La classe del Nfl Draft 2012 ce la porteremo dentro per sempre per le affascinanti quanto incredibili storie dei rookies meraviglia chiamati Luck, RG3, Wilson, Khalil e Kuechly. Ragazzi scesi in campo con la sicurezza dei veterani, sembrati normali per alcuni errori tipici degli esordienti ma dotati di abilità non comuni che li porteranno in tempi brevissimi, sempre che non lo siano già, in cima alle liste di gradimento dei rispettivi tifosi.
Purtroppo, a mio modo di vederla, l’ultima generazione di matricole non è riuscita a rispettare le attese riguardo gli uomini di linea difensiva: gli attesi Dontari Poe e Fletcher Cox hanno patito l’impatto convincendo poco all’inizio salvo per poi riprendersi verso la fine di stagione. Chandler Jones ha fatto il percorso inverso mentre Michael Brockers dovrà essere testato su una stagione intera.
Al contrario la classe del 2013 sembra molto più ricca sia per qualità sia per quantità. Sarà tanto facile trovare tre talenti davvero promettenti nella Top 10, tanto quanto la possibilità di avere liberi nel terzo giro giocatori da inserire fin da subito nelle rotazioni.
Sharrif Floyd, Defensive Tackle,6’3”, 297lbs, Florida
Partiamo dalla presentazione di quello che dovrebbe essere il più promettente dei defensive lineman, distintosi dai concorrenti per la palma del migliore del ruolo grazie a un avvicinamento al draft che lo ha visto scalare posizioni su posizioni, arrivando ad essere una presenza fissa nella Top 3 dei vari mock draft.
Sharrif Floyd si di Florida si presenta alle luci del Draft come il prospetto con il più ampio margine di miglioramento, frutto di un fisico imponente munito di eccellente rapidità per le sue dimensioni. Inoltre ciò che realmente fa pendere la bilancia a suo favore è la capacità di saper giocare sia da defensive tackle three technique ed end da five technique, rendendolo un giocatore pronto per essere già un titolare in Nfl e con ampio spazio di miglioramento.
Nonostante un’infanzia non particolarmente felice, il nativo di Philadelphia si è distinto fin dal liceo dove vinse nel 2009 il Maxwell Football Club National High School Player divenendo un ragazzo molto ricercato dagli scout dei college, impressionati dalla mobilità e dalla forza del ragazzo. Florida riuscì a far suo il five stars del recruiting, balzando davanti alle ben note università di Usc, Ohio State, North Carolina e Penn State.
Durante i tre anni passati con i Gators, Floyd è stato sperimentato sia sull’esterno sia nell’interno della linea senza però trovare un ruolo definitivo. Ha concluso l’annata da freshmen con 23 placcaggi, poi nell’anno da sophomore venne spostato nella posizione di end e ottenne, in undici partite, 46 placcaggi, 6.5 di cui per perdita di yards, e 1.5 sacks. Nella stagione da junior è tornato all’interno finendo l’annata con 31 placcaggi, 8.5 dietro la linea e classificandosi come secondo migliori per pressioni al quarterback pur essendo spesso soggetto a dei raddoppi. Il tutto è stato premiato con l’inserimento nel First Team All American per poi dichiararsi per il draft.
Floyd è un giocatore particolarmente aggressivo: i piedi veloci più la considerevole mobilità lo rendono un avversario davvero tosto da controllare nella linea, dove utilizza le braccia veloci e robuste per spingere i lineaman avversari e placcare i running back. Inoltre non si risparmia un improvviso cambio di velocità, divenendo un giocatore imprevedibile quando non è ancora stato bloccato.
