Come è ben risaputo ogni squadra, ogni formazione, ogni gruppo, ogni giocatore, ha nel corso del tempo un top o high moment, ed ovviamente anche un worst o low moment. Quello che stanno subendo e cercando di respingere in questo momento i Green Bay Packers concerne senza dubbio alcuno la seconda delle due categorie di cui sopra.
La partenza con il record di 1-2 non è cosa sconosciuta nella recentissima storia della franchigia della Titletown: i Packers difatti hanno iniziato la regular season nella medesima maniera anche negli ultimi tre episodi annuali, culminati tuttavia nella vittoria della NFC North, conosciuta anche come Frozen North, in due delle tre occasioni.
Quello però che ha reso il tutto allarmante in maniera oggettivamente inverosimile sono diversi aspetti che hanno a che vedere con il reparto offensivo, da sempre punto di forza della squadra guidata da Aaron Rodgers, a differenza della controparte difensiva, spesso e volentieri identificata invece come l’anello debole della catena verde-oro.
Il primo fattore che più di ogni altro sembra allarmare i Cheeseheads è indubbiamente il running game, punto di forza della scorsa cavalcata al titolo divisionale con Eddie Lacy in qualità di conduttore principe, e che ora sembra invece essere il vecchio spauracchio in grado di rendere il gioco dei Packers monocromatico di troppa facile lettura.
I numeri del running back numero 27 in questo momento parlano ben chiaro: un’intera yard in meno di media rispetto alla stagione scorsa con una proiezione ben al di sotto di quanto totalizzato nella sua annata da rookie, poi coronata con il titolo di matricola dell’anno. Quello che però preoccupa maggiormente è l’incredibile ribasso che si è potuto notare quando si arriva a parlare di produzione ed efficienza. Ne è una prova non confutabile la totale mancanza di touchdowns e soprattutto il fumble provocato già al secondo snap nella gara persa al Ford Field di Detroit, Michigan, per mano dei Lions di Jim Caldwell. Ma questo potrebbe non essere un semplice problema relativo a Lacy. Prima di continuare nell’elaborato bisogna notificare altre problematiche, che potranno successivamente culminare nel punto di arrivo.
Un altro interessante ed estremamente gravoso problema è infatti quello relativo la offensive line. La linea non riesce mai, a livello di gruppo e complesso, a proteggere in maniera adeguata il diamante, nonché pezzo pregiato, dell’intera squadra quale è Aaron Rodgers, e che non riesce mai neanche a proporre un solido ed efficiente run blocking proprio per i tailbacks. In ambo le posizioni di tackles i verde-oro non riescono a trovare non solo continuità di rendimento, quanto anche una minima base di fruttuosità. David Bakhtiari sul lato sinistro e la combo composta da Bryan Bulaga e Derek Sherrod su quello destro non riescono a facilitare le cose a Rodgers e soci.
Dopo la season opener del CenturyLink Field di Seattle ed i due sacks consecutivi concessi da Sherrod, il primo dei quali su quarto down che elargiva difatti il possesso alla squadra campione in carica di Pete Carroll, ed il secondo culminato in safety, il coaching staff ha cercato invano di metterci una pezza con i TEs presenti a roster. Il problema è che Andrew Quarless non è quel tipo di giocatore, mentre il giovane Richard Rodgers è troppo inesperto per ricoprirlo: le problematiche di conseguenza non fanno che aumentare. Proprio Richard Rodgers ha mancato il blocco necessario a permettere a Lacy di uscire dalla propria endzone quando il LB avversario DeAndre Levy ha gettato a terra il running back Green & Gold per la safety del 9-7. A tutto questo si aggiunge un misto tra una disarmante pochezza a livello di playbook e ricevitori che incappano in gravosi drops.
Tutte queste negatività, secondo anche parecchi addetti ai lavori e riallacciandoci al discorso fermato temporaneamente in precedenza, terminano e trovano la massima realizzazione nell’head coach della squadra del Wisconsin: Mike McCarthy. Non a caso dopo neanche 24 ore dalla sconfitta di Detroit appaiono di fronte ai media ed in rete discordanze a livello prettamente tattico e non solo tra il capo del coaching staff dei Packers e colui che guida il reparto offensivo in campo, ossia il quarterback numero 12. Il primo parla di running game assolutamente non all’altezza della situazione, mentre il secondo parla di totale mancanza di aggiustamenti a gara in corso.
