Al termine dell’ennesima partita altalenante, persa 29-24 contro i New York Giants, i Dallas Cowboys (3-5 in seguito alla sconfitta contro gli imbattuti Falcons) cominciano a vedere con il binocolo un eventuale posto nei Playoffs. Ancora una volta.
La franchigia texana ormai comincia ad essere pericolosamente abituata all’etichetta di “eterna incompiuta”. Nonostante una squadra piena di talento, i tifosi texani hanno avuto ben poco di cui gioire nelle ultime stagioni.
I Cowboys, una delle franchigie più titolate dell’NFL, hanno vinto due sole gare di playoffs negli ultimi 16 anni e l’ultimo Super Bowl risale al 1996. L’ultima apparizione dei Cowboys nella post-season risale alla stagione 2009, anno in cui Dallas ha vinto il suo ultimo titolo di Division.
Non contribuisce certo a migliorare lo stato d’animo in casa Cowboys il fatto che gli acerrimi rivali dei Giants si sono portati a casa due Lombardi Trophy negli ultimi 5 anni.
“Sense of Urgency”
L’eccentrico owner della franchigia texana Jerry Jones comincia ad essere stufo e preoccupato dei risultati al di sotto delle aspettative della sua squadra. Nel post-partita al Meadowlands, Jones ha ammesso che ci sia un certo “sense of urgency” in casa Cowboys data l’età avanzata di alcuni giocatori chiave come l’OLB/DE Ware, il TE Witten e il tanto discusso QB Tony Romo. Eh si, non è facile essere un QB a Dallas. Romo è chiamato a tenere viva l’eredità di illustri predecessori come gli Hall of Famers Roger Staubach e Troy Aikman. E certo una prestazione come quella di New York, con ben 4 intercetti, non aumenta il credito di Romo presso la fan base dei Cowboys. I problemi dei Dallas Cowboys vanno però ben oltre il povero Romo.
Quale “Home Field Advantage”?
Per volere del proprietario Jerry Jones, nel 2009 è stato inaugurato il modernissimo Cowboys Stadium nella zona di Arlington,TX. Ci si aspettava tanto dai Cowboys nel nuovo stadio costato più di un miliardo di dollari. Ebbene, il record casalingo dei Cowboys dall’apertura del nuovo stadio ad oggi è di 14 vinte e 13 perse, non esattamente un record che può essere entusiasmante.
Inoltre il tifo non è “caldo” come accadeva nel vecchio Texas Stadium. Molti attribuiscono la freddezza del pubblico alle tante distrazioni presenti nello stadio. Per risolvere la situazione si è pensato ad oscurare il mega schermo in occasione di situazioni di 3° Down ma la situazione non è molto migliorata.
E’ Romo il vero problema?
Nelle ultime stagioni è sempre stato Romo il capro espiatorio delle sconfitte dei Cowboys. Il QB nativo di San Diego ha senza dubbio avuto i suoi alti e bassi ma, statistiche alla mano, è comunque uno dei QB più affidabili della lega ed è sicuramente uno dei migliori giocatori dell’intero roster dei Cowboys. Spesso a deludere è stato il “supporting cast” di Romo. Con la sola eccezione dell’immortale Witten, i vari WRs Bryant, Austin e Ogletree sono stati colpevoli di troppi drops o comunque partite ampiamente sotto la sufficienza e nel ruolo di RB, il pur talentuoso Murray non sembra bastare.
Tempo di cambiamenti?
Se il problema non è Romo qual è allora la possibile soluzione? E’ difficile dirlo, ma molti esperti si stanno interrogando sempre di più sulle reali capacità dell’HC Jason Garrett. In quella che è solo la sua seconda stagione alla guida di Dallas, Garrett è stato spesso criticato per alcune sue scelte e alcune sue “play calling”.
A fine stagione, in caso di stagione fallimentare, sembra ormai sicuro un forte cambiamento di rotta. Con una difesa affidabile e una serie di giocatori talentuosi comunque presenti nel roster, Jerry Jones è chiamato a una decisione: cambiare guida tecnica e continuare con Romo oppure andare di nuovo sul mercato alla ricerca del nuovo Aikman? La strada più percorribile sembrerebbe la prima ma con Jerry nulla è sicuro!
I Cowboys sono i peggiori di tutta la NFC nel numero di turnover concessi. Visto il numero di partite in cui la differenza con gli avversari è stata minima, mi sembra una statistica in grado di spiegare molto della stagione di Dallas.