Non è certo stata una partenza facile quella che i Green Bay Packers hanno dovuto affrontare. Anzi, quasi parevano essere tra le delusioni della stagione da quanto inesplicabile pareva essere il record di 2-3 che ad un certo punto della prima parte di campionato la squadra aveva detenuto, con l’aggravante di una delle chiamate più insensate della storia del gioco, un intercetto tramutato in una meta di Golden Tate che aveva consegnato il Monday Night della settimana numero tre direttamente nelle mani dei Seahawks, all’ultimo secondo. Ma questa, oramai, è storia passata.

Aaron Rodgers festeggia uno dei suoi tanti passaggi da touchdown.

Aaron Rodgers festeggia uno dei suoi tanti passaggi da touchdown.

La compagine che ritroviamo oggi, per molti versi, sta dimostrando di possedere una forma simile a quella che nella post-season del 2010 fece una grande partita dietro l’altra, arrivando alla conquista del Super Bowl, una forma senz’altro differente da quella che, un anno fa, perse solo una misera gara di regular season per poi rimanere sotto shock per la precoce eliminazione contro i Giants futuri campioni, un’uscita di scena che aveva dimostrato una cosa in maniera cristallina: i Packers, spesso salvati da un attacco fantascientifico,  non potevano permettersi alcun blackout offensivo, perché senza le valanghe di punti forniti da Aaron Rodgers e compagni, la difesa non era certo attrezzata per poter tenere in gara Green Bay vista la generosità con cui erano state concesse segnature e yards, soprattutto aeree.

Oggi, freschi del secondo titolo consecutivo della Nfc North, i Packers stanno vivendo sulle prodezze di Rodgers, sui progressi della loro profondissima batteria di ricevitori, ma anche su una difesa molto ringiovanita e tornata a colpire nei momenti caldi delle gare, un reparto molto più attento nelle retrovie e capace di portare, seppure con discontinuità, pressione al quarterback. Pur non possedendo un gioco di corse capace di far strabuzzare gli occhi, ma questa non è mai stata una prerogativa della gestione McCarthy, i ragazzi del Wisconsin sono molto competitivi, vengono da otto vittorie nelle ultime nove partite dove hanno mietuto vittime illustri – i Texans su tutti – ed ora, approfittando della netta involuzione di Chicago, si sono assicurati una partita di Wild Card in casa e la nomea di mina vagante dell’imminente edizione di post-season, dalla quale sperano che la bestia nera Giants resti fuori, e nella quale possono dare molto fastidio alle attuali detentrici dei seed numero uno e due, Atlanta e San Francisco.

Sul pezzo principale di questo meraviglioso meccanismo offensivo non è rimasto praticamente nulla da dire, Aaron Rodgers è tornato ad essere un automa capace di dirigere le operazioni con una naturalezza quasi priva di emozione, eccezion fatta per qualche strigliata nei confronti di chi aveva  appena corso male una traccia, o non si trovava nel luogo dove sarebbe dovuto essere provocando un turnover. Nonostante colleghi come Peyton Manning e Tom Brady si siano presi il palcoscenico, il primo per la capacità di giocare a questi livelli dopo un anno di stop, il secondo in quanto conduttore di un’altra macchina offensiva spietata, Rodgers sta chiaramente giocando da Mvp della Nfl, e le difese sono tornate a domandarsi come sia possibile trovare un rimedio a tale flagello.

Il quarterback uscito da California è il motivo per cui molti difetti di Green Bay riescono a restarsene momentaneamente in secondo piano, perché quando si fa funzionare un sistema offensivo con la padronanza che lui sa utilizzare, per la difesa avversaria non possono che arrivare guai seri. I Packers delle ultime partite, ad eccezion fatta per una scoppola rimediata – tanto per cambiare – contro i Giants, hanno trovato successo grazie alle capacità istintive di Rodgers, che conosce i movimenti delle difese con due secondi di anticipo, che allunga i giochi quanto basta per trovare sempre un ricevitore libero, che mette il pallone laddove solo un destinatario che porti i suoi stessi colori di uniforme lo possa prendere. Il regista giallo-verde alza i suoi ritmi quando la pressione arriva alle stelle, come dimostra il rapporto 7/1 tra passaggi da touchdown ed intercetti registrati quando la difesa avversaria invade la tasca, e mantiene intatta un’invidiabile precisione nella palla profonda, sua specialità di casa, che ha finora avuto successo nel 42% dei casi producendo mete in ben dieci differenti occasioni.

L’attacco ideato da McCarthy vive, e continuerà a vivere, sui big play creati da queste favorevoli situazioni.

L’aiuto più grande è pervenuto da un corpo di ricevitori in grado di fornire risposte immediate nel momento del bisogno. Sarebbero difatti dovuti essere Greg Jennings e Jordy Nelson i bersagli principali per un Rodgers che non questi ha sempre avuto un’eccellente intesa, ma a causa degli infortuni che hanno fatto perdere molte partite ad entrambi (Jennings è appena rientrato da un lungo problema all’inguine, Nelson dovrebbe rientrare domenica dopo una noia al tendine posteriore del ginocchio) ci si è dovuti arrangiare con i mezzi a disposizione, ed i risultati sono stati molto positivi.

James Jones è al momento primo in Nfl con 12 mete catturate su ricezione.

James Jones è al momento primo in Nfl con 12 mete catturate su ricezione.

