8 settembre 2013: San Francisco – Green Bay 34-28.
Colin Kaepernick: 27/39 per 412 yards, 3 TD, 0 INT + 7 corse per 22 yards.
I 49ers hanno già vinto il Super Bowl.

22 settembre 2013: dopo le sconfitte contro Seattle (29-3) e Indianapolis (27-7)
Colin Kaepernick (somma): 26/55 per 277 yards, 0 TD, 4 INT + 16 corse per 107 yards.
I 49ers hanno già mandato alle ortiche la stagione.

30 ottobre 2013: dopo 5 vittorie di fila.

E adesso come la mettiamo?

kaepDa queste cifre e da questi risultati voglio provare ad iniziare una riflessione sui San Francisco 49ers, i cui destini sono ovviamente legati alle fortune del loro QB, di cui non sto a ricordare la vigorosa esplosione della scorsa della stagione culminata con il Super Bowl (perso) contro Baltimore.

Il prodotto di Nevada aveva estasiato nel 2012 con la sua conoscenza ed applicazione della read option e nella prima partita di quest’anno aveva stupito gli appassionati con una prestazione, come da citazione iniziale, allucinante sul passing game, aspetto che nella scorsa stagione sembrava quello ancora maggiormente da migliorare.

A seguire erano però venute due partite (contro Seahaws e Colts) in cui si erano palesati enormi limiti di costruzione del gioco, tanti intercetti e un gruppo di ricevitori ridotto all’osso (di base i soli Boldin e Vernon Davis, in contumacia di Manningham e Crabtree), con il risultato che il record di 1-2 metteva i 49ers con le spalle al muro nella sfida con St. Louis.

La pressione si faceva sentire non solo per Kaepernick ma anche per i suoi coach, con Greg Roman (offensive coordinator dei 49ers) che iniziava a sentirsi un po’ sulla graticola dopo essersi preso molti elogi nel 2012: a partire dalla week 4 San Francisco si è presentata con una nuova filosofia di gioco, forse più antiquata ma efficace, fatta di tante corse (con Frank Gore nuovamente sugli scudi), controllo del cronometro e un sostanzioso aiuto da una difesa risalita di colpo nonostante gli infortuni e gli impedimenti (Willis e Dorsey a mezzo servizio, Williams e Culliver in IR, Aldon Smith in disintossicazione, Asomugha e le scelte al draft Dial e Carradine out).

E Kaep (le cui 8 partite da titolare di questa stagione rappresentano la maggior parte della carriera, per inciso)? Al guinzaglio stretto contro Rams, Houston ed Arizona con 8 corse in tre partite, pochi giochi su passaggio, in buona parte controllati, ed una libertà crescente nelle due sfide contro Tennessee e Jacksonville, che però non offrivano particolari difficoltà e permettevano qualche licenza poetica in più.

Dopo 8 partite ed un record di 6-2 arriva il bye e la possibilità di recuperare da fatiche e fuso orario, e di tornare a ragionare a mente lucida: qual è la dimensione attuale dei 49ers?

Il calendario offre due ardui ostacoli (la trasferta a New Orleans e la sfida casalinga contro Seattle) ed una serie di altre sfide (Carolina, Tampa Bay, St. Louis, Washington, Atlanta ed Arizona) che sono decisamente più abbordabili e replicare il record della prima metà di stagione sarebbe obiettivo da accogliere con entusiasmo dalle parti della baia.

Per la vittoria della division il discorso è complesso, in quanto i Seahawks sembrano più quadrati e soprattutto, più intimidatori (partita di week 2 docet).

I progressi in ogni caso sembrano evidenti per i 49ers, ed il recupero di alcuni infortunati di lunga data potrebbe essere la svolta della stagione: la squadra esprime solidità in ogni reparto e se si troverà il modo di venire a capo anche delle squadre più forti, nessun traguardo potrebbe essere precluso.

4 thoughts on “49ers versione 3.0

  1. Vincere o meno la division per SF non credo sia questo grosso problema, alla postseason ci vanno sicuramente e nei playoff saranno con Seattle la squadra più temibile per via della pressione che la loro difesa riesce a mettere sull’attacco avversario. Nell’articolo non si parla di Eric Reid che sta giocando ai livelli delle migliori FS della lega, fosse per me gli darei il trofeo di Defensive rookie dell’anno già adesso

  2. se dovesse rientrare Smith in difesa SF potrebbe ambire a ballare ancora la prossima primavera.

  3. sbaglio però o se non vince la division si rischia seriamente di tornare a seattle durante la PS?
    Il che a mio avviso sarebbe da evitare viste le ultime 2 gare giocate in casa degli uccelli marini.
    Il fattore campo è importante non solo in riferimento a seattle. meglio affrontare in casa pure saints e packers piuttosto che andare da loro.
    bisogna arrivare primi nella conference, pochi cazzi. il calendario non è facile ma neppure impossibile a parte la trasferta a new orleans. tanto per cominciare bisognerà rendere pan per focaccia agli uccelli marini.

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