Nella passata stagione la Afc West è stata dominata, come era prevedibile, dai Denver Broncos, rinvigoriti dall’arrivo di Peyton Manning e aiutati non poco dal basso livello qualitativo delle altre tre franchigie, che hanno deluso rimanendo tutte sotto la “linea di galleggiamento” dal lato record.
Il declino di San Diego, che dal 2006 al 2009 aveva sempre conquistato il titolo divisionale, coinciso con la fine dell’era di Norv Turner, ha spianato la strada a Denver e ha lasciato tante domande aperte che debbono ancora ricevere risposta. Nuovo staff e nuova gestione manageriale fanno presagire che questo potrebbe essere un anno di passaggio per la squadra del sud della California.
La sorpresa di questa stagione potrebbe venire da Kansas City che ha dovuto per forza di cose reinventarsi dopo un 2012 da far venire le lacrime agli occhi: un penoso 2-14 condito da prestazioni imbarazzanti (uno 0-15 sul campo dei rivali di Oakland tanto per fare un esempio) ha convinto la dirigenza a cambiare molto, partendo dall’allenatore: fuori Crennel dentro Reid. Sarà la rivelazione?
Più staccati rimangono i Raiders, impantanati in una situazione di difficile soluzione: diversi giocatori sopravvalutati e una situazione economica complicata a causa dei primi lasciano presagire che ci sarà ancora da soffrire dalle parti di Oakland. Detto ciò, appare evidente che i superfavoriti rimangono i Broncos, che guardano già oltre gli orizzonti divisionali in direzione New York, pronti a regalare una delle ultime chance di gloria al loro leader Manning.
DENVER BRONCOS
Perdere fa male. Perdere dopo essere stati la miglior franchigia della Afc in regular season, per un field goal segnato ai supplementari, contro coloro che vinceranno il Super Bowl, è ancora peggio. Ma dalle parti del Mile High Stadium non c’è tempo per i rimpianti, la vittoria finale non può più attendere.
Ne è consapevole Peyton Manning, che a 37 anni sa di aver gettato all’aria una grande occasione appena rientrato da un anno di stop dopo l’infortunio al collo. Il futuro Hall of Famer aveva immediatamente zittito gli scettici andando a chiudere la regular season 2012 con il secondo miglior rating della carriera, fatto di 4659 yards lanciate, 37 touchdowns e una percentuale di passaggi completati del 68,6%. Non poteva esserci miglior conferma: Manning non solo è un grande qb, ma sa anche come far migliorare i destinatari dei suoi passaggi.
Basta chiedere a Demaryius Thomas, incolore nei suoi primi due anni da professionista, trasformatosi in arma letale con il qb ex Colts. Questo ha segnato 14 tds e ricevuto per oltre 1400 yds. Tutti si attendono che questa crescita continui e permetta al ragazzo di mantenersi ad alti livelli, considerato anche il suo talento quando si tratta di ricevere lanci sulla lunga distanza. Manning dovrà inoltre continuare a supervisionare Brock Osweiler, diventato backup qb dopo il rilascio di Hanie. Quale miglior maestro per sognare di diventare grande?
La novità offensiva che più ha fatto notizia e che fa sognare i fan di Denver è Wes Welker. Dopo sei grandi stagioni ai Patriots, battuti diversi record di franchigia, è passato a vestire la maglia arancione con un unico scopo: continuare a vincere. Nel 2012 ha collezionato 118 ricezioni, 1354 yds e 6 tds. E’ una sicurezza nei momenti chiave ed è arrivato nel Colorado per completare un pacchetto di ricevitori niente male: oltre al già citato Thomas, non ci si può scordare di Erin Decker, anche lui esploso con l’arrivo di Manning (ha segnato 13 tds).
In attesa di maggior gloria c’è Andre Caldwell, scarsamente utilizzato fino ad ora e, a meno di catastrofi a livello di infortuni, il trend non dovrebbe cambiare. Dal mondo del college football è invece arrivato Tavarres King, che ha giocato bene nei suoi due ultimi campionati da collegiale con la maglia dei Georgia Bulldogs.
Tutto confermato dal lato dei tight end, con Joel Dreessen che ha mantenuto le statistiche di quando giocava per i Texans con 356 yards ricevute e 5 tds segnati, e Jacob Tamme che si è fatto trovare sempre pronto nel momento del bisogno.
Un altro volto nuovo lo troviamo nel backfield: è il rookie Montee Ball, scelto da Elway e soci al secondo giro nell’ultimo draft e subito in grado di scendere in campo da titolare. Va a rimpiazzare Willis McGahee, rilasciato a malincuore dopo un serio infortunio al ginocchio nella week 11 del 2012 e mai rientrato.
Il ruolo di Ball risulterà fondamentale: costituirà un’alternativa per il gioco d’attacco di Denver e toglierà un po’ di pressione da Manning. Negli ultimi due anni al college, con Wisconsin, è stato ampiamente spremuto (più di 3700 yds corse, 55 tds segnati), si teme un po’ per la sua tenuta fisica, ma il talento c’è. In caso di bisogno sarà pronto Ronnie Hillman, altro giovane che ha mostrato buone doti nel finale di stagione passata dopo il già menzionato infortunio di McGahee.
