A distanza di un anno e spiccioli, i wide receiver tornano a candidarsi come i protagonisti indiscussi del Draft, e sulla falsariga di quanto accaduto lo scorso anno, con diversi prospetti interessanti finiti fuori dal primo round di scelta, anche in questo 2014, l’abbondanza di talenti nel ruolo rischia di vederne qualcuno rimanere ancora senza squadra alla fine del day one.
Una situazione che potrebbe nuovamente verificarsi grazie alla profondità della classe, che presenta talenti da tenere in assoluta considerazione per il futuro anche al di fuori dell’ipotetica top five che vi presenteremo qui di seguito, aperta da quell’indiscusso mattatore che risponde al nome di Sammy Watkins, ragazzo che pare davvero destinato a fare grandi cose tra i professionisti.
Sammy Watkins – Clemson
Senza ombra di dubbio uno dei migliori giocatori, in assoluto, disponibili in questo Draft, Watkins si è fatto notare fin dal suo esordio in NCAA, conquistando la nomina nel First Team All-American già al termine della freshman season; un’impresa che, in passato, era riuscita solo a talenti del calibro di Herschel Walker, Marshall Faulk, e Adrian Peterson, gi unici ad essere già protagonisti da matricole.
In possesso di una velocità pari a quella di molti sprinter olimpici, è stato campione dello stato sui 200 metri, il prodotto di Clemson riesce a mantenere una buonissima produzione sia quando sviluppa tracce esterne, sia quando esplora le vie interne del campo, dove grazie ad una buona struttura muscolare, conquista svariate yards rompendo i placcaggi avversari; una caratteristica decisamente atipica per un giocatore che parrebbe, almeno sulla carta, più propenso ad impostare il proprio gioco sulla velocità, e che invece non disdegna ricercare il contatto in mezzo al campo, sfruttando in proprio favore le caratteristiche fisiche e tecniche che lo hanno reso celebre.
Dotato di un buon controllo del corpo e di un ottimo trattamento dell’ovale, nonostante provenga da una sistema che non lo ha preparato al meglio ad affrontare il salto verso il professionismo, vista la semplicità del playbook utilizzato dai Tigers, ha accumulato una buona conoscenza del gioco che dovrebbe permettergli di ritagliarsi un buono spazio fin dalla sua rookie season, nel corso della quale potrebbe imporsi come receiver #2.
Dominante, produttivo, maturato anche sotto il profilo caratteriale dopo la squalifica rimediata per possesso di marijuana e sostanze proibite nel 2012, Watkins offre buone garanzie pure a livello fisico, avendo dimostrato, nel corso dell’ultima stagione, di aver ampiamente recuperato dall’infortunio alla gamba che lo aveva condizionato nel corso della sophomore season; ha chiuso la sua carriera universitaria tra i top receiver di Clemson con 240 ricezioni all’attivo, per 3,391 yards e 27 touchdowns.
Possibili destinazioni: Jacksonville Jaguars, Cleveland Browns, Oakland Raiders.
Mike Evans – Texas A&M
Il terminale preferito di Johnny Football Manziel nelle sue scorribande con gli Aggies, nei quali hanno formato una coppia indossolubile, e quasi infallibile, negl’ultimi due anni di college football, conducendo l’ateneo di College Station fino ai suoi vertici.
Potente e fisicato, Evans è un vero e proprio lottatore quando la palla viene messa per aria, la fiuta, l’aggredisce e se ne impossessa, come fa un segugio di razza con una preda, sfruttando la propria struttura fisica per dominare i difensori avversari e permettere alla sua squadra di conquistare porzioni importanti di campo.
Diversamente, presenta troppe pause quando deve eseguire giochi più rapidi, come slant, out, hook, in cui l’ovale gli viene lanciata più bassa e non può utilizzare la sua altezza per anticipare in tutta tranquillità gl’interventi dei defensive backs o dei linebackers; dotato di mani educatissime, presenta un’ottima coordinazione tra occhio e arto che gli permette di mettere sempre a fuoco la palla e mettere a segno ricezioni spettacolari.
