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Round 1, pick 8 (from Vikings): Justin Gilbert, CB, Oklahoma State Cowboys
Playmaker difensivo che consentirà ai Browns di portare maggiore pressione agli attacchi avversari potendosi permettere di lasciare man-on-man entrambi i cornerback sulle sideline, dove lo stesso Gilbert va ad affiancare l’altra prima scleta Joe Haden, formando una coppia che attualmente non ha probabilmente eguali a livello di NFL; ottimo in coverage, ancora un po’ acerbo nel supporto contro le corse, l’ex Cowboys è dotato di un ottimo fiuto per la palla e di una discreta tecnica di placcaggio, nonostante un fisico che non gli creerebbe alcun problema anche se si trovasse a fronteggiare giocatori fisici e pesanti, come runningback o receiver di possession. Abile in lettura, rapido a leggere lo sviluppo del gioco ed anticipare le mosse avversarie, può tornare utile anche come returner, ruolo in cui ha accumulato una buona esperienza nel corso della carriera universitaria; non è da escludere, viste le sue caratteristiche fisico-tecniche, un suo futuro sviluppo come free safety.
Round 1, pick 22 (from Eagles): Johnny Manziel, QB, Texas A&M Aggies
Il talento indubbiamente più controverso di tutto il Draft, classico prospetto da boom or bust che non lascia spazio ad alcuna via di mezzo, o diventerà un grandissimo, oppure sparirà senza lasciare traccia, come molte stelle NCAA che non sono riuscite a confermare e certificare la loro grandezza anche al piano superiore, nel football che conta; Manziel a differenza di tutti i quarterback che sono arrivati al football professionistico con questo giudizio che pendeva come una spada di Damocle su di loro, sembra essere più completo e caratterialmente più forte. A molti esperti ricorda Brett Favre per il suo modo intenso di approcciare e vivere il football, e conta poco che il suo tipo di gioco sia diametralmente opposto a quello del futuro hall of famer da Southern Mississippi, decisamente più statico rispetto al prodotto di Texas A&M, abile scrambler in grado di finalizzare ottimi lanci anche in movimento e con le gambe completamente fuori posizione; proprio questa caratteristica onnipresente nel suo stile di gioco è quella che crea più dubbi nei suoi confronti, infatti non è ancora chiaro come il suo stile possa calarsi nel football professionistico, dove a volte anche il più piccolo errore di posizionamento degl’arti può tradursi in errori madornali. Quello che è certo, è che in quanto a trascinatore, leader, sia sul campo che fuori, l’ex 2 degli Aggies non ha eguali, ed anche nella velocità di lettura è superiore a molti altri talenti arrivati negl’ultimi anni in NFL; ora toccherà al nuovo coordinatore offensivo della franchigia Kyle Shannahan, uno che di quarterback mobili se ne intende per aver lavorato con Robert Griffin III a Washington, sgrezzarlo e prepararlo al mondo professionistico.
Round 2, pick 35: Joel Bitonio, OT, Nevada Wolfpacks
Ottimo run blocker, il prodotto di Nevada è un lineman completo che ha le qualità necessarie per giocare in tutte e cinque le posizioni della linea offensiva, nonostante nella carriera universitaria abbia sempre giocato come tackle, offrendo una buona protezione al proprio quarterback; rapido sia nel movimento laterale, sia quando deve uscire in pull dalla linea, Bitonio ha confermato tutto il suo valore disputando le migliori partite in NCAA quando i Wolfpacks si sono trovati di fronte avversari più forti e maggiormente quotati. Potente e ben strutturato fisicamente, la sua intelligenza tattica potrebbe tornare molto utile ai Browns, che non escludono di utilizzarlo in campo aperto, o comunque in movimento quando decideranno di puntare definitivamente su Manziel, giocatore che ha bisogno di una linea mobile e pronta a proteggerlo mentre esce dalla tasca a inventare la prossima giocata offensiva.
Round 3, pick 71: Christian Kirksey, LB, Iowa Hawkeyes
Linebacker atletico e veloce, dotato di un buon istinto e di un’ottima tecnica di placcaggio che dovrebbe inizialmente trovare spazio all’interno della mediana a quattro dei Browns, dove potrebbe tornare molto utile la sua rapidità di lettura e le sue doti di tackler; attento in copertura e in grado di tenere gli occhi fissi sul quarterback, Kirksey pareva più adatto a coprire il ruolo di weakside LB nelle difese 4-3, ma può tornare utile, oltre che come inside, anche come linebacker negl’allineamenti giocati occasionalmente da Cleveland, come il 4-2-5 che prevede una massiccia presenza di defensive ed ha bisogno di giocatori veloci in mezzo al campo. Leggermente undersized per la posizione, deve migliorare la sua tenuta fisica contro i bloccatori avversari, spesso infatti si fa travolgere da questi ultimi quando il missmatch fisico pende in loro favore. Una buona scelta, comunque, per la franchigia allenata da coach Pettine, che aggiunge un altro talento in grado di giocare fin dal Day One.
