PATRIOTS, ADDIO ALL’IMPERO DEL MALE?

Monday_Night_Football_Takeaways_Tom_Brady_TerriblePrima della partita con i Kansas City Chiefs si analizzavano le difficoltà incontrate in stagione da Tom Brady nel connettersi con i propri ricevitori in passaggi di media-lunga distanza, da 15 yards di profondità o più, tanto che le stats offrivano un imbarazzante dato di 3 compiuti su 21 tentativi. I più ottimisti parlavano di un attacco Patriots basato sui passaggi a corto raggio, altri lamentavano la mancanza di un Randy Moss tra i ricevitori, altri semplicemente lamentavano la mancanza di una linea offensiva adeguata, da un Nate Solder inguardabile come tackle di sinistra, un Sebastian Vollmer non meno disastroso nell’assicurare solidità alla linea e messo in imbarazzo da Cameron Wake nell’opener contro Miami. Dopo il disastroso rout subito dai Chiefs nel Monday Night (14-41,  peggior sconfitta dei Patriots con coach Belichick da un match con i  San  Diego Chargers nel 2005), forse la risposta è nello stesso quarterback, apparso in continua difficoltà nel connettersi con i propri receivers, e senza più la scusante della loro inesperienza come capitava lo scorso anno. L’elemento più inquietante è la difficoltà nel convertire i terzi down, elemento di forza dei Patriots un tempo, tanto che i Pats sono solo ventitreesimi nell’NFL in questa classifica. Ma quello che rende preoccupante la situazione per la squadra di Bill Belichick è la situazione della difesa, vera sorpresa negativa di inizio di stagione. Tutto l’assetto difensivo è apparso inadeguato contro i Chiefs, tanto che l’attacco di Andy Reid ha spinto sulle corse al limite dell’imbarazzo per Dont’a Hightower e Chandler Jones, continuamente sopraffatti e incapaci di qualsiasi contenimento, ma questi problemi erano già stati evidenziati nelle partite precedenti: contro i Raiders solo i limiti attuali della squadra di Oakland avevano salvato i Pats da una possibile sconfitta. Quali le soluzioni, alla luce di uno scontro domenicale contro i Bengals da sfavoriti, cosa inedita per coach Belichick? Difficile rispondere, visto  le risposte laconiche offerte dall’allenatore dei Pats, ma tra una settimana sapremo se la dinastia del New England non è ancora finita…

LO STATO DELL’AFC

Sembra che progressivamente si stia tornando a un dominio della National Football Conference in stile anni 80′, quando dal 1984 al 1996 per 13 edizioni consecutive il Super bowl andò appannaggio di questa conference, e anche in modo roboante, con blowouts che, non a caso, abbiamo ritrovato nell’ultimo Super Bowl andato proprio ai Seahawks contro i Denver Broncos. E proprio i Broncos con John Elway fu protagonista di uno dei più umilianti, subito il 28 gennaio 1990 ad opera dei 49ers per 55-10. Il segreto del football NFL alla fine è sempre questo, aggredire l’avversario con fisicità e intimidazione, e le grandi squadre del passato hanno avuto queste caratteristiche: i Cowboys degli anni 90′ spazzarono via i Buffalo Bills per un mix di talento e personalità, ma anche i Niners di Joe Montana non erano solo West-Coast offense e Joe Montana, ma anche Charles Haley (poi ai Cowboys), Bill Romanowski e Ronnie Lott, e in quel momento Raiders e Steelers, le squadre simbolo dell’AFC ruggente degli anni 70′, erano andate in declino. Pensiero simile oggi vedendo la squadra regina della prima metà degli anni zero, i Patriots, dare segni di cedimento evidenti, e del resto la versione perdente agli ultimi due Super Bowl giocati coi Giants era, vedi in particolare la stagione 2007, più perfetta stilisticamente per la stagione regolare che per i playoffs, un pò come i Broncos di Peyton Manning. E a proposito di quest’ultimi, la coperta sembra ancora corta: migliori in difesa, ma meno dominanti in attacco. Forse basterà per la regular season, ma l’impressione è che i playoffs saranno diversi: occhio ai Kansas City Chiefs, dal Monday Night giocato contro i Pats potrebbero essere loro la squadra brutta, sporca, cattiva ma vincente della conference…

J.J. WATT, CHI FERMA IL BULLDOZER DELL’NFL??

Chi è capace nell’NFL di ritornare un intercetto da touchdown per 80 yards con la velocità di un running-back e il fisico (195 cm per 120 kg) di un defensive end? Indovinato, J.J. Watt, sempre di più l’uomo bionico della lega, e uno degli atleti più straordinari dello sport mondiale a questo punto, visto come il suo mix di doti incarna la completezza atletica al massimo livello: forza, agilità, intelligenza, istinto, nulla sembra mancare al difensore dei Texans, tanto da parlare senza impaccio di una candidatura al ruolo di MVP dovuta, anche in una lega virata al gioco offensivo e al ruolo di quarterback come figura guida. Forse solo Michael Strahan nell’ultimo decennio ha avuto un ruolo paragonabile a Watt come impatto sulla lega, ma alcuni numeri servono a dare un idea della sua forza. Unico giocatore, con Mike Vrabel dei Patriots, ad aver segnato un touchdown su passaggio e su intercetto nella stessa stagione (dal merger del 1970), in grado di colpire, sacks a parte, più volte un quarterback nella stessa partita (9 volte E.J, Manuel domenica!), capace ogni giornata di fare una giocata importante, che sia un fumble, un recupero di palla, o addirittura trasformarsi in tight-end sulla goal-line e  giocare in attacco. E’ dal 1986 che un difensore non vince il premio di MVP della stagione, ovviamente parliamo di Lawrence Taylor, ma per trovare un lineman difensivo eletto a MVP dobbiamo risalire addirittura a Alan Page, che lo vinse nel 1971 con i Minnesota Vikings. Se a superare il pregiudizio verso l’attacco non ci riesce bulldozer Watt, chi altri potrebbe riuscirci? Pensateci, votanti scelti dall’Associated Press, che l’idea di trovarvi un arrabbiato J.J. sulla soglia di casa non vi farebbe dormire…

DEION SANDERS VS JIM HARBAUGH

harbaugh4Reazione piccata quella di Jim Harbaugh, dopo la vittoria di domenica contro Philadelphia, alle parole dell’ex star NFL e attuale commentatore tv Deion Sanders, che ventilavano una perdita di controllo dello spogliatoio da parte dell’attuale allenatore dei 49ers. “E’ solo un mucchio di stronzate, queste voci non significano nulla per me”,  ha ribattuto il coach in conferenza stampa, e la pronta risposta di Sanders,  “la verità fa male a Jim Harbaugh, mi dispiace”,  non ha comunque risolto i dubbi sulla reale situazione in casa Niners. Evidentemente i giocatori risentono della precaria situazione contrattuale di Harbaugh, che come abbiamo detto la scorsa settimana difficilmente allenerà nella Bay Area senza un prolungamento di contratto, ma la miglior risposta a tanti dubbi è nella pronta reazione avuta domenica quando gli Eagles erano avanti 21-10. Come ha sottolineato un altra ex star come Marshall Faulk, “non deve essere simpatico il tuo allenatore, basta rispettarlo ed avere fiducia nel modo in cui gestisce la squadra”. Che è anche la ricetta di un antipatico storico come Bill Belichick, direi…

Anche per questa settimana il nostro Weekly è finito, ma non finiscono qui le emozioni targate NFL: seguiteci anche la prossima settimana, e buon football a tutti…

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