Sospendendo volontariamente il giudizio su quella che è la classe 2011 dei selezionati, il gruppo di QB che si avvicina fiducioso a questo draft ha un potenziale di profondità e di talento paragonabile, a mio personale parere, a quello che offrì la classe del 2004, dalla quale provengono tra gli altri Eli Manning, Philip Rivers, Ben Roethlisberger e Matt Schaub (ma anche illustri carneadi dal nome esotico come Bradlee Van Pelt e Casey Bramlet, ma sappiamo che questo è il gioco).
Il numero di quarterback potenzialmente in grado di rivelarsi il futuro di una franchigia è sulla carta molto alto, anche al di fuori dei 5 che andremo ad analizzare nel dettaglio, ed in ogni caso dedicheremo un breve paragrafo anche a quelli che non saranno nella mia personale classifica.
1 – Andrew Luck, 6’4” , 234 lbs., Stanford
Il prodotto dell’università californiana ha dimostrato nel corso di questi ultimi tre anni di essere il talento forse più cristallino e solido che si presenta al draft da svariati anni a questa parte, e molti addetti ai lavori hanno già scomodato per lui importanti paragoni con Peyton Manning, del quale con ogni probabilità prenderà il posto ai Colts, e John Elway. Passatore ottimo, dotato di grandissima accuratezza e di un rilascio molto veloce, Luck è riuscito a crearsi statistiche importanti nonostante un parco ricevitori non eccelso, ricevendo diversi premi a livello individuale e portando i Cardinals a vincere l’Orange Bowl del 2010. La sua caratteristica principale è da trovarsi nell’intelligenza di gioco, a partire dal play calling (al college aveva assoluta libertà di chiamare audibles e modifiche) fino alla capacità di non impuntarsi necessariamente nella ricerca della prima traccia ma leggere il campo e i difensori avversari al fine di trovare il ricevitore con più spazio a disposizione. Un aspetto molto sottovalutato è in qualche modo il suo atletismo, forse anche perchè paragonato a quello che è il primo diretto concorrente nel ruolo, quel Robert Griffin III che vedremo tra poco: invece Luck possiede una ottima velocità in campo aperto (4.67 sulle 40 yards alla combine) unita alla buona di eludere i difensori in blitz, rendendosi di fatto un eccellente passatore dalla tasca. Capace infine di buona continuità anche nelle tracce sul profondo, Luck non ha evidenti mancanze nel suo gioco e già nel 2011 era previsto come prima scelta assoluta, salvo poi decidere di ritornare al college per l’ultimo anno di eleggibilità. Con l’ultima chicca dell’esibizione allo Stanford pro day, Andrew dovrebbe essersi assicurato, se ancora ce ne fosse stato bisogno, la prima chiamata assoluta del draft da parte degli Indianapolis Colts, con la concreta possibilità di ripercorrere le tracce di un certo #18 che prima di lui vestiva in bianco e blu.
2 – Robert Griffin III, 6’2” , 223 lbs., Baylor
Considerando che i Redskins si sono svenati per ottenere dai Rams la seconda scelta assoluta di questo draft (cedute tre prime e una seconda scelta), proprio per aver la possibilità di scegliere prima dei Browns e poter così chiamare il vincitore dell’Heisman Trophy 2011, di diritto Griffin si merita la seconda posizione in questa classifica. Simile per alcuni tratti a Newton, la caratteristica principale di RG3 è senza dubbio l’atletismo, di cui si aveva conoscenza già dal 2008, ma che si è ogni volta più dimostrato fino alle ottime prestazioni nella combine e nel pro day di Baylor: con la pala in mano Griffin è un’arma micidiale, molto veloce ad altrettanto elusivo sia nei blitz che una volta lanciato. Ma anche quando si tratta di lanciare, il nostro dimostra ottime capacità, sia a livello di forza, con un braccio efficace in particolare sul profondo, che in precisione, con una percentuale di completi molto alta, anche grazie al fatto che la mobilità di cui sopra lo porta molto spesso a lanciare con calma, seppur con una meccanica ed un movimento di piedi ancora da migliorare. I difetti maggiori per Griffin sono da legarsi alle letture delle difese avversarie e, più in generale, alle scelte che effettua: legato molto alla prima chiamata, il prodotto di Baylor ha dimostrato, finora, difficoltà quando questa è coperta e tende a forzare il lancio, senza considerare soluzioni alternative; inoltre si riscontrano anche problemi a seguire i movimenti delle difese, in particolare su tagli e movimenti più particolari, che lo portano ad andare in confusione mentale dalla quale poi difficilmente recupera nell’arco di una partita. Si tratta comunque di difetti correggibili da un buon coaching staff, e se forse si può avere qualche dubbio sul suo primo impatto in NFL, ciò che maggiormente impressiona è l’abnorme potenziale che RG3 ha, una volta presa dimestichezza con il piano di sopra.
