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Round 1, pick 18: Calvin Pryor, S, Louisville Cardinals
Tutti si attendevano che i Jets prendessero un ricevitore al primo round, viene quindi da pensare che una volta giunta la diciottesima chiamata lo staff sia rimasto sul miglior giocatore disponibile in un ruolo che era comunque una forte necessità per la squadra. New York schiererà così il Louisville Slugger, soprannome che fa intuire le mazzate che Pryor è in grado di dare ogni volta che si trova nei paraggi del portatore di palla, lui fornisce alla squadra una versatilità che gli consente di giocare nel box oppure in copertura, in quanto riesce a capire che cosa accade in campo con un pizzico d’anticipo ed è rapido negli spostamenti. Data la voglia di atterrare gente con violenza il suo posizionamento più consono può essere quello di strong safety, ha un’aggressività che Rex Ryan adorerà senz’altro e può restituire quella componente intimidatoria di cui questa difesa necessita partendo titolare sin da subito.
Round 2, pick 49: Jace Amaro, TE, Texas Tech Red Raiders
Per il capitolo “penuria di bersagli per Geno Smith” ecco a voi uno dei tight end più ricercati di questo draft, un prospetto in grado di fare la differenza su ricezione grazie alla capacità di correre tracce precise e dotato della velocità per andarsi a smarcare anche in punti del campo medio-profondi. Doveva andarsene verso il tardo primo giro ed i Jets se lo sono ritrovati più che volentieri al secondo, vi è caduto probabilmente perché al college ha giocato con difese mediocri e quindi non è testato ad alti livelli, e perché la sua produzione (più di 1.300 yards nell’anno conclusivo) è dipesa fortemente dalla spread offense giocata dai Red Raiders. Diventerà comunque un’arma importante per Smith (o Vick…) e darà certamente il suo contributo nel processo di rivitalizzazione dell’attacco bianco-verde.
Round 3, pick 80: Dexter McDougle, CB, Maryland Terrapins
Defensive back che corre come un razzo, velocissimo di piedi e reattivo ai cambi di direzione, l’ideale per essere schierato nei nickel packages di Ryan. Oltre alla rapidità nello spazio breve McDougle offre pure precisione nel placcare, istinto nel posizionamento, capacità di recuperare se battuto dal ricevitore e versatilità tattica, dato che può essere inserito in situazioni differenti. Ci sono dubbi circa la sua salute fisica dato che ha patito un infortunio alla spalla che lo ha tenuto fuori anche dalla combine, e la stazza non è un granché, fatto che gli preclude di venire allineato contro ricevitori alti e grossi. Il suo posto ideale è probabilmente lo slot.
Round 4, pick 104 (from Tampa Bay): Jalen Saunders, WR, Oklahoma Sooners
Ed eccolo finalmente il wide receiver, che arriva sotto forma di un giocatore esile ma tostissimo, un ragazzo utilissimo per tutte quelle situazioni di screen dove il quarterback non deve fare altro che lanciare immediatamente e con precisione, ed il destinatario deve ricevere ed esplodere in campo aperto. Saunders fa esattamente questo, prende possesso dell’ovale e schizza ovunque facendo andare i difensori per le terre, accelera in un battibaleno ed è anche per questo ideale per giocare da ritornatore. Chiaro che i limiti di stazza siano importanti e che sarà improbabile ricavarne qualcosa di più di uno slot receiver, ma può rappresentare quell’elemento dinamico che questo attacco non ha mai avuto.
Round 4, pick 115: Shaq Evans, WR, Ucla Bruins
Completamente diverso da Saunders, Evans è un elemento più fisico e molto meno veloce, che va a completare il quadro a roster proponendosi quale elemento in grado di andare a prendersi qualche colpo nel mezzo ed avanzare sistematicamente le catene. Ha buonissime mani ed effettua ricezioni spesso difficoltose, anche se in molti hanno notato alcuni vistosi cali di concentrazione che gli provocano drop abbastanza fastidiosi, ma può essere utilizzato al meglio se spedito a cercare il soft coverage nella zona avversaria, e lì potrebbe fare danni.
Round 4, pick 137 (compensatory selection): Dakota Dozier, OT, Furman Paladines
Un bel progetto, che potrà dare grosse soddisfazioni se eseguirà le migliorie tecniche che gli vengono richieste per accaparrarsi uno spot da titolare. A Furman ha giocato per quattro anni da titolare proteggendo molto bene il quarterback, è un giocatore massiccio e ben strutturato, anche se tende a concedere un po’ troppo all’avversario per schierarsi nel medesimo ruolo al piano superiore. Ciò non gli precluderà di posizionarsi da guardia e garantire una pass protection solida, e di sfruttare la notevole muscolatura della parte bassa del corpo per creare i varchi idonei alle corse fisiche che tanto piacciono a questo sistema offensivo.
Round 5, pick 154: Jeremiah George, LB, Iowa State Cyclones
Linebacker molto forte fisicamente e rapidissimo negli spazi brevi, che paga il fatto di essere fisicamente costruito da safety. Ha tanta mobilità e può coprire ampie zone del campo in tempi brevi, a volte attende quel secondo in più prima di reagire verso il portatore di palla, se vuole competere per uno spot da linebacker deve mettere su almeno una decina di chili. Può fare molte giocate importanti per gli special teams, la sua destinazione più probabile.
