Dopo una sonora abbuffata a tavola tra tacchini, patate e quant’altro, riepiloghiamo, secondo la nostra classifica di migliori e peggiori, che cosa è successo ieri nei tre campi dove si è giocato partite belle ed importanti.
TOP
1- Cortesie per gli ospiti
Ebbene si, vi state chiedendo il perché del titolo? Perché in tutte e tre le gare, i padroni di casa hanno permesso agli ospiti di portarsi via la vittoria e, forse in tutti e tre i casi, di uccidere anche le speranze residue di post season.
Ma nessuno ha passeggiato, scherzando con gli avversari, come i Patriots ieri sera al MetLife stadium contro i Jets.
E’ stata una gara difficile da interpretare come tale, poiché in una gara ci sono più parti a competere, mentre ieri sera è sembrato che i padroni di casa facessero di tutto per chiudere la pratica in fretta, alzando bandiera bianca, con continui “suicidi” sportivi.
Una partita che non ha avuto storia, dopo un primo quarto finito 0-0 più per colpa del field goal sbagliato in modo eclatante da Gostowski (Patrioits) che per altro,che ha visto però i Patriots nel secondo quarto chiudere la pratica pareggiando il record di squadra di 35 punti segnati in un solo quarto, e ben 28 punti segnati in poco più di 50 secondi.
Iniziamo citando Steve Gregory, safety ex-Chargers che ha raggiunto i Patriots quest’anno, e che dopo aver saltato qualche gara per infortunio, è tornato facendo sentire non poco la sua presenza; Gregory, 28 tackles, 1 forced fumble e 2 intercetti in stagione, ha vissuto un primo tempo davvero magico.
Ha intercettato nel primo quarto Sanchez dopo un buon drive dei Jets, evitando i primi punti sul tabellone ai biancoverdi, poi nel secondo quarto, ha recuperato un fumble su corsa dei Jets, dopo che la palla è stata smanacciata da Spikes con una giocata intelligentissima, e per concludere in bellezza, ha recuperato la palla dopo uno dei fumble più buffi della storia di Sanchez, riportando per 37 yards in touchdown la palla.
E’ girato davvero tutto storto ai Jets in quei pochi minuti che hanno deciso la gara, dato che una delle segnature dei Pats è avvenuta su fumble da kick return causato da una gran botta di McCourty e riportato in endzone da Edelman, che sta diventando sempre più uomo decisivo per Belichick.
Ma passiamo oltre i “boo” del pubblico che voleva Tebow e fischiava ogni snap di Sanchez (Tebow non avrebbe comunque potuto giocare per un lieve infortunio), sorvoliamo la offense che anche a causa di assenze importanti (leggasi S.Holmes) non riesce a rodare, parliamo della difesa di New York; Da quando Rex Ryan è alla guida dei Jets, il fattore difesa è sempre stato il punto forte dei Jets.
Ieri sera invece la difesa era molle, debole, e a tratti impalpabile; sul touchdown di Wes Welker, Brady ha avuto tempo di valutare ogni singola opzione, Welker di segnalare con la mano che era in alto nell’angolo libero, e Brady dopo circa 10 secondi nella tasca lo ha servito, inammissibile, come di fatto è inammissibile non mettere a uomo qualcuno su Welker, uno dei migliori receiver della lega.
Sul touchdown di Shane Vereen, che nella serata ha totalizzato 91 yards su 2 ricezioni, più le 42 yards di corsa, Brady partiva dalle proprie 13 yards, ed alla prima giocata ha servito Vereen che si è involato indisturbato sulla fascia del campo fino alla endzone con la difesa a rincorrerlo.
Insomma, non ci sono più certezze in questi Jets, anzi, forse si, quella che ci sarà molto lavoro da fare, sotto tutti gli aspetti, e che probabilmente la stagione ormai è andata.
In casa Patriots, no Gronk no problem possiamo dire; il rientro di Hernandez non ha avuto grossi risultati ma è sicuramente un dato positivo per Belichick come lo è il rivedere in campo Patrick Chung, safety titolare assente da lungo tempo.
Nonostante l’assenza del rookie Chandler Jones, la linea ha retto bene grazie alle prove di Cunningham e Ninkovich, ed il trio di linebackers formato da Mayo-Spikes e Hightower ha girato molto bene.
Finalmente convince anche la secondaria, benchè i Jets non possono rappresentare un valido test, dove evidenziamo un altro rookie, Alfonzo Dennard, presentissimo nella marcatura a uomo e capace di non farsi sopraffare quando Sanchez cercava il suo uomo.