3 – Ryan Tannehill, 6’4” , 222 lbs., Texas A&M
Il terzo ad essere scelto sarà, con discreta sicurezza, il prodotto di Texas A&M, il quale può vantare una storia particolare: schierato WR con ottimi risultati fino a metà della stagione 2012, solo da quella data è stato riconvertito QB e da quel momento è iniziata la sua parabola ascendente, giunta fino a questo draft. A gennaio si è però rotto un piede, fattore questo che non gli ha permesso di mettersi in luce in combine e Senior bowl. Proprio il suo aver giocato ricevitore per così tanto tempo lo rende un giocatore con ottima mobilità capace di uscire con successo in bootleg e trovare soluzioni alternative al lancio. Allo stesso modo, però, proprio il suo aver giocato ricevitore per così tanto tempo lo porta spesso al non evitare i contatti per un guadagno aggiuntivo, cosa che in NFL può essere molto pericolosa. Tornando dentro la tasca, Tannehill vanta una ottima accuratezza nel medio e corto raggio, mettendo i suoi ricevitori di trovare yards dopo la ricezione con continuità. Lo si trova più difficoltà nei passaggi più lunghi, anche a causa di un rilascio a volte troppo veloce, e nei lanci in corsa. Le difficoltà principali per Tannehill sono create dalla scarsa esperienza, che lo porta con relativa frequenza a non individuare gli schieramenti difensivi, in particolare i blitz che provengono dalle secondarie, mettendo così una ulteriore volta a repentaglio la sua incolumità fisica, oltre che al possesso di palla. Ci sono diverse idee sul dove Tannehill verrà draftato: la prima possibilità è Cleveland alla 4, se non vorrà puntare più su McCoy. Se i Browns punteranno su giocatori più talentuosi in altri ruoli, difficile che superi i Dolphins alla 8.
4 – Brandon Weeden, 6’4”, 221 lbs., Oklahoma State
Si sta parlando di talento, quindi al quarto posto inserisco il prodotto di Oklahoma State, nonostante il fatto di essere un rookie 29enne, il che sarà per lui motivo di perdita di diverse posizioni nell’imminente draft: già, perchè Weeden è entrato ad Oklahoma State solamente nel 2007, dopo aver tentato, dal 2002, una carriera nella MLB, draftato dagli Yankees al secondo round e poi protagonista nelle farm di Dodgers e Royals, prima che una tendinite concludesse la sua carriera. L’esser stato un lanciatore nel baseball ad alti livelli si traduce con una potenza di braccio non indifferente, il che gli permette di trovare i suoi ricevitori con facilità (anche se avere nel tuo parco WR un certo Blackmon aiuta, e non poco), in particolare gli open receiver, e di essere efficace sia sul profondo che sul corto-medio raggio, con un’accuratezza forse seconda a quella del solo Luck. I problemi iniziano quando il gioco dura più di quei pochi secondi necessari per dar la palla al RB o trovare la traccia principale scelta prima dello snap: se una di queste azioni non va a buon fine, Weeden ha difficoltà a vedere i blitz ed ancor di più a muoversi fuori dalla tasca, non essendo dotato di velocità ed elusione, nonchè di una precisione nel lancio in movimento. Tutto questo è il suo maggiore difetto, e di conseguenza l’aspetto maggiormente. Verrà probabilmente scelto tra il secondo e il terzo giro (se avesse avuto sei anni in meno probabilmente tra i primi 15), ed io ho un’idea: Kansas City, per mettere un po’ di pressione a Cassel.
