Un nuovo giorno è arrivato ed una nuova vita è cominciata. Lasciatosi alle spalle i problemi avuti fin qui, il quarterback Mark Sanchez prova a riciclarsi a Philadelphia.
La sua carriera ricomincia da qui, dalla offense dell’head coach Chip Kelly. E pazienza se Sanchez parte come backup dello starting quarterback Nick Foles.
Per il ventisettenne prodotto di USC, ancora oggi forse il miglior quarterback NFL prodotto da quel programma per quanto riguarda il talento puro, l’importante era uscire dalle (poche) luci e dalle (molte) ombre di New York, dove era stato catapultato come quinta scelta totale del draft 2009.
Dopo quattro vittorie nei playoff, tutte in trasferta, nelle sue prime due stagioni con i Jets, la sua stella era rapidamente declinata, fra critiche e intercetti.
Il Butt Fumble e la conseguente retrocessione sulla sideline, il punto più basso di un’avventura cominciata bene e finita nel peggiore dei modi.
In mezzo, l’esperimento Tim Tebow, l’arrivo di Geno Smith ed una quarterback competition conclusasi nello scorso training camp quando Sanchez, giocando un preseason game contro i Giants, dietro la offensive line di riserva , si infortunava ponendo di fatto la parola fine alla sua esperienza newyorkese.
Il suo salario per la stagione 2014 recitava $13.1 milioni, con $2 milioni di roster bonus per il 25 marzo. Troppo per un quarterback in disarmo che ha passato tutta la scorsa stagione fra l’Alabama, accanto al Dr. James Andrews, l’esperto che lo ha operato e la nativa California, per la riabilitazione.
I New York Jets poi volevano una valido quarterback di riserva che non mettesse troppa pressione su Smith e Sanchez era ormai bruciato per i fans ed i media della Big Apple. Così i Jets sono andati sulla free agency per firmare Michael Vick.
In sostanza, fra Jets e Eagles si quasi verificato uno scambio. Il contratto di Sanchez con Philadelphia è abbordabile: una stagione a $2.25 milioni, con $750,000 di signing bonus ed altri $1.75 milioni nell’improbabile caso in cui Sanchez giochi il 90 percento degli snaps offensivi degli Eagles.
Sanchez ha detto di trovarsi a suo agio nella complessa offense di Kelly. D’altra parte, per il quarterback non è una novità doversi adattare ad nuovo sistema: lo ha già fatto con i Jets, quando ha giocato per tre diversi offensive coordinators, Brian Schottenheimer, Tony Sparano e Marty Mornhinweg, nell’arco di appena cinque stagioni.
Sanchez ha però tempo per acclimatarsi alla terminologia della nuova offense, lavorando con l’offensive coordinator Pat Shurmur ed il quarterbacks coach Bill Musgrave.
Stavolta non è il No. 1, la pressione non è su di lui. L’importante sarà farsi trovare pronto nel caso Foles abbia qualche problema. La scorsa stagione, gli Eagles sono spesso ricorsi al backup quarterback. Lo stesso potrebbe succedere in questa.
Se Sanchez saprà farsi trovare pronto, forse comincierà una nuova carriera, come successe a David Carr e Rex Grossman, ex prime scelte riciclatesi come validi backup e part-time starter da qualche altra parte dopo stagioni inziali difficili.
O, forse, Sanchez potrebbe avere una nuova chance come titolare in un’altra franchigia. Il tempo ce lo dirà. Intanto, Sanchez può godersi tranquillamente una preseason studiando i filmati, continuando nella riabilitazione e prendendo gli snaps che sono concessi.
Nessuno qui chiederà conto all’ex USC del suo record di 6-12 nelle ultime 18 partite giocate o dei complessivi 52 turnovers fra 2011 e 2012 o 55.1 per cento di completi in carriera. Non è poco…