Non penso ci sia una storia migliore nel football contemporaneo. Peyton Manning o Tom Brady ? Sono indubbiamente i due migliori QB della loro generazione, i due volti della NFL da più di un decennio.
Nell’ultimo Sunday Night si sono affrontati uno contro l’altro per la quattordicesima volta e l’evento è stato coperto mediaticamente con intensità poco inferiore a un Super Bowl, compressa scritta speciale “Manning Brady XIV” preparata dalla NBC per introdurre la sfida.
La gara è stata bellissima, a suo modo folle, comunque uno degli ulteriori attestati del football come colonna sonora dell’inverno americano. Tutti a vedere la NFL, ma anche il college football, davanti magari al camino o con la neve fuori, per il Thanksgiving Day imminente o più in là per le feste natalizie.
Di questo periodo non c’è niente di meglio negli sport USA. Se poi ci date anche Manning vs. Brady allora davvero non possiamo pretendere nulla di più.
Hanno vinto i New England Patriots, ma va, ma il come è fantastico. Sotto 24-0 nel primo tempo, Bill Belichick non si è mai spazientito, ha mantenuto la calma, Tom e i suoi ragazzi hanno rimontato, sono andati avanti, poi i Broncos d’orgoglio hanno pareggiato la partita spedendola ai supplementari.
Qui Wes Welker, già colonna dei Patriots, ha regalato al pubblico del New England una nuova emozione, peccato che ora però vesta la maglia dei Broncos.
Da punt returner ha chiamato tardi e in malo modo il segnale per il fair catch, i suoi compagni di special team non si sono accorti del suo braccio, uno di loro, l’incolpevole Tony Carter tocca il pallone trasformandolo in live ball.
I Patriots si prendono il possesso in piena red zone, field goal facilissimo e vittoria. E’ davvero ironico che sia stato proprio Wes Welker a risolvere il “Manning Brady XIV”.
Non c’è probabilmente nessuno meglio di lui che possa parlare di analogie e differenze tra i due, avendo giocato per entrambi, avendo giocato dunque per i due migliori, benedetto dall’alto, qualcosa che qualsiasi WR non riesce a sognarsi nemmeno nei più pretestuosi desideri notturni.
Per quanto mi riguarda però non c’è bisogno di interpellare Welker. Per me è tutto chiaro. Preferisco Peyton Manning. Tom Brady però è il vincente, è il QB che vorresti nella tua squadra.
Quindi ? Questione complessa. Partiamo dai numeri. Le sfide one on one parlano fin troppo chiaro. Brady ne ha vinte 10, Manning 4, non serve molto altro. Nel football più di qualsiasi altro sport (non è paradossale, il football ha una stagione corta, ogni partita conta davvero) l’importante è solo vincere.
Prendiamo con le pinze questo sondaggio di Bleacher Report, inflazionato forse dalla rimonta di Brady, ma la riposta è una conferma a quanto si diceva anche prima. Who’s your QB ?
Brady vince col 70%, maggioranza schiacciante, stiamo ancora parlando di rivalità ? Con questi numeri ? Non esiste rivalità. Il pubblico sta dalla parte di chi vince.
Basta però cambiare l’accento della domanda e tutto si capovolge. Non si chiede chi vorresti come QB ma chi in termini assolutamente ideali sia il migliore, al di là di tutto. Per il 60% dei votanti Peyton Manning “is better”, fonte ESPN. Situazione ribaltata, pareggio e kick-off per continuare la sfida eterna.
Per me comunque c’è questo valore assoluto, anche nel football sì, anche nella NFL dove ogni snap potenzialmente può valere una stagione.
Per me c’è un valore assoluto e se questo valore assoluto potesse parlare chiaramente direbbe Peyton Manning, per tutto il resto c’è Tom Brady.
Peccato che tutto il resto non è il b-side della storia, ma la parte più importante. Il QB dei Patriots ha vinto 3 Super Bowl (contro 1) è primo per percentuale di vittorie (77,7%) contro il 69,7% di Manning al terzo posto (in mezzo c’è Joe Montana).
Peyton ha una carriera più lunga, in parte perchè l’incredibile storia di Tom inizia come backup di Drew Bledsoe, quindi ha più vittorie, più yards su passaggio, più TD pass.
Ma il valore assoluto ritorna come idea, come misura. Tom è un vincente, lo ha dimostrato più volte, persino il fratellino Eli ha un Super Bowl in più di Peyton, ma l’ex stella di Tennessee è per molti il QB puro più talentuoso di sempre.
I suoi audible sono solo un frammento per dimostrarci di quanto capisca il gioco prima e più di tutti, è un maniaco del dettaglio, è una mente superiore, è semplicemente avanti.
Il suo braccio e la sua testa lo elevano dal resto del gruppo, negli anni d’oro dei Colts vederlo lanciare, soprattutto per Marvin Harrison, era uno spettacolo commovente.