La linea offensiva è stata confermata per quattro quinti: il left tackle sarà ancora Ryan Clady, tre volte al Pro Bowl sempre vestendo la maglia arancione. La posizione di guardia sinistra sarà ricoperta ancora da Zane Beadles e il centro sarà J.D. Walton. L’ultimo dei confermati è Orlando Franklin, right tackle, ancora non del tutto convincente, ma migliorato rispetto alle prime apparizioni. Il nome nuovo arriva direttamente da San Diego: è la guardia destra Louis Vasquez, a lungo inseguita dallo staff dei Broncos, che va così a completare questa linea che può far davvero molto bene e permettere a Manning di dar sfoggio alle sue doti senza troppa paura dei colpi degli avversari.
L’uomo che supervisionerà l’attacco è il giovane Adam Gase, promosso al ruolo di offensive coordinator dopo che Mike McCoy ha fatto il grande passo diventando head coach dei Chargers. Nonostante i suoi 35 anni, Gase ha già esperienza all’interno del team della Mile High City, avendo ricoperto i ruoli di allenatore dei receivers e dei quarterbacks nei quattro anni passati.
La difesa sarà invece coordinata da Jack Del Rio, alla seconda stagione in questo ruolo. Del Rio predilige una 4-3 e l’hanno scorso ha raggiunto ottimi livelli: nelle statistiche Denver risultava essere la seconda miglior difesa della Nfl con meno di 200 yards a partita concesse sui lanci e 91,1 sulle corse.
Ma ci saranno diverse novità quest’anno, a partire dalla linea difensiva.La più importante in negativo è la partenza di Elvis Dumervil, finito a giocare con i campioni in carica di Baltimore. A rimpiazzarlo, dopo diversi tentativi falliti per altri nomi, troveremo Shaun Phillips, anche lui come Vasquez, ex giocatore dei Chargers.
Dall’altro lato della linea avremo Derek Wolfe. Questo aveva cominciato la sua carriera in Nfl l’anno scorso come DT, ma Del Rio ha preferito cambiarlo di posizione, preferendogli uomini di maggior peso. Così i due defensive tackle saranno altri due ragazzi nuovi da queste parti: il colpo all’ultimo draft, Sylvester Williams, che arriva dall’università di North Carolina e giunge a Denver in maniera inaspettata, considerato che avrebbe potuto far comodo a franchigie meglio piazzate rispetto ai Broncos al momento del draft. L’altro nome risulta essere quello di Terrance Knighton, uomo di Del Rio quando quest’ultimo era head coach a Jacksonville. Andrà a sedersi in panchina Robert Ayers che con l’arrivo nel 2012 dell’attuale defensive coordinator ha perso il posto da titolare.
Il grande nome della difesa è però Von Miller, linebacker, 18,5 sacks registrati nella passata regular season e record di Dumervil (17) battuto. Giunto secondo nella classifica Nfl Defensive Player of the Year, ha partecipato già a due Pro Bowl ed è considerato da molti come il più temibile pass rusher dell’intera lega. Con lui ci saranno anche Nate Irving e Wesley Woodyard: in particolare il secondo va a sostituire definitivamente D.J. Williams, dopo averlo fatto per gran parte della passata stagione a causa dei problemi disciplinari di quest’ultimo, passato ai Bears. Irving deve invece ancora convincere lo staff tecnico che può essere il middle linebacker che Denver attende da diverso tempo.
La linea secondaria è un altro punto forte: Champ Bailey, nonostante i 35 anni, è una certezza come cornerback. Andato al Pro Bowl per ben dodici volte, Bailey è pronto a ripetersi ancora e di certo vorrà provare a migliorare i due intercetti a stagione fatti registrare nelle ultime tre annate. Inoltre arriva in cerca di riscatto dopo la grande delusione di Philadelphia Dominique Rodgers-Cromartie, degnissimo sostituto di Tracy Porter andato ad Oakland. Ha un anno di tempo per dimostrare che quella degli Eagles è stata solo una parentesi sfortunata.
Per quanto riguarda le safety, arriva la conferma per Mike Adams e viene promosso a titolare Rahim Moore, che dovrebbe rubare il posto a Quinton Carter, impantanatosi con la giustizia ad inizio off-season.
Ma la vera marcia in più in casa Broncos potrebbe venire dallo special team: Trindon Holliday ha monopolizzato il ruolo di returner e si occuperà di riportare sia i kickoff che i punt, specialmente dopo la magica prestazione contro Baltimore nel Divisional Round dei playoff 2012, quando in una sola gara ha segnato due touchdowns spettacolari, uno portando la palla in end zone da un kickoff e facendo poi lo stesso con un punt.
Anche dal lato kicker Denver può dormire tranquilla: Matt Prater ha dimostrato di essere un grande calciatore di field goals, nonostante fosse stato rifiutato e tagliato da diverse franchigie prima di approdare dalle parti del Mile High Stadium. Certo, l’altezza del sovracitato stadio aiuta e non poco, ma ci vuole comunque talento per entrare nell’elite dei calciatori della palla ovale (ha messo 26 calci su 32, di cui 4 da più di 50 yards). Anche le prestazioni del punter, Britton Colquitt, hanno benificiato dell’altitudine, ma sono andate sempre in crescendo, segno di un costante miglioramento.
Da tutto ciò si deduce che John Fox, capo allenatore giunto alla sua terza annat a Denver, ha in mano una squadra potenzialmente molto accreditata per la vittoria finale. La division, come già detto, non è delle più difficoltose, anzi, dovrebbe essere un trampolino verso mete più ambite.
