Nella schedule dell’ultima Week della National Football League, la numero tre per l’esattezza, potrebbe suonare strano ai molti sapere che il match che ha colto il maggior interesse di tutti non è stato il Sunday Night Football, né tanto meno il Monday Night Football. Quello di cui si sta parlando è proprio il Super Bowl rematch accaduto nel corso della serata italiana di domenica al CenturyLink Field di Seattle tra i Denver Broncos ed i campioni in carica dei Seahawks, usciti vincenti ancora una volta.
Tuttavia è accaduto quello che tutti si aspettavano, più o meno. Le predictions difatti parlavano di una seconda vittoria di Seattle, ma con un margine ben inferiore rispetto ai 35 punti dello scorso febbraio. Ma, a dire la verità, quanti si sarebbero aspettati di vedere un overtime, ed in particolar modo dopo un intero quarto di gioco che ha visto i Broncos risalire la china culminando il tutto con un drive da manuale?
Quel che è certo è che queste due grandissime formazioni hanno donato agli appassionati, ai tifosi, agli addetti ai lavori ed a chiunque altro uno spettacolo degno di un Super Bowl rematch, e degno probabilmente già da ora di essere annoverato tra quelle che saranno le migliori partite di questa regular season.
Se c’è una parola, tanto amata ed adorata dall’altra parte dell’oceano in particolar modo, in grado di descrivere quanto accaduto nella partita, specialmente nella quarta frazione di gioco, è una ed una sola: “drama”.
Questo è infatti il termine utilizzato proprio da Pete Carroll per descrivere quella che inizialmente sembrava essere una delle maggiori prestazioni difensive dell’anno, con i Seahawks in grado di fermare quello che a detta dell’head coach è “uno dei migliori attacchi della storia di questo gioco” a soli tre punti, per poi subire una gran rimonta composta in successione da: una safety, un intercetto che ha portato al quinto touchdown della stagione di Julius Thomas e soprattutto un drive da ben 80 yards, senza timeout alcuno, e chiuso in meno di un minuto da uno dei più grandi quarterbacks che la storia della NFL possa offrire, ossia Peyton Manning.
Dei numeri che possono sembrare ancora più d’impressione sono invece quelli che il QB di casa in questa partita, ovvero Russell Wilson, ha accumulato in una certa serie di partite. Il numero 3 di Seattle si trova difatti con in mano il record di 7-0 contro quattro precisi nominativi, tutti appartenenti alla famiglia dei pocket passer QBs: lo stesso Manning, Aaron Rodgers, Tom Brady e Drew Brees. Quattro persone che non sanno nemmeno dove il football sia di casa insomma. In queste sette gare Wilson ha inoltre lanciato ben 14 touchdowns a fronte di un singolo intercetto, per di più accaduto questa domenica contro i Denver Broncos per mano del CB Chris Harris.
Sono diversi i grandi punti di forza mostrati e realizzati da Wilson nel corso degli ultimi due anni, e questi lo hanno difatti reso un ottimo quarterback. La sua freddezza, la sua capacità di usare le gambe per evitare la pressione del pass rush avversario e la sua incredibile accuratezza nei lanci in talune situazioni non sono merce che si trovano per strada.
Ad affermare questo sono i numeri: durante il game-winning drive ben 5 dei 6 passaggi tentati da Wilson sono partiti mentre non si trovava all’interno della tasca. Di questi cinque, tre sono stati completati e hanno portato ad un 1st down. Grazie ad i suoi scrambles Wilson è stato inoltre in grado di percorrere ben 21 yards ed ottenere con esse ulteriori due 1st downs.
Qualcosa di niente male per un quarterback che nelle mura amiche del CenturyLink Field viaggia a 17 vittorie su 18 partite giocate.
Ma la forza dei Seattle Seahawks non è composta dal solo Wilson. Oltre alla difesa, che a detta dei giocatori che la compongono non sono stati in grado di chiuderla, bisogna parlare di Mr. “Beastmode”, ossia Marshawn Lynch.
Anche le cifre del running back numero 24 parlano abbastanza chiaro per lui: ben 7 sono le gare consecutive (considerando anche la passata stagione e l’annessa post-season) in cui Beastmode ha realizzato un touchdown. Addirittura due ne sono arrivati domenica contro i Broncos, uno su ricezione in avvio di match ed uno su corsa per sigillare la pratica.
Non è un mistero che gran parte della forza di Seattle e di Pete Carroll risieda anche in Lynch. Uno dei migliori backs dell’intera National Football League, che si è dimostrato continuamente un giocatore difficilissimo da fermare, sempre in grado di poter rompere i tackles e guadagnare moltissime yards dopo il contatto con la difesa.