Si può dire lo stesso, ma in termini diversi, per Brady. Il primo una star già al college, prima scelta assoluta al draft 1998, un predestinato, figlio del grande Archie, lui pescato addirittura al sesto giro, scelta 199 nel 2000, come detto inizia da backup, poi l’infortunio di Bledsoe, Belichick costretto a farlo partire titolare.
Era il 2001, Brady finì la stagione da MVP del Super Bowl, field goal allo scadere di Adam Vinatieri contro i favoriti ed elettrizzanti St. Louis Rams. L’inizio di una leggenda. 3 Super Bowl in 4 anni. La dinastia.
Così nacque la sua leggenda, all’improvviso, subito da vincente, per segno del destino. Due caratteri diversi, due storie parallele, i due si dicono amici ma in realtà sanno benissimo che in questa partita ne resterà solo uno.
Brady è lo spettacolo di chi sa come fare per vincere, è la sicurezza, è non perdere mai la calma, è razionale, tranquillo come il suo allenatore.
E’ in un sistema, vincente come pochi altri nella storia. La domanda di molti, se non di tutti, è fin troppo nota. Cosa sarebbe senza Belichick ? Cosa sarebbe giocando in un’altra squadra, in un altro contesto di gioco ?
Probabilmente non lo sapremo mai, ma il punto è questo. Il sistema lo si crea, scaturisce dagli uomini, è vero che Brady è il beneficiario di quel genio del suo head coach ma parimenti ne è anche l’interprete principale.
La filosofia più bella e la mente più arguta significano molto poco se poi non hai il braccio e quel quid misterioso che è la risposta ad ogni avversità. 3 Super Bowl e una stagione perfetta buttata proprio all’ultimo ballo ci dicono del più grande vincente sicuramente della sua epoca, diremmo facilmente di sempre.
Peyton viaggia veloce, quasi da solo, ha cambiato squadra, ha subito un anno di stop per un collo maledetto, è tornato a 37 anni più forte di prima. La sua stagione 2013 ricorda proprio la perfect season 2007 quando il fratellino ricordò a Brady prima e a noi tutti che la perfezione non esiste, all’ultimo atto.
E’ MVP a mani basse quest’anno, non si discute nemmeno, può addirittura arrivare ai 50 TD pass, può intaccare quella stagione immortale del suo eterno rivale, la migliore di sempre per un QB in tutta la storia della NFL.
In quel 2007 vinse per la prima volta il titolo di MVP. Ad oggi ne ha 2 (l’altro nel 2010), Manning si può già considerare a quota 5 con quest’anno (gli altri sono nel 2003, 2004, 2008 e 2009).
E’ un altro termine di paragone. Lo ha già più che doppiato come riconoscimento sommo al talento individuale che in una singola stagione si fa carico di far vincere la propria squadra (all time è primo, i secondi Jim Brown, Johnny Unitas e Brett Favre sono a quota 3), Manning sta nei discorsi come miglior QB di sempre, sono convinto che lo sia.
Brady e il suo sistema, Brady dentro il sistema, Brady vincente, in America conta vincere e allora è lui il numero 1.
Ma non sono anche il paese dello spettacolo puro, anche fine a sé stesso ? Allora Manning rientrerebbe in gioco ma sarebbe un’offesa, in fondo un Super Bowl lo ha vinto, sotto la pioggia per il 2006 (uno perso contro i Saints nella stagione 2009), ha sempre portato i suoi Colts ai playoff tranne che per due stagioni (la prima da rookie) e per ben 9 stagioni consecutive, record NFL, ora ha ricominciato in due anni a Denver.
9-11 ai playoff contro 17-7, oltre agli anelli ovvio. E’ questo il dato che fa da pendere però maggiormente la bilancia per il ragazzo californiano cresciuto nel mito di Joe Montana. Di più, c’è un 2-1 a suo favore negli scontri diretti sempre in sede di postsesason. In ognuno di questi tre anni si è andati fino in fondo a vincere il Super Bowl.
Ancora mi fa male quello che ho visto il 12 gennaio scorso. Ero al Wells Fargo Center per un Sixers-Rockets, nell’intervallo si butta l’occhio ai playoff NFL nei monitor e mentre tutti intorno s’ingozzano di cheesesteak e Chickie’s & Pet’s fries Peyton lancia un intercetto in overtime, i Ravens strappano il possesso e nel drive seguente, ormai in principio di secondo OT, vincono con un field goal, secondo passo per il trionfo finale nel Super Bowl al buio contro i 49ers.
Ho sofferto perchè non posso vedere una leggenda del gioco perdere in questo modo, così inesorabilmente per colpa sua, in quello stage di playoff dove si creano le legacy. Si merita molto di più e la rivincita di quest’anno è stata finora memorabile.
E’ Denver Broncos contro il resto del mondo, quinto MVP come detto già in cassaforte, playoff che inizieranno con un chiarissimo favorito. Non è solo la rivincita immediata rispetto all’anno scorso, sarebbe il payback di una carriera irripetibile.
