È risaputo. Nella National Football League esistono delle partite che delle squadre cerchiano in rosso in un calendario. Match decisamente più importanti di altri, anche se a detta di alcuni potrebbero non avere un’enorme rilevanza nei confronti della post-season. Anche se ogni gara conta come le altre ai fini della corsa al Vince Lombardi Trophy non si può negare che vincerne alcune porta un’importante ventata di freschezza nello spogliatoio, in uno stadio al momento di un gran touchdown, nella vita di tutti i giorni di appassionati, fan e soprattutto scalmanate tifoserie.
Nel corso di questi anni ve ne sono alcune che si stanno ravvivando e tenendo continuamente particolarmente accese, come quella tra i Baltimore Ravens ed i Pittsburgh Steelers o nell’integrità della NFC East. Alcune stanno nascendo o riscoprendo una loro natura, basti guardare ad esempio alle due South Division o alla NFC West. Ma se vogliamo trovare una rivalità che sta perdendo colpi, divagando e compiendo una svolta verso il senso unico è quella più antica, importante, acerrima e che probabilmente connota la più grande fusione di odio e rispetto: quella tra i Green Bay Packers ed i Chicago Bears.
Questa è una grandissima rivalità che pone le sue radici nei lontanissimi anni 20 e che presto toccherà il secolo d’età ed anche i 200 episodi. Ben 22 titoli complessivamente (13 per i Packers, 9 per i Bears), 5 dei quali sono Super Bowl (4 in quel di Green Bay, 1 soltanto nella Windy City targato Mike Ditka) e 57 membri della Hall of Fame (30 per la formazione dell’Illinois, 27 a favore dei Green & Gold). Numeri impressionanti che ben denotano quanto queste due squadre abbiano dato alla National Football League e che tendono a mettere in mostra il lato, sotto il punto di vista storico, forse più vincente in una rivalità e di una singola Division.
Ma negli ultimi anni qualcosa è cambiato, e sta cambiando tutt’ora, fino a rendere tutto questo ben di Dio una sorta di monologo a tinte verdeggianti e che si sta tramutando nel corso di queste ultime partite tra le due formazioni della zona dei grandi laghi americani in uno showdown a senso unico.
Non bisogna andare molto indietro con la macchina del tempo per denotare questo tipo di tendenza che questi match stanno assumendo, un possibile ed estremamente importante esempio è la stagione passata. Dopo la prima gara tra queste due formazioni i Packers ne uscivano con le ossa rotte, nel vero senso della parola. Clavicola fratturata per Aaron Rodgers e chissà cos’altro di peggio potesse presentare alla porta della Titletown il prosieguo della stagione. Tuttavia la scoperta di Eddie Lacy al draft ha permesso ai verde-oro di andare avanti per la propria strada fino ad incontrare di nuovo i Chicago Bears al rush finale, nella Week 17 che avrebbe decretato il vincitore della Frozen North.
A voler guardare l’intera partita l’unico grande e assillante pensiero che ha scandito la mente del numero 12 è uno soltanto, il più classico in queste vicissitudini: la vendetta è un piatto che va servito freddo. Ed ecco subito sfornato allo scadere della quarta frazione di gioco il famoso touchdown di Randall Cobb (anch’egli reduce da una frattura ossea, alla gamba però) che ha garantito a Green Bay il più classico dei “game, set & match”. Vantaggio preservato per quel poco che mancava alla fine dei 60 minuti regolamentari, partita e divisione ancora una volta in mano alla squadra guidata da Mike McCarthy.
Quest’anno lo scenario è ben diverso, estremamente differente. I Chicago Bears, sempre pilotati da Marc Trestman in qualità di head coach, si sono presentati all’inizio di questa stagione con una squadra più rodata, un reparto offensivo al completo ed al massimo del potenziale del proprio arsenale da fuoco ed una difesa che poteva godere di qualche giovane da poter far esibire sin dai primi snap (qualcuno ha detto Kyle Fuller?) e soprattutto dei veterani, strappati con grossi contratti nel corso della free agency, che avrebbero dovuto far fare il salto di qualità alla difesa degli Orsi dell’Illinois: si, proprio tu, signor Jared Allen.
I Packers invece hanno fatto qualcosa di tendenzialmente dissimile rispetto ai propri standard ed alle proprie consuetudini, andando a pescare in free agency uno dei pezzi mancanti del roster. E dove è andato a trovare questo pezzo Ted Thompson? In quel di Chicago ovviamente! Il più classico dei veterani, scaricato perché considerato troppo in là con gli anni, e che invece si sta rivelando un’importantissima arma con una nuova maglia indosso. Julius Peppers, neanche a farlo di proposito colui che ruppe la clavicola di Rodgers solo un anno prima, è passato dall’altra sponda del fiume e proprio contro i suoi vecchi compagni di squadra ha lasciato una zampata degna di nota e che ha messo in netta e chiara evidenza un errore attuato dal front office dei Bears. Mai lasciarsi scappare qualcuno che è nominato “The Freak of Nature”, ci sarà pure un più che valido e ragionevole motivo.
Fatto sta che la formazione del Wisconsin, in una stagione regolare che li ha messi di fronte agli avversari dell’Illinois più presto del solito, ha già portato a casa le due partite contro Chicago ponendo in essere uno sweep che molto doloroso è risultato, e probabilmente risulterà ancora per qualche tempo, ai danni della tifoseria del Soldier Field. Una vittoria per 38-17 durante la Week 4 nella Windy City, maturata in avvio di secondo tempo, ed una incredibilmente roboante W maturata sin dai primissimi snap della gara nel corso della Week 10 in cui i Bears le hanno sonoramente prese in particolar modo da parte di Aaron Rodgers, per l’ennesima volta.