Molto mobile nonostante la stazza, ha dimostrato di sapersi comportare molto bene con gli scrambling quarterbacks, muovendosi parallelamente a loro per farsi trovare libero quando hanno necessità di scaricare l’ovale; non velocissimo, riesce comunque a liberarsi in campo aperto lavorando molto bene nelle prime cinque yards, quando fa “sentire” il proprio peso al cornerback che si trova davanti.
Resistente ai placcaggi, ne subisce diversi prima di crollare a terra, viene considerato una sorta di testa calda perchè spesso e volentieri cade nelle provocazioni dei giocatori avversari; a Texas A&M, dove ha giocato per sole due stagioni ricevendo 151 palloni per 2,499 yds e 17 TD, era quasi diventata una prassi vedere Manziel e coach Sumlin cercare di calmarlo sulla sideline.
Possibili destinazioni: Tampa Bay Buccaneers, Detroit Lions.
Odell Beckham Jr. – Louisiana State
Migliorato tantissimo nell’ultima stagione, il talento dei Tigers ha dimostrato di aver raggiunto una buona fase di maturazione che dovrebbe permettergli di trovare spazio fin da subito tra i professionisti, dove potrebbe anche farsi spazio come returner, ruolo ricoperto con costanza al college, dove si è disimpegnato sia nei kick che nei punt return.
Non velocissimo, presenta ancora qualche difficoltà a liberarsi sul profondo, Beckham dovrà cercare di mettere su qualche chilo di muscoli nei prossimi anni, visto che nonostante non disdegni il contatto con i difensori avversari, spesso non riesce ad imporsi a causa del fisico minuto che gli impedisce di liberarsi della marcatura.
Dotato di buonissime mani e di un ottimo controllo del corpo è capace di mettere a segno ricezioni che parrebbero impossibili e poi sbagliarne altre all’apparenza facilissime, sintomo che i problemi di concentrazione che l’hanno penalizzato nel corso dei primi due anni in NCAA non sono stati del tutto risolti.
Il suo punto di forza, indubbiamente, è la rapidità di movimento che gli permette di eludere gli interventi avversari e conquistare importanti yards sia in campo aperto che nel traffico, dove spesso riesce a fare parecchia strada grazie alle finte con cui evita agevolmente i placcaggi di chi si trova di fronte; a Baton Rouge ha chiuso con 2,305 yards e 12 TD su ricezione e 538 yds e 2 touchdowns su ritorno.
Possibili destinazioni: New York Jets, Philadelphia Eagles, Kansas City Chiefs.
Marqise Lee – Southern California
Penalizzato enormemente dalla serie di infortuni che l’ha colpito durante la carriera universitaria, Lee si presenta al prossimo Draft come uno dei migliori prospetti in generale, che probabilmente non sarebbe nemmeno uscito dalla top ten se fosse riuscito a dimostrare una certa integrità fisica, cosa che, indubbiamente, non depone affatto in suo favore.
Un peccato, perchè potenzialmente qui siamo dinnanzi ad un talento di livello assoluto, tecnicamente molto valido, buon conoscitore del gioco, e caratterialmente ben formato, con alle spalle una storia personale che poteva incidere pesantemente sul suo futuro, arriva da un quartiere tra i più degradati di Inglewood, California, e che invece è stata un monito a cercare di tirare fuori sempre il meglio di se e dare il massimo, sul campo come fuori dal terreno di gioco.
Dotato di una grandissima abilità nel separarsi dai difensori avversari, è in possesso di buone mani e di un ottimo fiuto per la palla che gli permette di trovare quasi sempre l’angolo migliore per impossessarsene; ottimo atleta, elusivo, sa sfruttare molto bene gli spazi lasciati vuoti nelle zone di copertura e spesso ama “giocare” con il proprio marcatore.
Impiegato dai Trojans anche come returner, nonostante i ripetuti infortuni subiti alle ginocchia, Lee ha accumulato una buona esperienza, totalizzando 36 presenze con USC, con la quale ha messo a segno 248 ricezioni, per 3,655 yds e 29 touchdowns, e portato palla in 50 ritorni, conquistando 1,305 yards e realizzando 2 TD.