Fox ha vissuto una prima stagione rocambolesca grazie a quel fenomeno mediatico che è Tebow, ha dimostrato di poter competere ai massimi livelli una volta giunto l’uomo della provvidenza. Ora manca il grande passo. Tutti se lo aspettano, Manning ne ha bisogno per poter lasciare un grande ricordo di sé anche in questa parte di America ed affiancare John Elway nei cuori dei fan del Colorado.
SAN DIEGO CHARGERS
Fallire l’accesso ai playoff per il terzo anno consecutivo giocando in una division poco competitiva come la Afc West è dura da digerire. Va bene l’arrivo di Manning a Denver, ma un 7-9 a fine regular season non può essere spiegato dal miglioramento di una delle rivali divisionali.
E’ venuto a mancare qualcosa: la famiglia Spanos, proprietaria dei Chargers, lo ha capito, forse con un anno di ritardo. I rumors su un cambio di rotta erano già giunti nella passata pre-season, ma si era comunque deciso di andare avanti con Norv Turner come head coach e A.J. Smith come general manager. Ma i risultati, dopo un avvio positivo, sono crollati a metà stagione regolare ed è diventato poi impossibile porvi rimedio. Allora cambio di rotta con l’arrivo dell’ex offensive coordinator dei Broncos Mike McCoy come capo allenatore, alla sua prima esperienza in queste vesti, e del giovane GM Tom Telesco, con un lungo passato da scout nelle fila dei Colts.
Questi hanno cominciato un’importante opera di ricostruzione, puntando molto sui giovani scelti al draft, ma l’uomo che dovrà tornare ad essere decisivo è senza dubbio una stella di lungo corso dei Bolts: Philip Rivers. Il trentunenne qb di San Diego viene da due brutte stagioni, in cui ha collezionato in totale 35 intercetti con l’aggravante di non avere neanche sfiorato, nel 2012, le 4000 yds lanciate, cosa che gli era sempre accaduta nelle quattro annate precedenti. Vedremo se con McCoy, che ne ha viste di tutti i colori a Denver in fatto di quarterback e con il nuovo OC Ken Whisenhunt Rivers tonerà ai livelli che lo hanno portato a giocare una finale di Conference nel 2007. A fare da backup ci sarà ancora Charlie Whitehurst, tornato in California già dalla passata stagione.
Situazione alquanto complessa per quanto riguarda il pacchetto di ricevitori: il vuoto lasciato da Vincent Jackson non è stato colmato a dovere dal duo formato da Robert Meachem e Eddie Royal. Insieme hanno messo a referto il misero bottino di 441 yds e soli 3 tds. Per questa ragione sembrano aprirsi spazi per gli altri: a parte l’esperto Malcom Floyd, rimasto sui suoi livelli nel 2012 con 5 tds e 814 yds ricevute (miglior ricevitore per i Chargers), potranno lottare per un posto Danario Alexander, arrivato al Qualcomm Stadium a metà ottobre scorso regalando ai suoi nuovi sostenitori ben 7 segnature e 658 yards in ricezione e il rookie, terza scelta all’ultimo draft, Keenan Allen, WR dei California Golden Bears, avrà l’opportunità di mostrare le sue doti durante il corso dei 16 incontri regolari. Eddie Royal sembra destinato ad un ruolo meno decisivo e tenuto come probabile punt returner.
Tra i tight end non vi è dubbio chi scenderà in campo: Antonio Gates è una sicurezza, garantisce mani salde e punti. Non a caso miglior marcatore della squadra insieme ad Alexander meno di un anno fa. Ma le primavere si fanno sentire, a giugno sono diventate 33 e questo sarà il suo undicesimo anno tra i pro. Da Dallas è arrivato John Phillips, che farà da rincalzo, ma i tifosi come lo staff, vuole continuare a puntare sul veterano originario di Detroit.
Un altro punto interrogativo si chiama Ryan Mathews, running back talentuoso ma dal fumble facile, rientrante dopo la rottura di tutte e due le clavicole. I dubbi che ha lasciato a livello di punti nell’ultimo periodo hanno convinto il nuovo GM ad assicurarsi le prestazioni solide dell’ex Patriot, Danny Woodhead. Per la posizione di fullback non ci sono particolari dubbi, scenderà in campo Le’Ron McClain.
Movimenti importanti sul fronte della linea offensiva: mancano certezza sul lato sinistro. Da Philadelphia è arrivato King Dunlap, obiettivo di ripiego rispetto ai piani dello staff, che lascia qualche incertezza di troppo legata anche a problemi di natura fisica sofferti nel recente passato. La guardia sinistra sarà probabilmente Rich Ohrnberger, anche lui volto nuovo a San Diego (arriva dagli Arizona Cardinals).
Ma l’ultima novità è certamente quella più interessante: si tratta del mastodontico right tackle D.J. Fuller, campione collegiale con i Crimson Tide di Alabama, prima scelta dei Chargers al draft e sicuro del posto nella offensive line come right tackle. Così sicuro che costringerà Jeromey Clary a spostarsi e diventare guardia destra. Quest’ultimo avrà come possibile rimpiazzo Chad Rinehart giunto a San Diego da Buffalo. Al centro della linea troveremo Nick Hardwick, giunto al decimo anno di carriera in Nfl e rimasto sempre fedele alla causa dei Chargers.