L’ultimo scontro tra Packers e Bears è di particolare interesse. Già, perché per la prima volta Dom Capers (defensive coordinator dei Green & Gold) e Mike McCarthy hanno per la prima volta attuato una mossa che potrebbe permettere alla squadra di Green Bay di prendere due piccioni con una fava e risolvere così tutti quei problemi difensivi che così tanto hanno tormentato la loro formazione nel corso degli ultimi anni: lo spostamento di Clay Matthews in qualità di ILB nel corso dei primi due down.
Mossa di incredibile rilevanza perché, se da un lato Rodgers ha letteralmente massacrato il reparto difensivo di Chicago, dall’altra il numero 52 non ha lasciato spazio alcuno alle corse di Matt Forte, fermandolo di fatto a 54 yard dopo averne collezionate 122 al Soldier Field, e fermando l’intero running game di Trestman a 55 yard in tutto l’arco del match (235 sono state invece le yard complessive nell’episodio precedente). Come possiamo denotare quindi grazie al career high da 11 tackle, Clay Matthews è sembrato poter diventare di nuovo quell’indemoniato ed inferocito essere che tutti hanno imparato a conoscere tempo addietro.
Mossa che ha letteralmente messo un importante freno ai Bears e che, insieme a tutto il resto del contorno, non ha permesso alla formazione ospite di raccogliere alcun punto durante il primo tempo. A tutto questo aggiungiamo il pareggio del record detenuto singolarmente da Lamonica nel 1969 da parte di Rodgers con 6 touchdown in un tempo, e il primo dei due intercetti di Jay Cutler (per mano rispettivamente di Micah Hyde e Casey Hayward, il secondo addirittura un pick six maturato nel secondo tempo però) ed è di incredibile facilità rendersi conto che il 42-0 del primo tempo, divenuto poi il 55-14 finale, ha messo in mostra quella che probabilmente non sta più diventando una rivalità, ma una semplice routine.
Volendo prestare per un attimo la nostra attenzione sugli Orsi buona parte del merito, o se preferite demerito, di tutto questo è di un particolare giocatore: Jay Cutler. Il numero 6 di Chicago ha particolarmente impressionato in negativo: per l’undicesima volta su dodici match ha pagato in maniera indelebile il confronto con Aaron Rodgers, arrivando a commettere i più classici errori da Dr. Jekyll e Mr. Hyde che la maggior parte degli appassionati ha imparato a conoscere. La freddezza e la mancanza di spirito e grinta sul volto di Cutler sono probabilmente l’anima e l’essenza di quello che in questo momento è l’umore e lo stato d’animo dei Bears e della propria tifoseria, rispecchiandolo in tutta la sua pienezza.
Abbastanza rabbiosa e tumultuosa è stata di fatto la reazione dei tifosi dei Bears che si sono anche riuniti bruciando le maglie del loro quarterback ed inneggiando a repentini cambiamenti. Difficile tutto questo però dopo un rinnovo a termine non brevissimo e con una gran porzione economica dell’accordo in soldi garantiti. Di più facile realizzazione potrebbe essere la partenza di Marc Trestman, ma potrebbe sembrare un passo avventato guardando alla stagione passata in cui l’attacco dei Bears era molto produttivo ed era anche molto godibile all’occhio. Ricordiamo però che, come Rodgers, anche Cutler ha avuto i suoi problemi fisici e che spesso e volentieri è dovuto salire in cattedra quel Josh McCown trasferitosi in quel di Tampa. Difficile vedere in questo momento come gli Orsi possano risolvere i propri problemi, fatto sta che delle importanti decisioni andranno prese e dovranno per forza di cose essere seguite a ruota da mosse di una rilevanza anche maggiore.
Come possiamo notare quindi la situazione della rivalità più importante a livello storico della National Football League sta facendo pesantemente pendere la bilancia da una parte sola. In questo momento Green Bay è ancora una volta in lotta per la NFC North, tuttavia i Detroit Lions sono in questa fattispecie gli avversari da superare per conquistare la suddetta ancora una volta, mentre proprio il fanalino di coda sono i Chicago Bears, da sempre una delle squadre più in voga ed in grado di effettuare delle prestazioni dall’alto tasso di rendimento.
Che questa rivalità sia destinata a scemare fino a diventare una semplice ed ordinaria partita? Che il tempo possa portare ad un drastico cambiamento degli equilibri storici di questa splendida lega? Impossibile. Green Bay Packers vs Chicago Bears rimarrà sempre e comunque una gara di cartello. Sicuramente vedere i secondi ridotti in queste condizioni non è una bella cosa da vedere per ogni fan e per ogni appassionato di football, me compreso. Ognuno vorrebbe vedere e godere sempre e comunque di una gran partita tra queste due formazioni. Per quest’anno i giochi sono fatti e le somme tirate. Non resta che aspettare cosa faranno i Bears per rinnovare la loro forza e se i Packers potranno ancora una volta dire la loro in una delle Division più importanti a livello storico e che da sempre porta in dote un gran quantitativo di grandi campioni, sportivi e uomini.
Studente di giurisprudenza. Appassionato delle Big Four, NFL in particolare. Tifoso sfegatato Green & Gold!
Qual’è la sfida più sentita per i dallas cowboys? Quella con i redskins o ci sono altre sfide più sentite per i boys? Anche se u tantino sfuocato qualsiadi squadra vorrebbe battere la squadra mito di dallas