Si è chiuso il Wild Card Round di questi play-off NFL e si è di conseguenza definito anche il quadro del Divisional Round, che verrà disputato nel corso del prossimo fine settimana. È arrivato ora il momento di dare un’occhiata con la lente d’ingrandimento a ciò che è stato il meglio e il peggio della settimana con il Top & Worst!
TOP
1 – Tony Romo: how bout that come back? Il numero 9 dei Dallas Cowboys si dimostra essere un degno leader per la formazione di Jerry Jones con un altro come back, questa volta ai danni dei Detroit Lions, che consente alla formazione texana di avanzare al Divisional Round. In una serata che ha visto la offensive line e di conseguenza DeMarco Murray non al massimo delle ormai solite aspettative, Romo eccelle in quella che poteva dimostrarsi (ed infatti così è stato in avvio) una serata difficile e tumultuosa. Il pupillo di Jason Garrett guida la propria squadra alla rimonta dal 14-0 iniziale con due bellissime segnature, entrambe recapitate nelle mani di Terrance Williams, e riesce a distribuire palloni in ogni dove (sei ricevitori con almeno tre ricezioni con il solito Witten a toccare il massimo con cinque). Oltre alle due segnature di cui sopra Romo chiude con 19/31 per 293 yard.
2 – Andrew Luck: partita ancora una volta strepitosa da parte del prodotto di Stanford che in una serata piuttosto convulsa con un primo tempo senza esosi colpi di scena, subisce la svolta decisiva quando il numero 12 trova Donte Moncrief per un touchdown da cineteca. Scramble che porta ad un lancio di 36 yard mentre il quarterback di Chuck Pagano cade a causa di un colpo di un membro del front seven di Cincinnati, risulta alla fine essere la giocata che apre il divario decisivo e permette ai Colts di avanzare al Divisional Round in cui sfideranno una vecchia conoscenza come Peyton Manning, ancora una volta. Per il nativo di Washington oltre alla strabiliante segnatura targata Moncrief un totale di 376 yard su un ottimo 31/44.
3 – Terrell Suggs: partita decisamente positiva per il leader difensivo dei Baltimore Ravens nonché ex vincitore del titolo di difensore dell’anno. Il numero 55 è una continua spina nel fianco per il reparto offensivo della formazione appartenente alla Steel City e si presenta continuativamente alla finestra di “Big Ben” Roethlisberger, bussando anche abbastanza perentoriamente. Nessun sack per il linebacker di John Harbaugh a fine partita, ma un’intimidatoria presenza che per tutto l’arco della partita non ha consentito al numero 7 avversario di trovare una qual certa continuità in fatto di calma nella sacca. Decisivo il suo intercetto che sigilla la partita a favore dei Baltimore Ravens nel finale, e ora occhi rivolti verso quella che si prospetta essere una scintillante trasferta contro Tom Brady ed i New England Patriots.
WORST
1 – Ryan Lindley: brutta prova per il terzo QB in depth chart di Bruce Arians e dell’intero reparto offensivo degli Arizona Cardinals, in grado addirittura di toccare solo quota 109 yard. Ancora una volta Lindley non esprime un buon football e non riesce a condurre come si deve il proprio reparto offensivo. Davvero impietoso il raffronto con Cam Newton: 16/28, 82 yard, 1 TD, 2 INT contro il 18/32, 198 yard, 2 TD, 1 INT del numero uno di Carolina. Stagione davvero da dimenticare per i Cardinals con un Arians che molto probabilmente verrà nominato “Head Coach of the Year”, ma che con Lindley in cabina di regia non è potuto giungere a giocare il Super Bowl in casa, a Glendale. Un enorme peccato principalmente per i presupposti e per un reparto difensivo che si è imposto in questa stagione come uno degli elite dell’intero parco della lega.
2 – Andy Dalton: continua quella che è diventata nel corso degli anni una brutta tradizione per la squadra di casa a Cincinnati, al quale si aggiunge un ulteriore dato statistico negativo: i Bengals diventano la prima squadra nella storia a subire una sconfitta nell’opening round della post-season per quattro anni consecutivi. Protagonista di questa disfatta è ancora una volta il quarterback numero 14. Mai in sintonia con il resto della squadra, continuamente in procinto di commettere l’errore decisivo, perennemente in precarie condizioni di rendimento. Una partita da 18/35 per 155 yard senza segnatura alcuna sono l’ultima testimonianza della difficoltà di Dalton nella post-season, che di nuovo non permette a Marvin Lewis di vincere una partita di quelle che contano.
3 – Steelers offensive line: serata non estremamente pessima, ma certamente negativa per la linea di Mike Tomlin. Nella partita più importante, da giocare contro i propri acerrimi rivali, bisognava sopperire all’assenza del giocatore che forse più di ogni altro risultava essere l’ago della bilancia: Le’Veon Bell. La capacità del running back di Tomlin di attendere il giusto varco è stata un’arma importante, e la sua assenza nel complesso del gioco offensivo di Pittsburgh si è sentita. Conseguente la scarsa produzione del ground game con totale assenza di segnature e Harris in qualità di miglior singolo con 9 portate e sole 25 yard. Cinque inoltre i sack concessi al pass rush dei Ravens e molti nei momenti chiave, con corposa pressione che ha anche portato ai due pick di Roethlisberger che hanno consegnato le chiavi del Divisional Round ai Corvi del Maryland. Anche qui un vero peccato venuto in essere a causa di avverse circostanze.
Studente di giurisprudenza. Appassionato delle Big Four, NFL in particolare. Tifoso sfegatato Green & Gold!
Cincinnati perdente ai playoff ma negli ultimi 4 anni più vincente, nel complesso, di oltre metà delle altre squadre della lega. Tutto considerato, risultati soddisfacenti.