Se la difesa continua partita dopo patria a migliorare questi Pats sono assolutamente da superbowl, considerando che proprio la loro difesa è una delle prime nel creare turnovers, e la sedicesima nel concedere punti.
2- Robert Griffin III
Nel ritorno a casa in Texas, il rookie quaterback dei Redskins è stato mostruoso nel senso buono del termine, lanciando 4 touchdowns e distruggendo i Cowboys.
Virtualmente fuori da ogni discorso di post-season, Washington ora dopo aver vinto 2 gare di fila, si trova ad aver la possibilità di gareggiare per la prima posizione nella NFC East.
Le stats dicono che Griffin ha lanciato per 311 yards e 4 Td’s, completando 20 su 28 lanci, ed ha anche coperto 29 yards su 6 tentativi di corsa.
Il prodotto di Baylor, dopo aver vinto l’Heisman Trophy, sta dimostrando di valere tutta la attenzione che gli viene data e a tratti è stato un enigma irrisolvibile per la difesa di Dallas; era da 13 anni che i Redskins non segnavano 28 punti in un solo quarto, e ieri sera Griffin è stato chirurgico completando 8 lanci su 8, per 178 yards e 3 segnature. Non solo, ma è anche il primo quaterback di sempre nei Redskins a lanciare ben 4 touchdowns in gare consecutive.
Al momento, nella griglia virtuale dei Playoffs NFL, la NFC vede Falcons e 49ers piazzate al caldo nelle divisional round, Seattle, Chicago, Green Bay e New York (Giants) in corsa per il wildcard, e “in the hunt”, ovvero a caccia del wildcard dietro di loro, Tampa Bay, Minnesota, New Orleans e Washington.
Minnsota ha un record di 6-4, ma il calendario che ha davanti è forse il più complesso e potrebbe perdere gare importanti, New Orleans (5-5) pare essersi ripresa e non è da sottovalutare, mentre Tampa Bay rimane un incognita.
Vedremo se la stagione magica di Griffin III saprà regalare la post season ai tifosi.
3- Vegan Pride
Arian Foster, halfback stella degli Houston Texans, ieri sera è stato decisivo nel portare la gara all’overtime tenendo a galla i suoi, che riusciranno grazie ad un field goal a portarsi a casa una gara difficile che li ha visto sempre sotto, contro un attacco dei Lions di spessore.
Foster, 26 anni dal college di Tennessee, ha corso per 102 yards su 20 portate, segnando 2 touchdowns, di cui uno, il secondo , decisivo per pareggiare la gara sul finale del tempo regolamentare.
Alla sua quarta stagione in NFL, Foster ha all’attivo 12 marcature, con 1064 yards di corsa su 269 portate; non stupisce pertanto che i Texans, siano alla posizione n.5 della NFL per le yards di corsa, e alla n.3 come percentuale di punti segnati a partita (29.7).
Spezziamo anche una lancia a favore di Andre Johnson, che ieri non ha segnato punti ma è stato una sicurezza per Schaub, ricevendo 9 lanci per 188 yards, permettendo di fatto al proprio quaterback di avere sempre un cuscino su cui appoggiarsi nel momento del bisogno.
La gara è stata caratterizzata da una chiamata controversa su un TD dei Texans, ma esploreremo questo aspetto nell’altro podio, quello dei cattivi.
WORST
1- Jim Schwartz
Una delle chiamate più controverse, che sicuramente farà discutere a lungo, è stata l’ennesima prova che l’head coach di Detroit non è esattamente uno dei più pronti e decisi coaches della lega, e ha ammesso di aver combinato un pasticcio.
Siamo a metà del terzo quarto, Houston gioca un 2 down e 10 dalla linea delle proprie 18 yards; Schaub da la palla in mano a Justin Forsett che in quel momento sostituiva Foster nel backfield; corsa per vie centrali, la difesa dei Lions effettua il tackle sulle 26 yard circa che atterra Forsett, qui inizia il misfatto.
Forsett ha la brillante idea di rialzarsi e continuare a correre, mentre nessuno degli arbitri ferma il gioco, nessun fischio parte dalla bocca dei giudici pertanto l’azione è viva, anche se qualche difensore dei Lions non se ne accorge; il runner dei Texans ovviamente provvede a raggiungere la endzone indisturbato e a segnare il touchdown.
