Chi sostituirà Rob Chudzinski come head coach dei Browns? La domanda non è da poco, tenuto conto che chiunque lo farà dovrà lavorare in una struttura dove il CEO Joe Banner ed il GM Mike Lombardi hanno l’ultima parola sul personale.  Banner e Lombardi sono dunque coloro che valutano e prendono decisioni, e l’head coach deve adeguarsi. Cosa che non è riuscita a Chudzinski né all’offensive coordinator Norv Turner, che hanno dovuto lavorare in questo 2013 con cinque diversi running backs, tre quarterbacks ed un cornerback veterano finito nella injured reserve list prima di trovarsi a concludere la stagione a Miami. Tutto questo, compresa la trade che ha portato Trent Richardson a Indianapolis — forse l’unica mossa buona fatta dal front office — con Banner che ha ripetutamente dichiarato come il team non si stesse preparando ad affrontare un anno di transizione in vista del 2014 ma che stesse giocando per questa stagione.

182302634_8Eppure…eppure, nonostante tutto, dei sei posti da head coach fino ad ora resisi liberi dopo il Black Monday, Cleveland è ancora fra i più attrattivi, se non si guarda al fatto che i Browns hanno licenziato un head coach dopo una sola stagione.  Cleveland infatti avrà la quarta scelta nel prossimo draft, con la possibilità di trovare quel franchise quarterback che fino ad ora è mancato. Inoltre c’è un gruppo di giocatori validi come Josh Gordon, Jordan Cameron e Joe Haden. E’ chiaro comunque che la struttura organizzativa della franchigia lascia poco spazio per un head coach che voglia avere l’input finale sulle decisioni riguardo al parco giocatori. Questo è uno dei motivi per i quali Chip Kelly la scorsa stagione ha preferito gli Eagles a Cleveland. Tutte queste considerazioni lasciano in corsa candidati che non vogliano avere per forza l’ultima parola sul roster, come sembra essere Ken Whisenhunt o altri che siano alla ricerca della loro prima chance e quindi siano disposti a cedere qualcosa, come  il defensive coordinator di Arizona, Todd Bowles; il defensive coordinator di Seattle, Dan Quinn; o l’offensive coordinator dei Broncos, Adam Gase. Oppure, ci potrebbe essere spazio per chi già gode di una buona relazione con Banner o Lombardi. Cioè l’offensive coordinator dei Patriots, Josh McDaniels.  Data la stretta relazione fra Bill Belichick e Lombardi — il general manager dei Browns era l’uomo di fiducia di Belichick quando entrambi hanno lavorato a Cleveland negli anni ’90 — McDaniels appare un candidato ideale. Questa scelta riporterebbe a Cleveland qualcosa del sistema Belichick, anche se l’ultimo esperimento in tal senso, con Eric Mangini, non ha funzionato. McDaniels è un ottimo offensive coordinator e un esperto nel lavorare con i quarterbacks. Tom Brady, ha più volte espresso il suo apprezzamento per il fatto di lavorare sotto McDaniels.  E lo stesso McDaniels è andato abbastanza bene nella sua precedente esperienza da head coach, finendo 11-17 in due stagioni a Denver, dove riuscì, nella sua prima stagione in Colorado, a far postare al quarterback Kyle Orton i suoi career highs in tentativi di passaggio, completi, passing yards, touchdown passes e passer rating, lanciando per 3,802 yards: i Broncos edizione 2010 finirono 7° nella NFL in passing yards per game e 13° in total yards per game.

Già membro chiave nel coaching staff dei Patriots che vinse tre Super Bowl nel periodo 2001-08, McDaniels è anche l’unico head coach che fino ad ora sia riuscito a far produrre qualcosa nella NFL a Tim Tebow. Proprio Tebow, che nel frattempo ha raggiunto ESPN per diventare commentatore per il Network della SEC nella NCAA, non ha ancora archiviato le proprie speranze di tornare come quarterback nella NFL. E’ chiaro che un eventuale arrivo di McDaniels riaprirebbe i rumors di una trade dei Browns per il backup dei Patriots, Ryan Mallett o per un arrivo di Tebow. Perché non sperarci? L’arrivo di Tebow e McDaniels potrebbe elettrizzare un ambiente che fino ad ora ha vissuto di troppi bassi.  Magari nell’attesa di sviluppare il prossimo quarterback del futuro da prendere al draft, dove Cleveland avrà buone scelte, grazie anche alla già citata trade per Richardson. Insomma, McDaniels, l’uomo che ha saputo ricostruire in corsa la offense dei Patriots, afflitta dall’infortunio subito dal  tight end Rob Gronkowski durante questa stagione, come l’head coach in grado di inserirsi nel sistema che il front office del Browns ha creato e nel quale non è stato in grado di operare Chudzinski.

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