Possibili destinazioni: New York Jets, Kansas City Chiefs, Carolina Panthers.
Kelvin Benjamin – Florida State
Giocatore in crescita, probabilmente il prospetto che presenta maggiori margini di miglioramento in prospettiva nonostante parta da basi più che buone, raggiunte attraverso il suo percorso di maturazione compiuto nei Seminoles, dove si è ritagliato uno spazio sempre più importante diventandone un punto di forza indiscusso nell’ultima stagione.
Potente, fisicamente ben costruito, dotato di una buona coordinazione e di ottime mani, Benjamin è di fatto un receiver costruito nel corpo di un tight end che sa sfruttare le sue misure per intimidire i difensori avversari sia dopo la ricezione, sia quando deve aprire spazi per i compagni agendo da semplice bloccatore.
Letale in redzone, dove sfrutta la sua altezza per andare a prendere l’ovale nel punto più alto, dove solitamente non riescono ad arrivare i suoi marcatori, ha dimostrato gradire particolarmente i big play, situazione di gioco in cui riesce a mettere in mostra la sua straordinaria accelerazione, che gli consente di prendere il largo in campo aperto.
Da migliorare come route runner, Benjamin presenta ancora qualche incertezza quando deve ricevere palloni lanciati bassi, una caratteristica che accomuna parecchi ricevitori con la sua prestanza fisica ma che pare tranquillamente risolvibile; redshirtato nella sua prima stagione a Tallahassee, ha solo due anni di esperienza NCAA, dove ha chiuso con 1,506 yards e 19 touchdowns all’attivo.
Possibili destinazioni: Philadelphia Eagles, Kansas City Chiefs, Carolina Panthers.
Da seguire:
Un altro materiale da primo giro, che avrebbe meritato certamente una presentazione più ampia è Brandin Cooks, piccolo e veloce receiver da Oregon State che può diventare un fattore nel ruolo di slot tra i professionisti, dove la sua rapidità potrebbe fare diversi danni e consentirgli di mantenere quella nomea di playmaker che si è costruito nel corso degl’anni in cui ha vestito la divisa dei Beavers.
Decisamente diverso Devante Adams, talentuoso possession receiver da Fresno State che presenta ancora molti margini di sviluppo nonostante le buone cose fatte con i Bulldogs, con i quali ha ricevuto per 3,031 yards e segnato 38 touchdowns in due stagioni, dimostrando di avere le carte in regola per meritarsi uno spot come WR #2, o forse anche di più, in NFL, che potrebbe farlo suo già sul finire del primo round.
Un occhio di riguardo lo merita anche Cody Latimer, altro ricevitore di possesso che è stato parecchio limitato dagl’infortuni e non ha potuto esprimere al meglio tutto il suo potenziale; se riesce a rimanere sano, le sue qualità e la grande elevazione dovuta ad un passato da giocatore di basket, torneranno certamente utilissime a quei team che giocano la West Coast Offense e che potrebbero aggiudicarselo agevolmente nel corso del secondo round.
Nei giri più bassi, andrà poi posta una certa attenzione alle destinazioni di Jarvis Landry, Jordan Matthews, Bruce Ellington, Donte Moncrief e Allen Robinson, tutti giocatori da tenere in considerazione per il futuro tra i professionisti, dove potrebbe arrivare anche Michael Campanaro, interessantissimo prospetto che, con le sue prestazioni, aveva incendiato Wake Forest nel corso della stagione 2013.
Folgorato sulla via del football dai vecchi Guerin Sportivo negli anni ’80, ho riscoperto la NFL nel mio sperduto angolo tra le Langhe piemontesi tramite Telepiù, prima, e SKY, poi; fans dei Minnesota Vikings e della gloriosa Notre Dame ho conosciuto il mondo di Playitusa, con cui ho l’onore di collaborare dal 2004, in un freddo giorno dell’inverno 2003. Da allora non faccio altro che ringraziare Max GIordan…