Purtroppo il talento dei Gators manca ancora di qualche dettaglio per avere un impatto devastante fin da subito: spesso non piega abbastanza le ginocchia mancando poi di forza per spingere contro gli avversari, inoltre non ha la velocità d’elite per essere un esterno da vera caccia al quarterback. Inoltre per risparmiare energie tende a non forzare il blocco una volta che viene fermato dopo la prima carica. Dovrà lavorare meglio contro i raddoppi per cercare di essere un fattore qualsiasi fronte gli verrà affidato, in più rimane da segnalare la rottura del crociato anteriore durante l’esperienza al liceo, dettaglio non trascurabile per ragazzi di queste dimensioni.
Come detto all’inizio, Floyd ha un potenziale davvero notevole: dalla sua chiamata dipenderà molto anche il suo futuro nella linea, dove personalmente lo trovo ideale per il ruolo di tackle in una 4-3. Difficile che scappi oltre la terza posizione perché sia Jaguars sia Raiders hanno messo gli occhi sul ragazzo, inoltre è possibile aspettarsi un interrese anche da parte dei Chiefs sempre che Lotulelei non catturi ammiratori nel Missouri.
Star Lotulelei,Nose Tackle, 6’2”, 311lbs, Utah
Se avete seguito vari mock già a partire da settembre, avrete notato come il nome di Star Lotulelei sia comparso ripetutamente all’interno della Top 10, segno che il giocatore dei Utes è sempre stato ricercato dagli scout nfl, sorpresi dalla sua decisione di rimanere al college per l’ultimo anno dopo la stagione da Junior conclusa con la nomina di miglior lineaman difensivo della Pac-12.
Lotulelei è un prospetto particolarmente interessante per la sua ampia possibilità di essere impiegato in più ruoli della linea difensiva, in più c’è da dire che il voler conseguire una laurea ha parzialmente cancellato i problemi di testa del giocatore, costretto a fare un anno al Junior College per colpa di risultati scolastici non particolarmente brillanti. Però la crescita mentale si è mantenuta costante e, non appena i 23 anni, Star è già padre di due figli, chiaro segno che la responsabilità di una famiglia ha contribuito alla maturità del giocatore.
Chi l’ha visto contro Usc nella partita di quest’anno avrà ben capito che il ragazzo ha mezzi fisici eccezionali, che conferiscono a Lotulelei una versatilità tale da essere sia un nose tackle sia un end da fronte 3-4, che essere il tackle di uno schieramento 4-3. Non è per niente disprezzato il paragone con Haloti Ngata, tanto che molti scout hanno usato il giocatore dei Ravens per descrivere lo stile di gioco espresso da Star.
Lotulelei è un giocatore potente, dotato di una discreta velocità – purtroppo non misurato alla combine per colpa di un problema al cuore successivamente risolto – e di ottimi istinti per seguire al meglio la linea di corsa avversaria, riuscendo a raggiungere il running back spingendo indietro l’Olineman avversario utilizzando anche l’ottima tecnica di mani. L’esplosività da fermo gli permette di guadagnare notevoli vantaggi nei confronti degli avversari.
Purtroppo la velocità rimane un punto critico quando bisogna affrontare avversari fuori dalla linea: spesso battezza una linea di corsa e si fa battere facilmente dai portatori di palla e difficilmente riuscirà a diventare una macchina di sacks però potrà fin da subito attirare numerosi raddoppi. Sui blocchi esterni deve sicuramente migliorare, ma la gran voglia di lavorare agevolerà parecchio il compito.
Concludendo, Lotulelei è un prospetto interessante per l’impatto positivo che potrà dare fin dalla week 1, purtroppo c’è da dire che non sembra munito di un potenziale da fare i salti di gioia, ecco per cui Floyd rimane un briciolo di posizione davanti a lui. Troverà casa già nelle prime cinque chiamate, al massimo non oltre la decima.
Ezekiel “Ziggy” Ansah, Defensive End, 6’5”, 271lbs, BYU
“Another JPP?” è la frase che più associo alla pronuncia del nome di Ziggy Anash, DL di Brigham Young University. Il talento dei Cougars è un mix di potenza e agilità, frutto di una costituzione fisica impressionante migliorata notevolmente con il lavoro in palestra.