Randall Cobb, in fase di sviluppo dopo una buona annata da rookie spesa da ritornatore di calci con ruolo marginale tra i ricevitori, sta crescendo con costanza divenendo un interessantissimo slot receiver capace di triplicare le proprie cifre in termini di yards ricevute segnando nel contempo 7 mete (su ricezione ne siglò solo una nel 2011) con due gare ancora da disputare, ma la vera notizia da prima pagina è stata l’esplosione di un giocatore sempre rimasto in secondo piano ma ben noto alle difese come James Jones, ribattezzato dai compagni “Mr. Touchdown” per l’alta percentuale (23%) scaturita dal rapporto da mete e ricezioni complessive, e la sua puntualità nel farsi trovare smarcato nelle ultime 20 yards gli ha fruttato fino a questo momento ben 12 palloni vincenti, miglior risultato assoluto della Nfl fino a questo preciso istante. Al sesto anno nella lega Jones ha provato l’emozione di segnare tre mete nella stessa partita per la prima volta in carriera, ed il rientro di Nelson da bersaglio primario non gli toglierà sicuramente attenzione, dal momento che l’onda che sta provocando in questo particolare istante di forma va cavalcata fino in fondo.

La crescita della difesa, il principale imputato per il fallimento dei playoffs scorsi, è uno dei principali artefici dell’ottima seconda parte di campionato messa assieme dalla squadra. Nel Draft 2012 il general manager Ted Thompson ha investito ben sei chiamate per attrezzare il reparto di gambe fresche, fornendo nel contempo dei giocatori che hanno dimostrato, nonostante la giovane età, di saper diventare dei professionisti sin dai primi momenti  nella Nfl. L’impatto più tangibile è senza dubbio giunto dal cornerback Casey Hayward, giunto a quota sei intercetti stagionali (terzo miglior risultato della lega) e capace di dare affidabilità da subito nonostante la sua mancanza di esperienza, dimostrandosi un nickel back di ottimo rendimento da affiancare a Tramon Williams e Sam Shields, i titolari. Presto, lo starter potrebbe essere proprio lui.

Casey Hayward è il miglior rookie difensivo dei Packers.

Casey Hayward è il miglior rookie difensivo dei Packers.

La difesa contro i passaggi ha fruttato prestazioni molto buone anche contro dirette concorrenti divisionali (chiedere a Brandon Marshall ed Alshon Jeffery), e ciò ha permesso al reparto di incidere anche senza poter usufruire di una pass rush di alto livello, dal momento che Clay Matthews, peraltro appena rientrato da un infortunio, assomiglia più che altro ad un predicatore nel deserto indicando che il problema di affiancargli un secondo specialista dall’altro lato dello schieramento della linea dei linebackers non è ancora andato a buon fine.

I problemi da risolvere sono sostanzialmente due, uno grave, l’altro meno grave.

Non preoccupano più di tanto le medie inferiori alla soglia delle 4 yards per portata mantenute dai componenti del backfield (Cedric Benson, poi messo in injured reserve, Alex Green, James Starks ed il ri-acquisito Ryan Grant), giostrati attualmente a turno dal coaching staff per sfruttare al meglio le qualità di ognuno, anzitutto perché, come già detto, la filosofia di McCarthy è prevalentemente aerea, ed in secondo luogo perché questo non pregiudica il successo del quarterback come accade in tanti altri attacchi Nfl, come dimostrano le migliori percentuali di successo registrate da Rodgers in situazioni di lancio normale rispetto alle chiamate in play-action. In soldoni, Rodgers eccelle quando è prevedibile perché una soluzione la trova sempre, alle finte di corsa non crede nessuno, e l’attacco funziona ugualmente.

Mason Crosby è in crisi nera. Si riprenderà in tempo per i playoffs?

Mason Crosby è in crisi nera. Si riprenderà in tempo per i playoffs?

Sta invece diventando un problema sempre più grande il pessimo rendimento di Mason Crosby, titolare fin dalla stagione 2007 di un posto di kicker vestendo il quale si è dimostrato longevo ed affidabile, ma quest’anno alle prese con un pericoloso calo di rendimento che lo ha visto scivolare all’ultimo posto della Nfl per percentuale di realizzazione (58.6%, insufficiente per chiunque) e che lo vede in striscia aperta con almeno un errore in ognuna delle ultime nove partite. McCarthy ha dichiarato alla stampa che Crosby non sarà tagliato e che confida in una sua pronta ripresa, ma i segnali di sfiducia non mancano, e contro Chicago si è preferito convertire con successo alla mano un quarto e sei piuttosto che mettere in campo un kicker in crisi nera. La situazione potrebbe rendersi estremamente rischiosa nei playoffs, dove le partite punto a punto non mancano, mettendo Green Bay nella posizione di poter potenzialmente uscire di scena per un suo errore sotto pressione.

Ad ogni modo, ciò che più conta è l’aria che si respira nel freddo polare di Green Bay, un’aria che l’anno passato è stata smorzata da una grandissima cavalcata di stagione regolare crollata sotto i colpi di Eli Manning e soci, e che in questa parte finale del 2012 sembra essere tornata a profumare della giusta essenza. L’attacco funziona benissimo anche senza essere necessariamente imprevedibile, la difesa è in forma nel momento stagionale in cui conta di più esserlo (pure Charles Woodson è pronto oramai al rientro), ed ogni avversaria appartenente alla Nfc che desideri finalizzare il proprio viaggio verso New Orleans per giocarsi il Super Bowl dovrà fare i conti con dei Packers che, in questo momento, nessuno ha voglia di affrontare.

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