Un’altra settimana di appassionante football NFL, e purtroppo non solo giocato come vedremo, ma iniziamo che gli argomenti sono tanti…
ORGOGLIO BILLS
Sicuramente molti di voi che hanno incominciato a seguire il football NFL tra gli anni 80′ e 90′ si saranno innamorati dei Buffalo Bills, del loro quarterback Jim Kelly, di giocatori come Thurman Thomas, Andre Reed, Steve Tasker, e vedere la squadra ingrigire negli ultimi vent’anni faceva obiettivamente un pò rabbia. Ma l’inizio di stagione ha aperto spiragli fondamentali per il futuro (e il presente) della franchigia: vittoria a Chicago, vendita della squadra al proprietario dei Sabres dell’NHL che annuncia che la squadra rimarrà a Buffalo, Jim Kelly che comunica di essere guarito dal cancro. La cerimonia prima della partita coi Dolphins di domenica, che onorava il mitico owner Ralph Wilson (morto ad inizio anno a 95 anni), poteva essere rovinata solo dagli zoppicanti Bills degli ultimi anni, ma la versione 2014 sembra non tradire: 29-10 e Miami a casa, con una prestazione dei ragazzi di coach Marrone da incorniciare: “Non eravamo preoccupati della preseason, ci sarà sempre qualcuno che non avrà fiducia in noi, ma conosciamo il nostro valore”, le parole di C.J. Spiller, autore di un ritorno di kickoffs da 102 yards, ma tanti i protagonisti, da E.J. Manuel, finalmente solido dietro la linea offensiva, a Sammy Watkins, ricevitore meraviglia dal draft. 8 ricezioni, 117 yards e un touchdown, e un sogno da portare avanti per tutti i Bills fans…
PROBLEMI A SAN FRAN
4 palle perse da Colin Kaepernick, 16 penalità per 118 yards, e la prima al Levi’s Stadium frana miseramente per i 49’ers, che si possono consolare solamente per la contemporanea sconfitta dei Seahawks a San Diego, ma che forse hanno qualche problema in più da risolvere. a partire dagli schemi offensivi, che nel Sunday Night contro Chicago sono diventati improvvisamente conservativi nel secondo tempo. Corse corse corse, peccato che nel frattempo i Bears hanno ingranato e passato da 7-20 al 28-20 finale. L’impressione è che lo stesso Jim Harbaugh non abbia le idee chiarissime sul suo quarterback, visto come Kap non venga lasciato libero di correre come due stagioni fa, ma allo stesso tempo non sia diventato più sicuro come pocket-passer, dimostrato anche dai due nefasti intercetti subiti domenica nell’ultimo quarto. Contro i Cardinals domenica ci vorrà qualcosa di più, anche tenendo conto che Arizona è sul 2-0 dopo le vittorie con San Diego e Giants: improvvisamente la NFC west sembra molto più aperta…
OMBRE SULLA NFL
Le ultime traversie giudiziarie di Ray Rice, Adrian Peterson e Greg Hardy stanno gettando un’ombra pesante sull’intera NFL, e in particolare sul commissioner Roger Goodell, accusato come minimo di sottovalutare il caso Rice, per poi muoversi in modo deciso ma tardivo a video divulgato. Ma i due casi seguenti non danno un volto positivo in primis alla dirigenza dei Carolina Panthers, e tanto meno a quella dei Vikings. E’ come se la discriminante fosse la presenza o meno di video o fotografie, ma nel caso di Peterson Minnesota si è mossa con imbarazzante lentezza, prima prendendo tempo, e poi sospendendo a tempo indefinito la superstar di casa solo quando gli sponsor stavano facendo terra bruciata intorno a AP. Nel caso del difensore dei Panthers, siamo di fronte al motto, non ci vedo e non ci sento, e quindi non è successo: peccato che nel processo in corso le accuse di molestia verso la fidanzata Nicole Holder abbiano portato a un periodo di prova di 18 mesi e 60 giorni di carcere. Voi direte, e allora come ha fatto Hardy a non essere sospeso dalla lega? Semplice, in North Carolina in processi penali un accusato può sciogliere il doppio processo, davanti a un giudice e davanti a una giuria, come furbamente ha scelto Hardy dopo la prima sentenza per evitare di perdere un anno di lauto contratto da 13.1 milioni di dollari: solo gli eventi recenti hanno portato Ron Rivera, head-coach dei Panthers, a sospendere Hardy. Al di là dell’aspetto giudiziario, rimane il fatto che un giocatore che si macchia di determinati comportamenti deve subire una punizione, e non stiamo a entrare nel merito: ma l’uniformità di giudizio deve essere richiesta, onde evitare che qualcuno venga punito a prescindere, e qualcun’altro se la cavi senza merito….