Se head coach e offensive coordinator sono cambiati, rimane invece saldo al suo posto John Pagano, al suo secondo anno da allenatore del reparto difensivo. Il fratello del più famoso Chuck predilige una 3-4 con una linea che può contare su due giovani ma già convincenti defensive end quali Kendall Reyes (5.5 sacks) e Corey Liuget (7 sacks). Hanno dimostrato capacità importanti e possono essere la coppia del futuro. Avranno le spalle coperte da altri due giovani, Logan Harrell e Damik Scafe, entrambi con un solo anno di esperienza sulle spalle in Nfl.
Decisamente più preoccupante la situazione per quanto riguarda il tackle: Antonio Garay è stato lasciato partire e l’unico in grado di ricoprire quel ruolo è Cam Thomas. E’ stato firmato anche un rookie, Kwame Geathers, ma il fatto di non aver trovato collocazione durante il draft può lasciare più di una perplessità.
A livello difensivo la scena è stata però rubata dall’arrivo in California di Manti Te’o, finalista nel BCS Championship passato con la sua Notre Dame. Il linebacker è chiamato a confermare le grandi aspettative che gravano su di lui, specialmente dopo l’opaca prestazione proprio nella finale per il titolo nazionale NCAA contro Alabama, in cui lui e la sua difesa si sono facilmente lasciati infilare sulle corse dei Crimson Tide. Avrà il compito di rimpiazzare come ILB l’esperto Takeo Spikes, rilasciato per motivi di salary cap. Altra perdita non da poco è quella di Shaun Phillips, lasciato partire, per di più, in direzione Denver, nonostante i 9.5 sacks fatti rgistrare nel 2012.
Arriverà dunque l’occasione anche per Larry English, prima scelta dei Chargers nel 2009, ma che mai ha avuto grossi possibilità di mostrarsi al pubblico. Conferme invece per gli altri due linebacker Donald Butler e Jarret Johnson che hanno aiutato il team ad essere la miglior nona difesa in generale nella precedente regular season. Dal draft è uscito anche un altro linebacker. Tourek Williams, che cercherà di cresecere all’ombra dei più noti compagni di reparto.
Nel backfield altra piccola rivoluzione: dei quattro del 2012 si salva solo il free safety Eric Weedle, autore di 3 intercetti che gli permetteranno di continuare ad essere il titolare anche per quest’anno. Poi via tutti gli altri: fuori Bigby (S), Cason e Jammer (CBs), spazio al nuovo con Brandon Taylor, che prende il posto del primo dopo un anno da rookie in cui ha visto pochissime volte il terreno di gioco, Derek Cox, che si trasferisce sulla costa ovest dopo l’esperienza di Jacksonville, e Marcus Gilchrist, riserva di Cason, promosso ora a starter. Tra le possibili riserve si può citare il rookie Steve Williams, proveniente dall’University of California così come il WR Allen: per il momento partirà dalla sideline, poi si vedrà.
Per il ruolo di kicker alla fine Nick Novak ha avuto la meglio su Nate Kaeding, che a dire la verità, si è arreso più per colpa dei problemi fisici che non per motivi di concorrenza, ritirandosi dopo che era stato lasciato andare dai Chargers. Ma proprio Novak aveva ben impressionato segnando 18 field goals su 20 (16 su 16 entro le 50 yds), con un rating di conversione del 90% che al termine della stagione è risultato essere il terzo migliore di sempre all’interno della franchigia.
Il mancino Mike Scifres sarà ancora il punter della squadra e rimane una pedina fondamentale, con i suoi potenti calci può dare la chance alla difesa di entrare in una buona posizione di campo. Come detto Royal ha perso la fiducia dello staff e potrebbe ritrovarsi nel ruolo di punt returner, mentre i kickoffs saranno riportati da Richard Goodman.
Si profila una stagione incerta per i Chargers: Telesco è arrivato e ha dovuto subito occuparsi del taglio di alcune importanti, ma costose pedine e allo stesso tempo mettere in atto un piano di rifondazione. Per far ciò ha dovuto puntare molto sul draft e poco sulle trade, con il benificio di un abbassamento del monte salariale, ma con l’incertezza per una stagione che parte con alcune posizioni poco coperte ed altre in cui i nuovi arrivati devono saper confermare quanto di buono fatto negli anni al college. In questo momento nessuno li vede in corsa per il titolo divisionale, ma anzi avranno molto da faticare anche per confermare il secondo posto del 2012, insidiati come saranno da degli Chiefs pronti al sorpasso.
OAKLAND RAIDERS
Altra squadra da risanare e ricostruire, se non da zero poco ci manca, sono gli Oakland Raiders. Il primo anno del duo formato da coach Dennis Allen e dal general manager Reggie McKenzie non è stato esattamente esaltante: solo 4 vittorie e ben 12 sconfitte. Si sapeva che il processo avrebbe richiesto tempo, ma la delusione per giocatori che hanno reso meno delle aspettative hanno costretto lo staff a rivedere gran parte del roster e confermare solo alcune importanti pedine.