Round 3, pick 94 (from 49ers): Terrance West, RB, Towson Tigers
Runningback potente e paziente, West sa attendere l’attimo giusto per colpire il buco ed infilarsi tra le maglie della difesa avversaria, prediligendo le corsie interne rispetto a quelle esterne, dove spesso una leggera carenza nel cambio di passo ne limita i guadagni; intelligente, sa quando fiondarsi nello spazio creatogli dai bloccatori e quando rimbalzare dietro le loro schiene per correre esternamente al tackle, sa sfruttare molto bene la sua struttura fisica per conquistare ulteriori yards dopo il primo contatto. Poco utilizzato come ricevitore fuori dal backfield, non sembra offrire molte garanzie in questo ruolo, pertanto è molto probabile che lo vedremo in campo come prima alternativa al neo arrivato Ben Tate, giunto in Ohio durante l’ultima free agency.
Round 4, pick 127 (from Colts): Pierre Desir, CB, Lindenwood Lions
Prodotto proveniente da un piccolo college di Division II, ha stupito durante le combine, e più in generale nel corso della sua carriera universitaria per la capacità di mettere le mani sulle ovali lanciate dal quarterback avversario, ben 10 sono stati infatti gli intercetti messi a segno nelle ultime due stagioni con la divisa di Lindenwood; veloce, istintivo, abile a leggere in anticipo le giocate avversarie, ha caratteristiche fisiche che gli permettono di reggere il confronto sia con i ricevitori fisici, sia con quelli più veloci, anche se contro questi ultimi spesso fatica a tenere il passo, non tanto per la mancanza di rapidità, quanto, più che altro, per errori che ancora compie in fase di copertura, dove dovrà necessariamente migliorare per conquistarsi uno spazio maggiore. Piuttosto valido contro le corse, i Browns potrebbero fargli accumulare esperienza concedendogli del minutaggio extra negli special team.
Undrafted free agent: Southern Illinois FB Ray Agnew; Oklahoma State DL Calvin Barnett; West Virginia DB Darwin Cook; Alabama State RB Isaiah Crowell; Massachusetts OL Anthony Dima; San Jose State WR Chandler Jones; Vanderbilt WR Jonathan Krause; Oregon State OL Michael Philipp; South Carolina QB Connor Shaw; Florida State WR Kenny Shaw; Ball State WR Willie Snead.
Voto Finale: 7
E’ finito presto il Draft dei Browns, che non hanno effettuato alcuna scelta dopo il quarto round, preferendo acquisire tutti i prospetti di cui avevano bisogno nelle prime quattro tornate, in cui sono riusciti a coprire diversi need che avevano a roster con l’esclusione di quello del wide receiver, soprattutto in considerazione delle voci che già circolavano sulla possibile sospensione di Josh Gordon; una decisione che a conti fatti potrebbe risultare scellerata, ma che nel contesto non pareva del tutto sbagliata, visto che comunque il management è riuscito a portare in Ohio diversi talenti che possono trovare spazio fin da subito nella depth chart di Cleveland. Gilbert e Manziel sono scommesse relativamente rischiose ma in caso fossero vinte garantirebbero un altissimo contributo per diversi anni a venire, Kirksey e Bitonio potrebbero già rivelarsi due splendide realtà, mentre West e Desir hanno tutti i numeri necessari per risultare investimenti importanti in ottica futura; due progetti questi ultimi, che andranno ad affiancarsi ad altrettanti talenti arrivati tra gli undrafted rookie che meritano di essere assolutamente citati, il runningback Isaiah Crowell, penalizzato da diversi problemi off the field, e il wide receiver Chandler Jones.
Folgorato sulla via del football dai vecchi Guerin Sportivo negli anni ’80, ho riscoperto la NFL nel mio sperduto angolo tra le Langhe piemontesi tramite Telepiù, prima, e SKY, poi; fans dei Minnesota Vikings e della gloriosa Notre Dame ho conosciuto il mondo di Playitusa, con cui ho l’onore di collaborare dal 2004, in un freddo giorno dell’inverno 2003. Da allora non faccio altro che ringraziare Max GIordan…