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Round 1, pick 5: Khalil Mack, OLB, Buffalo Bulls
Ottimo pass rusher, istintivo, aggressivo e fisico, è il giocatore ideale per la difesa dei Raiders, alla ricerca di un nuovo playmaker e di un futuro leader, capace di trascinare i compagni di squadra con giocate in grado di gasare tutto il reparto; esperto, ha giocato sia da end che da outside linebacker alternandosi negli schieramenti 4-.3 e 3-4, Mack offre infinite possibilità al defensive coordinator di Oakland, che potrebbe decidere di sfruttarlo in ogni down, anche quando è necessario fronteggiare la offense avversaria in coperture adatte alla situazone. Dotato di una buona rapidità nel breve, velocissimo a leggere lo sviluppo dell’azione e dirigersi verso il portatore di palla, Mack ha altresì dimostrato di essere un buon blitzer e di saper aggredire con facilità il backfield avversario, penetrando per punire chi sta maneggiando l’ovale. Pronto per il grande salto, il prodotto di Buffalo sarà senza dubbio uno starter fin dalle prime battute della season 2014.
Round 2, pick 36: Derek Carr, QB, Fresno State Bulldogs
La dote migliore di questo ragazzo è indubbiamente il rilascio, veloce, secco, preciso, con cui mette la palla in aria e la dirige verso il terminale designato a riceverla, caratteristica fondamentale per una squadra intenzionata ad utilizzare la West Coast Offense alla ricerca in un quarterback e che ha colpito lo stesso coaching staff dei Raiders, increduli di esserselo visto cadere in mano nel secondo round dopo aver a lungo meditato se rischiare una trade up per prenderlo; mobile, rapido nel scandagliare il campo alla ricerca di opzioni cui affidare l’ovale, su di lui pesano i dubbi sull’accuratezza del braccioquando deve completare sul profondo, e i pochi avversari di livello affrontati durante la sua esperienza collegiale con Fresno State, prima nella WAC e poi, nell’ultimo anno, nella Mountain West. Conference ritenute poco probanti da molti esperti, nonostante le ottime prove fornite sul terreno di gioco da Carr, che arriva ad Oakland per fungere, almeno inizialmente, da backup alle spalle del nuovo acquisto Matt Schaub, in attesa di conquistarsi uno starting spot che pare essere alla sua portata, e che potrebbe arrivare prima di quanto in molti pensano.
Round 3, pick 81 (from Dolphins): Gabe Jackson, OG, Mississippi State Bulldogs
Solido e imponente, Jackson offre buone garanzie sia sui passaggi che sulle corse, situazioni di gioco in cui sfrutta benissimo il suo fisico possente per sopperire ad una mancanza di rapidità sul primo passo che avrebbe potuto, diversamente, metterlo in seria difficoltà; buon bloccatore, il prodotto di Mississippi State sembra comunque rendere al meglio come pass protector, una buona notizia per chiunque sarà il nuovo quarterback dei Radiers. In attesa di scoprirlo, intanto, in Calfiornia potranno lavorare su questo lineman, aiutandolo a completare la sua fase di maturazione e rendendolo pronto per giocare fin dal primo minuto di regular season; con alcune perdite importanti sulla OL, è infatti molto probabile che lo vedremo farsi strada in NFL fin dai primi istanti di gioco della nuova stagione.
Round 4, pick 107: Justin Ellis, DT, Louisiana Tech Bulldogs
Altro giocatore interessante, in grado di fornire un buon contributo fin da subito, in un ruolo in cui i Raiders, lo scorso anno, hanno sofferto davvero tantissimo, mostrando sempre il fianco alle scorribande avversarie, ovvero il centro della linea difensiva; Ellis è un buon mix di velocità e prestanza fisica, abilissimo a difendere contro le corse ma in seria difficoltà quando deve contrastare i passaggi, pertanto dovrà lavorare duramente per cercare di sistemare questo aspetto del suo gioco, probabilmente l’unico che ha pesato tantissimo sulla sua discesa al Draft. Un buonissimo colpo comunque per Oakland, che nel quarto round è riuscita a far suo un prospetto che in molti vedevano destinato ad essere chiamato tra la seconda e la terza tornata.
Round 4, pick 116 (from Dolphins): Keith McGill, CB, Utah Utes
I guai fuori dal campo lo hanno fatto scendere tantismo durante il Draft, ma il talento di questo prodotto da Uah è davvero notevole, e se in California riusciranno a rimetterlo in carreggiata potrebbero ritrovarsi tra le mani un giocatore incredibilmente completo, capace di contrastare qualsiasi tipo di ricevitore e di reagire con rapidità contre le corse. Fisicamente prestante, McGill perde difficilmente il contatto con il proprio ricevitore, riuscendo sempre a recuperarlo dopo una finta o un taglio grazie ad una buonissima velocità di reazione che gli permette di chiudere, in pochssimi istanti, il terreno perso nei confronti dell’avversario; buon colpitore, riesce a mettere a segno, con facilità, anche i placcaggi in campo aperto.
