Era il 28 gennaio 2001 quando al Raymond James Stadium di Tampa, Florida, i Baltimore Ravens alzarono al cielo il loro primo Super Bowl. Allora in difesa placcava un giovane Ray Lewis e in attacco c’era a bloccare un certo Jonathan Ogden, riconosciuto come uno dei più forti left tackle del football americano.
Da allora fino al 2008 sono passate dodici stagioni dove i Ravens hanno cercato invano di riconquistare la corona. Da quella data in avanti a Baltimore i playoff sono arrivati altre tre volte con conseguenti eliminazioni per mano dei Titans, Steelers e Colts. La stagione 2007 segnò il punto più basso del post Super Bowl con sole cinque vittorie e undici sconfitte.
Mentre Baltimore giocava affidandosi alla solida difesa e al braccio di Steve McNair, nel piccolo college di Delaware, un certo Joe Flacco stava facendo parlare di se disputando una stagione da senior fantasiosa guidando i suoi Fightin’ Blue Hens a un dignitoso record di otto vittorie e tre sconfitte, consolidando tutto con oltre 4000 yards lanciate, 23 touchdown pass e solo cinque intercetti.
Alla fine dell’anno Flacco si dichiarò eleggibile per l’Nfl Draft 2008 dopo aver infranto numerosi record nel suo college, riconosciuto come uno dei migliori lanciatori del panorama Ncaa e inserito nella terza squadra All-American.
Flacco alle luci del draft si presentava come un quarterback di medio livello, dotato di un braccio potente e preciso, buona presenza nella tasca e un fisico davvero possente per resistere ai colpi dei pass rusher avversari. Scivolò fino alla posizione numero diciotto dove i Ravens, scesi in basso dopo una trade con i Jaguars, decisero di chiamarlo.
Venne scelto molto più tardi rispetto a Matt Ryan, personaggio che successivamente richiameremo per sottolineare la speciale carriera che Wacco Flacco ha trascorso da quel giorno ad oggi.
Dopo un’altra esclusione dai playoff, la dirigenza di Baltimore decise di affidare la posizione di head coach a John Harbaugh, coordinatore degli special team e dei defensive back a servizio di Andy Reid nella città dell’amore fraterno. Da subito tra i due ci fu intesa e Flacco venne nominato starting quarterback dei Ravens già dalla week one.
Baltimore subito rialzò la testa e Flacco, tra lo stupore di non pochi analisti, condusse la sua squadra fino ai play off dove all’Afc Championship game si scontrò contro la difesa Pittsburgh concedendo tre intercetti segnando l’eliminazione dei corvi. Ma le due vittorie precedenti contro Miami e Tennessee erano il significato che nelle vene di quel ragazzo di “appena” 198cm c’era il sangue della terra promessa.
Joe concluse l’anno con 14 td pass, 12 int, 2971 yards e un qb rating vicino all’ottanta; inoltre venne premiato come Pepsi Rookie of the Year ma quello che più importava ai tifosi in maglia viola e che forse c’era la speranza di rivedere costantemente ai playoff la propria squadra.
Il 2009 doveva essere l’anno della conferma per J-5 ma la post season giunse per un soffio dato che i Ravens conclusero la stagione regolare con nove vittorie e 7 sconfitte, molte maturate per pochi punti e per alcuni discutibili errori proprio del loro quarterback. Fatto sta che le statistiche di Flacco incrementarono portando a 21 i touchdown e a 3613 la yards lanciate con lo stesso numero di intercetti.
Complessivamente tutte le statistiche migliorarono ma alla luce della wild card in casa dei Patriots, Flacco subì un infortunio che limitò significativamente la sua seconda avventura ai playoff; nonostante una splendida vittoria dove un certo Ray Rice fece faville aprendo l’incontro con un rushing td che ancora ricordano a Boston, i Ravens vennero eliminati la settimana seguente in casa dei Colts dove Flacco evidenziò tutti i suoi problemi fisici.
Il 2010 e il 2011 dovevano essere gli anni della completa maturazione per il nativo di Audubon, New Jersey, però non tutto filò nel verso giusto e soprattutto in regular season Flacco non si dimostrò il franchise quarterback sperato dai Ravens. Troppa era ancora la dipendenza da Rice e dalla difesa nonostante record e statistiche possano far pensare al contrario.