Round 6, pick 195: Brandon Dixon, CB, Northwest Missouri State Bearcats
Corner capace di giocare in maniera molto fisica, Dixon si presta ad essere utilizzato per contrastare i ricevitori sulla linea di scrimmage fornendo nel contempo un buon supporto contro le corse, dato che ha stazza e volontà di placcare. Gli manca la reattività giusta nei confronti dello sviluppo dell’azione, è molto istintivo e gli serve una buona dose di apprendistato tattico, dato che in Nfl le disposizioni difensive sono più complicate rispetto a quelle collegiali. C’è del potenziale per uno spot nella nickel defense dei Jets.
Round 6, pick 209 (compensatory selection): Quincy Enunwa, WR, Nebraska Cornhuskers
Ricevitore adatto per un inserimento nello slot o addirittura da tight end aggiunto se mette su qualche chilo in più, è perfetto per cercare i vuoti nelle marcature a zona in quanto non è un fulmine ed ha un raggio di ricezione limitato, ma può accoppiarsi positivamente con un safety o un defensive back e batterlo in tracce interne, facendo scudo con il proprio corpo (6’2 per 225 libbre).
Round 6, pick 210 (compensatory selection): IK Enemkpali, DE, Lousiana Tech Bulldogs
Ha giocato da defensive end al college ma le misure traslate in Nfl sono chiaramente quelle di un outside linebacker da 3-4 con compiti specialistici di pass rush. E’ molto forte fisicamente ed è competitivo ed aggressivo, è al contempo molto grezzo e tecnicamente non dispone di un grande arsenale di mosse che gli consentano di liberarsi la strada verso il quarterback. Ai Jets è piaciuta senz’altro la sua tenacia, solo il tempo dirà se il suo sviluppo potrà portare ad un giocatore efficiente per questo roster.
Round 6, pick 213 (compensatory selection): Tajh Boyd, QB, Clemson Tigers
Grande carriera la sua a Clemson, ora però arriva la parte difficile, farcela in un roster Nfl. Boyd ha giocato stagioni di grande rilevanza in un sistema ad alto ritmo che gli chiedeva semplicemente di liberarsi del pallone il più in fretta possibile, certamente parte del suo successo è stato determinato dal poter connettere con tanti playmaker di lusso (DeAndre Hopkins, Sammy Watkins) e le sue decisioni non sempre sono state all’altezza della situazione. Ha il braccio per poter colpire in profondità ma non è molto preciso, spesso si è fatto intercettare per la mancata localizzazione del difensore in una determinata posizione, tra le altre cose può correre e muovere la tasca eludendo la pressione. E’ un progetto in tutto e per tutto, nonostante l’enorme produzione collegiale deve ripartire pressoché da zero per adattarsi ai canoni del professionismo.
Round 7, pick 233: Trevor Reilly, LB, Utah Utes
Ragazzone tutto muscoli ed agilità vicina allo zero, è un linebacker specializzato nel tenere a bada il gioco di corse avversario in quanto ha istinto per localizzare il pallone ed effettuare l’azione di difesa. Ha esperienza in tutti ruoli di linebacker e mettendo del peso potrebbe anche giocare da defensive end con compiti di pass rush, in quanto sopperisce alla mancanza di velocità ed alla legnosità dei movimenti con una tenacia non da poco. Intenso ed aggressivo, il che fornisce altri indizi sul tipo di giocatori che i Jets hanno cercato in questo draft.
Undrafted free agents: Saginaw Valley State OT Tevon Conrad; Boston College LB Steele Divitto; Missouri State DE Anthony Grady; Texas Tech DT Kerry Hyder; Arizona TE Terrence Miller; Nebraska OT Brent Qvale; Wake Forest LB Zach Thompson; San Diego State FB Chad Young.
Voto finale: 7+
Il compito principale dei Jets in questo draft era quello di attrezzare un attacco asfittico con nuove armi, al fine di aiutare lo sviluppo di Geno Smith e capire quale futuro l’ex West Virginia possa avere tra i bianco-verdi. Dopo l’acquisizione in free agency di Eric Decker, la necessità è stata tralasciata al primo giro di fronte alla disponibilità di un safety cattivo ed aggressivo come Pryor, un giocatore di cui questa difesa necessità per tornare a dettare i tempi come accadde durante i primi due anni dell’era Rex Ryan. Il lavoro offensivo è stato portato a termine nei giri successivi grazie alla presa di Amaro, un tight end atletico e dotato di ottime mani dotato di qualità assenti a roster nel 2013, e quindi con ricevitori di caratteristiche completamente opposte, il fisico Shaq Evans e l’esplosivo Saunders, con Enunwa ad aggiungersi in un ruolo molto probabilmente limitato allo slot. Rimpinzate a dovere anche le secondarie con il velocissimo McDougle, una buonissima presa al terzo giro, e Dixon, molto più attrezzato fisicamente, mentre ci sarà da discutere sul futuro utilizzo di Jeremiah George, che farà esperienza tra gli special teams in attesa di capire se potrà schierarsi da linebacker o da safety aggiunto in pacchetti particolari. Piace molto il pick del massiccio Dozier al quarto giro, in quanto ha le potenzialità per diventare un giorno titolare nello spot di guardia offensiva, positivo l’utilizzo delle numerose scelte compensatorie, che hanno portato, tra gli altri, Tajh Boyd, l’ex quarterback di Clemson. I vuoti a roster sono stati colmati con successo, ed i giocatori-progetto sembrano essere molto interessanti, oltre che adatti allo schema praticato.
Davide Lavarra, o Dave e basta se preferite, appassionato di Nfl ed Nba dal 1992, praticamente ossessionato dal football americano, che ho cominciato a seguire anche a livello di college dal 2005. Tifoso di Washington Redskins, Houston Rockets, L.A. Dodgers e Florida State Seminoles. Ho la fortuna di scrivere per questo bellissimo sito dal 2004.