Il 25 aprile ed il Radio City Music Hall di New York sono vicini: iniziamo quindi, con questo pezzo, un’analisi sui migliori prospetti che si affacciano al palcoscenico NFL. Per ogni ruolo abbiamo scelto quelli che per noi sono i cinque migliori prospetti, iniziando, come da titolo, dai runningback. Buona lettura!
1 – Eddie Lacy, Alabama (5’10″, 220 lbs.)
Il principale candidato al ruolo di primo RB scelto all’interno del draft è il prodotto di Alabama, l’università che ha vinto gli ultimi due titoli collegiali. Dalla sua ha senza dubbio il fatto di essere un giocatore con molta potenza negli arti inferiori, cosa che si traduce spesso in tackle rotti e guadagno di molte yards dopo il primo contatto e la pazienza di aspettare che si aprano buchi in cui infilarsi con prontezza. Cresciuto nell’ombra di Trent Richardson per poi esplodere con veemenza nelle ultime due stagioni, Lacy dovrà però dimostrare che i risultati fin qui ottenuti sono frutto del suo lavoro e non della linea offensiva dei Crimson Tide, vera arma illegale nonché reparto fondamentale per i successi della squadra. Altro problema potrebbero essere gli infortuni frequenti, che potrebbero essere la norma in NFL per un giocatore con il su stile e che alcune volte lo hanno già fermato al college.
Round di scelta: fine 1° – inizio 2° (Denver alla 28?)
2 – Giovani Bernard, North Carolina (5’10″, 205 lbs.)
Ciò che salta immediatamente agli occhi in questo prodotto Tar Heels è la velocità che esprime nel colpire i buchi e accellerare fino al secondo livello della difesa in pochissimi attimi, con una velocità in campo aperto che può essere devastante. Ballando sulla soglia delle 200 libbre rischia di essere leggermente undersized e di stancarsi presto, quindi potrebbe essere necessario alternarlo nel backfield con un altro RB. A differenza di chi lo precede, Bernard è un giocatore all around, che sa correre molto bene con la palla ma sa anche uscire dal backfield e correre le tracce con precisione (47 ricezioni per 490 yards e 5 TD nel solo 2012), e che soprattutto può essere mortifero nei ritorni di punt, potendo vantare nell’ultima stagione una media di 16.4 yards per ritorno e 2 TD. Ciò che preoccupa maggiormente è però il giocare con un ginocchio ricostruito alle basi, in quanto si ruppe i legamenti crociati nel 2010: non ha mai risentito dell’infortunio, però potrebbe essere più soggetto rispetto ad altri.
Round di scelta: inizio-metà 2° (Jets alla 38?)
3 – Montee Ball, Wisconsin (5’11″, 215 lbs.)
La carriera di Ball in quel di Wisconsin è stata una successione di record battuti e numeri immensi, che lo hanno portato ad essere candidato per l’Heisman Trophy nel 2011 e ad essere giocatore sempre indispensabile per i Badgers. Il suo passaggio alla NFL però non offre, almeno al momento, le stesse garanzie di successo che ha avuto al college: Ball è un giocatore che non ha le caratteristiche fisiche per sovrastare fisicamente l’avversario e non ha l’accelerazione bruciante che gli permetterebbe di superare la prima linea di avversari in pochissimo tempo (alla combine ha corso delle 40 yards molto lente). Dall’altra, però, stiamo parlando di un RB esperto, con una visione di gioco forse superiore a tutti gli altri pari ruolo che si presenteranno al draft, capace di sopportare il primo contatto e guadagnare yards dopo di questo. Inoltre, il fatto di essere stato il go-to-guy di Wisconsin almeno per gli ultimi due anni gli ha dato la consapevolezza e la freddezza per essere decisivo anche in situazioni di estrema pressione.
Round di scelta: 2° basso – 3° (Cincinnati alla 53?)
4 – Andre Ellington, Clemson (5’9″, 199 lbs.)
Ellington è, a mio personale parere, un prospetto interessante, che potrà trovare spazio fin da subito in NFL, seppur a determinate condizioni. Alla combine e in test successivi non ha mai impressionato per velocità, e non è quello il suo punto forte, però la raggiunge in pochissimo tempo, tramite un’accelerazione interessante e con l’abilità di tagliare ed infilarsi nello spazio con rapidità, nonostante a volte sia troppo esitante prima di partire. Nonostante il fisico non impressionante, che si traduce in una mancanza di potenza e una certa fatica con alti numeri di portate, ha una buona resistenza al contatto, anche se per lui si parla di una storia collegiale di piccoli infortuni che ancora lo tormentano e che potrebbero far sorgere dei dubbi sulla sua durata. Molto interessante, anzi, suo punto di forza, è anche la sua capacità fuori dal backfield, essendo dotato di mani molto educate per ricevere ed anche la capacità naturale di aggiustare lanci non perfetti, caratteristica questa inusuale per un RB.
Round di scelta: 3° – 4° giro (Indianapolis alla 86?)
5 – Le’Veon Bell, Michigan State (6’2″, 237 lbs.)
L’unica arma offensiva degli Spartans nell’ultima stagione, Ball è un giocatore dal fisico dirompente, massiccio e determinante in particolare negli schemi con un solo back, una volta lanciato è un dilemma per ogni difensore, in quanto possiede anche discreta agilità per fermarsi, fintare e disorientare chi lo affronta, oltre che a caricarlo frontalmente. L’essere stato l’unico terminale di Michigan State, come specificato sopra, lo ha portato anche a portare la palla moltissime volte per partita (anche più di 30), anche e soprattutto nelle situazioni più importanti. Chiaramente la grande mole lo rende più intercettabile dagli avversari, ma ha la grande abilità di abbassare bene le spalle, diminuendo la superficie che può essere colpita. Dotato di media qualità in ricezione, Bell ha i maggiori problemi nella lettura dei buchi creati dalla OL, cosa che comporta maggiori tempi di reazione e quindi di azione, e nel bloccaggio, con seri problemi nel prendere posizione in modo efficace per contrastare l’avversario: questi sono i due fattori che maggiormente lo allontanano, al momento, dall’essere starter in NFL.
Round di scelta: 3° basso – 4° (Oakland alla 100?)
ALTRI:
Marcus Lattimore (South Carolina): se le ginocchia (entrambe rifatte) tengono, chi lo drafta trova un leader del reparto per molto tempo.
Kenjon Barner (Oregon): folletto dalla velocità elevatissima, un dinamico RB che può far impazzire molti difensori.
Joseph Randle (Oklahoma State): Giocatore completo, forte, longilineo ed estremamente competitivo: può essere sviluppato per far molti danni.
Andrea Cornaglia, classe ’86, profonda provincia cuneese, si interessa al football dal 2006, prendendo poi un’imbarcata per il mondo dei college dal 2010: da lì in poi è un crescendo di attrazione, inversamente proporzionale al numero di ore dormite al sabato notte
Avrei inserito nella lista anche Stepfan Taylor da Stanford. Saluti.