5 – Kirk Cousins, 6’3”, 214 lbs., Michigan State
Chiaramente, scendendo di livello, quest’ultimo tende ad uniformarsi, e diversi sarebbero stati i QB con legittime aspettative di riempire questo spot. Ho deciso di inserire Cousins perchè l’ex Spartan ha come suo punto di forza l’etica lavorativa, il sacrificio e l’intelligenza: non a caso è rimasto capitano della squadra di Michigan State per 3 anni. Cousins è il classico giocatore senza un fisico atletico o dominante, capace però di motivare la squadra e di portarla avanti, di dirigerla con abilità anche grazie alla ottima conoscenza dei sistemi di gioco, che assimila molto in fretta e alla grande percentuale di passaggi completati che ottiene. A livello di intangibles, quindi, è già giocatore da NFL, seppur ci siano ancora diversi aspetti da migliorare nel suo gioco: innanzitutto la capacità di prendere decisioni in movimento ed i lanci sul profondo, non supportati da un braccio abbastanza potente ed assolutamente impreciso quando il pallone deve viaggiare in aria per molto tempo. Allo stesso tempo, Cousins forse soffre ancora l’incapacità di piazzare la giocata decisiva a livello individuale, quella che spezza la partita a proprio favore: non ha forse, in definitiva, un potenziale enorme ed allucinante come alcuni talenti presenti a questo draft, ma allo stesso tempo ha molte meno possibilità di fallimento. Anche per lui si prospetta un 2°-3° giro, con un sogno: Denver Broncos, a fare il vice Manning.
GLI ALTRI
Come detto in apertura, diversi sono i QB potenzialmente interessanti in questo draft, anche se non inseriti nella top 5: forse erroneamente, per inserire Weeden e Cousins ho lasciato fuori Brock Osweiler (Arizona State), abile e potente lanciatore ancora da sgrezzare. In ogni caso segniamoci sul nostro ipotetico taccuino anche i seguenti:
– Nick Foles, Arizona
– Russell Wilson, Wisconsin
– Case Keenum, Houston
– Kellen Moore, Boise State
Andrea Cornaglia, classe ’86, profonda provincia cuneese, si interessa al football dal 2006, prendendo poi un’imbarcata per il mondo dei college dal 2010: da lì in poi è un crescendo di attrazione, inversamente proporzionale al numero di ore dormite al sabato notte
una possibile soluzione per i Browns potrebbe essere quella di prendere Blackmon alla 4a del primo giro e poi Weeden con la 5a nel secondo…in questo modo prendi il miglior receiver disponibile e un QB con cui si conosce perfettamente…tra l’altro con un’altra prima scelta disponibile.
Potenzialmente l’idea è ottima, se passa Miami ala 8 poi è opzione fattibile.
Davvero un buona annata per i Qb. a me piace molto kellen moore che sarà pure un “nano” ma sà giocare. Certo 3-4 round ma è sicuramente una buona presa come backup, credo migliore seppur di poco (e di gusto personale) a Cousins.
per i Browns i penso debbano accumulare talento quindi prenderei Richardson alla 4 e un uomo di linea con la seconda scelta la primo giro .Se poi al terzo c’è libero uno di quelli segnalati penso ad Osweiler soprattutto, lo prenderei. Anche la classe del prossimo anno non è male e penso che se prendi un qb nelle prime 20 deve essere un uomo franchigia altrimenti hai sprecato la scelta.
Con me su Moore sfondi un portone aperto, spero per lui il meglio assoluto.