Le aspettative sono alte e l’head coach dei Dolphins, Joe Philbin, non può più sbagliare. Dopo essere stato 7-9 e 8-8 nelle sue due precedenti stagioni, con tutti gli annessi problemi di spogliatoio, il sentore generale è che, se Miami dovesse mancare ancora una volta i playoffs, l’owner Stephen Ross sarà costretto a prendere provvedimenti drastici. Ed i primi due nella eventuale lista dei tagliati sarebbero senza dubbio Philbin ed il quarterback Ryan Tannehill. Del talento c’è, basti pensare al wide receiver Brian Hartline o ai defensive linemen Cameron Wake e Randy Starks, ma i problemi non mancano. Molto dipenderà da quello che Tannehill risucirà a fare.
Dopo due stagioni di alti e bassi, con un record di appena 15-17 come starter, per Tannehill è il momento di rispondere all’annosa questione: è il prodotto di Texas A&M la risposta che i Dolphins stanno cercando da anni nella posizione di quarterback oppure no? A favore di Tannehill gioca il fatto di aver cambiato l’offensive coordinator. Dopo le stagioni sotto Mike Sherman, durante le quali non sempre Miami ha dato l’impressione di sapere cosa stesse facendo in attacco, Miami ha ora ingaggiato Bill Lazor, il quale sta installando una versione adattata della up-tempo offense che Chip Kelly ha mostrato nella scorsa stagione a Philadelphia. La domanda è se i Dolhpins hanno il roster adatto per correre questo tipo di offense. Sia come sia, per Tannehill non ci sono quindi più scuse: in Mike Wallace e Brian Hartline, Tannehill ha i ricevitori cui lanciare la palla.
Restano dubbi sulla sua continuità. Dovesse fallire Tannehill, Miami sarebbe costretta ad affidarsi a Matt Moore avendo deciso di tenere solo due registi a roster. Ma non è soltanto Tannehill a generare dubbi fra fans e media. Il running game dei Dolphins, ad esempio, lascia a desiderare. Il running back Lamar Miller, che sarà starter avendo battuto la concorrenza di Knowshown Moreno, ha prodotto poco durante la preseason. La colpa non è però tutta del RB. L’intera offensive line rischia di essere un punto debole, per il quarterback e per il resto del backfield. I Dolphins non hanno ancora scelto i 5 titolari della OL fra i quali, molto probabilmente, mancherà per l’opener il Pro Bowl centro Mike Pouncey, causa infortunio. In particolare, a preoccupare è il lato destro dove la right guard titolare, Dallas Thomas, ha mostrato tute le sue difficoltà nella partita di preseason contro Tampa Bay. E’ vero che, di fronte, c’era il Pro Bowl defensive tackle Gerald McCoy, ma Thomas ha comunque concesso un sack ed un fumble, più un altro colpo su Tannehill ed un tackle con perdita di yards. Miami comincia quindi a nutrire dubbi sulla solidità di Thomas. Le alternative? Il rookie scelto al terzo giro Billy Turner ed il veterano free-agent Shelley Smith.
Altro problema è la defense, in particolare il reparto dei linebackers. I Dolphins, 24° contro le corse nella scorsa stagione, hanno spesso pagato l’incapacità dei propri linebackers nel portare buoni tackle e la loro impossibilità nel coprire i tight ends avversari nel passing game. Il problema è che Miami ha potuto fare pochi cambiamenti, dato che il trio di LB composto da Philip Wheeler, Koa Misi e Dannell Ellerbe sono legati ai Dolphins da lunghi e pesanti contratti. Qualche speranza sembra poterla dare il rookie Jordan Tripp, che ha mostrato qualcosa nella preseason. La sospensione di 4 partite inflitta dalla NFL alla safety titolare Reshad Jones non aiuterà certo il defensive coordinator Kevin Coyle a sistemare una defense che deve migliorare sensibilmente per dare un contributo concreto alle speranze del team.
Come si può vedere, molti dubbi e poche certezze al via di questa stagione 2014. Forse è una cosa comprensibile, dati i risultati postati nelle ultime stagione da Miami. Però i dubbi dovranno trovare un risposta nella anno terzo del regime di Philbin. Altrimenti, molto probabilmente a gennaio vedremo un nuovo head coach da queste parti.