Di contro i Denver Broncos hanno fatto ulteriori ed importanti passi in avanti, ma il non poter vedere Manning rispondere al drive nell’OT di Russell Wilson esclusivamente per le regole dei tempi supplementari, mista alla “fortuna del coin toss” (in relazione alla vittoria su prima segnatura), potrebbe lasciare dell’amaro in bocca agli appassionati di questo sport. Passi in avanti che comunque non sono sembrati sufficienti all’head coach John Fox, ma va sottolineato che questi Seahawks nelle mura amiche possano probabilmente essere annoverati tra i clienti più tosti con cui poter avere a che fare.
Anche se per mano di un certo Kam Chancellor e del suo intercetto, volendo ricordare anche l’enorme big hit ai danni di un’imponente figura come quella del WR Demaryius Thomas, lo stesso quarterback numero 18 è riuscito a tirare successivamente un drive dal cilindro che in pochissimi su questo pianeta sarebbero stati in grado di attuare e realizzare.
Quello che probabilmente è mancato, a livello offensivo, al gioco della squadra ospite è stato il running game. Certo attuare questo aspetto del gioco contro i Seattle Seahawks non è mai semplice, ma la difesa di Carroll si è dimostrata decisamente ostica praticamente in ogni aspetto del gioco.
Montee Ball non ha inciso come sperato e ha trovato enormi difficoltà sinora, già a partire dal fumble commesso già alla primissima corsa intrapresa dalla formazione del Colorado nell’ultima partita. Le 3.2 yards di media, con una sola segnatura e nessuna corsa da oltre 23 yards suonano come qualcosa di molto povero per una squadra che punta dritta al Super Bowl. Sicuramente non bisogna dimenticare che la squadra è centralizzata su Peyton Manning, ma questa non può sicuramente essere di certo una scusa, anche se il gioco della squadra in questione è “air-based”.
L’arma di cui probabilmente i Broncos sentivano maggiormente il bisogno sembra tuttavia aver fatto nel corso di questi primi episodi stagionali, quello contro i campioni in carica soprattutto, la sua netta e decisa fuoriuscita alla luce del sole: trattasi di Emmanuel Sanders.
Il WR ex Pittsburgh Steleers ha continuativamente creato disturbi alla Legion of Boom ed è stato finora uno dei preferiti target di Manning alla pari di Julius Thomas. Il numero 10 non ha ancora realizzato alcun touchdown, è vero, ma quello che questo giocatore porta in dote è una gran mobilità ed un’abilità di rendere il lavoro dei defensive backs avversari un inferno e permettere ai drives offensivi dei Broncos di perdurare e guadagnare terreno, cosa che l’anno scorso è mancata a Manning e compagni per tutto l’arco della stagione, specialmente nel Super Bowl.
Un altro giocatore che sicuramente si sta rivelando un’importante arma è Aqib Talib. Per pochissimo l’ex New England Patriots non è riuscito a realizzare quello che al CenturyLink Field è il sogno nascosto nel cassetto di tutti i defensive backs della NFL: un pick-six. Il merito nell’evitarlo va tutto a Ricardo Lockette che, commettendo una offensive pass interference molto intelligente, ha impedito al giocatore di Denver di procedere nelle sue intenzioni. A maggior ragione di questo va considerato che il numero 83 di Seattle è riuscito dopo solo un minuto circa (tre singoli snaps) a realizzare un sontuoso touchdown lanciatogli da Russell Wilson.
Come possiamo notare quindi queste due incredibili formazioni non se le sono mandate a dire, senza farsi mancare colpi di scena ed elettrizzanti momenti, ancora una volta.
Queste due squadre si sono presentate ai nastri di partenza di questa stagione come le maggiori e probabilmente indiscusse pretendenti ai rispettivi titoli di Conference con tutto l’intento di disputare un altro Super Bowl, magari più godibile per i fans. Chi vuole arrivare fino in fondo per bissare il proprio successo e consolidare quella che sarebbe la prima riuscita in un’impresa che definire storica sarebbe abbastanza riduttivo, chi per trovare quella ribalta emotiva, quel dolcissimo sapore di vendetta e rivalsa, quella vittoria che manca ormai da quasi due decadi.
Ogni qualvolta queste due grandi formazioni scendono in campo una contro l’altra è rassodato che lo spettacolo è assicurato ed una grande partita di football sia in procinto di accadere. A questo punto la speranza di molti è di poter rivedere un altro scontro tra queste due corazzate, e considerando che la regular season non ne prevede ulteriori, volendo anche ribadire che appartengono alle due differenti ed opposte Conference, che possa esserci un vero Super Bowl rematch all’orizzonte nel prossimo febbraio?
Studente di giurisprudenza. Appassionato delle Big Four, NFL in particolare. Tifoso sfegatato Green & Gold!