Uno. Uno solo. Sarebbe bastato un misero, o meglio ancora quel misero, field goal per far arrivare i New York Jets ad una più che sorprendente vittoria in quello che è indubbiamente stato sinora il Thursday Night Football più equilibrato e combattuto dell’intera stagione regolare.
Le prediction parlavano di New England Patriots nettamente favoriti, direi anche largamente, e non sarebbe bastato o si sarebbe dovuto aspettare chissà cosa affinché non si fosse presentato un altro Thursday Night Football dalle ampie note concernenti l’ennesimo blow-out. Ebbene, i bianco-verdi appartenenti alla Grande Mela hanno giocato una partita diversa da quelle che sono ormai quasi considerate consuetudini in questa stagione, e cioè di un livello non all’altezza, dando invece un gran filo da torcere a Bill Belichick e Tom Brady.
Quello che tuttavia sembra ancora creare più di qualche dubbio ai tifosi dei Jets è quel singolo che sarebbe dovuto risultare quasi il salvatore della patria, un’ancora cui aggrapparsi nella speranza di tornare ai vertici della NFL, distanti solo quattro anni in cui persero per la seconda volta consecutiva all’AFC Championship. La persona di cui si sta parlando nella disamina altro non è che il quarterback Geno Smith.
Il numero 7 ha giocato tutto sommato una buona partita, fatta di voglia e aggressività, composta da un effort raramente posto in essere da parte sua e con un immenso desiderio di riscattarsi agli occhi dei propri tifosi dopo il famoso “We want Vick!”, per non parlare di quella che è stata semplicemente una partita a senso unico: il 31-0 patito per mano dei San Diego Chargers, davvero umiliante ed imbarazzante più di ogni altra cosa.
Nell’arco dell’intero match Geno Smith ha cercato di portare in dote quanto più possibile, ma già nei primi quattro possessi si è potuta constatare la differenza tra un QB del suo calibro e di quello di Tom Brady. Quattro sono stati infatti i drive in cui Smith è si riuscito a muovere la palla come si dovrebbe, creando drive lunghi ed estenuanti per la difesa avversaria, ma che alla fine dei conti hanno portato solamente ed esclusivamente a quattro field goal. La contro parte con la maglia blu e su essa il numero 12 si è dimostrato di un livello nettamente superiore in quella che dovrebbe essere una delle caratteristiche principali del quarterback di Rex Ryan: lo scramble. Brady infatti ha sia approfittato della sacca della sua offensive line ma anche delle sviste difensive dei propri avversari per allungare le giocate e trovare due volte Shane Vereen ed una Danny Amendola per tre touchdown davvero di fantastica e pregiatissima fattura.
Oltre a tutto ciò si va ad aggiungere la 2 PT conversion tentata sul 27-25 e malamente sbagliata da Smith per un errore banale, e che mette ancora una volta in risalto i suoi problemi a concludere quando maggiormente serve alla propria squadra: ha affrettato troppo le cose e lanciato in maniera eccessivamente precoce il pallone, senza dare la possibilità a Jace Amaro di pareggiare i conti e ponendo quindi la propria squadra in una posizione che descrivere difficile sembrerebbe quasi uno scherzo.
Volendo mandare indietro, ma neanche in maniera eccessiva, il tempo possiamo risalire anche all’inizio della quarta frazione di gioco in cui Smith ha cercato di convertire un a dir poco fondamentale terzo down cercando Eric Decker. Pessima scelta se a difendere l’ex Denver Broncos vi è un qualcosa che è ben conosciuto dai Jets: la Revis Island. Geno Smith ha ancora una volta messo in risalto la disparità di efficienza che vi è tra il suo braccio e le sue leve inferiori. Molto importante, e non solo ai fini della partita, è stato il 1st down conquistato con le proprie gambe mentre cercava in ogni qualsivoglia modo di cercare un ricevitore disponibile senza successo. Probabilmente nella metà campo offensiva New York avrebbe dovuto maggiormente usufruire del proprio running game, che ha connotato la serata con veramente ottimi momenti di produzione, invece di forzare il proprio QB a determinati e gravosi errori che altro non hanno portato che all’ennesima sconfitta.
La rivalità tra queste squadre è molto accesa ed è sempre stata estremamente ricalcata per quanto concerne la posizione di quarterback. Dal momento in cui Brady è stato draftato dai New England Patriots, infatti, le due formazioni hanno collezionato 11 titoli divisionali con lo stesso QB a fronte di uno solo per la fazione opposta. A mettere il dito nella piaga ci ha largamente pensato la formazione di Foxboro pubblicando via Twitter una foto, approfittando del “Throwback Thursday”, del famoso “butt fumble” di Mark Sanchez accaduto nel Thanksgiving del 2012. Davvero qualcosa che rende anche abbastanza chiaramente l’idea di come queste due squadre si guardino a vicenda e di come le schermaglie siano spesso finite nella storia recente.
Ma oltre a ciò che riguarda Geno Smith vanno considerati altri aspetti per la sconfitta patita dai Jets, aspetti che potrebbero portare determinati posti a vacillare e ballare seriamente, o che potrebbero addirittura portare a “teste tagliate” all’interno della gestione della squadra. In questo il buon vecchio Rex Ryan non sta di certo tirando fuori il meglio di se e dai suoi giocatori e non è assolutamente detto che possa riuscire ancora una volta nella crociata del “tenere il proprio posto”, neanche si stesse parlando di Sheldon Cooper e del suo divano (vedi Big Bang Theory). Anzi a dirla tutta sembra quasi che la sua avventura alla sponda bianco-verde del MetLife Stadium sia praticamente giunta alla conclusione.