Round 7, pick 219: T.J. Carrie, CB, Ohio Bobcats
Ha alle spalle una storia bellissima e un cammino nel football tutt’altro che semplice, segnato dall’intervento chirurgico al cuore durante gli ultimi anni della high school che lo hanno costretto ad entrare in NCAA con qualche stagione di ritardo, essendo stato reshirtato nel 2009 dopo una sola presenza con i Bobcats nella season precedente; dotato di un buon istinto e di un discreto fiuto per la palla, Carrie è in grado di svolgere un ottimo lavoro contro le corse, situazione di gioco in cui ha dimostrato di trovarsi a suo agio e mantenere una buonissima produzione. Fisicamente ben strutturato, ha confermato durante le combine di Indianapolis di essere anche piuttosto veloce, nonostante i problemi al cuore che hanno rischiato di limitarlo tantissimo sotto questo aspetto; molto solido a livello mentale, concorrerà probabilmente per un posto negli special team fin dal suo primo giorno in California.
Round 7, pick 235 (from Cardinals): Shelby Harris, DE, Illinois State Redbirds
Se fosse ancora tra noi il vulcanico Al Davis verrebbe da dire che questa è stata una scelta marchiata a fuoco da lui stesso, visto che Shelby è il classico ragazzaccio in pieno stile Raider Nation, espulso da due università e costretto a saltare il suo ultimo anno di eleggibilità universitaria a causa dei continui problemi creati off the field e al scarso impegno mostrato durante le sedute di allenamento; aspetti che, nonostante delle caratteristiche atletiche di prim’ordine e un margine di potenziale ancora inespresso lo hanno fatto scivolare parecchio nelle classifiche di gradimento degli scout, e che mettono un grandissimo punto interrogativo sul suo futuro come giocatore professionista, in quanto andrà completamente testato il suo approccio al football. E dire che la versatilità che gli permette di giocare sia da defensive tackle che da defensive end tornerebbe utile a tantissime squadre, non solo a Oakland, che per riuscire a tirar fuori qualcosa da lui, sarà probabilmente costretta a lavorarci sopra parecchio.
Round 7, pick 247 (from Seahawks): Jonathan Dowling, S, Western Kentucky Hilltoppers
Altro giocatore in pieno Davis Style, tecnicamente da sgrezzare e completamente da educare per quanto riguarda gli atteggiamenti in campo, sia durante le partite che nel corso delle sedute di allenamento, che ha mostrato di digerire pochissimo fin dai tempi del suo arrivo a Gainesville, dove ha giocato per due stagioni prima di trasferirsi a Western Kentucky; arrivato in pompa magna nei Gators, visto che era considerato una delle migliori safety dell’intera Florida, ha creato parecchi problemi al programma con il suo comportamento, e nonostante il traferimento, negli Hilltoppers ha faticato parecchio a darsi una regolata. Amante del trash talking più sfrenato, il suo atteggiarsi da bulletto ha dato fastidio a più di un avversario, soprattutto se pochi istanti prima era stato messo a sedere da uno di quei colpi che paiono essere un suo preciso marchio di fabbrica; botte dettate da una voglia irrefrenabile di punire che spesso si sono tramutati in errori clamorosi, esponendolo alle critiche, giustissime, del coaching staff. Anche lui da rivalutare sotto l’aspetto dell’approccio, deve inoltre mettere su peso se vuole avere un futuro tra i professionisti, soprattutto se intende colpire alcuni di loro nella stessa maniera con cui lo faceva in NCAA.
Undrafted free agent: Notre Dame RB George Atkinson III; Virginia Tech WR D.J. Coles; Texas WR Mike Davis; Winston-Salem State LB Carlos Fields Jr.; San Jose State WR Noel Grigsby; Montana OT Danny Kistler; Utah TE Jake Murphy; FIU TE Scott Simonson; Jackson State DT Rob Smith; Utah FB Karl Williams
Voto Finale: 7
Potevano fare qualcosa di più forse per la posizione di wide receiver, ma l’arrivo di James Jones via free agency e la firma dell’intrigante undrafted da Texas Mike Davis hanno certamente aiutato i Raiders a coprire, almeno parzialmente, questa necessità, concedendogli, soprattutto dopo aver messo sotto contratto l’ex Green Bay nella prima parte di offseason, di concentrarsi su need più importanti come quello del pass rusher, del quarterback e della linea difensiva, coperti con tre delle prime quattro scelte; se le intuizioni sono giuste, lo scopriremo strada facendo, anche se, per come si stanno evolvendo le cose in questi primi giorni di training camp, non è escluso che molti dei nuovi arrivati dovranno contribuire fin da subito, certificando, di fatto, l’ottimo lavoro svolto dallo staff durante il Drat.
Folgorato sulla via del football dai vecchi Guerin Sportivo negli anni ’80, ho riscoperto la NFL nel mio sperduto angolo tra le Langhe piemontesi tramite Telepiù, prima, e SKY, poi; fans dei Minnesota Vikings e della gloriosa Notre Dame ho conosciuto il mondo di Playitusa, con cui ho l’onore di collaborare dal 2004, in un freddo giorno dell’inverno 2003. Da allora non faccio altro che ringraziare Max GIordan…