Jim Schwartz, sulla sua sideline, tira fuori la bandierina rossa del Challenge durante l’azione e la lancia non appena Forsett varca la linea del Touchdown.
Questa azione, come ogni azione dove avviene una marcatura, sarebbe stata automaticamente rivista a monitor dagli arbitri come avviene da inizio stagione ma, il regolamento dice, che se viene lanciato il Challenge prima della chiamata arbitrale, il risultato è una penalità di comportamento antisportivo per chi effettua il challenge anzitempo, l’impossibilità di rivedere la azione e quindi la segnatura resta (anche se opinabile), e si aggiungono 15 yards di penalità ai Lions sul kick off.
Il punteggio era di 14-24 in favore dei Lions, e forse, anzi quasi sicuramente, l’azione sarebbe stata annullata dal corpo degli arbitri, ma l’azione di Schwartz è costata il 21-24 ed ha di fatto riaperto il match.
“…Ero impazzito all’idea che gli arbitri non lo avessero giudicato giù per contatto e ho tirato fuori con troppa fretta il marker ross… sono cosciente che l’errore è mio e solo mio e ho chiesto scusa ai giocatori personalmente…”
Che dire, i Texans non possono far altro che “ringraziare” di questo bel tacchino succulento il povero coach.
2- Dallas Cowboys
Poteva essere un ottima occasione, davanti ai propri fans, per riconciliarsi con la città ed ottenere una bella vittoria per i Cowboys.
Invece è arrivata l’ennesima sconfitta e le parole del proprietario Jerry Jones sono state molto pacate per un personaggio estroso come lo conosciamo.
“…Non ho idea di come finirà la nostra stagione..non so se saremo capaci di raggiungere il record di 8-8 non ho la minima certezza sulla nostra squadra al momento…”
“…Non voglio essere negativo, ma dovremo affrontare i Redskins ancora, e da quello che ho visto oggi, da come mi hanno impressionato, temo che sarà un test davvero molto duro per noi..”.
Sta diventando sempre più difficile prendere i Cowboys sul serio, trattandoli come una minaccia, e si preparano ad approcciare il mese di Dicembre in modalità “win or go home”.
Ancora un avolta, anche in questa partita, la difesa è parsa disattenta, e Dallas è crollata subito sotto i colpi della offense ospite concedendo molti punti per poi dare atto ad una rimonta incompleta.
L’intelligenza tattica di tutta la squadra, sotto ogni aspetto del gioco, pare molto bassa, e mancano le individualità per sopperire a questo.
I Cowboys sono 5-6, e Jones si dice insicuro di raggiungere il record di 8-8 e che è innamorato del gioco di RG3? Questo non è il Jones che conosciamo, sicuro, pungente e solare.
Dallas non è ancora fuori dalla corsa alla post season, ma non sta dando alcun segno per dimostrare di potersi assicurare il lusso dei playoffs.
3- Come perdere una partita in 60 secondi
Diamo a Cesare quel che è di Cesare, quando i Jets perdono, perdono alla grande e lo fanno con stile.
Sono riusciti nell’intento di concedere 3 touchdowns in meno di 60 secondi e chiedo venia per ripetere alcune delle cose elencate nel podio dei “top”, ma non potevo non inserire i Jets nei flop.
punto 1: dopo aver fallito la conversione di un 4 down e 1 in attacco, mettete il linebacker Bart Scott in marcatura sul più veloce runningback dei Patriots. In un attimo, con un semplice passaggio di Brady a Vereen, otterrete un facile touchdown di 83 yards lungo la sideline.
punto 2: Su un primo down, chiamate uno schema per il running back senza che lui lo sappia; fate correre il vostro quaterback in preda al panico contro uno dei suoi uomini di linea, fatelo cadere e perdere il pallone, fumble, e guardate la safety Gregory riportare la palla in endzone.
punto 3: Fate si che il returner Joe McKnight commetta un fumble sul successivo kick off dopo un colpo mostruoso e guardate la palla cadere dolcemente tra le mani di Edelman, osservatelo correre nella endozone e, come per magia, 60 secondi dopo avrete un match finito con 2 quarti di anticipo.
Credo che questo sia quello che succede quando in estate, durante i training camp, le altre squadre si allenano duramente mentre i Jets si preoccupano di riempire i rotocalchi di titoli altisonanti causa acquisti di “giocatori” pronti a dominare l’NFL in lungo e in largo.
Grazie a tutti: speriamo di avervi fatto fare due risate e buon proseguimento!