L’errore più grave tuttavia potrebbe essere stato commesso dall’head coach nella conferenza stampa post-partita in cui ha lasciato trapelare tutta la sua frustrazione verso la propria difesa ed i suoi giocatori, e non è un mistero immaginare questo genere di fattezze a quali determinate cose possa portare: “Non abbiamo di certo giocato la partita più brillante della storia dello sport, senza alcun dubbio ed in particolar modo in difesa. Mi sembra ridicolo essere qui dopo questa sconfitta e pensare a che punto è la nostra squadra (riferendosi ovviamente al record di 1-6). Questa formazione non dovrebbe trovarsi qui. Ci abbiamo messo troppo impegno e troppo cuore per essere in questa situazione. Spero solo riusciremo a trovare la giusta formula per cambiare tendenza”.
Come detto Rex Ryan ha dato dimostrazione della sua intera frustrazione dopo averlo fatto anche nel corso della partita. Abbastanza chiara è stata la sua reazione dopo il touchdown di Danny Amendola, il terzo della serata per un Tom Brady in riga sulle ultime prestazioni, decisamente di un livello superiore rispetto al pupillo di Ryan.
Nel corso degli ultimi anni Ryan ha dato dimostrazione di soffrire e non poco il duo Belichick-Brady. La rivalità come detto non è di quelle tenui e le ultime tre stagioni ne hanno dato chiara prova. Negli ultimi tre episodi in cui i bianco-verdi si sono dovuti presentare al Gillette Stadium di Foxboro sono arrivate altrettante sconfitte, e tutte di misura: due volte con tre punti di scarto, una volta con due punti di scarto, la più recente. Dopo la vittoria nella post-season del 2011 lo scenario non sembra sia mai cambiato per Ryan e questa volta ne ha pagato le spese, volendo proprio trovare qualcuno contro cui puntare il dito, grazie al cornerback Antonio Allen. Quest’ultimo ha chiaramente e limpidamente mancato il tiro su due importanti touchdown della serata di New England: quello da 49 yard per Shane Vereen in avvio e quello di Danny Amendola per 19 yard nel finale. Due giocate che non hanno lasciato scampo al numero 39, e che ha “accompagnato” Rex Ryan nel lasciar trapelare la propria frustrazione: “I grandi quarterback fanno grandi giocate. Ovviamente non ero in posizione e hanno creato big play”.
Un pessimo momento anche per quello che nel tempo è stato un più che discreto punto di forza per i Jets e Ryan. Il reparto difensivo ha di fatto concesso in maniera eccessiva negli ultimi due minuti di gioco di questa stagione, risultando in numeri davvero clamorosi: sei touchdown in tale fattispecie, incluso il pick six a scapito di Geno Smith nella partita persa contro i Denver Broncos. I Jets, nelle precedenti cinque stagioni sotto Rex Ryan, non ne hanno mai concessi così tanti nell’arco dell’intera stagione! Il maggior quantitativo è accaduto l’anno precedente a questo time span con cinque.
Ebbene anche questo numero rende abbastanza chiaramente l’idea della stagione, in questo momento, da 1-6 dei New York Jets (0-1 contro rivali divisionali). Probabilmente questa partita è stata l’ultima spiaggia per Rex Ryan a livello di aspettative stagionali, ma non è detto che l’head coach possa vedere il suo posto sfumare così. Chissà che con la stagione ormai buttata all’aria la formazione di New York non riesca a trovare quella grinta e quella voglia di rivalsa in grado di salvare capre e cavoli, ma obiettivamente e realisticamente la cosa è molto complicata.
I punti interrogativi ora sono enormi anche sul capo di Geno Smith, che sempre più si sta malamente confermando nelle ultime piazze delle classifiche annerenti le statistiche della lega. Tuttavia l’ultima mossa del front office dei New York Jets potrebbe aiutare il numero 7 a prendere quella svolta in grado di cambiare le carte in tavola soprattutto alla lunga distanza. Grazie ad una conditional pick che varierà tra 2nd e 4th round i Jets sono riusciti ad accaparrarsi le prestazioni del WR Percy Harvin, in arrivo dai Seattle Seahawks. A questo sorgono diversi ed ulteriori quesiti riguardo il suo carattere, motivo per cui in molti credono che sia stato ceduto dalla formazione campione in carica, per non parlare dell’utilizzo che ne farà Rex Ryan. Vedremo a questo punto come si integrerà il ricevitore ex Vikings e Seahawks e come giocherà in combo con Smith, e se risulterà la giusta arma per cercare di dare una svolta al cammino della formazione bianco-verde, per non parlare delle prestazioni del quarterback prodotto di West Virginia.
Un blocked field goal. Probabilmente se fosse stato convertito non si parlerebbe ancora di aspettative di post-season, di AFC Championship, di Super Bowl o di Tom Brady annichilito nonostante il grande numero di vittorie ottenute dal numero 12 contro i bianco-verdi, ma per lo meno la pillola avrebbe un sapore incredibilmente meno amaro. Un field goal che non avrebbe spostato mari e monti, ma che avrebbe potuto alla lunga salvare parecchie teste. Jets che precipitano? In questo momento indubbiamente. Saranno in grado di risollevarsi e cercare a questo punto di lavorare per la prossima stagione? Difficile ma possibile, magari proprio grazie a Percy Harvin. Non resta che aspettare l’evolversi della situazione e constatare se la Gang Green sarà in grado di centrare gli obiettivi di alto valore che anni fa Ryan si era preposto.
Studente di giurisprudenza. Appassionato delle Big Four, NFL in particolare. Tifoso sfegatato Green & Gold!