Lunedì 3 gennaio 2011: Andrew Luck vince l’MVP dell’Orange Bowl, nella vittoria per 40-12 di Stanford contro Virginia Tech con una prestazione da 4 TD e 287 yards.
Martedì 4 gennaio 2011: Terrelle Pryor vince l’MVP del Sugar Bowl, nella vittoria di Ohio State contro Arkansas con una prestazione da 336 yards e 2 TD totali.
I due, forse con Cam Newton (il talento di Robert Griffin III non era ancora completamente esploso), erano tra i QB più in vista nel panorama collegiale, coetanei, entrambi con un brillante futuro davanti ad essi ed entrambi decisi a tornare al college per un ulteriore anno. Da lì in poi, però, le due carriere sono andate mano a mano distanziandosi, con Luck ancora brillante protagonista in NCAA e futuro titolare della prima scelta assoluta al draft 2012, mentre su Pryor si abbatteva la mannaia dell’inchiesta che avrebbe portato l’head coach di Ohio State, Jim Tressel, a dimettersi per i pagamenti ed i regali proibiti dati ai giocatori della squadra di football del college e lo stesso Pryor ad abbandonare l’università, rendendosi così eleggibile per il draft supplementare NFL del 22 agosto 2011.
Su Luck sono sempre stati puntati, giustamente, i riflettori e sono stati versati fiumi di inchiostro da quando il suo nome è stato chiamato dai Colts, Pryor è stato selezionato dagli Oakland Raiders e da lì ha iniziato una lunga gavetta durata due anni pieni, per dotarsi di mani che potessero fare la differenza come le sue gambe. Pryor non sembrava essere un fattore ad inizio stagione, complice anche la firma di Matt Flynn da Seattle, ma con l’avanzare del training camp ha saputo guadagnarsi il posto da starter per la week 1: cinicamente si può sostenere che Flynn (al college riserva di un altro giocatore legato a doppio filo ad Oakland, Jamarcus Russell) non abbia potuto mettere in luce le sue doti per colpa di una linea offensiva alquanto sospetta, ma la realtà è che alla fine l’ex Buckeye è stato in grado di guadagnarsi i galloni da titolare. Il primo avversario di regular season? Ovviamente quell’Andrew Luck con cui tante volte il destino si era intersecato negli anni precedenti.
Indipendentemente dal risultato della sfida (Indianapolis, a mio parere, aveva un tasso di talento superiore ai Raiders), è stato interessante vedere la prestazione di Pryor e le sue peripezie offensive: i dati parlano di 19 passaggi completati su 29, per un totale di 217 yards, 1 TD e 2 intercetti, più 13 portate di palla per 112 yards (record di franchigia per un QB). Chiaramente i suoi punti di forza del college rimangono e la grande dote di Pryor è quella di saper correre ma allo stesso tempo di essere molto elusivo anche sulla linea di scrimmage, sfuggendo ai difensori avversari quasi con facilità e prolungando l’azione (in alcune occasioni è stato in grado di tenere palla in mano per più di 7-8 secondi) fino a trovare un ricevitore libero. Molto interessantii anche l’accuratezza nel corto-medio raggio (fino a 15 yards) e la freddezza nel chiudere un 4° tentativo e 9 a pochi minuti dalla fine per mantenere intatte le speranze di vittoria della propria squadra.
Senza dubbio ci sono anche due lati negativi: la difficoltà, in alcune situazioni, di saper leggere le difese avversarie, e la mancanza di precisione in lanci oltre le 20 yards, dove ci sono state problematiche sia di misura che, come detto, di lettura: da un’analisi successiva è chiaro come il secondo intercetto sia stato su un uomo coperto da safety (nella fattispecie Bethea, autore dell’intercetto), cornerback e linebacker.
Non possiamo ancora parlare di certezze, in particolare solamente dopo una giornata di regular season, ma le impressioni ci sono, ed anche buone: il parco ricevitori è buono e sembra essere sintonizzato sulla stessa lunghezza d’onda del proprio Qb, McFadden è un RB affidabile e la difesa ha acquisito alcuni giocatori che le permettono di essere quantomeno competitiva. Non sostengo che tutto questo valga la postseason, ma sicuramente una stagione dignitosa.
Andrea Cornaglia, classe ’86, profonda provincia cuneese, si interessa al football dal 2006, prendendo poi un’imbarcata per il mondo dei college dal 2010: da lì in poi è un crescendo di attrazione, inversamente proporzionale al numero di ore dormite al sabato notte
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