Tra le accuse e la pressione però Flacco ha sempre giocato dei playoff ad un livello sorprendente come testimonia la vittoria a Kansas City nel 2010 con un qb rating di 115. Purtroppo nei primi capitoli della storia di J-5 c’è sempre stata una squadra capace di recitare il ruolo di bestia nera: i Pittsburgh Steelers, gli acerrimi rivali divisionali.
La squadra delle acciaierie ha sempre guidato l’Afc North per le prime tre stagione del nostro qb, aggiungendo due sanguinose eliminazioni ai playoff. Ma l’età anagrafica si è fatta sentire e gli Steelers nelle ultime due stagioni hanno mollato un po’ il passo lasciando la testa della divisione alla franchigia del Maryland.
Il 2011 per certi versi è stata l’annata più zeppa di critiche: con le voci riguardo il rinnovo del contratto mai offertogli dalla dirigenza, una stagione sempre alternante e con i dubbi riguardo la sua leadership, Flacco è stato ancora capace di zittire i critici.
Un altro Championship Game perso per colpa di un field goal sbagliato dal proprio kicker a tempo ormai scaduto, ma in quella partita Wacco Flacco si dimostrò capace di reggere la pressione giocando una gara sontuosa fatta di scelte difficili e coraggiose. E ancora non era abbastanza.
Veniamo al presente, vale a dire la stagione 2012. La off season è iniziata con il piede sbagliato visto l’infortunio occorso al forte Suggs, inoltre sempre più persone hanno sottolineato le numerose primavere del duo di veterani formato da Lewis e Ed Reed; ormai al coach Harbaugh non restava che fare una cosa: credere nella consacrazione del numero cinque.
Dopo un avvio convincente contro i Bengals e la solita nota stonata contro Philadelphia, Joe Cool ha infilato quattro vittorie di fila molto importanti salvo poi essere protagonista di una vera disfatta in casa dei Texans dove J.J.Watt ha deviato qualsiasi pallone indirizzato sopra la sua testa.
Eravamo sempre li tra l’essere un campione e il giocatore mediocre. Basta pensare che poi Baltimore, se non fosse per qualche problema di infortuni a Pittsburgh e un avvio a rallentatore di Cincinnati, la post season non l’avrebbe neanche vista a causa del pessimo finale di stagione disputato.
Quindi quarta seed e la sfida contro la sorpresa di Mr.Comeback Andrew Luck. Una stagione chiusa con 22 td pass, 3817 yards, 10 intercetti e un qb rating del 87.7; sempre le solite incoraggianti statistiche con dietro un ragazzo ancora non consapevole del suo vero ruolo tra i professionisti.
Contro i Colts i Ravens prevalgono per 24 a 9 grazie a una prova discreta dell’attacco e ai numerosi errori offensivi dei cavallini, giovani ed inesperti. Prova sufficiente ma non ancora al livello per la prossima sfida al Mile High? Apparentemente si…
Però il passato insegna e sarebbe stato da sciocchi non prendere in esame quanto avvenuto negli anni scorsi: tra lo stupore dell’intera America Joe Cool gioca una partita fantascientifica dove fa sfrecciare nell’aria rarefatta di Denver dei veri propri missili per i suoi wide receiver, costringendo Peyton Manning ad andare ad un doppio overtime per poi vincere la partita.
Flacco, con l’assistenza di Torrey Smith e di Anquan Boldin, disintegra le secondarie avversarie registrando 331 yards, 3 td e soprattutto zero intercetti. La difesa dei Broncos ci ha messo del suo però se gli dei del football hanno voluto una rivincita dello scorso Championship un motivo ci sarà.
Al Gillette Stadium l’inerzia è a favore dei padroni di casa e Brady sembra pronto per ritornare al Grande Ballo. Per la delusione del pubblico J-5 non si scioglie e surclassa proprio Brady giocando un’altra partita ordinata e priva di errori.
Con altre 240 yards e tre marcature, per Baltimore il digiuno dal suo primo Super Bowl è terminato rendendo onore – strano,veramente strano dirlo – al suo attacco dove un ragazzone ha ricambiato la fiducia liberando la farfalla che c’era in lui e adesso vola libera sul terreno di gioco.
