Correva l’anno 2002 quando l’owner Jerry Richardson scelse Marty Hurney per il ruolo di general manager dei Carolina Panthers, fondati solo sette anni prima con già una presenza ai playoff ma reduci da una pessima annata terminata con il record di una vittoria e ben quindici sconfitte e l’immediato licenziamento del head coach George Seifert.
La costruzione del nuovo ciclo partiva con l’assunzione del coordinatore difensivo dei New York Giants John Fox, splendido interprete delle difese e capace di ribaltare immediatamente le statistiche difensive passando dal penultimo posto alla seconda posizione generale. Il tutto grazie a delle aggiunte mirate e fortunate (vedi Peppers, ignorato dai Texans) che hanno permesso la realizzazione di un percorso vincente.
In un cammino durato otto anni, sotto la guida di Fox i Panthers hanno visto più alti che bassi arrivando fino al Super Bowl e le aspettative rimanevano sempre delle migliori grazie a una macchina di acquisti e di scelte al draft che raramente sbagliava. Ma poi qualcosa è andato storto e il meccanismo si è inceppato concludendosi con il record di 2-14 racimolato nell’ultimo anno di Fox dopo alcuni errori in sede di mercato.
Terminato il tempo della volpe qualcuno si aspettava che terminasse anche il mandato di Hurney, accusato di pessime trade al draft e di non aver adeguatamente rinforzato il roster dopo che alcuni veterani avevano preso la decisione di tentare la fortuna altrove. Ma il presidente Danny Morrison ha provveduto a confermarlo affidandogli l’incarico di scegliere il nuovo head coach avvantaggiandosi della prima scelta assoluta al draft.
La scelta è ricaduta su Ron Rivera, defensive coordinator dei Chargers con un curriculum più che affidabile. L’unico dubbio rimaneva legato all’inesperienza nel ruolo e nella gestione di uno spogliatoio dove sfoggia il suo sorriso Cam Newton, quarterback selezionato da Auburn etichettato come possibile bust visto l’unico anno nella prima divisione della Ncaa ma con un immenso talento capace di portarlo a vincere il Championship quasi da solo.
Il primo anno della gestione Rivera doveva permettere a Newton di mostrare quanto realmente potesse valere in una Lega così difficile come la Nfl dove i franchise quarterback fanno la differenza per la conquista del Super Bowl; in parallelo i Panthers dovevano assemblare un team capace di sostenere il giovane qb ma ben diciassette infortuni hanno impedito di vedere l’organico al completo.
Tutti voi conoscete l’anno da rookie di Cam e quanto la difesa sia stata imbarazzante contro anche i più improduttivi attacchi avversari, a testimone che il gm Hurney non aveva ben operato sul fronte degli acquisti perdendo giocatori che avrebbero fatto più che comodo in una simile difesa.
L’ultima off-season ha seguito la stessa riga di quella precedente lasciando passare gente come Vincent Jackson e Tracy Porter e non poteva essere il segnale che il buon Marty forse non era consapevole di quanto avevano bisogno questi Panthers. Ciò nonostante il draft e il successo di Newton hanno messo in secondo piano questo aspetto ma con l’arrivo della nuova stagione i problemi sono venuti alla luce.
Delle secondarie spesso in bilico incapaci di applicare la copertura a uomo e una pass rush incostante sono le lacune più evidenti, inoltre la grana infortuni non è svanita obbligando lo staff a mettere in Ir il linebacker Jon Beason e il cornerback Chris Gamble, due figure fondamentali per la sopravvivenza del reparto.
Ma non è questo il vero problema che, presubilmente, ha portato a questo pessimo avvio di stagione e un record di 1-5 ben distante dalle aspettative gloriose sperate dai tifosi: l’origine di tutto questo sembra corrispondere al nome del coach Rivera.
Il capo allenatore è accusato di una cattiva gestione dello spogliatoio, dove ognuno fa quel che vuole e dice tutto ciò che gli passa per la testa, e insieme al coordinatore offensivo Rob Chudzinski ha ideato un playbook che seleziona più giochi di passaggio che di corsa. Basta dare una breve occhiata alle statistiche e ci si accorge che il miglior corridore è Newton a significato che molti più palloni passano nelle sue mani rispetto all’anno scorso.
Il centro Ryan Kalil ha già terminato la sua stagione per un infortunio al piede ma si è fatto notare con una curiosa immagine che ha ben rispecchiato lo scarso utilizzo del rush game nelle partite disputate.
La dirigenza non ha potuto più aspettare e ha fatto saltare il posto di Hurney lasciando molto perplessità sul operato. Rinunciare a un general manager tenendo l’allenatore senza colui che gli diede fiducia a metà stagione è un’azione un po’ azzardata correndo il rischio di cercare in fretta il sostituto. Personalmente avrei continuato così per tutto l’anno per poi procedere con il taglio delle teste.
Oltre alla pessima gestione delle partite di Rivera, c’è dell’altro di negativo da evidenziare? E’ ovvio che tutte le responsabilità non possono essere a carico dell’allenatore perciò è corretto menzionare il nome di Cam Newton, accusato pensare un po’ troppo all’immagine senza concentrarsi adeguatamente sulla partita.
Il Superman dell’anno scorso è ben lontano dai risultati sbalorditivi registrati nella prima metà della stagione ma non vorrei scaricare troppe accuse su di lui perché sta convivendo con un playbook e uno staff che non lo mettono proprio nelle condizioni migliori per giocare. Il numero uno ha gestito un numero di palloni troppo alto per un sophomore quindi tutto si ricollega alle chiamate provenienti dalla sideline.
Il tutto si ricollega alle statistiche imbarazzanti del backfield, considerato tra i più forti della Lega, che è fermo a 354 yards e 4 td rush in tre. Se aggiungiamo le yards di Cam si arriva a 627 e 7 td ma la situazione non è delle più felici e gli stessi Williams e Stewart hanno pubblicato tweet contro il loro scarso utilizzo; il tutto senza pensare ai trentacinque milioni di dollari che riceveranno in seguito ai rinnovo dei contratti.
In tutto a questo c’è anche qualche nota positiva che tornerà sicuramente utile nell’avvenire chiunque sarà il general manager e il capo allenatore. La scelta di Luke Kuechly al draft è stata la migliore per quanto fatto dai vari Gilmore e Cox: il ragazzo con lo spostamento nel mezzo ha messo in luce tutte le qualità associatogli all’uscita da Boston College, gestendo la difesa con maturità e sicurezza placcando tutto quello che gli è capitato davanti.
Altre note positive vengono dalla conferma di James Anderson nel ruolo di strong side o weak side, dalla crescita continua del terzo anno Brandon LaFell (17 prese,279 yards e 2 td) nel ruolo di wide receiver e dal tight end Greg Olsen, confermatosi quale sicuro bersaglio capace di attirare numerosi raddoppi.
Dopo sette giornate di football giocato i Panthers hanno dato ragione agli scettici, giocando male e perdendo partite tranquillamente alla loro portata. Marty Hurney è saltato ma il suo sostituto non è ancora stato nominato quindi Rivera avrà ancora qualche partita per cercare di salvare la faccia mettendo in mostra qualcosa di buono.
I sogni di playoff sono ormai volati via ma c’è la possibilità di raddrizzare la rotta per concludere il 2012 in miglioramento per affrontare la lunga e calda off season con idee chiare al fine di trovare le migliori soluzioni per un un futuro tutto dipinto di rosa.
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