In questo momento, a voler rivedere il film della partita, sembra abbia incredibilmente e chiaramente ragione il giocatore MVP di una regular season e di un Super Bowl. Troppo avventato chiamare così in avvio due corse sul lato sinistro della linea offensiva, chiaramente il lato cui Lacy tenderebbe ad esporre maggiormente la palla considerando la protezione posta del back generalmente con il braccio destro. Troppi anche i tosses e, soprattutto, i draws con una linea offensiva del genere, volendo anche ricordare il tipo di running back di cui si sta parlando: ossia un power back, che quindi ha bisogno di tracce tra i Gs ed i Ts per rendere al meglio, possibilmente con veloci handoffs.
Lanciare inoltre solo 27 volte contro una squadra in netta difficoltà a livello di secondary, nonostante abbia giocato prevalentemente e costantemente una deep cover two non è una grandissima mossa, soprattutto in relazione del fatto che il running game trovi così ampia difficoltà e ricordando che i Detroit Lions sono una di quelle formazioni a poter godere di una gran running defense capitanata da Ndamukong Suh e Nick Fairley.
Lo stesso tipo di procedimento a livello di gameplan era stato messo in atto da McCarthy nella home opener contro i New York Jets, finché lo stesso head coach non è stato costretto dalle circostanze a dover forzare i lanci di Aaron Rodgers. Una saggia scelta sarebbe potuta essere quella di giocare sulle slants o comunque su lanci rapidi e di medio raggio dato che Jordy Nelson, dopo la gara da oltre 200 yards contro Rex Ryan e compagnia, subiva continuamente dei raddoppi.
In contrasto alle povere prestazioni di uno degli attacchi più prolifici del parco della National Football League pare che la difesa dei Packers stia ritrovando nel proprio vocabolario le parole produttività e fruttuosità. Le palle recuperate contro i Jets hanno difatti aiutato a salvare la partita, tuttavia lo stesso non si può dire dell’ultimo episodio stagionale.
Quanto meno con il fumble provocato e recuperato dal neo arrivato Julius Peppers e con i due intercetti Green Bay ha potuto interrompere una pesante striscia che ormai proseguiva da ben più di un anno: con il pick di Ha Ha Clinton-Dix i Packers sono riusciti finalmente a porre fine alla streak di gare senza intercetti alcuni da parte di un safety. Nessun intercetto è stato infatti realizzato nel corso della stagione passata dal gruppo safety, che così tanti problemi e tanto disagio ha creato lo scorso anno ai verde-oro.
Quello che tuttavia sembra impensierire l’ambiente di casa a Lombardi Avenue è l’infortunio di Clay Matthews. Il leader difensivo dei Green & Gold non ha potuto terminare la partita con Detroit a causa di quello che sembra essere un infortunio di natura inguinale, ancora di entità sconosciuta in quanto il primo patito dal numero 52 nel corso della sua carriera. Lo stesso linebacker si è soffermato sull’argomento e ha ribadito che si sottoporrà agli accertamenti del caso tra mercoledì e giovedì e verrà valutato il da farsi in previsione di quella che è considerata nella zona dei grandi laghi americani la partita dell’anno: quella tra i Green Bay Packers ed i Chicago Bears.
Il prossimo episodio stagionale potrebbe già da ora fare da spartiacque tra una stagione che ancora potrebbe favorire i Packers in qualità di protagonisti o condannarli ad una annata da dimenticare e che potrebbe anche portare a netti ed importanti cambiamenti. Sicuramente giocarla con un Clay Matthews in più è tutt’altra cosa che farlo con un giocatore d’impatto come lui in meno.
Quello che certamente non dovrà mancare per i Green Bay Packers sarà la produttività offensiva che li ha sempre contraddistinti da quando Aaron Rodgers ne ha preso le redini. In quello che sicuramente sarà un Soldier Field ostile e poco ospitale servirà una prestazione maiuscola per la squadra guidata dalla sideline da Mike McCarthy, altrimenti potremmo assistere al crollo di una delle maggiori forze della NFC.
Studente di giurisprudenza. Appassionato delle Big Four, NFL in particolare. Tifoso sfegatato Green & Gold!