Un’altra settimana di emozioni NFL, e senza altri indugi possiamo partire col nostro Weekly…
3 SQUADRE IN CRISI
San Francisco 49ers
I 49ers perdono la loro seconda partita consecutiva, e cosa più grave lo fanno in casa contro i Rams. Che la bye week non
porti bene alla squadra di Jim Harbaugh è cosa conosciuta (1-2-1 il bilancio dal 2011), ma in particolare l’esecuzione del
gioco è apparsa quantomai traballante, soprattutto in attacco e nella linea offensiva. I Rams prima del match avevano un
risibile numero di 6 sacks nelle precedenti partite, prontamente raddoppiato nel solo primo tempo (8 totali a fine
partita). Nelle ultime due partite complessivamente i 49ers hanno concesso 14 sacks, e non si spiega solo con l’emergenza
di Marcus Martin nel ruolo di centro: lo stesso Colin Kaepernick ha esagerato nel tenere il pallone, salvandosi le
statistiche personali ma danneggiando la squadra. Fino al patatrac finale, fumble sulla 1-yard e partita chiusa.
Fortunatamente la difesa anche senza Patrick Willis ha tenuto bene, con due intercetti e un Chris Borland spettacolare con
18 tackles, ma l’attacco deve trovare un’identità in fretta se i 49ers vogliono salvare la stagione. Frank Gore e Carlos
Hyde hanno totalizzato solo 15 corse, e Kap sembra in difficoltà. “Quando non hai confidenza, abbassi gli occhi, come sta
succedendo a Kaepernick”, ha ben spiegato il momento 49ers il grande ex Steve Young. Domenica la trasferta a Nola contro i
Saints è da brivido, ma nei momenti peggiori San Francisco ha sempre saputo rialzarsi: sarà così anche questa volta?
San Diego Chargers
Sconfitta imbarazzante quella di domenica per i Chargers, un 37-0 contro i Dolphins che solleva seri interrogativi sulla prosecuzione di stagione per la squadra di coach McCoy. E’ preoccupante anche il momento di Philip Rivers, che ha perso la palla ben quattro volte, di cui 3 intercetti, senza touchdowns, evento che in casa Chargers non capitava dal 2005: in quel caso fu Drew Brees ad essere intercettato 3 volte e a non firmare neanche un touchdown contro i Raiders. Ma anche la difesa è stata passiva, non riuscendo a mettere pressione su Ryan Tannehill, al punto di concedere punti nei primi quattro possessi di Miami, e non forzare i Dolphins al punt se non a terzo quarto inoltrato. Sicuramente la bye week (e una partita coi Raiders tra due settimane) aiuteranno Mike McCoy a rimettere in carreggiata la squadra, sperando in ritorni importanti: come la safety Jahleel Addae e il linebacker Manti Te’o. Anche se alla fine per invertire l’attuale momento no l’attacco dovrà sbagliare meno e ritornare ai livelli di inizio stagione, altrimenti i playoffs si allontaneranno per San Diego…
Houston Texans
4 sconfitte nelle ultime 5 partite, e l’unica vittoria contro i derelitti Titans. Alla fine anche senza il qb titolare gli
Eagles hanno avuto ragione dei texani, e sempre più venti di cambiamento soffiano a Houston per portare al panchinamento
di Ryan Fitzpatrick e far partire titolare l’altro Ryan, ovvero l’ex Patriots Mallett. Anche se forse i problemi
offensivi non dipendono esclusivamente da un giocatore, ma dagli errori che spesso forzano al terzo down Houston, dove i
numeri sono certamente negativi (solo il 37,6% dei tentativi convertiti in stagione), e la poca precisione di Fitzpatrick
non migliora le cose. In difesa da registrare gli infortuni a Jonathan Joseph e Kareem Jackson che non promettono nulla di
buono, e che non rendono più facile la situazione della secondary: le speranze nella seconda parte di stagione partono
dalla difesa, che domenica ha messo fuori campo Nick Foles, ma non ha certo fermato l’attacco di Philly come da
progetto…
DOSSIER BACKUP QUARTERBACK
Ancora una volta un quarterback di riserva disastroso, in questo caso Brandon Weeden per i Dallas Cowboys, ha fatto
emergere il problema ricorrente in cui incorrono molte squadre: non avere una garanzia sufficiente al momento che il
proprio quarterback titolare deve saltare una o più partite per infortunio, quello che è successo anche l’anno scorso ai
Green Bay Packers quando Aaron Rodgers dovette saltare diverse partite, e coach McCarthy fu costretto a lanciare
l’inesperto rookie Scott Tolzien. Per sottolineare l’importanza di avere una riserva affidabile, basta pensare a come Josh
McCown invece subentrò efficacemente al posto di Jay Cutler per Chicago, al punto di garantirsi un contratto
multimilionario ai Tampa Bay Bucs in offseason. Analizziamo quali sono le situazioni più tipiche in cui incorrono le
squadre quando si tratta di risolvere la “grana” backup quarterback…
IL ROOKIE BACKUP