Per ora è “on pace” su 54 TD e 5715 yards su passaggio, ovviamente sarebbero record, il primo sapete a chi lo strapperebbe, il secondo invece a Drew Brees, un fenomeno capitato, non che comunque non abbia raccolto (un Super Bowl proprio contro Peyton) in un’era dominata dal binomio di cui stiamo parlando
Non è mica giusto che il fratello più piccolo abbia vinto un Super Bowl più di lui, comunque a capotavola non si siede ne Eli né tantomeno il primogenito Cooper, che tra l’altro sarebbe stato un altro QB NFL non avesse avuto dei seri problemi alla colonna vertebrale.
Eli comunque ha avuto il modo di rifarsi agli occhi del fratellone, anche se in maniera indiretta. Il responsabile dei due (su 5) viaggi a vuoto di Tom Brady al Super Bowl è proprio il regista dei NY Giants, nelle stagioni 2007 e 2011, guarda un po’ i casi della vita.
Peyton ne ha giocati due ma è nella storia per tutti i numeri relativi al suo ruolo, secondo all time per vittorie, TD pass e yards su passaggio, sempre dietro il grandissimo Brett Favre, dal Deep South come lui con carriera ventennale.
Se ne facciamo un fatto di percentuali, e quindi di rapporto con il numero di stagioni, Brady come già detto è più vincente, in tutto e per tutto, nondimeno quando si accompagnava a Gisele Bundchen, qualcosa che ricorda il Joe DiMaggio dei bei tempi con la donna più desiderata d’America, la biondissima Marilyn, ovvero arrivare alla vetta in campo e fuori dal campo, senza una briciola ulteriore da conquistare.
Sul tetto del mondo però devono fare spazio. Ci sono loro due, la decisione finale ancora non è stata presa e temo che mai arriveremo ad un verdetto. Quindi per buona pace di tutti non ci danniamo a trovare una soluzione impossibile, sono i migliori, entrambi, insieme lassù in alto.
Fra poco faranno spazio a questa nuova generazioni di QB mobili, atleti impressionanti come Colin Kaepernick, Cam Newton e il trio delle meraviglie del draft del 2012 Andrew Luck, Robert Griffin III e Russell Wilson, senza dimenticare gli anni a venire del campione in carica Joe Flacco e dell’MVP 2011 Aaron Rodgers e non dando per spacciati due veterani come Drew Brees e Ben Roethlisberger.
Le ultime stagioni e poi nella Hall of Hame, a giochi fatti avremo le idee più chiare solo per non poter decidere ancora.
La battuta finale non può che essere di Wes Welker, colui che è il più titolato a parlare per cercare di dirimere la questione, essendo il più grande WR in comune tra i due e in fondo il vero metro di giudizio della fortuna di un QB essendo semplicemente l’uomo verso i quali, in qualità di ricevitore, si protendono gli sforzi e le imprese di ogni quarterback.
“Sono entrambi spettacolari, non penso ci sia molta differenza tra i due”, parole di uno dei più grandi bianchi di sempre nel ruolo. “E’ come paragonare Picasso e Michelangelo”.
La pietà che traspare da Guernica e dalla Madonna in Vaticano, pietà per noi, non ne siamo capaci, non sappiamo e non possiamo scegliere. Né tanto meno vorremmo.
“E qualcosa rimane tra le pagine chiare e le pagine scure…”
Un articolo stupendo, veramenti grossi grossi complimenti !!!!
Avrei detto di preferire Brady per una serie di ragioni, ma hai fatto riflettere e la scelta è inutile effettivamente due grandissimi, diversi e uguali allo stesso tempo, ma sempre Grandi….
Da tifoso dei Pats non posso che odiare Manning ed essere in disaccordo con l’autore… hehehe. Scherzi a parte, le statistiche tanto amate dagli americani alla fine non rendono quanto aver avuto il piacere di vedere questi due grandissimi QB in azione, se non dal vivo…. almeno in TV.
Concordo poi con l’autore che per quanto Payton mi stia antipatico è una bestemmia che suo fratello abbia vinto 2 anelli e lui solo 1.
Veramente complimenti per l’articolo. La verità è che se prendiamo in considerazione due Quarterback di tale calibro, non possiamo che affidarci al gusto personale. Io preferisco Brady. Per giudicare Peyton Manning, per quanto per talento puro sia indiscutibile, dobbiamo tenere per forza conto del confronto col suo fratellino Eli. Quello che nessuno ha il coraggio di dire è che Eli è un giocatore super: in Regular Season non avrà numeri sfavillanti, ma ha due anelli sulle dita della sua mano, e di certo sfavillano molto di più di qualsiasi altra cosa. Se dovessi dare la palla in mano a qualcuno nell’ultimo drive di un Super Bowl, la darei a lui. Da questo punto di vista Brady è inattaccabile. I grandi quarterback si vedono quando la palla scotta, che lanci pure 7 TD pass alla prima di campionato.
Articolo capolavoro, complimenti! E’ sempre un piacere leggere pezzi scritti bene