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Round 1, pick 12: Odell Beckham Jr., WR, LSU Tigers
Immaginiamo che se Eric Ebron fosse stato sul piatto la scelta dei Giants sarebbe potuta essere differente, tuttavia l’attacco aveva bisogno di essere rivitalizzato in special modo dopo la partenza di Hakeem Nicks, e Beckham sa cosa significhi essere un playmaker per la propria squadra. E’ un ricevitore di minute dimensioni che può permettere al proprio coordinatore offensivo di essere creativo, in quanto può essere posizionato nello slot e sfruttare la sua precisione estrema nel correre le tracce, così come essere sfruttato per reverse o finte che possano dare a Manning possibilità di big play. A LSU ha sempre scritto cifre molto interessanti e si è dimostrato costante, non è velocissimo ma sa accelerare paurosamente, sarà un bel giocattolo offensivo per una squadra che recentemente ha deluso molto per la sua inconsistenza offensiva.
Round 2, pick 43: Weston Richburg, C, Colorado State Rams
Com’era prevedibile continua il processo di svecchiamento di una linea offensiva che negli anni del Super Bowl ha giocato alla grandissima, ma che è andata dispersa tra infortuni e ritiri. Richburg al college ha fatto vedere ottime doti da leader ed occhio per gli schieramenti difensivi, è molto agile ed atletico e la sua fluidità di movimenti è piaciuta molto ai Giants, aggiungendo del peso nella parte bassa del corpo può anche aiutarsi a superare un suo limite, quello del contenimento dell’urto del tackle difensivo. Va sicuramente sviluppato da centro perché ha dimostrato intelligenza tattica e sicurezza nelle chiamate, tra qualche tempo potrebbe prendere il posto di JD Walton, preso in free agency. La sua selezione al secondo giro dimostra quanto importante sia la linea offensiva per il sistema dei Big Blue.
Round 3, pick 74: Jay Bromley, DT, Syracuse Orange
Il ruolo di defensive tackle è vitale per lo schema dei Giants, ed anche in questo reparto la squadra ha dovuto ricostruire in seguito alle numerose defezioni e all’età avanzante di alcuni componenti. Bromley troverà il suo posto in una rotazione di tre o quattro uomini e metterà a disposizione della squadra la sua capacità di difendere bene contro le corse, qualità che nasce dal suo sapersi svincolare bene dal blocco grazie ad un ottimo passo di partenza, e dalla precisione che ci mette nel portare a termine il placcaggio. Ha l’atteggiamento consono per sintonizzarsi sulle frequenze di coach Coughlin, si impegna duramente in allenamento ed ascolta quello che gli viene detto, senza presumere di sapere già tutto.
Round 4, pick 113: Andre Williams, RB, Boston College Golden Eagles
I tempi di Jacobs e Bradshaw sono già un lontano ricordo, e l’ira di Coughlin nei confronti dei fumble di David Wilson rappresenta la quadratura del cerchio, ed ecco motivata la ricostruzione pressoché completa del backfield, che ha visto approdare Rashad Jennings tramite free agency. Andre Williams arriva qui per giocarsela, conosciuto come runner iper-produttivo capace di iscriversi alla storia quale sedicesimo giocatore ogni epoca a sorpassare il muro delle 2.000 yards stagionali nella FBS, è un running back fisico e tosto, dotato di una buona visione del campo e di una buonissima accelerazione, può rompere placcaggi e predilige il percorso dritto e forte. Può aiutare i Giants a sfiancare le difese grazie alle sue portate grintose, è caduto in basso perché in carriera ha ricevuto pochissimo e si crede non abbia la versatilità per restare in campo per tre down. Scelta intrigante per il potenziale che si porta appresso.
Round 5, pick 152: Nat Berhe, S, San Diego State Aztecs
Ragazzo costruito in maniera compatta, al college ha giocato una posizione ibrida a metà tra safety e linebacker, e poteva permettersi di farlo. In Nfl la storia è differente perché la gente che incrocerà sarà nettamente più grossa, alla fine della fiera lui ha un fisico da cornerback (5’10 per 193 libbre), ma ci mette tanta cattiveria, tanta volontà, e tanta reattività, il che a volte va oltre le misure. Può finire a fare il backup nel ruolo di safety, si trova bene nella posizione strong perché può agire su spazi brevi con rapidità, a San Diego State era il leader riconosciuto della secondaria e spesso ha fatto scelte difensive molto intelligenti.
Round 6, pick 174 (compensatory selection): Devon Kennard, LB, USC Trojans
Figlio d’arte, in quanto papà Derek ha giocato una decina d’anni in Nfl tra le linee offensiva di Dallas, Arizona e New Orleans a cavallo tra gli anni ottanta e novanta. Molto versatile, ha giocato tutte le posizioni di linebacker e saltuariamente pure da defensive end, è un giocatore molto tosto dal fisico ben costruito cui mancano gli istinti e la tecnica, per cui si propone come un progetto da affidare al coaching staff. Al college si è sempre dimostrato volenteroso e pronto a fare da guida per lo spogliatoio.
Round 6, pick 187: Bennett Jackson, CB, Notre Dame Fighting Irish
Alla high school ha giocato costantemente da ricevitore, per poi riciclarsi da defensive back dotato di ottime mani da mettere a disposizione degli intercetti. Atleta agilissimo che ha fluidità nei movimenti e grandi possibilità di salto verticale, dote importante per contrastare il gioco aereo, Jackson in Nfl è chiamato a sviluppare maggiormente i suoi istinti e a riconoscere meglio le giocate che si stanno per sviluppare, perché per caratteristiche fisiche il suo valore poteva essere più alto di un sesto giro. Partirà con tutta probabilità dagli special teams, dove avrà occasione di dimostrare ciò che vale.
Undrafted free agents: Georgia Tech DE Emmanuel Dieke; Notre Dame LB Dan Fox; Ohio State S Charles Barnett; James Madison DE Jordan Stanton
Voto finale: 7
Il lavoro svolto dal general manager Jerry Reese sembra sulla carta ottimale, in quanto i Giants sono riusciti a prendere diversi giocatori funzionali per il loro sistema. Beckham potrà essere un playmaker sin dal primo giorno che passerà in campo e risvegliare la pericolosità che questo attacco può avere, Richburg può svilupparsi nel centro del futuro in quanto molto solido tatticamente, Jay Bromley può rivestire un ruolo vitale per la difesa, che impernia molta della sua pressione anche sui tackles. La selezione di Andre Williams è intrigante perché ha del potenziale, qualcuno vede in lui un giocatore limitato ai due down ma se riesce a traslare la sua produttività collegiale in Nfl può essere un affare, e sono arrivati due buoni rinforzi per le secondarie, che dovranno affrontare in division degli attacchi ad alto voltaggio.
Davide Lavarra, o Dave e basta se preferite, appassionato di Nfl ed Nba dal 1992, praticamente ossessionato dal football americano, che ho cominciato a seguire anche a livello di college dal 2005. Tifoso di Washington Redskins, Houston Rockets, L.A. Dodgers e Florida State Seminoles. Ho la fortuna di scrivere per questo bellissimo sito dal 2004.