Sostanzialmente tre squadre hanno iniziato la preseason con i propri rookie quarterbacks alle spalle di un titolare
veterano, Oakland Raiders con Derek Carr, Minnesota Vikings con Teddy Bridgewater, e Jacksonville Jaguars con Blake
Bortles. Non a caso adesso tutti e tre questi quarterback sono titolari, anche se per differenti motivi. E’ una situazione
ideale, soprattutto se una squadra ha poco da perdere e può far crescere il proprio qb con calma, anche se le sconfitte si
accumulano, come nel caso delle tre squadre sopra citate. Il problema è quanto un giocatore giovane può risentire di una
situazione perdente e non competitiva. L’esempio di Derek Carr è il più illuminante: dopo che Matt Schaub si è dimostrato
inadeguato ormai a partire titolare in una squadra NFL, il rookie non ha giocato male, ma passando le settimane l’effetto
di giocare nel peggior team NFL rischia di avere conseguenze peggiori per un quarterback giovane di quello che potrebbe
essere lo stare in panchina. L’esempio viene proprio dal fratello David, che nei Texans disastrosi di inizio anni 2000
praticamente rovinò le sue speranze di un’ottima carriera, perdendo progressivamente fiducia dietro una linea atroce (80
sacks subiti nella prima stagione!)…
IL BACKUP DI TRANSIZIONE
E’ un rischio avere situazioni poco chiare in panchina, e a Washington lo sanno bene. Già al training-camp Robert Griffin
sembra in difficoltà nel gestire la West Coast-offense rispetto a Kirk Cousins, poi si infortuna e quest’ultimo subentra,
giocando progressivamente peggio fino a quando, contro i Titans, viene inserito Colt McCoy che vince la partita e anche, a
sorpresa, quella dopo contro i Cowboys. Avere una sana competizione ha un senso, ma in questo caso era meglio cedere a
inizio stagione Cousins, invece che farlo giocare poco tranquillo, sapendo di dover dimostrare il suo valore nelle poche
partite in cui poteva giocare titolare…
IL BACKUP VETERANO
Quale esempio migliore dei Philadelphia Eagles, che a causa della clavicola rotta di Nick Foles dovranno schierare un
backup affidabile come Mark Sanchez, l’ex Jets più vittima che vero colpevole della situazione in quel di New York, e che
adesso per il resto della Regular Season può essere il Josh McCown del 2014. Perchè il sistema certamente aiuta un
quarterback a rinascere, e quale migliore dell’attacco targato Chip Kelly? L’unico rischio per le altre squadre è credere
che sei diventato un fenomeno e strapagarti l’anno successivo, ma questo è un altro discorso. Discorso simile con Jason Campbell ai Bengals, le cui migliori stagioni sono alle spalle ma che come garanzia in caso di bisogno ha pochi eguali, o Bruce Gradkowski, solido journeyman di molte battaglie per gli Steelers: l’usato sicuro insomma paga…
IL BACKUP DI CASA
Il caso di Matt Flynn, che l’anno scorso dopo un viaggio per l’America da Seattle a Oakland finendo a Buffalo tornò da
figliol prodigo a casa, vedi i Green Bay Packers, non è infrequente. Sono diversi i quarterback che hanno finito la loro
carriera accomodandosi tranquillamente in panchina, a volte anche trovando sporadica gloria. Come Billy Volek, che dal 2006
al 2011 fu una valida riserva per i Chargers, subentrando per l’infortunio di Rivers nel Divisional Playoffs del gennaio
2008 contro i Colts, e guidando una rimonta nell’ultimo quarto per una vittoria finale di 28-24. Todd Collins fu invece
riserva di Trent Green ai Chiefs dal 1998 al 2005, tanto fedele da diventare un simbolo per la tifoseria. Se hai un minimo
di talento, e conosci un sistema a meraviglia, puoi essere la riserva ideale. Meglio di un maggiordomo…
PROTAGONISTI
Tom Brady e Ben Roehtlisberger
Due giocatori dal braccio caldo, anzi caldissimo. In cinque partite dalla debacle contro i Chiefs, Brady ha infilato ben 18 touchdowns e un solo intercetto, trovando nuove connessioni, vedi Brandon LaFell e Tim Wright, e ritrovando vecchi amici come Julias Edelman e un Rob Gronkowski di nuovo atletico e spettacolare…
Big Ben dal canto suo ha di nuovo messo a tabellino 6 touchdowns, e contro una difesa non da poco, quella dei Baltimore Ravens. Con 12 touchdowns in due partite Roethlisberger è entrato nella storia, sorpassando il record precedente diTom Flores per i Raiders del 1963 con 11, ma non sembra voler fermarsi qui. Con questo attacco gli Steelers possono sognare veramente in grande in chiave playoffs…
appassionato della cultura americana, dagli sport alla letteratura al cinema della grande nazione statunitense…
per qualunque curiosita’ scrivetemi a: albix73@hotmail.it
Bellissimo articolo, soprattutto sul tema backup QB! Condivido appieno :-)
grazie, continua a seguirci!