Allen ha dovuto cambiare immediatamente rotta, licenziando dopo solo una stagione l’offensive coordinator Greg Knapp che è stato sostituito da Greg Olson, che nel corso della carriera ha già avuto a che fare con diverse franchigie e quindi non si lascrà spaventare da questa ulteriore avventura. Il cambiamento è partito dalla cabina di regia: dopo meno di due anni è finito l’idillio tra the Silver and Black team e Carson Palmer.
Il qb ex Bengals è stato inevitabilmente ceduto ai Cardinals dopo il rifiuto di tagliarsi l’oneroso stipendio e al suo posto è arrivato Matt Flynn. Il backup quarterback più corteggiato degli ultimi tempi lascia così Seattle, dove si era accasato solo un anno fa convinto di non avere rivali. Invece è stato subito spodestato dal rookie Russell Wilson e si è clamorosamente ritrovato nella situazione che aveva già vissuto a Green Bay. Alle sue spalle troveremo Terrelle Pryor che rappresenta ancora un grande punto interrogativo: bravo nella corsa, molto meno costante nella precisione di lancio, cosa non da poco per un qb.
In questo momento Oakland non dispone neppure di un grande ricevitore, lasciato partire Darrius Heyward-Bey rimane in squadra Denarius Moore, buon giocatore con 741 yds ricevute e 7 tds a segno nel 2012, ma non può bastare da solo a reggere l’attacco dei Raiders. L’altro starter della stagione dovrebbe essere Rob Streater che ha bisogno di guadagnare fiducia con alcune buone prestazioni. Se gli infortuni smetteranno di tormentarlo potrebbe trovare minutaggio anche Jacoby Ford, che a causa della sua fragilità non è stato in grado di aiutare a dovere la squadra. Poi, a parte questi tre nomi, il piatto piange: il quarto del pacchetto sarà Juron Criner e con il draft si è aggiunto Brice Butler, settima scelta, dunque le possibilità di segnatura rimangono piuttosto ristrette.
Per la posizione di tight end dovremmo trovare David Ausberry, altro backup che diventa titolare dopo un ulteriore cessione importante da parte del club: Brandon Myers, infatti, che era stato il miglior ricevitore stagionale con 79 prese e 4 tds si è trasferito ai Giants. Avrebbe dovuto competere con Richard Gordon, ma poi lo staff ha deciso di rinunciarvi a favore dei due TE acquisiti con il draft: Nick Kasa e Mychal Rivera.
Ad Oakland tutti pregano affinché Darren McFadden rimanga in salute: il talentuoso RB è arrivato al suo ultimo anno di contratto da rookie. Nel corso delle stagioni ha sì mostrato tutte le sue qualità in fatto di corsa e potenza, ma anche un’innegabile e preoccupante fragilità fisica. In cinque anni ha saltato 23 incontri, 15 solo tra il 2011 e il 2012. Se riuscirà a mantenersi in salute potrà essere un fattore chiave, considerato anche il diverso tipo di gioco di Olson rispetto a quello di Knapp, che non è riuscito a chiamare mai schemi per sfruttare le doti di McFadden.
Da Jacksonville è invece arrivato Rashad Jennings, che ha trovato poco posto con i Jaguars e servirà in caso di malaugurata stagione per il titolare. A completare il tutto ci sarà il rookie da UCF Latavius Murray, sesta scelta al draft per i Raiders. Come fullback troveremo Marcel Reece.
La linea d’attacco è una delle poche cose certe ad Oakland: per quattro quinti sarà ancora quella della stagione scorsa, con l’unica eccezione di Tony Bergstrom nella posizione di left guard, il quale dopo una prima stagione da debuttante passata sulla sideline, ora prenderà il posto di Cooper Carlisle.
Rifirmato il right tackle Kalif Barnes, c’è attesa di vedere all’opera Mike Brisiel, funestato dagli infortuni dopo che aveva firmato per i Raiders nella passata pre-season. Al centro ci sarà Stefan Wisniewski, giunto al terzo anno nel club, e come LT Jared Veldheer a completare una linea abbastanza pesante in grado di bloccare e creare varchi per le corse di McFadden. A luglio è arrivato anche Andre Gurode, ex Cowboys che ha dalla sua una buona versatilità potendo giocare sia come guardia che come centro.
Jason Tarver, defensive coordinator, è giunto alla sua seconda stagione con questa squadra ed è riuscito a migliorare la situzione difensiva nella seconda parte della passata regular season (portando la difesa di Oakland ad essere la diciottesima, dopo un disastroso ventinovesimo posto l’anno prima). Ma sono cambiati tanti nomi e solo tre degli undici che sono scesi in campo nel 2012 vedranno di nuovo spalancarsi le porte dell’Oakland Coliseum.
Per quanto riguarda la linea di difesa c’è da registrare la conferma del solo Lamarr Houston, defensive end che ha messo a terra i quarterbacks avversari quattro volte nel 2012. Poi solo novità: l’altro DE potrebbe essere Jack Crawford, specialmente dopo che il team ha rinunciato dopo meno di un anno a Carter. I due tackle della 4-3 di Tarver saranno Pat Sims, che conta già quattro anni di esperienza tra le fila dei Cincinnati Bengals e ha messo a segno nel 2012 il suo primo intercetto della carriera, non esattamente una consuetudine per un tackle, e Vance Walker, che arriva da Atlanta. Questi innesti sostituiscono i rilasciati Tommy Kelly, finito a Boston, e Richard Seymour.