Viene ora il momento di fare un confronto con Ryan e gli altri grandi quarterback: Flacco non ha ottenuto in regular season i risultati del prodotto di Boston College però ha sempre vinto almeno una partita ai playoff. Rimanendo in tema di post season, Flacco è diventato il giocatore a vincere di più in trasferta portando a sei le vittorie e superando Eli Manning.
Ci siamo: Joe Cool è arrivato la dove Baltimore mancava da dodici anni. Contro i 49ers sarà la sfida che determinerà il suo futuro perché ancora balla il suo rinnovo e se l’ambito trofeo venisse in Maryland, si potrebbe regalare a un campione come Ray Lewis il miglior addio di sempre.
In molti non ci credevano e tanti lo criticavano però lui, quel ragazzo alto con un braccio simile a un lancia missile è arrivato li dove solo i più forti ci possono arrivare. Perché non sperare, dopotutto è un Harbaugh Bowl e Flacco dovrà pure ricambiare il favore al suo allenatore, il primo a crederci fin da quando era un rookie.
La difesa di San Francisco è avvisata, Joe Cool è pronto per il suo primo Grande Ballo, a sfidare la leggenda della Golden Era ed a consacrarsi definitivamente tra i vincenti del football americano.
Student, rugby referee, Carolina Panthers, NCAA Football, NBA, Radio Play.it. Affascinato da Twitter: CamFederico
Secondo me le critiche sono sempre state esagerate nei confronti di Flacco ed onestamente non so perchè in quanto non è uno sbruffone, ma un personaggio molto pacato, che non fa proclami e lavora soda. E secondo hai i crismi del franchise player. Quest’anno potrebbe avvenire la definitiva consacrazione, ma comunque ha giocato dei playoff splendidi e perfetti finora, in passato ha fatto altrettanto bene, ma ha trovato squadre più forti che hanno eliminato i Ravens. Già l’anno scorso contro i Patriots sono stati piuttosto sfortunati.
Detto questo, purtroppo si misura la capacità di un giocatore dal palmares e la cosa non è corretta a mio parere…se guardassimo a questo criterio, allora Eli Manning è superiore al fratello.
Anche Dan Marino non ha mai vinto un Super Bowl e ha giocato un solo Super Bowl, eppure è ricordato come uno dei più grande QB della storia. Ecco Flacco secondo me è molto capace e le critiche verso di lui sono sempre state un tantino eccessive ed onestamente non mi spiego il perchè.
Complimenti per l’articolo!
beh, certo che Eli Manning è superiore al fratello.
scusate…avete visto le partite??
Perchè si è stato bravo ma adesso non facciamolo diventare una farfalla di prima grandezzaa!!!
Senza i suoi ottimi ricevitori…Smith, Boldin e Pitta…e la performance da suicidio sportivo delle secondarie di Denver negli ultimi 30 secondi saremmo qui a parlare di un buon QB (ottima persona e tutto quel che si voglia) ma non un vincente!!!
Davate a Dan Marino questi 3 ricevitori…in particolare Smith e Boldin..e vi vinceva tutto!!!
Però bello l’articolo…scrivete sempre bene…
Concordo con R. Le secondarie imbarazzanti di Denver e l’infortunio di Talib dei Patriots hanno favorito i lanci sul profondo di Flacco. L’ultima azione contro Denver è stato un passaggio con preghiera…evidentemente ascoltata dagli Dei del Football. Buon qb, ma non un campione del livello di Payton (scusa Roberto, ma era una battuta quella che Ely è superiore al fratello vero??) Brady Brees ecc.
Aggiungete che con quella difesa hai spesso e volentieri la palla da posizioni ottime, oltre ad avere molta meno pressione!
Cmq tifo per i corvi al SB, Lewis lo merita! FORZA RAY!
si Flacco per convincere di essere un Grande deve ancora farne di strada e certo non sarebbe un SB vinto a decretarne la Grandezza definitiva (infatti è stato citato Marino, un Grande senza anelli al dito).
p.s. si dai, stava scherzando chi diceva che Ely è meglio del fratello… però sicuro è più “divertente” (meno quando ti lancia certi intercetti)