Quindici anni. Da questo lunghissimo tempo i Buffalo Bills non giocano una partita di playoff, un’eternità che per molte stagioni consecutive ha lasciato una piazza davvero attaccata alla propria franchigia molto delusa ed insoddisfatta.
Rex Ryan è il nuovo capo allenatore dei Bills da poche ore, ma ha già individuato la sua missione principale: riportare i Bills a giocare le partite che contano, ed il materiale che troverà a roster potrebbe fare al caso suo, almeno guardando la questione da un punto di vista prettamente difensivo.
A sfatare il mito quindicennale c’era quasi riuscito Doug Marrone, che ha lasciato Buffalo in maniera abbastanza vile tradendo giocatori e tifosi, sfruttando una clausola contrattuale che gli permetteva di uscire dall’accordo al termine della presente stagione. I Bills ed i loro notevoli progressi sono stati abbandonati nel mezzo di un processo dove i risultati positivi si erano cominciati a vedere con una certa concretezza, spezzando tutte quelle speranze che i tifosi avevano riposto in questo nuovo ciclo della franchigia da loro idolatrata.
Dopo dieci stagioni consecutive con un bilancio perdente, difatti, Marrone era riuscito a traghettare la squadra al primo record vincente, 9-7, per la prima volta dal campionato 2004 mancando per un soffio l’accesso alla postseason. Le prestazioni offerte dalla compagine di Orchard Park sono risultate discontinue, non si è mai verificata una striscia di vittorie superiore a due, ma quanto ottenuto è stato in ogni caso molto soddisfacente, soprattutto considerati gli infortuni che l’attacco ha patito (Jackson e Spiller su tutti) e la mancanza di stabilità nel ruolo di quarterback, con quest’ultimo a rappresentare il nodo più complicato da sciogliere da parte della nuova gestione.
Ora tocca a Rex Ryan prendere per mano questa squadra facendola continuare all’interno del percorso corretto, quello che dovrebbe tirare fuori una volta per tutte dalle secche una franchigia che desidera tornare nella NFL che conta, essendo passato troppo tempo dalle fantastiche evoluzioni in campo di Jim Kelly, Thurman Thomas e Bruce Smith, le stesse che avevano infuocato l’altrimenti freddissimo clima di Buffalo.
L’aspetto positivo della faccenda, che probabilmente ha fatto propendere Ryan a considerare fortemente questa offerta di lavoro, sta nel fatto che Buffalo possiede un reparto difensivo molto consistente, il quale ha offerto un rendimento molto alto per tutta la regular season appena conclusa. La difesa ha terminato al quarto posto per punti concessi di media con 18 ad apparizione, la pressione è stata niente meno che eccellente per merito dei 53 sacks collezionati, miglior statistica di tutta la Lega, ed il recupero dei possessi è stato molto soddisfacente grazie ai 31 turnover provocati, 19 dei quali sono risultati essere intercetti.
Quelle appena elencate sono statistiche molto interessanti, perché possono essere tranquillamente mantenute sotto le direttive di un coach specializzato nella difesa come Ryan, che oltre ad aver portato in alto i Jets nei suoi primi tre anni a New York ha fortemente contribuito ai successi difensivi dei Ravens, per i quali ha lavorato sia sotto Brian Billick che quale collaboratore fidato di John Harbaugh facendo classificare il reparto difensivo di Baltimore tra i migliori della NFL per più stagioni.
Il tema portante sarà il comprendere come Ryan intenderà rinnovare la difesa dei Bills, ora che è stato assodato che Jim Schwartz – il responsabile dei successi difensivi di questa stagione – ha definitivamente rinunciato a restare in città con la carica di defensive coordinator proprio a causa delle differenze filosofiche nei confronti del buon Rex, il quale, a differenza di Schwartz, ha sempre basato i suoi principi difensivi sull’allineamento 3-4. In ogni caso, ciascun schema di Ryan può funzionare solo potendo schierare due cornerback molto forti, dei linebacker in grado di andare in blitz con efficacia, ed una linea in grado di generare forte pressione. Escludendo il secondo corner molto forte (al momento l’unico è Stephen Gilmore, un astro nascente), gli altri pezzi pare siano già al loro posto, e tale discorso comprende anche la presenza di Dennis Thurman, il quale era il defensive coordinator nelle ultime due stagioni di Ryan ai Jets, e che lavora con lui dal 2008.