CI E’ PIACIUTO…
Brian Hoyer, il qb dei Cleveland Browns già l’anno scorso prima dell’infortunio aveva fatto vedere flash di grande gioco, ma la partita contro i Saints fa aumentare le speranze dei tifosi del Dawg Pound: 24 completi su 40 per 204 yards e un td, con il cast di ricevitori più improbabile dell’NFL, tra seconde, terze scelte, e un taglio dei Cowboys come Miles Austin. Per il nativo di Cleveland che sognava di giocare per i Browns da piccolo, l’ombra di Johnny Football è più lontana: e (forse) Josh Gordon più vicino al ritorno.
La difesa dei Dallas Cowboys: anche se giocare contro l’attacco dei Tennessee Titans aiuta, è indubbio che Rod Marinelli sta sfruttando al meglio i giocatori che possiede, se la media di yards concesse agli avversari in due partite è di 316.5, contro le 415.3 dell’anno scorso. Presto per giudicare, ma la copertura a uomo che sta utilizzando la secondary dei Cowboys sembra funzionare meglio della Tampa-2 a zona di Monte Kiffin…
Kirk Cousins entrato al posto di RG3 infortunato: 22/33, 2 touchdowns, e un quarterback rating di 109.4, non male. Chi è il titolare adesso a Washington?
NON CI E’ PIACIUTO…
Le chiamate arbitrali di “violenza non necessaria” ai danni di Mike Mitchell e Troy Polamalu, nella partita di giovedì notte tra Ravens e Steelers: troppe interferenze arbitrali di questo genere e il football diventa palla avvelenata…
La difesa dei New Orleans Saints, a inizio campionato tra le più forti mai allenate da Rob Ryan: dopo la seconda giornata, tra le peggiori della lega (secondi solo ai Jaguars per punti concessi, 63 a 75), ma nel giudizio pesa molto il drive finale contro i Browns, con la copertura saltata su Andrew Hawkins decisiva per una ricezione di quest’ultimo da 28 yards, e conseguente field-goal vincente per la squadra di casa. Dito puntato anche sul poco successo dei blitz al quarterback, ma anche la rabbia di coach Payton contro le troppe penalità subite dai suoi giocatori. Necessario un cambio di rotta domenica contro i Vikings…
I Raiders che sembrano peggiorare di anno in anno: dopo l’ennesima sconfitta contro i Texans di domenica non è questione di dare la colpa a Derek Carr (43 su 74 per 3 touchdowns e 2 intercetti e un quarterback rating di 80.6), il cui rendimento per un rookie quasi gettato allo sbaraglio non è assolutamente malvagio, e la cui capacità di esporsi al rischio (vedi corsa spettacolare da 41 yards domenica contro Houston) per la squadra è da rispettare. Ma sono i veterani a dover alzare il loro rendimento, soprattutto i nuovi arrivati, da Justin Tuck a Lamarr Woodley, come ha fatto velatamente capire Charles Woodson ai media: “penso che siamo veramente pessimi in questo momento”, invito ai suoi compagni ad alzare il livello del gioco ed evitare amnesie difensive, come quella che ha permesso a J.J. Watt in versione offensiva di segnare un touchdown domenica. E coi Patriots domenica servirà parecchio per sopravvivere a Oakland…
appassionato della cultura americana, dagli sport alla letteratura al cinema della grande nazione statunitense…
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