La linea dei linebackers perde un giocatore importante come Philip Wheeler, che si è trasferito a Miami. In più i Raiders hanno tagliato Rolando McClain, che si è ritirato a 24 anni e ora ha grane ben più importanti con la giustizia rispetto che quando doveva bloccare gli avversari.
Altro reparto da rinnovare dunque: a questo scopo sono stati acquistati, da Cleveland, Kaluka Maiava, 133 tackles con i Browns in 4 anni e 2 sacks nella scorsa regular season, Nick Roach, che sarà middle linebacker e arriva da Chicago, mentre colui che dovrà far dimenticare Wheeler sarà Kevin Burnett, ottimi numeri in tutte le ultime stagioni da lui disputate tra Miami e San Diego (110 tackles, 2.5 sacks e 1 fumble forzato nel 2012). Potrebbe finire sulla sideline Miles Burris che nel suo anno da rookie aveva messo a referto 96 tackles, e il debuttante Sio Moore terza scelta di McKenzie al draft.
Parlando di draft, dobbiamo citare la prima scelta effettuata dai Raiders: D.J. Hayden, cornerback che arriva dalla University of Houston. Negli ultimi due anni al college ha portato a casa 6 intercetti e 3 tds, 123 tackles e 1 sack. Dopo un solo anno il GM ha lasciato partire i due veterani Ron Bartell e Shawntae Spencer, a causa degli infortuni ad inizio stagione che non hanno permesso loro di scendere in campo con continuità.
Al loro posto forze fresche anche se poco utilizzate dai team di provenienza: Mike Jenkins è partito solo due volte titolare con Dallas l’anno scorso, nonostante avesse già una buona esperienza nel ruolo di CB. Tracy Porter è stato limitato da una commozione cerebrale e non è riuscito a scendere in campo da titolare con frequenza. Sono due scommesse che McKenzie prova a vincere. Il punto fermo nel backfield è il strong safety Tyvon Branch, che comincerà il suo sesto anno tra i pro sempre con la casacca nero-argento. Ha avuto una leggera flessione nell’ultima regular seasos, ma i fan di Oakland sperano possa continuare a rimanere una certezza nel reparto. Il free safety è altra aria fresca: Usama Young, pronto a ritagliarsi un ruolo da titolare dopo le esperienze a New Orleans e Cleveland.
Appare chiaro come manchi ancora qualcosa all’intero reparto, con McKenzie che non è riuscito a migliorare, almeno sulla carta, le possibilità di pass rush, elemento fondamentale per una difesa.
Una delle stelle più brillanti del roster californiano è il kicker Sebastian Janikowski, piede preciso e potente. Nel 2012 ha messo 31 field goals su 34 (91.7%), addirittura 9 da più di 5o yds che lo confermano tra i migliori kicker dell’intera Nfl. Dopo 13 anni i Raiders hanno rinunciato alle prestazioni di Shane Lechler, punter chiamato 7 volte al Pro Bowl, che ha dovuto star fermo una stagione dopo un intervento al ginocchio e alla fine ha trovato i Texans pronto ad attenderlo. Al suo posto giocherà il giovane Marquette King, buona gamba ma ancora acerbo, ha bisogno di fare esperienza e può cominciare da quest’anno. Il ruolo di returner, sia dei punt che dei kickoff dovrebbe toccare a Jacoby Ford, che ha perso un po’ di considerazione a livello di receiver e può essere utile nello special team.
I fan dei Raiders sono ormai abituati alle delusioni: 10 anni consecutivi senza playoff sono molti e non sembra esserci via d’uscita. Nel reparto difensivo, leggermente migliorato, molti sono arrivati con un solo anno di contratto, il che fa presagire nuovi cambi per il 2014. In attacco c’è bisogno di capire il vero valore di Flynn, sperare nella buona sorte per quanto riguarda le condizioni di McFadden e trovare un ricevitore in grado di fare la differenza. Troppe necessità tutte assieme che lasciano pensare ad un altro anno povero di soddisfazioni. Dal 2014 la situazione del monte salari dovrebbe migliorare e ci sarà spazio per manovre più decise, ma per il momento al Coliseum c’è ancora da soffrire.
KANSAS CITY CHIEFS
Delle tre franchigie della Afc West che hanno deluso nel 2012, gli Chiefs sono quelli che hanno fatto peggio. Male anzi malissimo lo score finale con 2 vittorie e 14 sconfitte. Come negli altri due casi, si poteva solo cambiare.
Ma a Kansas City sembra lo abbiano fatto meglio, con più precisione, con un’idea di ricostruzione più chiara in testa. A partire dal capo allenatore: Andy Reid. Uomo d’esperienza abituato a grandi palcoscenici, è stato dal 1999 allenatore dei Philadelphia Eagles, vicini a diventare campioni del mondo nella stagione 2004, battuti solo dai Patriots al SB. Storia, quella con gli Eagles, finita malamente dopo le ultime due stagioni in cui la franchigia della Pennsylvania avrebbe potuto fare molto di più, considerati i giocatori a disposizione. Licenziato Romeo Crennel dopo poco più di un anno da allenatore degli Chiefs, con un pessimo bottino di 4 vinte e 15 perse. Insieme a lui è stato sollevato dall’incarico il GM Scott Pioli e rimpiazzato da John Dorsey, ex dirigente e giocatore dei Green Bay Packers.
