividendi molto alti.
L’obiettivo del coaching staff dei Colts sarà quello di assemblare una squadra che faccia rendere al massimo il caposaldo della franchigia, Andrew Luck: quando Andrew gioca male, difficilmente i Colts possono uscire vincitori, soprattutto nelle partite di post season. Basti pensare all’ultimo match contro New England, in cui Luck ha giocato male, apparendo a tratti timoroso, spaesato e racimolando due intercetti, nessun touchdown, 12 passaggi completati su 33 tentati per un totale di appena 126 yard. Considerando le altre tre apparizioni ai playoff, Luck ha lanciato 12 intercetti in sei partite, veramente troppo per un QB del suo talento.
I ricevitori certo non l’hanno assistito a dovere, droppando passaggi ricevibilissimi. Motivo per cui gli obiettivi in free agency citati prima diventano un investimento quasi obbligato.
La stagione 2015 avrà tre target imprescindibili: conquistare nuovamente la propria division, compito che non si prospetta così facile, in quanto i Texans cercheranno di migliorare nuovamente dopo il più che positivo 9-7 della passata stagione. Le incognite verranno da Jaguars e Titans, che al draft sceglieranno uno tra i migliori tre prospetti, con il rischio di trovarsi come avversario il Mariota o il Winston di turno, oppure altri elementi di talento come Randy Gregory (DE da Nebraska) e Amari Cooper ( WR da Alabama).
Secondo target sarà quello di esorcizzare la bestia nera New England Patriots, approfittando dello scontro in programma in stagione regolare al Lucas Oil Stadium; sicuramente la vittoria darebbe al gruppo la consapevolezza che Brady e compagni non sono imbattibili.
Ed infine il terzo obiettivo verrà da sè, ovvero migliorare l’approdo al Championship di quest’anno, ossia il viaggio al Super Bowl, che il prossimo anno festeggerà il suo 50° anniversario.
Andrew Luck e coach Pagano hanno cerchiato il 7 febbraio 2016 con il proverbiale pennarello rosso.
Il futuro è nelle loro mani.
Usa addicted, appassionato di sport americani da circa 15 anni, cresciuto con MJ come mito ed ovviamente non posso che continuare a tifare Bulls.
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