Ziggy è originario di Accra,Ghana, dove è vissuto fino all’età di diciotto anni quando un missionario mormone lo scovò e lo invitò a provare il basket presso l’università di BYU. Ansah non raggiunse i risultati sperati ma in parallelo alla palla a spicchi si fece notare nei test atletici dove convinse gli allenatori della squadra di football a provarlo. Dopo due anni passati a fare la riserva, nell’anno da Senior Ziggy è esploso raccogliendo la bellezza di 62 placcaggi e 4.5 sacks.
Come detto sopra, i mezzi atletici lo rendono un avversario davvero tosto, capace di spingere indietro anche i più pesanti lineman. E’ veramente difficile trovare tale combinazione di potenza e agilità che fanno di lui un pass rusher aggressivo e capace di attaccare gli avversarie da diverse posizioni. Seppure sia ancora acerbo tecnicamente, Ansah ha già fatto passi da gigante imparando in fretta i fondamentali di un gioco fino a tre anni fa a lui sconosciuto. Da non sottovalutare la sua pericolosità contro le corse, perché capace in brevi lampi di tempo di tappare un buco formatosi nella linea.
A pecca della impressionante potenza fisica sta una continuità di rendimento non proprio delle migliori: spesso Ansah tende a riposarsi dopo alcuni snaps senza concentrare il meglio in ogni azione e sbaglia spesso alcuni movimenti basici come la posizione di un braccio o di una spalla che facilitano il ruolo ai bloccanti avversari. Per finire c’è da dire che contro le azioni di corsa non tende a impegnarsi tanto quanto le azioni di pass rusher dove cerca di dare il meglio di se quando riposato.
Il potenziale di Ziggy è terrificante: se ben allenato e messo nelle condizioni migliori per crescere, potremmo avere tra due anni un defensive end dalle capacità impressionanti. Anche se restano dei dubbi: quale ruolo gli si addice al meglio, sicuro che il potenziale del ragazzo sia rivolto pure all’apprendimento di uno schema non come quello collegiale e che sappia reggere il confronto con avversari ben diversi da quelli affrontati quest’anno?
Chi lo chiamerà si assumerà questi rischi, coltivando la possibilità di aver preso un pass rusher élite. La sua chiamata avverrà tra la quinta e la tredicesima posizione con Tampa Bay indicata come la soluzione migliore per l’ambiente che circonderà il ragazzo già dai work out.
Björn Werner, Defensive End, 6’3”, 266lbs, Florida St.
In questo non possiamo rifiutarci di tifare per Werner, ragazzo tedesco capace di impressionare gli allenatori durante il suo anno scolastico fatto all’esterno in quarta superiore. Ritornato a Berlino, mantenne i contatto con il football scegliendo poi l’università di Florida State al posto della Oregon di Chip Kelly.
Dopo due meritevoli anni, Werner è esploso nel terzo anno concludendo l’anno con ben 42 placcaggi e 13 sacks, meritandosi il titolo di ACC Defensive Player of the Year. All’inizio sembrava essere la seconda scelta assoluta dietro a Geno Smith, poi la costante salita di Floyd e le convincenti prove di Ansah ne hanno fatto diminuire la valutazione, classificandolo come uno dei sottovalutati del progetto.
Defensive end classico per la 4-3, capace sia di contrastare le corse sia di dedicarsi alla caccia al quarterback vantando di un motore potente e continuo, unito a una velocità non proprio esaltante ma sufficiente per renderlo un giocatore completo. Ottimi istinti nel deviare i lanci del quarterback, lavoro di mani e di posizione davvero eccezionale e non si risparmia incornando duramente il diretto avversario al fine di farlo retrocedere per raggiungere il running back.
Per la posizione sembra essere un pelino corto di schiena rendendolo un prospetto difficilmente migliorabile dal punto di vista fisico, deve migliorare nella comprensione del gioco scegliendo i migliori angoli da attaccare e non è munito di un primo passo bruciante. Per di più quando il gioco si sviluppa dalla parte opposta alla sua tende a rimanere quasi fermo lasciando in difficoltà alcuni compagni, e deve imparare a chiudere prima il placcaggio.