Il rinnovamento non si è fatto attendere: via il più che deludente Matt Cassell dalla cabina di regia dell’attacco, troppo poco una buona stagione sulle quattro disputate. Grava su di lui il disastroso 2012 con 9 partite giocate, 6 tds e 12 intercetti. I tifosi hanno esultato quando nell’ottobre scorso è uscito dal campo per un infortunio alla testa. Non che il suo backup, Brady Quinn, abbia fatto meglio: 2 touchdowns e 8 palloni intercettati. Altro disastro pagato caro. Cassel è finito ai Vikings, Quinn a Seattle, ma il campo lo vedranno da lontano.
Chi è arrivato al loro posto? Alex Smith, dai San Francisco 49ers, scippato del posto da titolare da Colin Kaepernick (prima che ciò avvenisse aveva lanciato 13 tds e 5 intercetti in 10 incontri), dovrà cercare di adattarsi velocemente al gioco della sua nuova squadra. I successi passano dalle sue mani e d’ora in poi sa che non potrà più contare sull’aiuto di Jim Harbaugh, suo ex coach, che lo ha protetto e stimolato. A fargli da riserva è arrivato da New Orleans Chase Daniel, in attesa che arrivi il suo momento dopo essere stato 3 anni “allievo” di Brees ai Saints.
I Chiefs si sono assicurati ancora per diversi anni le prestazioni di una delle sue punte di diamante in attacco: Dwayne Bowe ha rinnovato è dovrà dimostrare ancora di essere il miglior receiver della squadra dopo 3 anni in cui ha segnato 23 tds e ricevuto per oltre 3000 yards.
L’altro titolare sarà uno tra Donnie Avery, arrivato a Kansas City dopo una sola stagione ad Indianapolis in cui ha messo a referto 781 yds ricevute e 3 touchdowns, e A.J. Jenkins, provenienza, guarda caso, San Francisco, ceduto dai 49ers in cambio di Baldwin. Jenkins ha ancora tutto da dimostrare, avendo avuto pochissimo spazio tra le fila degli attuali detentori del titolo della Nfc, ma ha dalla sua il fatto di conoscere Smith da più tempo. Ci sarà poi Dexter McCluster, arrivato dal college direttamente ai Chiefs nel 2010, ha reso meno delle aspettative e potrebbe giocare più da returner che da ricevitore.
Come tight end avrebbe dovuto giocare Tony Moeaki, ma si è seriamente infortunato alla spalla in pre-season ed è stato recentemente tagliato dallo staff. Per il sollievo dei tifosi rosso-oro si era già aggregato al team Anthony Fasano, l’esperto giocatore ex Miami Dolphins che nel corso delle stagioni ha sempre garantito solidità, yards e punti alla squadra della Florida (5 tds l’anno scorso, 5 nel 2011 e 4 nel 2010). Dal draft è spuntato fuori la riserva di Fasano: Trevis Kelce, seconda scelta della franchigia, arriva dalla University of Cincinnati ed è, a detta degli esperti, molto talentuoso. L’addio di Moeaki potrebbe essere meno doloroso del previsto.
Il miglior giocatore del roster dei Kansas City Chiefs è probabilmente Jamaal Charles: utilizzato moltissimo da Crennel nel 2012, il running back nativo di Port Arthur, Texas ha effettuato 285 corse per 1509 yds e 5 touchdowns (con le prime due statistiche che rappresentano il suo record personale in carriera tra i pro). Il timore più grande è quello di logorarlo troppo velocemente, considerato che pesa su di lui un grave infortunio al legamento crociato anteriore del ginocchio sofferto nel 2011.
Per questo Reid è conscio di doverlo preservare e ha scelto un altro ragazzo proveniente dal college: Knile Davis (preso al terzo giro), arriva da Arkansas e dovrà far rifiatare il noto collega di reparto. Come fullback dovrebbe giocare Anthony Sherman, che si è trasferito dagli Arizona Cardinals.
La linea d’attacco dei Chiefs vedrà in campo la prima scelta assoluta del draft 2013: Eric Fisher, che ha giocato al college con Central Michigan. Tutto bene si potrebbe pensare: ha le qualità e le doti fisiche adatte per un left tackle, ruolo da lui sempre egregiamente ricoperto. Sarebbe così se non fosse che Branden Albert, anche lui LT e titolare nei Chiefs da quando è in Nfl (2008), aveva da subito messo in guardia lo staff affermando che non avrebbe cambiato posizione in favore di nessun altro giocatore.
Una bella grana per Reid che potrebbe essere risolta in questo modo: Albert confermato nel ruolo e Fisher spostato nella posizione di right tackle, in attesa di trovare il modo di cedere il primo. Altrimenti continuare su questa strada con il dubbio di aver usato una prima scelta per un ruolo, quello di RT, non di primissimo piano. In mezzo la linea appare abbastanza solida con le due guardie Jon Asamoah e Jeff Allen, e il centro Rodney Hudson. Unico dubbio è l’inesperienza dei tre che potrebbe creare dei problemi al QB.
Spetterà al nuovo offensive coordinator, Doug Pederson (anche lui ex Packers come il GM Dorsey), il compito di gestire insieme a Reid alcuni punti focali come quelli appena sottolineati.
A completare il rinnovamento anche a livello di coaching staff a gennaio è stato assunto Bob Sutton, scelto da Reid come suo defensive coordinator. Sutton, che ha ricoperto diversi ruoli negli anni 2000 sempre con la casacca dei Jets, predilige una 3-4.