La linea difensiva è considerata da molti quale la più forte della NFL potendo schierare un quartetto d’elite comprendente Mario Williams, Kyle Williams, Marcell Dareus e Jerry Hughes, con quest’ultimo che sarà free agent e costituirà una delle prime decisioni importanti da prendere per l’immediato futuro. Sia SuperMario che Hughes (24,5 sack in totale) hanno già esperienza nella posizione di outside linebacker qualora venissero create delle disposizioni ibride, giocatori come Nigel Bradham hanno mostrato una discreta continuità nell’andare in blitz, e creare nuovi turnover non dovrebbe essere un grosso problema, dato che Preston Brown ha dimostrato di essere un linebacker atleticamente ben attrezzato per coprire in marcatura, e che il reparto ritroverà la star nascente Kiko Alonso, rimasto ai box per tutto l’anno a causa dello strappo del legamento anteriore del ginocchio occorsogli in offseason.
I dubbi riguardano un attacco che oggi si trova senza una guida, a causa del ritiro di Kyle Orton (che, con i suoi limiti, ha svolto un lavoro egregio) e della scarsa consistenza di EJ Manuel, che come prevedibile non ha mai tenuto fede al suo status di scelta di primo giro e che in questo momento è l’unica opzione a roster con esperienza per giocare. Ma il mercato è destinato ad aprire opzioni interessanti da valutare, ed i Bills daranno sicuramente a Manuel la concorrenza di un veterano in grado di giocare il sistema Air Coryell (uno schema molto vicino alla West Coast Offense), che Ryan ha già praticato ai Jets e sotto le quali direttive l’attuale attacco dei Bills era già impostato.
Da questo punto di vista è sicuramente una buona notizia il fatto che Buffalo abbia firmato l’ex offensive coordinator di San Francisco, Greg Roman, che ha lavorato in un sistema power running mischiato a lanci intermedi, operazioni tese al controllo del cronometro reso possibile dalla continua produttività del guadagno sistematico. Il backfield a disposizione di Roman sarà interessantissimo, con Fred Jackson fisicamente rispondente alle caratteristiche richieste nonostante i 33 anni, Anthony Dixon può dire la sua nelle ultime 20 yard, con l’addizione dell’incognita data dalle movenze atletiche di CJ Spiller, playmaker fortemente limitato dagli infortuni. Basandosi la Air Coryell su un gioco di corse fisico in grado di aprire la porta alla playaction, permettendo al quarterback di sfruttare i mismatch offensivi al massimo, la presenza di un ricevitore giovane ed esplosivo come Sammy Watkins potrebbe rappresentare il classico cacio sui maccheroni.
Mancano ancora alcuni ingredienti, di non poco conto: servirebbe un tight end con un’attitudine alla ricezione nettamente migliore rispetto a Scott Chandler, buon bloccatore e nulla più, la linea offensiva è stata complessivamente disastrosa sia nell’apertura di varchi che in fase di protezione sui passaggi, e si necessiterebbe di un ricevitore fisico di struttura simile a Chris Hogan, ma dotato di maggior talento.
Difficile che il Draft porti qualcosa di sostanzioso, dato che i Bills hanno ceduto la prima scelta 2015 per salire a prendere Sammy Watkins, ma la free agency o qualche giocatore in procinto di essere messo a disposizione seppure ancora sotto contratto potrebbero rivelare soluzioni interessanti soprattutto tra i registi, e si fanno già i nomi di Jay Cutler (che sembra però poco adatto a questo sistema), Nick Foles e addirittura Mark Sanchez, che con Ryan giocò i primi due anni di carriera arrivando a due AFC Championship consecutivi.
Un ultimo aspetto molto interessante di questa assunzione riguarda la conoscenza da parte di Ryan della Division in cui continuerà ad allenare, la AFC East. I Jets sono stati il suo pane quotidiano per sei stagioni, ma soprattutto Ryan è stato tra gli allenatori più capaci di limitare gli attacchi di Brady e Belichick, giocando delle gare ai limiti della perfezione contro la squadra che ha oramai perso il conto dei titoli divisionali consecutivi che si è aggiudicata.
I presupposti perché i Bills cambino definitivamente marcia ci sono tutti, e la lunga assenza dalla postseason sembra destinata a vedere la sua fine in tempi abbastanza brevi. Difficile sostenere che i Bills tra dodici mesi esatti presenzieranno ai playoff, ma con Ryan al timone pare possano senz’altro dormire sonni tranquilli.
Davide Lavarra, o Dave e basta se preferite, appassionato di Nfl ed Nba dal 1992, praticamente ossessionato dal football americano, che ho cominciato a seguire anche a livello di college dal 2005. Tifoso di Washington Redskins, Houston Rockets, L.A. Dodgers e Florida State Seminoles. Ho la fortuna di scrivere per questo bellissimo sito dal 2004.