Sono difetti risolvibili: difficilmente sarà il faro di una linea difensiva anche se ha i mezzi per essere un protagonista da circa dieci sacks a stagione. La sua chiamata sembra cadere sempre più in basso: se lo prendessero i Giants sarebbe il pick ideale mentre dalla ventesima in giù potrebbe essere come una delle steal di questo draft.
Sheldon Richardson, Defensive Tackle, 6’2”, 294lbs, Missouri
Ciò che balza all’occhio di Richardson è l’impressionante mole di lavoro svolta con continuità durante la sua esperienza biennale ai Tigers, trasferitosi dopo aver passato due anni al College of the Sequoias. Raramente un tackle riesce a mettere insieme cifre simili, impressionando gli scout specialmente per l’impatto avuto in un ambiente difficile come quello della SEC reggendo il confronto contro linee offensive di primo livello.
Ha concluso il primo anno con 70 placcaggi e 9.5 per perdita di yards, poi nel secondo anno ha raccolto la bellezza di 75 tackles(secondo della squadra), 10.5 per perdita, 4 sacks e 3 fumble forzati.
Sheldon è il più chiaro esempio di defensive tackle three technique: non particolarmente pesante ma supportato da un fisico davvero solido seppure non troppo imponente, aggiunge una rapidità di piede davvero unica che ne fa un giocatore davvero interessante. Il primo passo è devastante perché gli permette in un attimo di entrare nella linea e di anticipare i movimenti degli avversari; ha la caratteristica di combattere con aggressività su ogni blocco e di placcare duramente il portatore di palla, facendone un guerriero disposto a sacrificarsi per i compagni.
I dubbi più grandi rimangono legati al suo peso: la scorsa off season ha subito un’operazione chirurgica per recuperare da un infortunio alla spalla e dovrà lavorare duramente per proteggerla, aggiungendo peso nella parte media del corpo dove non è particolarmente sviluppato. Da capire se può essere l’ancora di una linea difensiva o un aggregato da novanta; ancora da curare la caccia al quarterback fuori dalla tasca e da affinare il lavoro di braccia, già di buon livello ma migliorabile.
Richardson è un talento che integra parecchio per la sua velocità devastante nello stretto; se riuscisse ad aggiungere massa muscolare senza perdere esplosività sarebbe un giocatore davvero promettente fin dal primo anno. In molti lo danno ai Panthers, squadra che lo accoglierebbe a braccia aperte, e difficilmente andrà oltre la ventesima posizione.
CamFederico Sleeper: Sylvester Williams dei North Carolina Tar Heels raffigura un giocatore con un fisico davvero notevole dotato di ottima forza per essere già un fattore contro le corse. Sottovalutato per quanto riguarda le azioni di pressione al quarterback per via di un fisico non particolarmente longevo, seppure abbia dimostrato di avere una velocità non sottovalutabile fuori dalla tasca. A tutto aggiunge una testa e una voglia di apprendere di primo livello, fattori fondamentali per la crescita di un giocatore. Se preso al secondo giro potrebbe rivelarsi come una delle sorprese di questo progetto.
Così concludo l’analisi dei defensive lineman: ribadisco la profondità della classe sperando di vedere molti giocatori andare via già nei primi due giorni. Floyd è il talento più promettente, però sia Lotulelei sia Werner potranno avere un impatto dalla week uno. E Ansah? Se continuasse il progetto di crescita intrapreso al college, potrebbe essere un futuro All-Pro.
Student, rugby referee, Carolina Panthers, NCAA Football, NBA, Radio Play.it. Affascinato da Twitter: CamFederico
Altri 2 prospetti con il potenziale da stella nfl sono Jarvis Jones di Georgia e Damontre Moore di Texas A&M .
Arriva anche il pezzo sui LB ;-)