La linea difensiva è il punto debole della squadra: basti pensare che dei tre che dovrebbero cominciare da titolari il migliore è Dontari Poe (DT), poco considerato l’anno scorso quando ha fatto il salto dal college football alla Nfl e che oggi rappresenta l’unica certezza. Tutti sperano che continui a migliorare.
I due defensive end, Tyson Jackson e Allen Bailey non sembrano garantire molte certezze. Il primo è uno dei colpevoli della brutta statistica difensiva sulle corse nella stagione 2012 degli Chiefs: 27esimo posto. In totale ha fatto registrare 43 tackles e 3 sacks. Bailey avrà il compito di sostituire Glenn Dorsey lasciato partire in direzione San Francisco. Troppo poco per pensare di competere ad alti livelli. L’impressione è che se su altri fronti il GM e lo staff siano riusciti a migliorare la squadra, su quello della linea difensiva c’è ancora una situazione precaria, risolvibile ormai solo nel 2014.
Situazione contraria invece per quanto riguarda i linebacker che entrano senza difficoltà tra i migliori di tutta la lega: i due outside linebacker, Justin Houston e Tamba Hali sono dei forti pass rusher nonché leaders all’interno del gruppo e si completano bene a vicenda. Il primo ha disputato un ottimo 2012 con 66 tackles, 10 sacks, 1 intercetto e 1 fumble forzato. Numeri simili per Hali con 9 sacks e 51 tackles. Inoltre quest’ultimo dovrà far ambientare e crescere un altro possibile rookie titolare: l’ex Crimson Tide Nico Johnson, scelto al quarto giro e subito in grado di poter competere con i ben più temibili avversari Nfl.
L’altro Johnson, Derrick, completa il gruppo dei quattro che dovrebbe entrare sul terreno dello Arrowhead Stadium e si presenta come il miglior forzatore di fumble della squadra (3 nella passata regular season), oltre ad aver il maggior numero di tackle effettuati dalla sua (125).
Molta più incertezza regna tra le secondarie: uno dei due cornerback è certo del posto e prende il nome di Brandon Flowers. Giocatore completo, giunto alla sua sesta stagione con questo team, ha messo sul suo personale tabellino delle statistiche 3 intercetti (il migliore della franchigia), 48 tackles e 1 sack. Per l’altro posto dovrebbe esserci Sean Smith, ma così come il suo possibile sostituto, Dunta Robinson, lo staff nutre diverse perplessità sulle reali capacità del giocatore di competere ai massimi livelli. Il strong safety sarà il talentuoso e ormai collaudato Eric Berry, quarta stagione per lui in maglia Chiefs, autore di 86 tackles e 1 intercetto, nonostante la disastrata stagione trascorsa dall’intera squadra. Il free safety, stando alle indicazioni di Andy Reid in preseason, sarà Sanders Commings, quinta scelta da Georgia, che in questo modo costringerebbe sulla sideline il bravo ma fragile Kendrick Lewis.
Un altro giocatore che ha davanti a sé ancora anni lucenti è Ryan Succopp che ha daimostrato nel corso delle sue prime stagioni in Nfl di essere un discreto kicker. Nel 2012 ha segnato 28 field goals su 34, molti dei quali dalla media-lunga distanza. I Chiefs hanno da quest’anno, nel loro roster, il punter più pagato della lega: Dustin Colquitt ha rinnovato il suo contratto per altri 5 anni e guadagnerà $ 18.75 milioni, di cui 8.9 garantiti. Continuerà perciò il suo duello a distanza, ma in fondo neanche troppo, con il fratello maggiore Britton, punter dei Broncos.
Il returner delle ultime stagioni, Javier Arenas, si è trasferito in Arizona e ha lasciato libero il ruolo sia di kickoff che di punt returner. In lizza per le due posizioni nello special team troviamo Shaun Draughn e il già citato McCluster, con quest’ultimo favorito, sebbene i noti problemi di fumble fatti registrare.
Gli innesti apportati dal duo Reid-Dorsey sono buoni e si vanno a sommare ad un gruppo che ha già delle ottime capacità al suo interno: l’head coach non si è sbilanciato e non ha potuto fare promesse ai suoi nuovi tifosi, consapevole che ci sono ancora troppe lacune in ruoli importanti. Allo stesso tempo il roster ha una qualità totale superiore a quello dei Chargers e dei Raiders, anche se ancora distante da Denver.
I nodi da sciogliere sono legati alle prestazioni del qb Smith, della linea di difesa e dei nuovi arrivati dal college. Se non si dovessero sommare i miglioramenti o confermare le aspettative è probabile che la squadra galleggerà ancora in una situazione a metà strada, senza infamia e senza lode, ma il lavoro svolto sinora appare buono e potrebbe dare i frutti negli anni a venire.
Ottimo articolo… un solo appunto: dire che Champ Bailey è ancora una certezza mi sembra azzardato, l’anno scorso ai PO è stato asfaltato da Boldin…
L’analisi su Denver è quantomeno imprecisa soprattutto sulla difesa.
Ayers è titolare, Woodyard ben più del sostituto di Williams (l’anno scosto è andato al pro-bowl!), Moore era già titolare e Adams ha perso il posto a favore di Ihenacho…